Corsi, ricorsi e discorsi vuoti.
La
lettera di insulti inviataci da Alberto Airoldi per conto di Progetto Comunista/Proposta
in risposta al nostro articolo La
crisi di Progetto Comunista.
Febbraio 2003.
vai
alla risposta di REDS
Il
sito di Reds ospita un lungo articolo sulla presunta "Crisi di Progetto comunista".
Apparentemente il fine è quello di offrire ai lettori uninformazione
ampia sulla sinistra del PRC, riportandone le posizioni e proponendo uninterpretazione
critica. In realtà, mentre si procede nella lettura, ci si rende conto
della faziosità delloperazione: la critica è unilateralmente
rivolta contro i dirigenti di Progetto comunista, dando voce soltanto ai compagni
e alle compagne che hanno rotto con Progetto comunista. Insomma, è
come scrivere un articolo su Rifondazione comunista citando soltanto il punto
di vista dei Comunisti italiani.
Le
inesattezze e le vere e proprie falsità abbondano, e sarebbe difficile
stare dietro a tutte. Vediamo solo le più significative:
-
Secondo
Reds il gruppo dirigente di Proposta avrebbe imposto "dallalto"
la trasformazione dellintera area programmatica di Progetto comunista
in una "Proposta" più grande. "Una serie di gruppi locali non hanno
gradito e si sono allontanati". Reds tace su un fatto molto significativo:
la maggior parte dei "compagni che si sono allontanati" faceva parte di
Proposta e non dellarea di Progetto comunista: il collettivo di
Napoli, una parte dei compagni siciliani, alcuni di Savona. Non è
un dettaglio: largomentazione di Reds perde molto alla luce di questo
fatto, perché dimostra che Proposta non era un monolito che ha
imposto una "trotskistizzazione" dallalto, ma unassociazione
con un suo dibattito interno, che è giunto anche alle estreme conseguenze
di una rottura. Chi a Massa ha scelto di fare parte dellassociazione
Progetto comunista lo ha fatto disponendo di tutti gli elementi di giudizio,
e, in particolare, avendo potuto ascoltare le argomentazioni dei compagni
di Proposta che non condividevano questa scelta
-
I
compagni di Proposta che si sono allontanati, del resto, avevano sempre
votato le posizioni politiche che rappresentano le basi di Progetto comunista,
e, in particolare ladesione al Movimento per la rifondazione della
IV Internazionale. Risulta quindi francamente bizzarro che oggi giustifichino
politicamente la loro rottura proprio con la non condivisione di queste
posizioni. I compagni e le compagne napoletani, per esempio, ritengono
che si debbano prima costruire le organizzazioni rivoluzionarie nei singoli
paesi e solo successivamente pensare alla costruzione di uninternazionale.
Singolarmente, però, avevano in passato sempre votato ladesione
e i documenti del Movimento per la rifondazione della IV internazionale.
-
Progetto
comunista non nasce quindi da una imposizione dallalto, calata sulla
testa di poveri inconsapevoli, ma dallassunzione quali basi politico-programmatiche
del documento congressuale e dei principali deliberati della precedente
area denominata Progetto comunista (frutto di discussioni e approvati
con regolari votazioni). La maggior parte degli aderenti a Progetto comunista
(e probabilmente anche di chi si è allontanato) aveva condiviso
queste scelte e le aveva votate negli anni precedenti
-
Allinterno
di Proposta il dibattito è sempre esistito. I compagni napoletani,
che avevano scritto degli emendamenti congressuali, hanno animato una
discussione politica che, come solitamente accade in democrazia, si è
conclusa con un voto. Le loro proposte di emendamento (volte soprattutto
a presentare il movimento No-global come un movimento piccolo-borghese,
estraneo alla classe operaia e nel quale, pertanto, era inutile perdere
del tempo) sono state bocciate nell'incontro nazionale (svoltisi a Rimini
nel dicembre 2001) in cui la bozza di Tesi alternative è stata
discussa dai delegati dell'area programmatica di tutte le situazioni (circa
130 compagni). A questo punto il gruppo di Napoli avrebbe voluto portare
gli emendamenti nel dibattito congressuale del partito allo stesso modo
di Falcemartello, ossia con emendamenti nazionali. E' stato detto loro
che ciò equivaleva a costruire un'altra tendenza politica e che
avrebbe comportato che anche la loro rappresentanza negli organismi dirigenti
sarebbe stato determinata in base ai consensi che le loro posizioni avrebbero
reaccolto alla base. I compagni napoletani hanno perciò presentato
i propri emendamenti solo localmente: E' stato tuttavia deciso insieme
a loro che li presentassero a tutti i delegati del congresso nazionale.
Il risultato del voto è stata una bocciatura a larghissima maggioranza.
Malgrado ciò, negli organismi dirigenti nazionali sono stati inseriti
anche i compagni di Napoli (così come di tutte le altre posizioni
di dissenso) e in misura ben superiore ai consensi raccolti dalle loro
posizioni. A ben vedere, è proprio il comportamento di questi compagni
che non è stato un esempio specchiato di correttezza e di "trasparenza"
verso l'insieme dei compagni e delle compagne dell'area (si è trattato
semmai di un caso da manuale del piccolo opportunismo: prima si cercano
i posti come parte di un'area politica, poi si rompe con essa esplicitando
un dissenso "retrospettivo" che ci si è ben guardati dal misurare
alla base per non mettere a rischio i propri "posti"; per di più
si accusa la maggioranza dell'area di scarsa democratica perché
che non ha accettato di "mediare" le proprie posizioni con la minoranza.
Purtroppo per loro le nostre regole di funzionamento, da loro stessi approvate
in passato, non prevedevano questo comportamento, ben poco rispettoso
della maggioranza dellassociazione. Proprio su questa divergenza
è maturata una rottura che, successivamente, si è ingigantita
a valanga, coinvolgendo, come si è detto, scelte che, in passato,
avevamo tutti condiviso. Il dissenso del gruppo di Napoli è stato,
in gran parte, retrospettivo.
-
Proposta
prima e Progetto comunista oggi vengono accusati di essere settari,
anzi, trotskisti dei più settari. Laccusa
non è nuova, normalmente proveniva da Bandiera Rossa, per evidenti
interessi di bottega. Si tratta di unaccusa assolutamente infondata.
Lassociazione Progetto comunista nasce su basi programmatiche,
e non ideologiche. Il richiamo al trotskysmo è fondato sulla condivisione
di alcuni punti programmatici (magari proprio quelli che Reds definisce
di grande attualità) e non su unortodossia
chiesastica. Il bilancio del trotskysmo che noi facciamo è un bilancio
critico, che valuta problematicamente i vari tentativi posti in essere
dopo la morte di Trotsky per rifondare la IV Internazionale. Lo stesso
Movimento per la rifondazione della IV Internazionale nasce su basi programmatiche
e senza la pretesa di proclamarsi IV Internazionale rifondata.
Lottica in cui ci muoviamo è quella del raggruppamento
rivoluzionario, sulla base della condivisione di alcuni elementi programmatici
fondamentali, a prescindere dalle provenienze. Per esempio in Progetto
comunista ci sono compagni che provengono dalle più disparate esperienze
politiche: PCI, DP. LC, oltre a vari gruppi trotskysti. Non ci pare proprio
che si possa definire un approccio settario!
-
Reds
coinvolge nella critica anche uno dei nostri principali interlocutori
internazionali: il Partido Obrero argentino. Si tratta di uno dei più
grossi partiti trotskisti attualmente esistenti, radicato in particolare
nel Movimento Piquetero. Tutto si può dire salvo che si tratti
di una organizzazione di pura propaganda, o che si tratti di una delle
tendenze più settarie a livello mondiale.
Basterebbe informarsi sulla realtà argentina per comprendere (anche
se non necessariamente condividere) il radicamento sociale di questo partito.
Probabilmente il Partido Obrero è il partito trotskista a livello
mondiale che negli ultimi vent'anni ha svolto il ruolo più significtaivo
in un processo rivoluzionario come parte dirigente di questo: Proposta
prima, e l'Associazione Progetto comunista propongono di lavorare con
compagni come questi per ri-costruire l'Internazionale operaia rivoluzionaria
(senza autoproclamazioni ma senza sconti programmatici). Che cosa propone
o ha proposto invece REDS? di lavorare insieme all'UCK che lavora per
la NATO? O di cantare le lodi di Lula (che si allea con i padroni brasiliani)
e della Fiera (pardon: del Forum) di Porto Alegre?.
-
La
spiegazione del risultato congressuale è di una banalità
decisamente inaccettabile. Secondo Reds il risultato è spiegabile
solamente con le scelte erronee e settarie del gruppo dirigente di Proposta.
Ma andiamo! Un materialista si dovrebbe occupare anzitutto del contesto
in cui si sono svolti i due congressi. Il IV congresso è stato
di poco successivo alla rottura col governo Prodi e alla scissione del
PDCI. Molti compagni hanno votato il secondo documento perché la
fuoriuscita dal governo Prodi dava ragione a chi si era sempre opposto
al sostegno del partito ai governo borghesi. Quello fu il tema dominante
del congresso, e chi aveva mantenuto da sempre una posizione coerente
fu premiato al di là delle aspettative. Larea aggregata era
una sinistra larga. Nel V congresso il gruppo dirigente bertinottiano
aveva invece superato lindebolimento dovuto alla scissione e costruito
unimmagine di sinistra, consolidata in un lungo periodo di opposizione
ai vari governi (anche se a livello locale le cose sono andate assai diversamente).
Pensiamo che tutto questo possa essere indifferente rispetto al risultato?
Pensiamo che il "congresso della svolta a sinistra", con una maggioranza
stessa per la prima volta divisa in una "destra" e una "sinistra" (e quindi
col richiamo del voto utile) non avrebbe rappresentato lo scenario più
difficile in cui proporre un documento complessivamente alternativo? Il
gruppo dirigente del partito ci stimava tra il 5% e l8%, siamo arrivati
quasi al 13%, raccolto peraltro su un documento decisamente più
omogeneo rispetto a quelli del III o del IV congresso (IV congresso in
cui il secondo documento aveva raccolto NON il 17%, come ribadisce per
ben SEI (!) volte REDS, ma il 15,98% dei voti: se si vuol fare il confronto
dei numeri, allora i numeri devono essere accurati; si può ammettere
che si arrotondi per brevità il 15,98% in un 16%, non che lo si
trasformi a piacimento nel 17% per amplificrae la perdita: è una
questione di "onestà" elementare con se stessi e con i lettori
).
Il 12,7% del V congresso è meno "protestatario", meno di "sinistra
larga" del partito, e più decisamente orientato su posizioni marxiste
rivoluzionarie.
-
I
numeri, del resto, non sembrano essere il forte di Reds. Dovendo sostenere
che Progetto comunista è più debole fra i giovani Reds pensa
di confrontare il risultato congressuale di tutta la sinistra del partito
(e quindi anche Falcemartello), il 12,7%, col solo risultato dei giovani
di Progetto comunista (10%). Purtroppo per Reds ci sarebbe pure il documento
di Falcemartello, che ha preso l8%. Volendo fare un confronto del
risultato della sinistra tra i giovani si ottiene (in Italia come nel
Kosova) 18%, che è superiore al 12,7%. Con questo non voglio dire
che sia un buon risultato: il lavoro da svolgere tra i giovani è
fondamentale, e abbiamo avuto molti limiti negli anni passati. Anche il
percorso incerto della conferenza giovani, e più in generale dei
Giovani Comunisti, non ha aiutato il coinvolgimento di molti compagni
giovani, penalizzando le posizioni alternative a quelle disobbedienti
della maggioranza (e questo lo si può notare considerando i risultati
dei tre documenti contrapposti a quello bertinottiano disobbediente).
-
Nella
sinistra del PRC, al IV congresso, cerano Proposta e Falcemartello,
cera la maggioranza di compagni non organizzati ciascuno con le
sue idee e vi erano diverse altre presenze organizzate "minori" ma non
insignificanti. C'era l'associazione Oltre, presente
soprattutto in Abruzzo e Molise, la quale al seminario di Marina di Massa
del 2001 ha esplicitato alcune posizioni diverse restando in netta minoranza
e al seminario di Marina di Massa del 2002 ha scelto di non sciogliersi
e di opporsi alla nascita dell'Amr Progetto comunista. Ovviamente padronissima
di farlo, ma il risultato di quel dibattito è stato chiaro: a Marina
di Massa tutti i dissidenti "uniti" si fa per dire, dal momento
che esprimono poi almeno tre o quattro posizioni diverse
hanno raggiunto a stento il 20% dei consensi. C'era poi l'associazione
"In movimento verso Progetto comunista", che i compagni di Reds conoscono
bene, dal momento che alcuni di loro ne sono stati i promotori. Oggi alcuni
dei compagni che facevano parte di quell'associazione sono in effetti
in Progetto comunista. Oltre a queste vi erano poi dei nostalgici stalinisti,
come quella dell'associazione Internazionale a Napoli, e dei nostalgici
maoisti qua e là per l'Italia: molti di costoro si sono allontanati
in questi anni o non hanno aderito all'Amr Progetto comunista.
-
Dalla
lettura dellanalisi fatta da Reds si è portati a pensare
che attualmente la sinistra del PRC sia formata da due aggregazioni. Si
tratta di unimmagine doppiamente fuorviante. Anzitutto dal punto
di vista quantitativo, perché Progetto comunista raggruppa, attualmente,
più di 500 compagni e compagne, mentre larea dissenziente
a cui fa riferimento Reds arriva forse a poco più di un decimo
di questa consistenza. Dal punto di vista qualitativo, mentre i 500 di
Progetto comunista stanno insieme a partire da una base politica omogenea,
tra i non aderenti ci sono le posizioni più
disparate: da chi non criminalizzerebbe Stalin
(come ebbe modo di dichiarare in un intervento un compagno di Oltre)
ai trostkysti stalinofobi, da chi è favorevole
a stare nelle giunte locali col centro sinistra a chi non ne vuole sentire
parlare, chi considera larea dellErnesto come destra del PRC
e chi ci costruisce delle alleanze (vedi Parma), chi ritiene il Movimento
poco importante ed estraneo alla classe operaia e chi ci accusa di essere
poco presenti nel Movimento. Vi è perfino chi allultimo congresso
nazionale della CGIL se ne è andata prima del voto, per non mettere
in imbarazzo il compagno Manganaro di progetto comunista votando a favore
di Cofferati. Infine è semplicemente falso pensare che la minoranza
oggi si esaurisce con queste due aggregazioni: vi sono i compagni di Comunismo
dal basso di Salerno (legati al SWP), vi sono diverse situazioni
locali e singoli militanti non aderenti a nessuna delle due aggregazioni,
alcuni in ottimi rapporti con Progetto comunista, ma che, per vari motivi,
non hanno voluto aderirvi.
-
I
compagni di Progetto comunista vengono accusati di essere eccessivamente
interessati a occupare dei posti allinterno degli organismi dirigenti
del PRC e nelle liste elettorali. Niente male come critica rivolta a compagni
che combattono da molti anni una battaglia frontale, alla luce del sole,
contro la linea di maggioranza, e per questo non entrano (salvo rarissime
eccezioni) nelle segreterie del partito, non possono esprimere candidature
al parlamento nazionale ed europeo (diversamente da quello che avveniva
nel vecchio PCI rispetto alle minoranze interne), né essere inseriti
nelle teste di lista delle regionali. Uno dei "non aderenti" allassociazione
Progetto comunista lamenta in una sua lettera aperta di non essere stato
scelto come segretario di federazione a Savona. Non abbiamo esempi di
dirigenti di Progetto comunista che, analogamente, si lamentino della
loro assenza dagli organismi dirigenti. Naturalmente un conto è
non fare degli organismi dirigenti e delle candidature un aspetto centrale,
e un conto è tenersene fuori per principio (ma allora non si comprende
perché si debba stare in un partito), o rinunciare a rivendicare
quanto le stesse regole del partito prevedono.
-
Reds
presenta ai suoi lettori un Progetto comunista caricaturale, come una
setta autocentrata e ortodossa, lontana dalle lotte e
incapace di
amministrare un condominio. Probabilmente non siamo dei grandi amministratori
condominiali, ma per quanto riguarda il resto è giusto fare sapere
ai lettori di Reds che siamo stati presenti nell'organizzazione dei Genova,
sia nel 2001, che nel 2002, e dirigiamo strutture di movimento in varie
situazioni locali, dalla Puglia all'Abruzzo, a Viterbo. (certo non manteniamo
in piedi delle finzioni). Così per quanto riguarda le lotte studentesche
(Cosenza in passato e soprattutto Cagliari oggi, l'Università
Trotsky secondo la definizione dei quotidiani locali). Lo
stesso si può dire, con moltissimi limiti, per il lavoro sindacale
(la Fiat, le lotta a Genova, il coordinamento veneto, etc). Quello che
ci caratterizza è, però, una giusta modestia leninista.
Per noi quello che facciamo è sempre poco rispetto ai compiti e
sempre da migliorare. Ciò esattamente in contrapposizione all'opposto
metodo, tipico delle piccole chiesucole settarie, per cui la presenza
di uno o due dei loro militanti in momenti di lotta o di dibattito si
trasforma ridicolmente in un megalomane ruolo centrale nelle lotte, mentre
la presenza altrui, non viene semplicemente vista.
Vediamo
invece chi sta formulando queste drastiche critiche, chi scrive il giornale
Reds. Si tratta di un gruppo di compagni e di compagne che militano o hanno
militato in passato nel PRC. Allepoca del IV congresso si schierarono
col documento 2, formulando degli emendamenti locali. La critica che rivolgevano
a Proposta era simile a quella rivolta oggi: eccessivo verticismo, scarsa
attenzione alla base del partito (della quale si proponevano come interpreti),
al lavoro di massa, ai movimenti. Poi venne la guerra in Jugoslavia e Reds
sostenne lUCK. La rottura con la sinistra del partito divenne inevitabile,
e si produsse mediante auto allontanamento.
Nel
V congresso la decina di compagni di Reds non hanno assunto un atteggiamento
omogeneo: qualcuno ha votato il documento di Bertinotti, qualcuno si è
astenuto e, forse (onestamente non lo sappiamo), qualcuno ha votato il documento
2. Il loro peso politico nei circoli in cui erano presenti è notevolmente
diminuito. Non pare che la loro proposta di lavoro alla base,
a partire dai circoli, dando vita a scuole popolari e associazioni, abbia
dato molti frutti, anzi, tutto il contrario. Neppure la scelta pro-UCK pare
avere portato molta fortuna. La tragica conclusione della guerra Jugoslava
ha chiarito praticamente a tutti (forse tranne ai compagni di Reds) come lUCK
fosse uno strumento della NATO, armato da Germania e USA e finalizzato al
combattimento della guerra umanitaria. Possiamo apprezzare
oggi quale indipendenza abbia portato al Kosovo larmata dellUCK:
indipendenza da Belgrado, dipendenza dalla NATO. Volendo utilizzare un metodo
caro a molti gruppi, potremmo sostenere che Reds sia stata lultima ruota
del carro della propaganda della NATO. Qualcuno, nel partito e fuori, ha parlato
di Reds come di provocatori. Noi riteniamo che si tratti di un gigantesco
errore di analisi (unallucinazione, per utilizzare la terminologia di
Reds), che ha però portato questi compagni ad avere contatti con un
gruppo pro-NATO e integrato anche da elementi fascisti. Unallucinazione
degna di gravi conseguenze, quindi.
Reds
pare oggi interessato a mettersi in relazione con tutti i "non aderenti" allassociazione
Progetto comunista, che si ritrovano periodicamente a Napoli. Fra questi compagni,
peraltro, cè chi, allinterno di Proposta, aveva criticato
la posizione assunta durante la guerra in Jugoslavia. Mentre Proposta ha sempre
sostenuto il diritto del Kosovo ad autodeterminarsi, in quanto nazionalità
oppressa, subordinando, però questo diritto alla necessità di
opporsi allaggressione imperialista, per questi compagni invece lindipendentismo
kosovaro (analogamente a quello ceceno) non era altro che una provocazione
costruita ad arte dalla NATO. Diciamo questo a titolo di esempio, per mostrare
il livello di omogeneità politica che caratterizza i non aderenti allassociazione
Progetto comunista e per mostrare come, diversamente da quel che pensa Reds,
nellassociazione Proposta fosse presente un dibattito politico.
Per
chi, come il sottoscritto, ha cercato faticosamente, a partire dalla nascita
del PRC, di costruire un progetto politico marxista rivoluzionario, i periodici
attacchi come quello di Reds hanno il sapore dei corsi e dei ricorsi storici.
Lo schema è il solito: i militanti buoni e i dirigenti cattivi. Uno
schema che sminuisce e insulta una base della minoranza del partito perennemente
raggirata, una base che altrove, invece, si esalta. I problemi in cui versa
la sinistra comunista in questi anni, la sua estrema debolezza, sono tali
che ci sarà sempre spazio per chi vuole tacciare una linea politica
come fallimentare. Quel che potrebbe dare un minimo di razionalità
a questo dibattito sarebbe confronto argomentato sulle rispettive posizioni
e sulla verifica dei rispettivi risultati. Progetto comunista, e prima Proposta,
non sarebbero riusciti a radicarsi nei movimenti, nello scontro sociale, e
avrebbero invece disperso preziose energie. E Reds? Che cosa ha mai costruito?
La solidarietà militante con lUCK? Un giornale telematico? La
presenza di qualche suo militante nella Cgil? La polemica di Reds appare molto
simile, per come è costruita, per la sua faziosità e superficialità,
al costume dei tanti gruppuscoli settari che dice di aborrire. Nel metodo,
nei toni, nelle argomentazioni è tutto lopposto di un utile confronto
tra esperienze politiche.