NESSUNO
OSI CHIAMARLO PLAGIO!
Intervista con 0100101110101101.ORG
D:
La prima domanda riguarda il vostro background.Quando avete
deciso di lanciare 0100101110101101.ORG? Da che tipo di percorso
provenite -- di artisti, programmatori, attivisti, pranksters?
R:
0100101110101101.ORG non risponde mai a questo genere di domande.
L'anonimato non è semplicemente una questione di nomi propri,
ma ha a che vedere anche con i background e le biografie. Ogni volta
che iniziamo un nuovo lavoro cambiamo i nostri nomi, per una lunga serie di motivi. Qui e ora siamo 0100101110101101.ORG, e questo è
tutto quello che devi sapere.
D:
In che modo i vostri plagi prendono forma? Iniziate con i sorgenti, per
poi inserire variazioni nei contenuti in un secondo momento?
R:
0100101110101101.ORG non si preoccupa molto del "soggetto" dei plagi,
a volte non lo apprezza nemmeno, come nel caso di Hell.com, è interessato solo all'azione di copiare e replicare, scaricare e ripostare, e delle implicazioni di questo tipo di azioni. Naturalmente il "soggetto" deve avere determinate caratteristiche per dare alla clonazione un certo significato, ma non è certamente la cosa più importante.
D:
Ma con Hell, avete rovesciato il significato di tutti gli avvertimenti
che l'utente riceve sulle prime schermate. Espressioni come Hell
è un web privato e parallelo sono state detournate in Hell
è un web libero e parallelo. Scaricandolo e ripostandolo senza
password, l'avete praticamente hackerato, socializzandolo con un
pubblico più ampio dei sottoscrittori di Rhizome. In questo caso,
il plagio della struttura e l'alterazione dei contenuti si spiegavano
a vicenda tenendosi in uno stato di mutua tensione. Perché
considerare la manipolazione del contenuto come meno significativa di quella
della struttura? Non sono ugualmente importanti?
R:
Certo che lo sono, non puoi considerarli separatamente. La duplicazione di siti come Hell.com, fortemente protetto da copyright e
password, ha determinate implicazioni. Violare copyright e protezione è
parte dell'azione perché amplifica il significato della clonazione.
Ma non bisogna guardare solo questo aspetto, altrimenti si rischia di cadere in
interpretazioni semplicistiche.
D:
Ho visto ad esempio che vi siete serviti anche del Web Stalker, sfruttandolo
non come browser per navigare, ma come una sorta di interfaccia
o porta d'accesso ai siti. Quali sono le modalità con
cui decidete di ricombinare software ed estetiche differenti?
R:
0100101110101101.ORG usa Web Stalker perché
è interessato a sperimentare nuove forme di fruizione
della Rete. 0100101110101101.ORG considera il "downloading" uno dei possibili modi di rapportarsi al Web, e Web Stalker
è un altro . Ci sono molti browser alternativi (Riot, <earshot>, Netomat, ecc.),
ma Web Stalker è sicuramente il più interessante perché impone di guardare al Web da un nuovo punto di vista, non più "estetico", ma "strutturale".
In
un certo senso, è quello che fa 0100101110101101.ORG quando
scarica un sito. Un buon offline browser - come Web Devil - mantiene tutti
i nomi originali dei files e la gerarchia delle directory, così,
scaricando un sito, ne scopri le modalità di funzionamento
interno: è come guardare nel cervello del suo autore, il che a volte
può essere interessante.
Il
lavoro di cui parli è stato realizzato con WebStalker e mostra
alcuni siti da un punto di vista inusuale, non la simulazione HTML,
ma altri aspetti degli stessi siti: la mappa dei link, la lista dei file
e dei sorgenti. E' un contributo alla messa in discussione del modo di navigare standardizzato e "assistenziale" dei browser tradizionali. La
maggior parte delle persone apprezza i siti di net.art per il
loro design, ma le cose più interessanti sono spesso i
sorgenti e l'architettura interna.
D:
Perché avete deciso di plagiare dei siti di arte online? La
maggior parte del plagiarismo online, è stata finora
di contenuto più strettamente politico. Con l'eccezione del
plagio del sito di Documenta X, la maggior parte dei plagi
sono stati diretti verso siti di corporations (Tesco, WTO) o
di esponenti politici (Zedillo, Giuliani). Il plagio si è
configurato come un'azione di disturbo volta a sollevare dubbi
sulla veridicità di certi messaggi veicolati attraverso
la rete. A che cosa punta il plagio di siti d'arte come Jodi, Hell
e Teleportacia?
R:
0100101110101101.ORG non tratta solo siti d'arte. Il lavoro
con www.vaticano.org - un falso sito della Santa Sede apparentemente
identico a quello ufficiale ma completamente diverso nei contenuti - è rimasto attivo per un anno, fino a che Network Solutions non ha reciso il contratto a causa di mai chiariti "problemi tecnici". Questo sito è un buon esempio di uso ""hacktivistico" del Web. D'altro canto non è necessario essere esplicitamente politici per fare qualcosa di politico. Al
momento 0100101110101101.ORG sta lavorando su questioni differenti,
come il concetto di originalità, riproducibilità, autenticità
e copyright, sollevando problemi e contraddizioni che non riguardano esclusivamente l'arte, ma che hanno a che vedere con il libero flusso e
lo scambio dell'informazione. Internet è entrata a pieno regime nell'era
"infoware", e l'informazione sta diventando la più importante forza
produttiva. Nel momento stesso in cui si accetta che un sito di net.art sia un'opera d'arte in sé, copiarlo significa plagiare
un'opera d'arte, non un sito sull'arte (o sulla politica): l'azione ha valore in sé. Questo è il motivo per cui nell'ultimo clone, Jodi, non è stato cambiato nulla: l'intero sito è stato semplicemente duplicato, per chiarire che ciò che interessa a 0100101110101101.ORG è - citando Godard - "mostrare il
meccanismo".
D:
Pensate che l'arte-on-line abbia un possibile mercato?
R:
Come tutte le altre forme d'arte anche la net.art costruirà
il proprio mercato. E' naive pensare che la net.art non sia
vendibile perché "immateriale", ha solo bisogno del tempo necessario per crearsi il suo spazio nel mercato. E' un'illusione che viene alla luce ogni qual volta nasce una nuova forma d'arte. Tutto
è stato venduto come arte: azioni, paesaggi, animali
vivi, idee, aria, persone. Tutto, potenzialmente, può diventare arte ed essere venduto come tale. Perché non la net.art?
D:
La replicazione di certi siti può mettere in crisi il mercato
della net.art?
R:
La riproducibilità digitale minaccia uno dei pilastri del mercato - non solo dell'arte ma di tutta la produzione culturale
in generale - ossia l'autenticità. Non è più
possibile difendere la proprietà di un'opera nell momento in cui diviene riproducibile a costi bassissimi, in un numero infinito di copie e senza perdita di qualità. La creazione di nuove forme di commercializzazione della proprietà intellettuale appare evidentemente necessaria.
Le
azioni di 0100101110101101.ORG non sono da considerarsi "attacchi all'arte", sono piuttosto "sopra", "attraverso" o "con", ma non contro. Quando 0100101110101101.ORG l'ha replicato, Hell.com non era ancora un sito a pagamento,ma solo protetto da copyright e password. I tempi sono maturi per iniziare a ri-utilizzare l'arte
e la cultura in generale, invece di produrre nuova "arte",
e questo può esser fatto in un solo modo: con un comportamento
realmente "interattivo".
D:
Cosa volete dire con "interattivo"?
R:
Un'opera d'arte, in Rete o no, non può essere interattiva
di per sé, sono le persone che devono usarla interattivamente,
è lo spettatore che deve usare un'opera in un modo imprevedibile.
Copiando un sito, stai interagendo con esso, lo stai riutilizzando
per esprimere dei contenuti sconosciuti all'autore stesso.
Interagire con un'opera d'arte significa essere spettatore e artista simultaneamente, i due ruoli coesistono e si fondono. Potremmo definirla meta-arte, ossia la caduta delle barriere interne all'arte; lo spettatore
diviene artista e l'artista diviene spettatore: un semplice testimone di ciò che accade al proprio lavoro. La condizione necessaria
al fiorire della cultura del ri-utilizzo è il totale abbandono del
concetto di copyright, che è anche una conseguenza naturale dell'evoluzione digitale.
D:
Ma ci sono modi diversi di ri-usare qualcosa. Se copi qualcosa il tuo livello
di interazione rimane piuttosto basso. Nel passato, ai tempi dell'Impero
Romano per esempio, l'atto del copiare era considerato un'arte di
per sé: "plagiare" una scultura greca o, più tardi, un Picasso
e un Rembrandt era qualcosa che solo pochi artigiani potevano fare.
L'imitatore o il plagiarista doveva passare attraverso un lungo processo
di auto-istruzione in modo da acquisire le tecniche dei maestri. Oggi,
con il digitale, ogni persona in possesso di poche capacità
tecniche può facilmente replicare e manipolare siti web complessi,
usando un software, un pezzo di codice.
Credete
che un approccio di massa alla
tecnologia di replicazione favorirà la crescita collettiva di forme
di espressione creative? Non pensate che ci sia il rischio di un
incremento del rumore di fondo, in cui gli individui combatterano per emergere
dall'anonimato e attrarre l'attenzione pubblica? Questo processo
di democratizzazione non rischia di eliminare il potere contrattuale di
artisti e lavoratori immateriali? Voglio dire per i grandi gruppi, i musei
e i galleristi è molto meglio avere un'offerta così
grande, gli dà molto più potere di selezione.
R:
Paradossalmente più l'atto di replicare siti si diffonderà e meno avrà un valore artistico. Nel sistema
artistico contemporaneo il più grande bisogno è la "novità".
Se 0100101110101101.ORG copia un sito l'azione viene considerata
"arte" perché 0100101110101101.ORG è considerato un "artista"; ma se qualcun altro iniziasse a copiare siti allo stesso modo di 0100101110101101.ORG,
sarebbe considerato un "falso" egli stesso. Ovviamente questo non significa che 0100101110101101.ORG approvi tale sistema, ma è questo il modo in cui funziona.
Quando plagiarist.org ha clonato 0100101110101101.ORG, il punto in discussione non è stato che qualcun altro stava cominciando a copiare come forma d'espressione, ma che plagiarist.org ha dovuto copiare il
suo stesso sito passando attraverso quello di 0100101110101101.ORG. L'attenzione si è focalizzata su questo particolare perché era la prima volta che si verificava una situazione simile. Il sistema dell'arte ha sempre bisogno di novità
per preservarsi, è il suo "istinto di conservazione".
D:
In ogni caso, copiando siti di web art ricadi automaticamente in un
determinato circuito e incontri un determinato pubblico, non c'è
modo di uscirne. Non credete sia importante sfumare i confini che
separano l'arte da ciò che non è considerato tale,
attraversando campi e pratiche differenti?
R:
Poiché non vivi su un'isola deserta, qualsiasi cosa faccia non è
confinata in un campo specifico e isolato dal resto. L'abbattimento
dei confini tra arte e vita è una vecchia utopia prodotta
dalle avanguardie storiche. Più l'avanguardia ha cercato
di demolire la distinzione tra arte e vita e più la distinzione
è cresciuta. Fluxus rappresenta un buon esempio di questo
modo di pensare, e nessuno lo apprezzerebbe, o anche solo comprenderebbe, senza aver studiato arte contemporanea. Salvator Dalì, una delle più grandi truffe del secolo, era
esplicitamente elitario e apparentemente "complesso", eppure è
diventato uno degli artisti più popolari in assoluto, uno dei più
apprezzati, in particolar modo dalla "gente comune". Cercando di non essere recuperato cadi nelle paranoie alla Debord, rischiando di diventare
ancora più elitario; d'altro canto, se cerchi di fare quello
che il pubblico si aspetta da te, scadi nella "banalità pop". Più diventi popolare e più perdi il controllo sul tuo lavoro, che diviene così "proprietà pubblica".
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