L'Alternative Information Center lancia un urgente appello per un intervento internazionale.
Pubblichiamo l'appello lanciato in queste ore dall'Alternative Information Center di Gerusalemme che nell'illustrare gli obiettivi del governo israeliano e le sofferenze del popolo palestinese, chiede il dispiegamento di una forza civile di monitoraggio. Alternative Information Center. 2 Dicembre 2001.

Pubblichiamo l'appello lanciato in queste ore dall'Alternative Information Center di Gerusalemme che nell'illustrare gli obiettivi del governo israeliano e le sofferenze del popolo palestinese, chiede il dispiegamento di una forza civile di monitoraggio.

L'Alternative Information Center condanna duramente gli attacchi ai civili, Arabi e Ebrei, e accusa il governo di Israele, le sue forze militari e la polizia irresponsabile di mettere in pericolo, non solo la vita e la sicurezza dei Palestinesi, ma anche dei cittadini israeliani.
Il Primo Ministro Sharon chiede "sette giorni di calma" prima di intraprendere i negoziati e insegue ancora una politica che è saldamente legata all'occupazione, aumenta la miseria e l'umiliazione del popolo palestinese e alimenta la spirale della violenza.

Israele ha risposto con un eccessivo uso di forza alla rivolta palestinese del 29 settembre 2000 (Intifada) fin dalla sua nascita. L'obiettivo del governo di Israele è quello di costringere l'Autorità palestinese ad arrendersi alle condizioni di pace imposte da Israele, ad accettare come un fatto compiuto gli insediamenti nei Territori Occupati e di abbandonare ogni speranza di sovranità.

Dal 29 settembre 2000, le autorità israeliane hanno ucciso i Palestinesi durante le manifestazioni, ai checkpoint e alle frontiere, ha sommariamente giustiziato degli attivisti, ha reso inabitabili migliaia di abitazioni bombardando aree residenziali e distruggendo le infrastrutture palestinesi.
L'occupazione israeliana ha isolato le città e i villaggi palestinesi dal resto del mondo, estirpato alberi da frutto e distrutto la terra araba. I coloni attaccano i singoli palestinesi e le loro proprietà e restano quasi del tutto impuniti quando non sono addirittura protetti dall'esercito.

Dal 29 settembre, violenza e terrore generalizzati sono diventati parte della vita quotidiana di uomini, donne e bambini palestinesi che sono le vittime della furia israeliana.
Dal 29 settembre gli attivisti di Israele si muovono contro il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza dei Palestinesi nei Territori Occupati.
Da più di 14 mesi le forze di Israele nei Territori Occupati hanno messo in pericolo la sicurezza alimentare dei Palestinesi, hanno violato i loro diritti alla libertà di movimento, di educazione di salute, perseguito senza prove di colpevolezza e distrutto arbitrariamente proprietà palestinesi.

Queste misure hanno privato la comunità e gli individui palestinesi del diritto alla dignità e al valore della persona umana e hanno aperto un circolo vizioso di violenza barbarica di cui persone innocenti, Arabi e Ebrei, sono le prime vittime.

L'esecuzione sommaria del comandante militare di Hamas, Abu Hunud, ordinata dal governo israeliano, era chiaramente calcolata per coincidere con l'arrivo nella regione degli inviati americani, guidati dal generale Anthony Zinni.
L'assassinio da parte di Israele di Abu Hunud ha coronato una settimana di sangue durante la quale sono stati uccisi più di 14 palestinesi, tra i quali 5 bambini, sei palestinesi attivisti, e sono state danneggiate centinaia di case.
Nello stesso tempo, l'Autorità Palestinese ha fatto del suo meglio per calmare la situazione prima dell'arrivo della delegazione americana, per renderne possibile la missione.
L'esecuzione di Abu Hunud è stato un tentativo per creare una nuova realtà che avrebbe reso impossibile il lavoro degli inviati, dal momento che questa azione criminale e irresponsabile avrebbe necessariamente portato a rappresaglie palestinesi.

Dopo queste rappresaglie nelle quali sono morti 26 israeliani, i politici di Israele sono attirati dall'idea di appoggiare dei governi locali in regioni separate dei Territori Occupati.
L'implementazione di questa idea è stata un disastro durante la guerra in Libano e aprirà la porta ad una catastrofe umana nei Territori Occupati.
Una pace stabile tra Palestinesi e Israeliani verrà creata con il riconoscimento e l'implementazione dei diritti inalienabili del popolo palestinese alla libertà e alla sovranità e della protezione dei diritti umani di Palestinesi e Israeliani.
I governi di Israele hanno fallito nel soddisfare queste condizioni, nel proteggere i diritti e la dignità dei Palestinesi e nel proteggere la popolazione israeliana dalle conseguenze della loro politica.

L'Alternative Information Center ha chiesto alle parti che hanno firmato la Quarta Convenzione di Ginevra di intercedere immediatamente per proteggere il popolo palestinese nei Territori Occupati, per porre fine all'occupazione israeliana e all'incubo del popolo palestinese, perché si tratta di un incubo che causa violenza anche alla vita degli Israeliani.

Nel frattempo, noi chiediamo che un corpo di monitoraggio internazionale venga immediatamente inviato in zona per porre fine al ciclo di violenza e di contro violenza.
Dovendo fronteggiare un'imminente crisi umanitaria dovuta al fallimento della comunità internazionale, che finora non ha obbligato Israele a rispettare i diritti umani internazionali e le convenzioni umanitarie, l'Alternative Information Center chiede che le organizzazioni della società civile predispongano un monitoraggio e missioni di protezione nei Territori Occupati come misure urgenti e immediate.