Solidarietà.
Di
Txotxe Andueza. Dal quotidiano GARA del 16.01.2003. Tradotto da marco. Mailing
list paesibaschiliberi. .
Ho provato una certa vergogna nel vedere il subbuglio montato
attorno allo scambio epistolare iniziato dal subcomandante Marcos. Ho provato
un po di vergogna e molta tristezza perché una, certamente spinta
dalla necessità di trovare sollievo dalla dura situazione che provoca
il conflitto in Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.), ha una certa tendenza
a guardare le rivoluzioni che si intraprendono in altri luoghi del pianeta
con un certo romanticismo e, devo riconoscerlo, con una solidarietà
privata di critica. Voglio vedere che è possibile, in qualche luogo
del mondo, veder trionfare le rivendicazioni popolari, la giustizia contro
qualsiasi forma di oppressione. Per questo, ogni volta che un fatto ha rotto
questa tendenza ho percepito lo stesso livello di tristezza.
Ieri abbiamo conosciuto lultimo capitolo di questo simulacro di dibattito
epistolare; la risposta di Marcos (chiedo scusa per la sfacciataggine, ma
i gradi militari mi fanno una cattiva impressione) che, secondo la mia modesta
opinione, dovrebbe mettere il punto finale, un punto finale che, certamente,
è stato scatologico, a questo spettacolo; non perché pensi che
i principali protagonisti dello stesso abbiano infranto qualche principio
o non rispettato qualche norma o non abbiano il diritto di parlare, esprimere
la propria opinione, criticarsi o fare ciò che vogliono reciprocamente,
ma perché, come parte coinvolta dal contenuto, come cittadina basca
quale sono, sento che si tratta di un duello di fuochi artificiali che dimentica
che, benché questo popolo sappia e ami divertirsi, non vive esattamente
nel divertimento.
Non so se Marcos avesse intenzione di offendere, se ETA si sia comportata
da avanguardia nella sua risposta e se coloro che sono usciti pubblicamente
chiedendo che si approfittasse di questa opportunità agissero in buona
fede; ma so che molto di quanto ho letto ieri risulta doloroso e che non vi
è nulla di più lontano dallo spirito di solidarietà e
rispetto fra i popoli e le persone che subiscono oppressione e repressione
del desiderio di danneggiarsi reciprocamente.
Questo popolo ha troppi portavoce che parlano in suo nome; sono troppi, perché
proprio la maggior parte di essi parla per negargli la parola e la possibilità
di decidere. Sicuramente lidea di arrivare ad un luogo di incontro e
dibattito sincero che in molti abbiamo voluto vedere nelle intenzioni di Marcos
sarebbe perfetta; forse ci si è provato più di una volta e si
continua a tentare; forse un giorno ci si riuscirà e lo stesso Marcos
potrà congratularsi con noi per questo.