MOBILITIAMOCI
AL PIÙ PRESTO PERCHÉ IL MASSACRO FINISCA
Lettera
di Noah Salameh, pacifista palestinese del Centro per la Risoluzione dei Conflitti
e la Riconciliazione (Betlemme), ospitato di recente in Italia per tenere
degli incontri sulla situazione attuale. Da Rete
Lilliput. Aprile 2002.
Cari amici,
vi scrivo da casa. I tank israeliani mi hanno circondato e i boati dei fucili
e delle bombe sono fortissimi. Non posso uscire di casa. I miei bambini hanno
paura, e io sto cercando di convincerli a guardare la televisione, ma anche
i film migliori non hanno nessuna presa.
La paura è grande e le storie che arrivano da posti diversi sono molto
difficili da credere.
Ho creduto per tutta la mia vita che perfino con i soldati si potesse parlare,
protestare e discutere, perché anche i soldati sono esseri umani.
Ma questa volta permettetemi di dire che oggi a nessuno è concesso
parlare o discutere con i soldati. Dichiarano che una certa area è
militarizzata, e questo significa che tutti facciamo parte del campo di battaglia,
e possono impedire ai giornalisti e alla Croce Rossa di lasciare l'area.
Ho sempre pensato che anche in una guerra tra due eserciti ci fosse un ruolo
per il servizio sanitario - le leggi lo confermano - ma oggi l'esercito israeliano
cancella e sospende tutte le leggi. Impediscono a chiunque di muoversi, di
parlare o di protestare, l'unica lingua è quella delle armi e delle
uccisioni.
Sono felice di avere ancora il telefono e l'elettricità, appena ieri
ho provato a scrivere ma non ci sono riuscito perché non avevo corrente,
oggi ce l'abbiamo avuta fino a questo momento, per questo colgo l'occasione
per scrivervi, perché ne ho bisogno, ho bisogno di comunicare, non
posso parlare con i miei vicini o con i miei fratelli, ma anche voi siete
miei fratelli e mie sorelle nella lotta contro l'ingiustizia e la discriminazione,
contro la guerra e la violenza, perciò vi chiedo di pregare con noi,
di parlare a tutti contro l'occupazione e di digiunare per la pace.
Oggi a Ramallah l'esercito israeliano ha bloccato i familiari che volevano
raggiungere i loro morti, ha fermato le équipe mediche che tentavano
di soccorrere i feriti. Sparano contro i palazzi, distruggono le infrastrutture.
Hanno invaso gli ospedali.
È questa la legge, i diritti umani, i comportamenti umani??? È
umano invadere le stanze dei bambini nel cuore della notte, umiliare e insultare
i padri di fronte ai loro figli e alle loro mogli..??!! È umano scrivere
sulle mani delle persone i loro nomi, perché questo è l'unico
modo per ricordarli, come fecero i nazisti (questo è quello che vediamo
nella tv israeliana, l'unica a cui è concesso di riprendere l'esercito).
Dico a tutti i miei amici israeliani che è questo il momento di alzare
la voce: o appoggiate Sharon o volete la pace. Si può stare solo o
con l'occupazione o con la riconciliazione; o combattete contro l'ingiustizia,
o appoggiate l'esercito israeliano.
Scrivo queste cose perché negli ultimi tre giorni ho ricevuto email
da amici israeliani che lavorano nei movimenti per la pace, che difendevano
le azioni dell'esercito israeliano e le giustificavano, difendevano e giustificavano
la politica di Sharon che ha rifiutato ogni tipo di dialogo o di negoziazione,
che ha negato qualsiasi accordo di pace con il Medio Oriente.
Non potete porre condizioni prima che abbiamo concordato e firmato un accordo.
Come palestinese che ha dei diritti politici, e come essere umano che ha dei
diritti umani come voi, esattamente come voi (c'è qualche dubbio sul
fatto che siamo esseri umani), non potete chiedermi di cedere e di rinunciare
ai miei diritti di rifugiato senza nessuna garanzia.
Sono contro ogni tipo di violenza, ma sono un rifugiato palestinese nato in
una tenda e vissuto lì per 15 anni, e ancora adesso che ho superato
i 50 vivo secondo la Legge d'Emergenza britannica, la stessa che è
stata emanata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. E mi chiedete
ancora di essere paziente e di rispettare l'esercito israeliano e i suoi carri
armati quando invadono la mia casa e spaventano i miei bambini!? Non capite
che quello che mi state chiedendo non è realistico, non è umano?
Chiedo a tutte le persone che incontro, a tutti gli attivisti per la pace
e a quelli che hanno valori umani di resistere e di parlare contro l'occupazione
e la discriminazione, di parlarne a tutti e di fermare questo ciclo di morte
contro ogni forma di vita, l'esercito che distrugge le case, gli alberi, l'acqua,
le strade, e qualsiasi cosa incontri.
Sono ancora un essere umano, sono ancora un uomo che crede nella pace, e sono
certo che in Palestina ci sono centinaia di migliaia di persone come me che
lottano in questo senso. Per questo vi chiedo di incoraggiarci camminando
al nostro fianco, sulla via della pace e della giustizia.
Vostro nella pace e nella riconciliazione,
Noah Salameh