PERCORSI DEL PT decima puntata

Lula-lá!

Campagna per cambiare il Brasile

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"Senza paura di essere felice": il PT insieme ad altri partiti di sinistra aveva osato concorrere alla Presidenza della Repubblica nel 1989. E quasi ci riuscì.
Si trattava di una sconfitta. Ma allora perché quel sapore di vittoria? Solo perché per la prima volta in Brasile un candidato operaio era giunto a minacciare in concreto una routine politica già tanto viziata, al punto da obbligare le classi dominanti a mettere in campo una quantità incredibile di sotterfugi - bassezze comprese - per assicurare la conservazione del loro potere e dei loro privilegi? Anche, ma non solo per questo.
La candidatura di Lula non fu solo una campagna elettorale. Fu un movimento civico e democratico, paragonabile a "Diretas-Já!", di affermazione di cittadinanza. La società (o per lo meno una gran parte di essa) si ritrovò con se stessa, prendendo la storia nelle proprie mani, facendo a meno di "salvatori della patria" che promettono paradisi ai "descamisados". Ognuno dei partecipanti di quel gigantesco movimento, petisti o no, dimostrò di essere protagonista della propria storia, con la possibilità di trasformare il mondo e la società.
E tutto ciò, senza astio, con allegria, senza paura di essere felici.

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"Lula, la pioggia è un omaggio di Oxum alla tua lotta, alla tua determinazione. Un grande abbraccio, compagno". Dedica nel retro di una foto, di un comizio della campagna presidenziale di Lula nel Pará. Foto: Lurdinha Rodrigues/Acervo do Instituto da Cidadania.
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Tp1203com.JPG (8014 bytes)L'hai-kai della campagna
Semplice, conciso, diretto, allegro: Lula-lá. Un quasi hai-kai (tipo di poesia giapponese), che in poche parole dice quasi tutto. L'inventore è Carlito Maia, un turbine di creatività, che tra i tanti contributi al PT aveva già inventato l'OPTEI.
La campaga stava ancora prendendo forma nella testa dei petisti. Carlito stava viaggiando verso Guarujá, litorale di São Paulo. All'improvviso, in mezzo ad una tempesta cerebrale andava ripetendo le sillabe: "Lula, LU-LA, LA-LA, LA-LU, LA-LÁ, LU-LA-LA... Lula-lá!" Carlito era tanto agitato che non riuscì più a rimanere a riposare sulla spiaggia. Tornò immediatamente a São Paulo e si fermò solo quando riuscì a raccontare a Lula la sua trovata.
(Caricatura de Paulo Caruso.)
 

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Lula e il suo vice, José Paulo Bisol. Comizio della Praça da Sé, 17/09/89. Foto: Rachel Camargo/Acervo do
Sindicato dos Metalúrgicos do ABC.

 

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Foto: Vera Lúcia Jursys
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Foto: Esdras Martins/Acervo do
Sindicato dos Bancários de São Paulo.

 
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Coraggio di cambiare
La sconfitta nelle urne per un margine ristretto (...) non sarà mai capace di spegnere nella nostra memoria le molte vittorie conseguite in questa campagna, non solo da Lula, dal PT, dai partiti e dirigenti progressisti che si allearono con noi, ma dai milioni di brasiliani, quasi la metà del Paese, che realizzarono che il sogno è possibile. La parte moderna e organizzata della società brasiliana è uscita rafforzata da questo confronto, che ha finito per mettere uno di fronte all'altro il coraggio di cambiare e la paura del nuovo, la maggior sfida affrontata nella campagna e che è riassunta nel bel verso di Hilton Acioly il "senza paura di essere felice" cantato da vecchi e giovani, nella campagna e nella città, con l'allegra speranza che, nonostante tutto, sopravvive nelle lotte di un popolo in cerca di sovranità e di dignità, di una vita decente, finalmente. È mancato poco. Ma ne è valsa la pena.
(Ricardo Kotscho. L'anno in cui quasi lavammo l'anima. In Sem medo de ser feliz. São Paulo, Scritta, 1990.)

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Comizio di chiusura della campagna al primo turno, in Praça da Sé, São Paulo, il 12/11/1989. La moltitudine non voleva andare via e uscì in corteo fino alla Avenida Paulista, dove venne improvvisato un altro comizio. Foto: Acervo do Diretório Nacional do PT (comício) e Cibele Aragão/Acervo do Diretório Nacional do PT.
 

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