Autodeterminaziorako Bilgunea - AuB. La nuova piattaforma politica della sinistra abertzale.
Dopo l'illegalizzazione di Batasuna, la sinistra abertzale nei Paesi Baschi, cerca di concorrere alle prossime elezioni con una nuova formazione, AuB, nonostante lo stato spagnolo stia programmando di impedirglielo. Qui una introduzione, una intervista e la piattaforma della nuova formazione. Dalla mailing list del Comitato Euskadi Bari. Maggio 2003.


- Introduzione
- Intervista a Jose Ramon Etxeberria, portavoce di AuB
- La piattaforma di AuB
- Dieci punti per la riflessione intorno al conflitto politico basco

Introduzione

- Batasuna, ora che è stata messa fuori legge, non potrà presentarsi alle prossime elezioni municipali; nelle precedenti, del 1999, risultò essere la seconda forza per numero di voti ottenuti ed ora, sottoscrivendo gli interessi politici del Governo di Madrid, il Tribunale Supremo nega la possibilità di rinnovare oltre 1000 eletti di Batasuna nella parte del Paese occupata dallo Stato spagnolo.

Anche le precedenti espressioni politiche della sinistra indipendentista ("sinistra abertzale"), Herri Batasuna ed Euskal Herritarrok che durante questi 25 anni erano state le rappresentanti politiche del movimento di liberazione nazionale e sociale nel Paese Basco, erano state poste fuorilegge.

Di fronte a questa terribile realtà, i settori indipendentisti di sinistra hanno creato la piattaforma politica denominata Autodeterminaziorako Bilgunea — AuB (Forum per l’Autodeterminazione, N.d.T.), con l’appoggio di numerosi settori della società basca.

AuB ha deciso di presentarsi alle elezioni provinciali che si svolgeranno contemporaneamente alle municipali, nelle quattro province sotto dominazione spagnola, cercando di raggruppare il voto indipendentista basco. A livello locale, sono stati i cittadini a prendere l’iniziativa per presentarsi alle elezioni, creando piattaforme locali che non fanno parte di AuB. Di fatto, la maggioranza sociale, politica e sindacale, contraria alla messa fuori legge di Batasuna, ha considerato totalmente antidemocratico il fatto di mettere fuori legge un’espressione politica della società basca in vista delle prossime elezioni municipali. AuB e le Piattaforme Locali, non sono comunque il sostituto di Batasuna, sono progetti creati dalla stessa società basca di fronte a questa situazione politica.

Nonostante ciò, i mezzi di comunicazione spagnoli più importanti come anche la classe politica di Madrid, appoggiati dal Ministero degli Interni e da settori della magistratura, ora hanno iniziato a chiedere la messa fuori legge di queste nuove espressioni, affinché la sinistra abertzale non possa presentarsi alle elezioni del 25 maggio 2003 e non possa disporre, in futuro, delle centinaia di mandati politici che le spetta.

Qui sotto riportiamo l'intervista a Jose Ramon Etxeberria, uno dei suoi responsabili, per far conoscere questo strumento politico fondamentale per lo sviluppo del futuro della situazione dei Paesi Baschi.

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1.- Perché è stata creata Autodeterminaziorako Bilgunea e con quali obiettivi?

Innanzitutto perché riteniamo che fosse necessario creare un nuovo strumento politico per continuare a progredire nel lavoro di costruzione del futuro del Paese Basco. Il nostro Paese ha conosciuto diversi cambiamenti politici e sociali in questi ultimi anni e pensiamo che oggi ci troviamo di fronte ad un nuovo bivio storico. Riteniamo che questa situazione speciale esiga una profonda riflessione ed un nuovo sforzo da parte di tutti, soprattutto partendo dal fatto che, nella società basca, oggi esiste una maggioranza sociale di sinistra e favorevole al riconoscimento del diritto alla libera determinazione.

Autodeterminaziorako Bilgunea — AuB vuole organizzare e strutturare questa maggioranza sociale, superando le attuali divisioni. Siamo nati con la chiara intenzione di diventare un referente politico di questa nuova era che riguarda tutto il Paese Basco. Il nome stesso dice molto di ciò a cui aspiriamo: l’autodeterminazione è ciò che ci unisce tutti. Il nostro obiettivo è stimolare la dinamica popolare per ottenere il riconoscimento di questo diritto e trasformarla in soluzione definitiva al contenzioso basco. Questo è il principale impegno di questa fase politica e pensiamo di fare fronte a tutti gli scogli che si presenteranno sul cammino, sempre ne miglior modo possibile.

Allo stesso modo, dobbiamo affrontare il modello uniformizzatore e globalizzatore che ci impone il neoliberismo, sia come popolo, sia come individui impegnati nella creazione di un nuovo mondo e di una nuova Europa. Da un lato, dobbiamo offrire i meccanismi politici, economici, sociali e culturali affinché il Paese Basco possa fare fronte alla globalizzazione che, oltre ad esserci imposta, non ci piace; dall’altro, dobbiamo anche fare fronte agli squilibri economici, alle ingiustizie e all’imposizione del modello sociale ed economico squilibrato fra i popoli ed a livello internazionale. Anche questo è un obiettivo fondamentale per Autodeterminaziorako Bilgunea — AuB.

2.- Qual è il bilancio che fa Autodeterminaziorako Bilgunea?

Per molti secoli, il Paese Basco è stato privato dei suoi diritti collettivi come popolo, sia attraverso la forza delle armi, sia attraverso leggi straniere. I diversi regimi politici sono stati incapaci di dare una soluzione alla difficile situazione che vive il nostro Paese. Negli stati spagnolo e francese, sotto la dittatura o in democrazia, noi Baschi non abbiamo disposto di alcun diritto come tali; in una situazione come nell’altra, tutti i diritti fondamentali ci sono stati negati. Riteniamo che il processo di assimilazione iniziato con lo Statuto, 25 anni fa, nello Stato spagnolo, sia fallito e che la fase politica di asservimento alla Spagna sia finita. Dobbiamo riconoscere ed applaudire lo sforzo realizzato dalla società basca durante questi anni, secoli, dato che in un modo o nell’altro sono riusciti a mantenere in vita il Paese Basco e salutiamo in modo particolare il lavoro realizzato dal settore più combattivo, riunito attorno alla sinistra indipendentista. Grazie al lavoro realizzato dalla sinistra indipendentista ed ai diversi settori sociali di ambito settoriale, esiste oggi in Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.) una maggioranza favorevole al Paese Basco e le condizioni sociali per difendere il diritto all’autodeterminazione sono date. Disgraziatamente, esistono ancora nel Paese Basco gruppi che, invece di riconoscere ciò, voltano le spalle alla lotta per il riconoscimento del diritto alla libera determinazione per interessi di partito; questi settori, dopo aver scommesso per 25 anni sull’autonomismo, rifiutano la politica per un cambiamento reale che permetta al Paese Basco di affrontare il suo futuro in libertà e si oppongono ai settori popolari che lavorano in difesa di essa. Il loro obiettivo si incentra sul conseguimento di un nuovo patto di Stato, che garantisca la loro stabilità politica e che permetta loro di continuare ad amministrare i loro interessi economici, sociali e politici. In definitiva, antepongono il loro progetto politico agli interessi del Paese Basco.

3.- Quali sono le basi di Autodeterminaziorako Bilgunea?

Costruzione dell’autodeterminazione

L’autodeterminazione è l’asse principale del cambiamento politico del quale ha bisogno Euskal Herria, la chiave che apre le porte al conseguimento di tutti i diritti civili e politici per questo popolo. Euskal Herria non può attendere ancora, è giunta l’ora di autodeterminarsi ed è per questo che promuoveremo un processo dinamico e reale, attraverso diverse iniziative nei vari ambiti all’interno dei quali agiremo, che ci portino a compiere passi irreversibili per il suo conseguimento, sempre in collaborazione e congiuntamente a tutti i settori sociali e movimenti disponibili a questo lavoro. A questo proposito, registriamo il grande lavoro che realizza Udalbiltza (Assemblea degli eletti nelle istituzioni del Paese Basco, N.d.T.), sia nella difesa dei diritti che ci spettano, sia nella costruzione democratica e popolare della nostra nazione.

Soluzione democratica del conflitto

Innalziamo e rivendichiamo la bandiera della pace, in questi momenti nei quali i due stati (Stato spagnolo e Stato francese, N.d.T.) stanno conculcando i nostri più elementari diritti, propongono uno scenario privo di soluzioni e cercano di far credere al popolo basco che non esiste altra uscita che la repressione e la via poliziesca. Questo Paese grida nelle strade e rivendica nelle istituzioni la pace, intesa come sinonimo di libertà e giustizia, la pace che permetta di farla finita, una volta per tutte, con la sofferenza. Per tutto ciò, facciamo nostri i contenuti programmatici di Lizarra — Garazi (accordo sottoscritto nel 1998 dalla maggior parte delle forze sindacali e sociali e da tutti i partiti del Paese Basco, ad eccezione del PP e del PSOE, che individuava un percorso di soluzione per il conflitto, N.d.T.) e diciamo anche noi che Euskal Herria deve parlare e decidere liberamente il suo futuro, attraverso il dialogo fra tutti e per tutti.

No alle aggressioni

Guardando a Euskal Herria, qualsiasi osservatore può constatare l’infinità di aggressioni che subisce giorno per giorno e nei diversi ambiti come l’insegnamento, l’euskara (lingua basca, N.d.T.), la cultura o l’ambito politico, da parte dello Stato spagnolo e di quello francese. Tentano di farla finita con il cuore e con il futuro di questo popolo, vogliono condannarci all’ergastolo che comporta il non poter godere di nessuno dei nostri diritti fondamentali per un’altra lunga dittatura, nel XXI° Secolo, attraverso gli strumenti giuridici, polizieschi e politici dei quali dispongono.

Autodeterminaziorako Bilgunea non è disposto ad accettare questa realtà e lancia un appello alla risposta disobbediente che vogliamo articolare con diverse iniziative nel futuro.
    Per la trasformazione sociale e l’uguaglianza
Nella stessa misura nella quale rivendichiamo e lavoreremo per una Euskal Herria libera, puntiamo ad un nuovo modello sociale, basato sull’uguaglianza e sulla giustizia sociale. Autodeterminaziorako Bilgunea punterà tutto sul miglioramento delle condizioni sociali della cittadinanza basca e consideriamo che questo sia possibile e necessario nella misura in cui saremo capaci di proporre una distribuzione equa della ricchezza ed un buon sfruttamento della nostra terra e delle nostre risorse. Euskal Herria, ama lurra (madre terra, N.d.T.), non è in vendita e nessuno se ne approprierà, perché la maggioranza sociale di questo Paese è disposta a difenderla ed a lavorare per la sua trasformazione equilibrata. Lavoriamo, anche, per l’uguaglianza, fondamento principale della giustizia, e sarà compito nostro promuovere linee di lavoro per eliminare ogni discriminazione nell’ambito delle idee, del genere o dell’origine.
    L’euskara e la cultura basca: le nostre braccia aperte al mondo

Le e gli alunni di questo paese hanno bisogno di un proprio sistema educativo, dalla prima età fino all'università, che permetta che tutte le prossime generazioni padroneggino l'euskara e, inoltre, conoscano a fondo la nostra cultura e siano portatori dei valori progressisti che ci fanno grandi come esseri umani. Dobbiamo garantire da oggi il diritto a vivere in euskara che spetta al popolo basco, sia nell'educazione, sia in tutti gli ambiti dove possa svilupparsi. Questo è, secondo noi, il migliore contributo che possiamo dare alla cultura universale. Come dice una celebre canzone popolare: "Euskalduna naiz eta harro nago! (Parlo basco e ne sono orgoglioso!, N.d.T.).

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Invito di AuB a tutti i soggetti presenti nella società basca.

Rappresentanti di Autodeterminaziorako Bilgunea hanno presentato, il 25 aprile, a Donostia, un documento nel quale si presenta una riflessione intorno alla situazione del conflitto che vive Euskal Herria e, oltre ad assicurare che il conflitto «ha una soluzione», si avanza una proposta per la risoluzione dello stesso. Concretamente, al nono punto del decalogo, AuB propone «l'articolazione di un processo politico, plurale, dinamico, democratico e pacifico» che porti all'ottenimento di uno scenario nel quale, in Euskal Herria, «si rispettino tutti i diritti». Un processo al quale invita a partecipare «tutti i soggetti presenti nella società basca», fra i quali menziona ETA. Prima di dare lettura del decalogo, la portavoce di AuB, Itziar Lopategi, ha inquadrato la proposta ed il documento presentato, che ha come titolo «Dieci punti per la riflessione intorno al conflitto politico basco», nell'ambito di quanto manifestato durante la cerimonia di nascita dell'opzione politica della Sinistra indipendentista, celebrata lo scorso 15 febbraio nello sferisterio Labrit di Iruñea.

Dieci punti per la riflessione intorno al conflitto politico basco.

1.- Noi che facciamo parte di AuB siamo persone provenienti da diverse esperienze e ambiti di azione politica della Sinistra indipendentista basca e portatori di valori di sinistra che, di fronte al momento chiave che vive il Popolo Basco, si sono organizzate in un nuovo movimento politico. Vogliamo tradurre in impegni reali e collettivi la nostra volontà di raggiungere uno scenario di democrazia, libertà e pace per il nostro popolo.

2.- È per questo che, dinanzi alla realtà di violenza che vive Euskal Herria, lungi dal cadere in giochi dialettici che cercano di distorcere il significato delle parole fino a cambiarlo, vogliamo portare messaggi ed idee positivi.

3.- L'attuale esistenza di espressioni multilaterali di violenza politica come attentati, arresti, torture, morti, occupazione militare, eliminazione di diritti fondamentali, chiusura di giornali, messa fuori legge di progetti politici, ci pone di fronte ad uno scenario di sofferenza insopportabile per la società basca.

4.- In Euskal Herria vogliamo ed abbiamo bisogno della pace. AuB si impegna fermamente a lavorare alla ricerca di soluzioni reali e definitive al conflitto violento. Puntiamo fermamente alla scomparsa di tutte le espressioni di violenza dallo scenario politico basco. Il dialogo senza esclusioni è la via per raggiungere questo obiettivo.

5.- Constatiamo l'esistenza di un conflitto fra il desiderio della maggioranza sociale basca di costituirsi in comunità sovrana dal punto di vista sociale, politico ed economico e l'insistenza degli stati spagnolo e francese per impedire ciò. Il superamento di questo contrasto deve dare luogo ad una nuova situazione, nella quale tutti i diritti raccolti nella Dichiarazione Universale dell‚ONU (Patto per i Diritti civili e politici) siano rispettati per tutte le persone in tutta Euskal Herria. La via per la risoluzione di tale conflitto deve essere il dialogo politico e la base può essere situata solo nelle coordinate strettamente democratiche che comporta il Diritto di Autodeterminazione.

6.- Non mentiremo al popolo. Non veniamo a soddisfare le posizioni interessate di nessuno che pretenda di strumentalizzare le drammatiche conseguenze del conflitto a beneficio proprio o per attaccare idee o proposte politiche di altri. I concetti esauriti non ci avvicinano ad una prospettiva di pace. La persistenza del conflitto ne è buona prova.

7.- Rispetto a questa realtà di violenza politica, siamo convinti che la repressione utilizzata dagli stati e dalle loro diverse istituzioni aggravi la situazione e che né l'uso inquisitorio di determinati concetti, né la contestualizzazione delle azioni armate di ETA intorno all'esistenza del contenzioso politico basco si siano dimostrati sufficienti per l'effettiva risoluzione dello stesso.

8.- Il futuro di Euskal Herria appartiene ai Baschi ed alle Basche. Questa è la premessa fondamentale per la costruzione di quel futuro in pace e in democrazia tanto desiderato. E per questo, tutti siamo necessari. Non accettiamo l'esclusione di nessuno.

9.- Proponiamo l'articolazione di un processo politico, plurale, dinamico, democratico e pacifico che ci conduca ad una Euskal Herria nella quale si rispettino tutti i diritti ed invitiamo a partecipare a detto processo tutti gli agenti presenti nella società basca (partiti politici, agenti sociali ed economici, sindacati, ETA).

10.- Esiste soluzione. Non alimenteremo la disillusione. Il conflitto basco ha soluzione. In questa direzione, da AuB, ci impegniamo a fornire le iniziative necessarie per promuovere una via d'uscita pacifica e democratica dallo stesso.