Breve cronologia delle operazioni repressive contro l'indipendentismo basco dal maggio 1998.
Dal maggio 1998 al 2002, sintesi dei maggiori episodi repressivi contro le aspirazioni all'autodeterminazione del popolo basco. Da vari articoli tratti da Gara. Settembre 2002.


27 maggio 1998: dodici persone sono imprigionate in una operazione contro il supposto "complotto imprenditoriale" dell'ETA. Si adottano misure giudiziarie che includono la chiusura di varie imprese, tra le quali una agenzia di viaggi e una impresa che di occupa di commerciare baccalà. L'operazione coinvolge il coordinamento per la promozione dell'insegnamento della lingua basca e l'alfabetizzazione di adulti AEK.

15 luglio 1998: chiusura di quotidiano Egin e della radio Egin Irratia. Arrestate 15 persone vincolate alla impresa editoriale Orain. Nel luglio del 2001 in una nuova ordinanza la maggioranza degli imputati passano dall'accusa di appartenenza all'ETA, a quella di collaborazione.

29 gennaio 2000: otto persone della struttura di relazioni internazionali Xaki, sono arrestate accusate di appartenere al "ministero degli esteri" dell'ETA.

13 settembre 2000: operazione contro l'organizzazione politica Ekin insieme all'arresto di venti cittadini baschi con l'accusa di appartenere ad ETA. Gli arrestati sono rappresentanti ufficiali di organizzazioni popolari e di base indipendentiste, consiglieri presenti nelle istituzioni comunali e provinciali, avvocati dei prigionieri. Durante le perquisizioni nelle sedi di Bilbao, Donostia ed Irunea la polizia ha sottratto anche un totale di due milioni di pesetas. Ekin è una delle correnti di HB-EH, legalmente registrata come organismo politico e presentata pubblicamente un anno fa con il programma "Indipendenza e socialismo". Avevamo pubblicato a proposito il comunicato di EH.

5 ottobre 2000: retata contro organismi popolari come la fondazione Joxemi Zumalabe, ABK e Bai Euskal Herriari. Arrestate nove persone collegate alla repressione di Ekin.

18 gennaio 2001: arrestato il giornalista basco Pepe Rei. Pepe Rei è il direttore del mensile basco “Ardi Beltza” (pecora nera), una rivista che si occupa di investigazioni giornalistiche ed autore di una biografia su Garzòn. Recentemente operato al cuore per l’applicazione di un by-pass, è ancora una volta accusato di far parte dell’organizzazione indipendentista armata ETA anche se in passato ha subito le stesse accuse, è stato arrestato, tenuto alcuni mesi in carcere senza processo e poi rilasciato senza alcun carico pendente ma con l’obbligo di pagare una pesante ed onerosa cauzione. Oggi Pepe Rei è ancora in carcere e, pur sapendo che stavano per arrestarlo, è rimasto al lavoro nella propria redazione fino al momento dell’irruzione della Policia Nacional.

6 marzo 2001: quindici militanti del movimento giovanile indipendentista Haika sono arrestati, ai quali si aggiungerà il giorno dopo Asier Tapia, uno dei giovani che lessero il comunicato di denuncia degli arresti durante una conferenza stampa tenuta a Donostia. L'operazione è la più "annunciata" tra quelle imbastite contro organismi indipendentisti baschi:dal momento stesso in cui fu lanciata ufficialmente il 23 aprile 2000 a Kanbo imperversarono gli attacchi di media e politici contro la prima organizzazione che riuniva i giovani di tutti i territori baschi.

31 ottobre 2001: la polizia spagnola arresta 12 componenti di Gestoras Pro-Amnistia/Amnistiaren Aldeko Batzordeak ed 1 di Senideak-Gureak, con l’accusa di “partecipazione e collaborazione a banda armata”. Contestualmente venivano bloccati tutti i
conti di Gestoras. Alcuni giorni dopo la retata, lo stesso magistrato emette un'ordinanza che dichiara illecite le attività delle Gestoras pro-Amnistía. Gestoras Pro-Amnistia è un coordinamento popolare di base nato in coincidenza della fine del franchismo con l’obiettivo di battersi per l’amnistia di tutti i prigionieri politici della dittatura e ha continuato fino ad oggi la propria attività di
sostegno delle vittime della repressione e di denuncia di torture e maltrattamenti. Nel caso di Senideak-Gureak invece si tratta di un organismo popolare che raduna amici e famigliari dei prigionieri politici con fini di appoggio umanitario.

8 marzo 2002: 12 persone sono arrestate in una operazione ordinata dal giudice Baltasar Garzón, che accusa gli arrestati di essere i "massimi responsabili di Segi", e nel corso della quale sono perquisite varie "herriko taberna", locali sociali della sinistra indipendentista. Garzòn dichiara così fuori legge altre due organizzazioni della società civile basca: Askatasuna e di Segi, entrambe presenti sia nella parte "spagnola" che in quella "francese". Askatasuna si occupa della denuncia dei maltrattamenti e delle torture che subiscono i cittadini baschi arrestati e sottoposti alla legislazione antiterrorista, inoltre svolge un lavoro di sostegno dei detenuti politici dal punto di vista legale. Segi è una organizzazione giovanile che si dichiara socialista ed indipendentista, organizza iniziative antifasciste, antirazziste, in favore della lingua basca, contro la disoccupazione giovanile, meeting di dibattito sui temi della liberazione nazionale basca, festival musicali, ecc. L'accusa, comeal solito priva di alcuna base di prova, è quella di essere parte dell'organizzazione armata ETA.

29 aprile 2002: undici militanti della sinistra indipendentista basca sono arrestate per ordine del magistrato Baltasar Garzón in una operazione che ha portato anche alla perquisizione di imprese ed "herriko taberna".

26 agosto 2002: il parlamento spagnolo approva a stragrande maggioranza una legge che avvia il procedimento di messa al bando di Batasuna, partito accusato di essere il braccio politico dei terroristi dell'Eta. Poche ore prima il giudice Baltasar Garzón ha disposto la sospensione per tre anni di ogni attività del partito, accusandolo di favoreggiamento del terrorismo. La polizia si muove subito: gli agenti dell'anti-terrorismo hanno fatto irruzione negli uffici di Pamplona, uno delle tre sedi principali del partito, e la chiudono. Successivamente interviene anche la polizia basca a vincere la resistenza dei militanti davanti alle sedi di partito. L'ordine del magistrato significa la chiusura di tutti gli uffici e le sedi del partito, anche quelle legate indirettamente all'organizzazione; il taglio di luce e acqua; il divieto di manifestazioni pubbliche e cortei, e il divieto di partecipare alle elezioni municipali del maggio 2003. La sentenza non riguarda invece i rappresenti di Batasuna nelle assemblee elettive, che potranno portare a termine i rispettivi mandati al parlamento regionale basco e nei consigli comunali (Batasuna ha 7 seggi su 75 al parlamento basco e 900 consiglieri comunali).