Contro l'assalto allo stato, impeachamolo! |
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Durante la campagna elettorale, Collor haveva
affermato che Lula, nel caso fosse stato eletto, avrebbe confiscato
i risparmi di tutta la popolazione. Fu ciò che lui, dal
primo giorno di governo, fece. Non solo mise le mani nei risparmi,
ma anche in tutti i depositi bancari che superavano i 50 cruzados
novos, con la giustificazione che era l'unica maniera di battere
l'inflazione. Quella misura disarticolò completamente
l'economia, portò al fallimento molta gente, non mise
fine all'inflazione e servì solo a trasferire risorse
ai più ricchi, che trovano sempre la maniera di rimanere
a galla.
La banda di Collor assalì pure lo stato, privatizzando
in un colpo varie imprese pubbliche. Patrocinò anche,
con denaro dei fondi pubblici, banchetti di compleanno e fuochi
di artificio del presidente a bordo di aerei, sottomarini, ecc.
Nella succesisone di scandali, nei quali non mancarono scene
degne di gangster film, cominciarono a sorgere evidenze di corruzione,
che coinvolgevano sempre la figura del tesoriere della campagna
elettorale di Collor, Paulo César Farias, il "PC".
Disgustata la società si vestì
di nero, si pitturò il viso di verde e giallo e andò
in piazza esigendo l'impeachment di Collor - misura legale
resa possibile dalla apertura della CPI, proposta dal deputato
José Dirceu e dal senatore Eduardo Suplicy, tutti e due
del PT, per investigare sulle denunce. Vari altri parlamentari
petisti pure ebbero una notevole ruolo nello scoprire il chiamato
"schema PC-Collor".
Collor fu allontanato il 29 di settembre del 1992 e, prima di
essere condannato dal Senato, rinunciò al mandato, il
29 di dicembre, cedendo il suo incarico definitivamente al suo
vice, Itamar Franco.
A quell'epoca, quasi nessuno percepì
che tutto quell'assalto allo stato non era solo un capriccio
di un presidente irresponsabile, ma l'inizio dell'attuazione
di una politica di smontaggio dello stato per consegnare la società
alle leggi di del mercato, quello che anni dopo passò
a chiamarsi neoliberismo.
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"Camminando
controvento, senza riparo e senza documento - vado, perché
no?" Al suono della vecchia canzone di Caetano Veloso, la
moltitudine, in gran parte giovani con le facce pitturate, andò
in piazza esigendo l'impeachment di Collor.
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Foto: Roberto Parizotti/Acervo
do Sindicato dos Bancários de São Paulo. |
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Foto: Antonio Gaudério,
25/8/92/Folha Imagem/Banco de Dados.
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Foto: Esdras Martins/Acervo do Sindicato
dos Bancários de
São Paulo. |
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Foto: Maria das Mercês
P. Apóstolo/Acervo do Sindicato dos Bancários de
São Paulo. |
Foto: César
Diniz, 25/8/92/ Folha Imagem/ Banco de Dados
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La nuova generazione di sindaci petisti, eletti
nel 1992. Foto: Cecília Pedersonli/Acervo do Diretório
Nacional do PT. |
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Il Brasile non poteva aspettare il termine
del mandato per riprendere il suo cammino. Ancora nel 1990 il
PT lanciò il Governo Ombra, coordinato dall'agronomo José
Gomes da Silva, per controllare le politiche di Collor e proporre
alternative percorribili. Partecipò anche ad una serie
di attività abbordando i problemi sociali che si trascinavano
per il Paese, come la Giornata contro la Recessione e la Giornata
per la Terra. |
Novità anche nella struttura
interna del PT, che nel suo 1° congresso (1991) approva la
quota del 30% per le donne negli incarichi di direzione.
Foto: Vera Siqueira. |
Giornata contro la Recessione, a São
Bernardo do Campo, 19/12/1991. Foto: Januário F. da
Silva/Acervo do Diretório Nacional do PT. |
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