L'attacco dello stato spagnolo contro Udalbitza.
Una
nuova operazione poliziesca del giudice Garzòn contro i baschi. Arrestati
membri della Udalbiltza, l'Assemblea degli eletti nelle istituzioni dei Paesi
Baschi. Dal
quotidiano Gara,
traduzioni tratte dalla mailing list del Comitato
Euskadi Bari.
Maggio 2003.
Nel 1999 è stata creata una istituzione, chiamata Udalbiltza, che riuniva gli eletti nelle istituzioni (consiglieri comunali, sindaci, ecc.) di Euskal Herria, cioé l'insieme dei territori (sia in Spagna che in Francia) che i baschi considerano sotto occupazione. Questa istituzione (riconosciuta dai baschi e "tollerata" da Francia e Spagna) ha visto, all'inizio, la partecipazione degli eletti di tutte le formazioni nazionaliste (Batasuna, EA, PNV), poi, però il settore più moderato (PNV e EA) ha lavorato per sterilizzare e dividere questa entità. Di fatto oggi esistono due Udalbiltza: una che ha una esistenza poco più che virtuale e che ha una direzione dalla quale è stata esclusa la sinistra abertzale, l'altra sostenuta dalla sinistra abertzale. E' proprio contro questa Udalbiltza che si è scatenata l'offensiva spagnola negli ultimi giorni.
Otto
membri di Udalbiltza (l'Assemblea degli Eletti nelle Istituzioni dei Paesi
Baschi, N.d.T.) sono stati arrestati. Fra costoro si trovano sei consiglieri
comunali di Urnieta, Bilbao, Oiartzun, Bera, Atarrabia e Barakaldo e c'è
un ordine di arresto per Ibon Arbulu, membro della Mesa Nacional della disciolta
Batasuna. Sono stati arrestati il 29 aprile in Bizkaia, Gipuzkoa e Navarra
su ordine del giudice Baltasar Garzón, ancora una volta nell'ambito
dell'inchiesta 18/98. Inoltre, la Polizia spagnola ha sigillato le sedi dell'istituzione
nazionale basca di Astigarraga, Iruñea, Gasteiz e Bilbao, come pure
il domicilio di Ibon Arbulu, contro il quale è stato emesso un ordine
di arresto.
Tutti sono stati trasferiti in uffici della polizia di Madrid. Oltre agli
arresti, l'operazione ha comportato la chiusura delle sedi di Udalbiltza di
Iruñea, Gasteiz, Bilbao e Astigarraga.
Questa operazione si verifica tre giorni dopo che l'istituzione nazionale
ha tenuto, a Tolosa, un'assemblea straordinaria nella quale è stata
approvata una dichiarazione in favore del diritto di Euskal Herria (Paesi
Baschi, N.d.T.) di disporre di una rappresentazione istituzionale propria.
Praticamente tutti gli eletti che si erano recati all'assemblea di Tolosa
avevano dovuto passare attraverso i posti di blocco che la Guardia Civil aveva
collocato in quasi tutte le vie di accesso a questa località di Gipuzkoa.
La Guardia Civil ha perquisito numerosi veicoli e identificato decine di eletti.
Proprio lo stesso giorno, Batasuna aveva avvertito dell'imminenza di un'operazione
poliziesca di grandi dimensioni contro la sinistra indipendentista, benché
le indiscrezioni indicavano che oggetto dell'azione di Garzón sarebbero
state, nell'imminente, le herriko tabernas (locali sociali della sinistra
indipendentista, simili alle case del popolo in Italia, N.d.T.). Tutti gli
arresti sono stati eseguiti nelle prime ore del mattino nelle case dei consiglieri
comunali ed impiegate di Udalbiltza. Così, la Polizia spagnola è
entrata in casa di Lander Etxeberria alle 03,00 e vi è rimasta fino
alle 05.00, mentre Mirian Campos è stata arrestata nel domicilio dei
suoi genitori e trasferita alla sede di Udalbiltza, nella Plaza Nueva di Bilbao
per la perquisizione di questo locale. All'esterno di questa sede si trovavano
congiunti di Leire Idoiaga, che era stata arrestata nell'abitazione dove vive
insieme al suo compagno e a due figli di quattro e due anni, nella Calle General
Eguía del capoluogo di Bizkaia. Il domicilio di Idoiaga è stato
perquisito e dallo stesso è stato portato via un computer. È
stata perquisita anche la sua automobile, dalla quale sono stati sottratti
alcuni effetti personali della giovane.
La
consigliera comunale di Barakaldo Eider Casanova è stata arrestata
nella sua abitazione di Zierbena, mentre Oskar Goñi è stato
preso nella casa di famiglia a Bera. La polizia è arrivata verso le
03.30 ed è rimasta fino alle 05.30, portandosi via carte e un computer
che il portavoce di Udalbiltza teneva in casa. Anche al domicilio di Txema
Jurado è stata compiuta una perquisizione, ma senza che fosse mostrato
alcun ordine della magistratura e senza testimoni, secondo quanto ha evidenziato
uno dei suoi fratelli, che ha affermato che gli agenti si sono impossessati
di un computer.
La perquisizione del domicilio di Larraitz Sanzberro, a Oiartzun, è
iniziata verso le 03.30, quando vi hanno fatto irruzione dodici poliziotti
che hanno trasferito i suoi genitori e due suoi fratelli in cucina. Gli agenti
hanno portato via il computer del padre ed effetti personali della consigliera,
oltre a perquisire il garage e le automobili della famiglia. Karmele Urbisondo
è stata arrestata nella sua casa di Urnieta, trasferita poi al municipio
di Astigarraga, nei cui locali Udalbiltza dispone di alcuni uffici. La Polizia,
verso le 04.30, si è recata a casa della sindaca, Miren Elixabete Laburu,
affinché permettesse l'accesso al Comune. Secondo Laburo, è
stato portato via molto materiale come documenti, dischetti e quattro computer,
oltre a registri contabili. «Si sono portati via tutto, tutto, tutto»,
ha sottolineato in un'intervista radiofonica. La Polizia, alle 03.15, si è
presentata anche nell'appartamento del consigliere comunale di Gasteiz, José
Enrique Bert, con un ordine di perquisizione della sede di Udalbiltza della
calle Moraza. Secondo la stessa Polizia, si dovevano sequestrare documenti
«relativi all'organizzazione terrorista ETA-Ekin».
La
portavoce di Udalbiltza, Maribi Ugarteburu, ha affermato che «Questo
attacco è un tentativo di smantellare Udalbiltza. Hanno arrestato otto
colleghi e amici, ci hanno perquisito e chiuso gli uffici di Bilbao, Gasteiz,
Iruñea e Astigarraga e si può dire che ci hanno lasciato solo
le biro. Ci hanno messi in mezzo alla strada». Maribi Ugarteburu, che
ha incontrato i media nella Piazza del Municipio di Astigarraga, insieme al
presidente di Udalbiltza, Loren Arkotxa, ai sindaci di Tolosa, Oiartzun e
Usurbil, Antton Izagirre, Xabier Iragorri e Joxe Antonio Altuna e a diversi
rappresentanti della Commissione Esecutiva dell'istituzione nazionale, che
ha tenuto una riunione d'urgenza presso il municipio. Dopo aver espresso la
loro preoccupazione per lo stato degli arrestati, e aver chiesto che «si
rispettino i loro diritti umani» ed espresso la loro solidarietà
«ai nostri colleghi ed ai loro parenti», Ugarteburu ha affermato
che «questa non è un'aggressione isolata, ma si tratta di un
ulteriore passo in una lunga sequenza antidemocratica, avviata dallo Stato
spagnolo contro Euskal Herria ormai cinque anni fa e che, negli ultimi tempi,
si è inasprita». Attacchi che, a suo giudizio, sono diretti contro
«qualsiasi tentativo, progetto o iniziativa per articolarsi come Paese»
e che «conculcano diritti elementari. Di fatto, è in gioco lo
stesso diritto di essere e sentirsi baschi». «Lo Stato spagnolo
sa che le proposte realizzate ultimamente da Udalbiltza, come nel caso della
Carta dei Diritti di Euskal Herria, la proposta intitolata "Vie per la
pace e la democrazia" o il forum di dibattito nazionale, sono elementi
importanti per il conseguimento di una situazione di pace e democrazia in
Euskal Herria. Da qui, l'attacco». A questo proposito, la portavoce
dell'istituzione nazionale ha affermato che «a fronte della nostra strategia
di pace e democrazia, essi propongono solo strategie di guerra. Non vogliono
che l'attuale situazione di conflitto cambi». A fronte di ciò,
ha assicurato che Udalbiltza vuole offrire «una risposta in chiave positiva:
vogliamo dire sì a Udalbiltza e sì a Euskal Herria». E
attorno a questa rivendicazione, Ugarteburu ha invitato a «unire forze
per frenare questo attacco ai diritti fondamentali e democratici. Però,
al di là di una risposta unitaria e puntuale, è giunta l'ora
di muovere passi decisivi ed irreversibili verso una soluzione democratica
del conflitto».
La
portavoce di Udalbiltza ha parlato delle decisioni adottate dalla Commissione
Esecutiva per rispondere a questa nuova operazione poliziesca ordinata dal
giudice della Audiencia Nacional Baltasar Garzón. Oltre a ricordare
la presentazione di una mozione nei
municipi allo scopo di discuterla in sedute straordinarie, l'assemblea degli
eletti ha deciso di indire per oggi, alle 20.00, davanti ai municipi, concentramenti
silenziosi con la parola dordine «Bai Udalbiltzari, bai Euskal
Herriari (Sì a Udalbiltza, sì a Euskal Herria, N.d.T.)».
Inoltre, Ugarteburu, ha fatto un appello «il più sincero ed ampio
possibile a tutti gli eletti nelle istituzioni di Euskal Herria che fanno
parte di Udalbiltza, che appartengano alla sinistra indipendentista, ad Abertzaleen
Batasuna, ad Eusko Alkartasuna, al Partito Nazionalista Basco o a qualsiasi
altra formazione», a partecipare ad una riunione aperta che avrà
luogo oggi, alle 16,00, nella sala consiliare del municipio della località
di Gipuzkoa. L'incontro, al quale sono stati invitati anche tutti i soggetti
politici, sociali, sindacali e culturali che «lavorano in chiave di
Paese», vuole servire a «articolare, per i prossimi giorni, una
risposta unitaria a questo attacco». «È un appello alla
dignità ed a costruire un vero muro di difesa democratica dei diritti
fondamentali di Euskal Herria e di tutti i cittadini baschi», ha precisato;
una risposta di eletti in Araba, Lapurdi, Bizkaia.
Il consigliere comunale della sinistra indipendentista di Ustaritze, Battitta Ameztoi, rappresentante della lista Herria Bizi Dadin, ha denunciato che «gli Spagnoli non agiscono contro chi utilizza mezzi violenti, ma contro gli obiettivi della sinistra indipendentista e la costruzione nazionale». I consiglieri Arantza Urkaregi, di Bilbao, e Koldo Castaños, di Barakaldo, hanno tenuto una conferenza stampa per indicare che l'obiettivo «è criminalizzare la sinistra indipendentista e aggredire chiunque lavori per Euskal Herria». In termini simili si è espresso il gruppo indipendentista al comune di Gasteiz che, in un comunicato, ha censurato le parole del candidato sindaco del PNV, Mikel Martínez «che ha fatto riferimento alla presunta illegalità del documento di identità nazionale basco (emesso da Udalbiltza e non riconosciuto dalle autorità spagnole e francesi, N.d.T.) per minimizzare l'attacco».
L'operazione
scatenata ieri contro Udalbiltza, firmata dal giudice Baltasar Garzón
e «spiegata» dal Governo dello Stato, che si è conclusa
con la perquisizione e la chiusura degli uffici che l'istituzione nazionale
ha a Bilbao, Gasteiz, Astigarraga e Iruñea e larresto di otto
cittadini baschi, è una dimostrazione pratica di ciò che lo
Stato spagnolo considera reato in Euskal Herria. Il semplice fatto di agire
per via giudiziaria e poliziesca contro un'istituzione di eletti, che sviluppa
un'attività pubblica ampiamente riconosciuta in diversi ambiti della
società basca, è sufficientemente significativo: lo è
ancora di più se, alla luce delle accuse lanciate dal Ministro degli
Interni, Angel Acebes, si guarda alle azioni e posizioni dell'assemblea dei
municipi e degli eletti baschi di Euskal Herria dalla sua nascita fino a questa
bordata inferta, ancora una volta, col favore delle tenebre, con spiegamento
di polizia e scandalo.
Seguendo
la sua stessa linea di ragionamento, nello Stato spagnolo è reato la
Carta dei Diritti di Euskal Herria, nella quale Udalbiltza manifestava la
sua volontà di costruire Euskal Herria «come uno spazio di convivenza
nel quale, dalla loro condizione di baschi, uomini e donne liberi concorrano
alla costruzione di un popolo e di un mondo retti da uguaglianza, pace e solidarietà»;
rivendicava il diritto di Euskal Herria «ad esistere come popolo, a
che si riconosca la sua condizione di soggetto di diritti che, in quanto tale,
le spettano e che si rispetti la sua territorialità»; o che «Euskal
Herria ha diritto di vivere in pace e sicurezza, a decidere il libertà».
Nello Stato spagnolo è reato elaborare un documento che consenta il
riconoscimento della cittadinanza basca a coloro che lo desiderano, in base
al diritto universale di scegliere la propria nazionalità. E per lo
Stato spagnolo è reato appoggiare iniziative in favore dell'euskara,
per lo sviluppo economico e sociale di Zuberoa, in appoggio alla rivendicazione
di selezioni sportive basche o per la promozione di mezzi di comunicazione
elaborati in e per Euskal Herria. Questi sono i tratti di identità
del lavoro reale, pubblico e, inoltre, riconosciuto da tutti i soggetti sociali
che, grazie ad esso, hanno potuto portare avanti i loro progetti, che Udalbiltza
ha sviluppato da quando, il 18 settembre 1999 era costituita con la partecipazione
di 1.778 eletti baschi. E questi sono i gravissimi reati per i quali Acebes
considera che quella di ieri «è la più importante operazione
antiterrorista» eseguita negli ultimi tempi dai poteri dello Stato spagnolo.
In definitiva, questi sono i gravi limiti che lo Stato spagnolo impone alla
democrazia, ai diritti ed alle libertà di Euskal Herria.
Udalbitza:
cronologia
Dalla sua costituzione nel settembre 1999, Udalbiltza ha dovuto affrontare
numerosi problemi che hanno messo in scacco la sua traiettoria. Ma nonostante
i venti contrari, l'istituzione nazionale basca ha sempre mantenuto la prua
rivolta verso la costruzione di un paese composto da sette province e chiamato
Euskal Herria. Sindaci e consiglieri comunali di tutta Euskal Herria si riunirono
il 6 febbraio 1999, ad Iruñea, per porre le basi della prima istituzione
nazionale basca dell'era moderna. 666 eletti risposero allappello di
una commissione composta da sindaci e dichiararono la loro volontà
di impegnarsi nella costruzione nazionale.
-
18 settembre 1999: 1.789 eletti nei municipi, riuniti nel Palazzo Euskalduna
di Bilbao, partecipano alla costituzione della prima istituzione nazionale
basca: Udalbiltza/Assemblea dei Municipi e degli Eletti Municipali di Euskal
Herria. Nella sua prima dichiarazione politica, Udalbiltza si è presentata
come espressione della territorialità, si è impegnata ad agire
come istituzione nazionale e a rendere visibile nel mondo l'esistenza della
nazione basca. L'Assemblea Generale designa i quindici componenti della Commissione
Permanente ed approva lavvio di gruppi di lavoro.
- 19 ottobre 1999: la Commissione Permanente decide la creazione di nuovi
gruppi di lavoro per iniziare una diagnosi globale di Euskal Herria, con particolare
attenzione all'analisi degli ambiti dell'euskara (lingua basca, N.d.T.), dello
sport, della comunicazione, dell'ordinamento territoriale, dell'insegnamento,
dell'educazione e dello sviluppo economico e sociale.
- 25 novembre 1999: il Municipio di Bilbao entra a far parte di Udalbiltza,
decisione duramente criticata da PP e PSE. Nello stesso mese, nei municipi,
inizia la discussione delle mozioni di adesione politica all'istituzione nazionale,
alla quale partecipa, fra gli altri, il municipio di Abanto, governato dal
PSE.
- 28 marzo 2000: PNV e EA rompono il consenso in Udalbiltza per approvare
una dichiarazione politica nella quale si chiede a ETA di tornare alla situazione
di tregua che, l'organizzazione armata, aveva dato per conclusa il 3 dicembre
1999, quattordici mesi dopo aver dichiarato un cessate il fuoco unilaterale.
PNV e EA fanno valere la loro maggioranza nella Commissione Permanente per
dichiarare che «la violenza e la costruzione nazionale sono incompatibili».
Questa decisione è stata la prima assunta con il gioco delle maggioranze
e delle minoranze, modificando il sistema di funzionamento per consenso in
vigore fino ad allora nell'istituzione. Iniziano a percepirsi i primi sintomi
di rallentamento negli impegni dell'istituzione, dato che PNV e EA legano
il suo sviluppo alla congiuntura politica.
- 23 aprile 2000: Aberri Eguna (Giorno della Patria Basca, N.d.T.) indetto
da Udalbiltza. I municipi si trasformano in punti di riferimento per migliaia
di cittadini che prendono parte alle cerimonie organizzate dall'istituzione
nazionale con la parola d'ordine «Euskal Herria eraikitzen (Costruendo
Euskal Herria, N.d.T.)». La giornata trascorre in un ambiente festivo
e di impegno per la costruzione nazionale e democratica di Euskal Herria.
- 13 maggio 2000: si conferma che PNV e EA rimandano sine die l'Assemblea
Generale di Udalbiltza, prevista per il giorno 27 al Kursaal di Donostia.
La proposta di sospensione viene avanzata una settimana prima davanti alla
Commissione Permanente dagli eletti del PNV e raccoglie l'immediato appoggio
di EA. Gli argomenti usati dai due partiti sono simili a quelli della dichiarazione
del 28 marzo con la richiesta a ETA.
- 7 giugno 2000: il portavoce di Lakua (sede del Governo della Comunità
Autonoma Basca, guidato dal PNV, N.d.T.), Josu Jon Imaz, annuncia che viene
congelato il finanziamento di 25 milioni di pesetas previsto per Udalbiltza
dopo l'attentato mortale di ETA contro il consigliere comunale del PP di Durango
Jesús María Pedrosa. Un giorno prima, il deputato generale di
Bizkaia, Josu Bergara, aveva congelato i 93 milioni previsti per l'istituzione
nazionale. La Diputacion di Gipuzkoa fa altrettanto con una partita di 63
milioni.
- 9 luglio 2000: la Commissione Permanente decide per consenso di dare il
via libera al piano di gestione di Udalbiltza, con un bilancio preventivo
di 400 milioni di pesetas. Destina 275 milioni all'esecuzione di piani specifici
per l'euskara, la cultura, lo sport, la comunicazione, l'ordinamento del territorio,
l'insegnamento, l'educazione e lo sviluppo economico e sociale. Con il resto
del denaro si finanzieranno programmi per sviluppare l'identità nazionale
di Euskal Herria e la sua proiezione internazionale. Si consegnano somme per
le sedi previste a Iruñea e Donostia e per il pagamento degli stipendi
del personale.
- 31 agosto 2000: EA afferma che continuerà a lavorare in Udalbiltza
nonostante l'uscita dalla Commissione Permanente di Pello González,
sindaco di Urretxu, che ne faceva parte dall'inizio. González si era
dimesso avanzando ragioni «etiche e morali» in relazione agli
attentati di ETA. In coincidenza con queste dimissioni, molte delle riunioni
dei gruppi di lavoro sono sospese o ritardate su iniziativa di EA e del PNV.
Nel febbraio di quest'anno, Jon Jauregui riconosce che i gruppi di lavoro
non si riuniscono da settembre.
- 16 settembre 2000: un gruppo di eletti lancia un appello a rafforzare Udalbiltza,
«dato che la prima istituzione nazionale di Euskal Herria è totalmente
paralizzata». Si rivolgono a tutti gli eletti «preoccupati per
Euskal Herria affinché si assumano impegni seri per tornare a mettere
in moto l'istituzione creata nell'Assemblea dell'Euskalduna». Indicono
un'assemblea in favore di Udalbiltza per il giorno 30, a Iruñea.
- 30 settembre 2000: 550 sindaci e consiglieri comunali -in maggioranza di
Euskal Herritarrok, anche se partecipano rappresentanti di AB, EA, PNV e di
formazioni indipendenti- riuniti a Iruñea, si impegnano ad agire come
motore e stimolo per Udalbiltza e creano undici gruppi di lavoro con iniziative
molto concrete. Nell'assemblea si sottolinea la necessità che i consiglieri
e sindaci non solo rappresentino le loro località, ma che si trasformino,
di fatto, in eletti di Euskal Herria, nella misura in cui ciascun municipio
si faccia partecipe, con Udalbiltza come riferimento, della costruzione di
tutto il paese. I convenuti chiedono una riunione alla Commissione Permanente.
Da questo organo, Jon Jauregi, annuncia che «come PNV e EA assumeremo
in esclusiva la gestione» di Udalbiltza.
- 21 ottobre 2000: circa 400 eletti di tutta Euskal Herria compongono a Leiza
gli undici gruppi di lavoro e adottano l'impegno concreto di promuovere sette
progetti per Ipar Euskal Herria (la parte settentrionale del paese Basco,
sotto occupazione francese, N.d.T.), già approvati da Udalbiltza, anche
se non sviluppati. Alcuni giorni dopo, propongono che i municipi destinino
l'1% dei loro bilanci a Udalbiltza.
- 17 novembre 2000: PNV e EA annunciano un accordo con Lakua per sbloccare
in favore di Udalbiltza la partita di 25 milioni di pesetas che era stata
congelata. Non si riesce a firmare l'accordo e la somma viene persa.
- 22 novembre 2000: PNV e EA costituiscono in Udalbiltza un Consiglio di Direzione
dal quale escludono EH e AB. Giustificano la decisione facendo riferimento
all'atteggiamento della formazione indipendentista rispetto alla lotta armata
e agli eletti che lavorano per attivare Udalbiltza, dei quali rifiutano il
lavoro.
- 25 dicembre 2000: si scopre che solo venti dei 174 municipi che aderiscono
a Udalbiltza governati da PNV e EA hanno rispettato gli impegni economici
con l'istituzione nazionale. 52 dei 62 comuni governati da Euskal Herritarrok
hanno già messo a disposizione i loro contributi. La Commissione Permanente,
l'11 luglio, aveva stabilito che le somme dovevano essere messe a disposizione
entro il 31 dello stesso mese.
- 27 dicembre 2000: PNV e EA assumono in esclusiva la direzione di Udalbiltza,
società strumentale con personalità giuridica, riproducendo
la stessa manovra messa in atto con la creazione del Consiglio di Direzione.
I due partiti portano in Udalbide gli stessi piani che avevano congelato in
Udalbiltza.
- 27 dicembre 2000: eletti di Udalbiltza convocano l'Assemblea Generale per
il 24 febbraio al Kursaal di Donostia. PNV e EA respingono la convocazione.
- 9 febbraio 2001: il Consiglio di Direzione approva la destinazione di aiuti
a quattro programmi in favore dell'euskara ed il progetto "Euskal Herria
ezagutzen (Conoscere Euskal Herria, N.d.T.)". Uno dei finanziamenti è
per Uda Leku, l'associazione di Lapurdi che a novembre, poco prima di ricevere
quattro milioni di pesetas da eletti di Udalbiltza, aveva lanciato un SOS
urgente per la sua possibile chiusura.
- 10 febbraio 2001: Bai Euskal Herriari chiede a Udalbiltza di soddisfare
la richiesta di oltre 125.000 cittadini e avvii l'emissione di un documento
di identità basco, considerandolo lo strumento più efficace
per garantire il diritto alla nazionalità.
- 24 febbraio 2001: 713 eletti si danno appuntamento al Kursaal di Donostia.
Udalbiltza, unica istituzione nazionale basca, rinnova il suo impegno per
condurre Euskal Herria ad un nuovo ambito nazionale e verso una nuova struttura
istituzionale.
- 15 dicembre 2001: Udalbiltza celebra la sua Terza Assemblea Generale nel
Casinò di Biarritz. Durante i lavori si rende pubblica una dichiarazione
istituzionale nella quale questo organismo annuncia l'avvio di un'iniziativa
in favore di una soluzione politica e dialogata del conflitto che subisce
Euskal Herria. A questo proposito, assicura che manterrà «ogni
tipo di contatti e relazioni con tutti i soggetti che intervengono in ambito
basco». Inoltre, indica che Zuberoa (una delle tre province basche sotto
occupazione francese, economicamente depressa, N.d.T.) sarà la prima
priorità del Fondo Basco per lo Sviluppo, con l'obiettivo di dare risposta
alle necessità economiche, culturali e sociali di questa provincia.
- 22 febbraio 2002: conformemente all'impegno assunto a Biarritz, Udalbiltza
comunica che si è già riunita con diversi soggetti per raccogliere
contributi con l'obiettivo di trovare una soluzione al conflitto. Si riafferma
la posizione per «un dialogo senza condizioni né esclusioni».
- 1 agosto 2002: la campagna in favore di Zuberoa raccoglie 1.600 contributi
economici, per una somma complessiva di 400.000 euro che saranno destinati
al finanziamento di progetti di sviluppo della provincia. Maribi Ugarteburu,
portavoce di Udalbiltza, evidenzia che l'iniziativa «è stata
utile per rendere nota nell'insieme di Euskal Herria la grave situazione di
Zuberoa, oltre che per rafforzare i legami e riuscire ad essere più
vicini che mai».
- 12 ottobre 2002: presso la multisala "Golem" di Iruñea
è presentato il documento «Sulla via della pace e della democrazia
in Euskal Herria». È lo specchio dei diversi contatti mantenuti
con soggetti politici, sociali e sindacali. L'istituzione nazionale conferma
la sua «scelta ferma in favore dei diritti di Euskal Herria, sia individuali,
sia collettivi». Inoltre, indica che per avanzare verso una soluzione
è necessario «il riconoscimento dei diritti internazionali per
la cittadinanza basca ed il rispetto della pluralità».
- 23 novembre 2002: quarta Assemblea Generale di Udalbiltza, celebrata a Tolosa.
In questo appuntamento si presenta la Carta dei Diritti di Euskal Herria,
un lavoro sviluppato in undici mesi e nel quale si raccolgono i diritti che
spettano al paese ed ai suoi cittadini in ambiti quali la lingua, la cultura,
l'economia, la politica, i diritti umani e civili e quelli riguardanti la
comunicazione, l'informazione e l'espressione. In questa stessa riunione si
annuncia l'avvio di un forum di dibattito, aperto a tutti i cittadini, il
cui fine sarà «promuovere un processo democratico basato sulla
necessità di garantire tutti i diritti».
- 6, 7 e 8 dicembre 2002: il Kursaal di Donostia accoglie la Conferenza Internazionale
per i Diritti dei Popoli. Vi si incontrano rappresentanti di stati e popoli
dei cinque continenti che si scambiano esperienze seguendo il filo conduttore
del diritto all'autodeterminazione. A questo proposito, la dichiarazione approvata
al termine della conferenza sostiene «l'utilizzo di processi di autodeterminazione
per prevenire conflitti e costruire un mondo più democratico, più
libero e più giusto. Inoltre, si accoglie l'idea di creare un Parlamento
dei Popoli d'Europa».
- 21 aprile 2003: la proposta di un forum di dibattito «a sostegno di
tutti i diritti», lanciata nella Quarta Assemblea Generale, prende corpo.
Udalbiltza comunica di aver svolto un centinaio di riunioni bilaterali con
diverse persone e soggetti, al fine di avviare un processo che offra la possibilità
di «analizzare in un forum di ambito nazionale i problemi di carattere
nazionale».
- 26 aprile 2003: di fronte alla situazione politica che vive Euskal Herria,
Udalbiltza tiene a Tolosa un'Assemblea Straordinaria, nella quale si approva
una dichiarazione nella quale si sostiene il diritto dei baschi a scegliere
liberamente e democraticamente i loro rappresentanti politici, indipendentemente
da «legalità estranee». Inoltre, Udalbiltza si impegna
ad elaborare «una regolamentazione che regoli l'attività politica»
ed annuncia che, d'ora in avanti, la sua composizione continuerà a
basarsi sulla rappresentanza democratica.