Una presa d'atto.
La lettera con cui Progetto Comunista "espelle" Falce e martello. Marzo 2001.


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Il Comitato Politico Nazionale del PRC del 3-4 febbraio ha registrato l'obiettiva separazione del gruppo di Falcemartello dall'area programmatica di Progetto comunista.

La scelta di presentare una mozione contrapposta alla mozione discussa e approvata dai compagni del CPN di Progetto comunista sancisce un fatto nuovo di cui va colta, serenamente, la radice politica: le posizioni di merito di Falcemartello, in particolare attorno alla questione dei DS, rendono impossibile ai compagni di FM il rispetto degli orientamenti assunti democraticamente da Progetto comunista. Ed anzi li inducono ormai ad un'aperta contrapposizione politica all'area in sede di CPN e quindi agli occhi di tutto il partito.

Nel merito, consideriamo profondamente sbagliata la proposta politica di desistenza verso i candidati DS: sia perché sottende un'analisi che, avendo sempre negato il lato borghese della natura sociale dei DS, nega oggi la rottura dell'apparato DS con la propria vecchia funzione socialdemocratica e i suoi legami diretti con la grande borghesia; sia perché si lega a "un obiettivo"
ritenuto "fondamentale" di separazione dei DS dal Centro borghese nel dopo elezioni, ciò che tradisce una concezione strategica subalterna e "frontista", obiettivamente antitetica ad una prospettiva di egemonia alternativa tra le masse e a un progetto rivoluzionario.

Ma proprio perché tale è la gravità delle divergenze è inevitabile il loro effetto di trascinamento nei comportamenti: da qui l'assunzione della proposta di "non belligeranza" verso i DS come leva di "belligeranza" verso Progetto comunista in CPN. E' necessario dunque prendere atto di questa situazione, con serietà e senza infingimenti. Nessuno contesta la legittimità della scelta liberamente assunta da Falcemartello, ma è impossibile rimuovere la conclusione politica che quella scelta impone: l'inesistenza di una comune tendenza politica tra Progetto comunista e Falcemartello.

Peraltro da tempo il rapporto tra Progetto comunista e FM era segnato da un curioso paradosso: quello di un gruppo che si dichiarava appartenente a una tendenza senza averne condiviso la costituzione, senza contribuire al finanziamento dei suoi strumenti di stampa, senza diffondere la sua stampa, senza promuovere le sue iniziative, senza sostenere e gestire le sue
posizioni nel partito ed anzi differenziandosi sistematicamente (sul piano nazionale e, spesso, locale). La vicenda dell'ultimo CPN, col salto di qualità registrato, ha rappresentato semplicemente il momento chiarificatore risolutivo di una contraddizione obiettivamente insostenibile.

Naturalmente la presa d'atto della separazione tra Progetto comunista e Falcemartello non pregiudica la possibilità di realizzare momenti di convergenza, su singole questioni, nella battaglia politica nel PRC. Ma ciò che l'evidenza oggi impone è una onesta distinzione di responsabilità tra soggetti politici diversi. Si tratta, crediamo, di una esigenza elementare di chiarezza agli occhi della sinistra del partito e del PRC in quanto tale.

20 febbraio 2001