PERCORSI DEL PT seconda puntata

Abbasso la dittatura!

 

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Nel 1977, gli studenti avevano già manifestato. Reclamavano diritti democratici e cantavano: "Vai acabar, vai acabar, a ditadura militar!" ("finirà, finirà la dittatura militare"). In quel periodo gli abitanti dei quartieri popolari si organizzavano in associazioni per esigere opere di urbanizzazione, trasporti, scuole. Le casalinghe cominciarono a riunirsi chiedendo asili nido, sanità accessibile a tutti, la fine della carestia. Da quelle discussioni nacque il Movimento do Custo de Vida che, nell'agosto del 1978, avrebbe realizzato una grande manifestazione, in Praça da Sé, nella città di São Paulo, sotto gli occhi vigili della Polizia Militare.
Ci furono anche molte donne che passarono ad affrontare la condizione femminile, mettendo in discussione i preconcetti maschilisti che confinavano la donna in cucina. I neri organizzarono il proprio movimento, non solo per denunciare il preconcetto razziale del quale sono vittime, ma, soprattutto, per manifestare l'orgoglio dei propri valori culturali. Anche gli omosessuali ed altre minoranze, pure vittime di discriminazioni, andarono ad aggiungersi alla generale domanda di libertà democratiche.
Le Comunità Ecclesiali di Base raggrupparono varie lotte facilitando la loro organizzazione. A ciò contribuirono anche molti militanti provenienti dalle organizzazioni di sinistra. 
Settori quali professori universitari, medici, avvocati, giornalisti e dipendenti pubblici cominciarono pure a mobilitarsi, ad avere proprie organizzazioni e proprie parole d'ordine, che sfociavano inevitabilmente nella lotta contro la dittatura. Si formò il Comitê Brasileiro pela Anistia Ampla, Geral e Irrestrita.
Tutte queste lotte avevano come parola d'ordine, a lungo soffocata: Abbasso la dittatura! E prese corpo l'idea di unificare tutti quei movimenti in una organizzazione più ampia: un Partito dei Lavoratori.
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Incontro delle donne metalmeccaniche nel 1979.

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Incontro della União Nacional dos Estudantes, UNE, ricostruita nel 1979. Foto: Ricardo Malta
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Figurati se dieci anni fa noi potevamo riuscire a far restare a casa un uomo per fare le faccende mentre noi si andava a un incontro di un giorno intero per parlare dei nostri problemi! Non ci sarebbe mai venuto in mente, eh?
(Testimonianza di una partecipante del Movimento do Custo de Vida. Citato daEder Sader. Quando novos personagens entraram em cena, Rio de Janeiro, Paz e Terra, 1988.)
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Spettacolo di capoeira durante la manifestazione del "movimento negro" in memoria di Zumbi. Foto: Acervo do Diretório Nacional do PT
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Io cucivo molto per vivere e non avevo tempo per fare nient'altro. Quando andavo a messa alla domenica, il sacerdote aveva la mania di puntare il dito e domandare: "Tu! Cosa fai durante la settimana?". Quel "tu" cadeva sempre su di me e la mia coscienza doleva molto. Un giorno seppi di un gruppo di donne che si riuniva e decisi di andare a qualunque costo. Arrivai là e le donne stavano lavorando a maglia e pensai: "questo proprio no! Non ne posso più di cucire!"  Poi venne la riflessione e la trovai interessante perché ognuna diceva qualcosa sopra il Vangelo. Era la prima volta  che discutevo del Vangelo con gente comune. (...) Alla fine della riunione, la sorella chiese di qualcuno che organizzasse la riunione della settimana seguente e io mi offrii. E poi la organizzai davvero. 
(Testimonianza di una participante del Clube de Mães. Citato da Eder Sader. Quando novos personagens entraram em cena, Rio de Janeiro, Paz e Terra, 1988.)
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Assembea di lavoratori agricoli  di Santa Ernestina, a Dobrada (São Paulo), nel maggio del 1981. Foto Maristela Mafei


Nel giorno fissato per l'inaugurazione (di un ambulatorio medico a Guarulhos, São Paulo), 150 madri coi loro figli e i certificati stavano di fronte all'ambulatorio aspettando l'iscrizione. Solo che la casa affittata per essere un ambulatorio non aveva niente dentro, né mobili né materiale. Nessun dirigente sanitario regionale apparve almeno per spiegare a qelle madri cosa stava accadendo. Andammo ovunque a raccogliere firme: all'entrata della chiesa, nelle case, nei mercati, al supermercato (...). Quando arrivammo a 2.500 firme, telefonammo (...) al dottor Jackson (capo del dipartimento sanitario di Guarulhos) e dicemmo: dottor Jackson, lei ha sbagliato. Lei promette l'inaugurazione per una certa data e poi non lo fa. La gente é arrabbiatissima qui in quartiere, abbiamo già 2500 firme e adesso affittiamo un pullman e andiamo fino alla Direzione Sanitaria.
(Testimonianza di una partecipante della Comissão de Saúde. Citato da Eder Sader. Quando novos personagens entraram em cena, Rio de Janeiro, Paz e Terra, 1988.)

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Non possiamo più star zitti. La discriminazione razziale è un fatto nella società brasiliana, che ostacola la crescita del nero, distrugge la sua anima e la sua capacità di realizzazione come essere umano. Non possiamo più accettare le condizioni in cui vive l'uomo nero, che è discriminato nella vita sociale del Paese, che vive nella disoccupazione, nella sottoccupazione e nelle  favelas. Non possiamo più permettere che il nero soffra persecuzioni continue della polizia senza dare una risposta.
(Dalla convocazione per la manifestazione contro il razzismo, realizzata il 18 giugno 1978, a São Paulo, quando fu fondato il Movimento Negro Unificado Contra a Discriminação Racial.)

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Movimento per le scuole materne: una affermazione dei diritti della donna. Foto: Acervo da Revista Teoria & Debate.


 

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Anche gli abitanti dei quartieri popolari si organizzano per le proprie specifiche rivendicazioni. Foto: Acervo do Diretório Nacional do PT

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