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I N I Z I A T I V E

NUOVO SITO PER IL CSA VITTORIA
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Il Centro Sociale Vittoria ha un nuovo sito: http://www.csavittoria.org.

Sul nuovo sito troverete tutte le notizie, le iniziative, gli aggiornamenti, le foto, e molto altro del/dal CSA Vittoria.

Fate girare la voce!

 

Sabato 5 Luglio assemblea E.H.Lagunak Lombardia per EUSKAL HERRIA
Un saluto a tutti,
come comitato di solidarietà con Euskal Herria ed il popolo basco vogliamo invitarvi SABATO 5 LUGLIO alle ore 14.00 al C.S. VITTORIA per un assemblea in preparazione delle prossime iniziative nazionali a sostegno della lotta per l'indipendenza e l'autodeterminazione per la nazione basca.
Nelle scorse settimane alcuni dei compagni di Euskal Herriaren Lagunak di Milano sono stati ospiti in Euskadi per la settimana internazionalista...a fronte di questo la scorsa settimana si è svolto una assemblea nella quale si è sviluppato tutto quello che durante la permanenza in Euskadi "è uscito" da parte dei compagni delle varie rappresentanze politiche e sociali presenti sia sul territorio basco che in scala internazionale.
Sono state fissate , all'interno della riunione internazionale di Elorrio in Euskadi , delle date all'interno delle quali si svolgeranno iniziative a carattere internazionale per rivendicare la liberta' d'espressione della rappresentanza politica popolare basca (la sinistra patriottica , Batasuna)e per denunciare la politica repressiva, torturatrice , dello stato spagnolo e francese nei confronti del popolo basco.
SABATO 5 LUGLIO si svolgerà un assemblea del comitato in solidarietà con la lotta antimperialista e antifascista del popolo basco dove uno dei punti focali sarà la costruzione di un iniziativa popolare , di piazza , dove tutte le realta' della citta' saranno chiamate ad una solidarieta' attiva per Euskal Herria e dove ci saranno spazi per dibattiti , mostre fotografiche , video , concerti, cene....
Questo tipo di iniziativa/e saranno collocate per la meta' di Settembre (il sabato 13 dovrebbe essere la data esatta)..... convinti che la lotta antifascista , anticapitalista ed internazionalista sia la giusta strada , invitiamo tutt@ i compagn@ a partecipare a questa assemblea.
GORA EUSKADI ASKATUTA!

Euskadi Herriaren Lagunak Milano
eh-lagunak@gnumerica.org
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Onore al combattente comunista per la libertà del popolo palestinese GEORGE HABBASH

Compagno George Habbash la tua lotta è la nostra lotta A fianco del popolo palestinese che resiste. FINO ALLA VITTORIA ! ONORE AL COMPAGNO GEORGE HABBASH I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria Milano 30.01.08>>

 
SABATO 26 GENNAIO ore 16 piazza Cadorna

PRESIDIO CONTRO IL RIFINANZIAMENTO DELLE MISSIONI MILITARI>

In occasione della giornata internazionale contro la guerra, il liberismo, il razzismo e il patriarcato, il Coordinamento Milanese Contro la Guerra organizza un presidio con materiale di controinformazione e proiezione di video sulla guerra. * no al rifinanziamento delle missioni militari * contro la politica bellicista del governo Prodi * per il ritiro di tutte le truppe * per la chiusura di tutte le basi * a fianco dei popoli in lotta * no alle spese militari Nella stessa giornata è previsto anche un presidio alla base militare di Ghedi contro la presenza di bombe atomiche. Il CSA Vittoria parteciperà al presidio in solidarietà con l'eroica resistenza del popolo palestinese contro il terrorismo israeliano!!! >

 
CALENDARIO INIZIATIVE FEBBRAIO-MARZO
SABATO 23/02 ore 15.30 P.za Cordusio GIORNATA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA' CON IL POPOLO BASCO
Per la giornata internazionale in solidarietà con il popolo basco in lotta per il diritto all’autodeterminazione e per il socialismo, indetto dalla rete AMICI E AMICHE DI EUSKAL HERRIA.
La comunità kurda aderisce e partecipa al presidio dal quale, alle ore 18,00, partirà un corteo fino al consolato turco, in via Larga, e terminerà in piazza Duomo, per protestare contro la detenzione di Ocalan e la repressione del popolo kurdo anch’esso in lotta per la propria autodeterminazione.

MERCOLEDI 27/02 ore 21,30 incontro/dibattito indetto dalla rete “AMICI E AMICHE DI EUSKAL HERRIA”
con JULEN ARZUAGA responsabile di BEHATOKIA “Osservatorio basco per la difesa dei diritti umani” e imputato nei processi contro la società basca; interviene ANGELO MIOTTO, giornalista.

GIOVEDI 28/02 ore 21,30 STRUMENTI PER L'ANALISI DELLA FASE ATTUALE-ASSOCIAZIONE MARXISTA "POLITICA E CLASSE" e CSA VITTORIA
1° incontro seminariale PRECARIETA’ E STATO SOCIALE :
stato sociale, post fordismo, salario indiretto, rapporto precarietà lavoro-precarietà vita, precarietà lavoro manuale e lavoro intellettuale, con MAURO CASADIO dell’ Ass. Marxista "Politica e Classe".
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GIOVEDI 13/03 ore 21,30 STRUMENTI PER L'ANALISI DELLA FASE ATTUALE-ASSOCIAZIONE MARXISTA "POLITICA E CLASSE" e CSA VITTORIA
2° incontro seminariale LA CRISI DEI MUTUI SPAZZATURA: CAPOLINEA DELL’ECONOMIA AMERICANA? Approfondimento su: crisi economica e crisi del capitale internazionale.
Con GIORGIO GATTEI dell’Ass. Marxista "Politica e Classe", professore di Economia all'Università di Bologna






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CAMPAGNA


mercoledi' 13 FEBBRAIO ore 21.30
INCONTRO DIBATTITO con:>



MARCO SANTOPADRE, Radio Città Aperta di Roma
STEFANO MAURO, della delegazione in Libano 2007 organizzata dal Comitato Per non dimenticare Sabra e Shatila e autore del libro “Il radicalismo islamico”

Ad un anno dalla scomparsa di Stefano Chiarini vogliamo ricordarlo con una iniziativa che riporti al centro la Palestina e i palestinesi.
L’alleanza Usa e Israele è più compatta che mai: ad Annapolis Bush ha ribadito l’impegno statunitense nella garanzia della sicurezza d’Israele come stato ebraico. A gennaio il presidente statunitense Bush si è recato in Palestina, e contemporaneamente le incursioni israeliane a Gaza e in Cisgiordania sono aumentate di portata e d’intensità, il che vuol dire che i palestinesi continuano a morire nel silenzio massmediatico più totale.
In questo contesto il governo italiano (di Prodi in continuità con quello Berlusconi), per non essere da meno sullo scacchiere mediorientale, mantiene rapporti culturali, commerciali e militari con Israele e mantiene l’embargo sulla Palestina.
Il 2008 è l’anno della Palestina: sessant’anni fa veniva proclamato lo Stato d’Israele che prendeva posto nella Palestina storica (concetto che ovviamente i sionisti non vogliono accettare), da allora per il popolo palestinese sono cominciate le deportazioni, le distruzioni, le guerre, le continue umiliazioni, l’esilio. La Resistenza eroica del popolo palestinese all’imperialismo non permetterà che venga firmato nessun accordo di pace che non sancisca la fine dell’occupazione, il ritorno dei profughi e l’abbattimento del muro dell’Apartheid.

Con questo spirito vogliamo ricordarlo ad un anno dalla sua scomparsa: per noi Stefano è vivo perché vogliamo far vivere tutte le ragioni del suo impegno al fianco degli sfruttati.

STEFANO VIVE NELLE LOTTE AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE E DI TUTTI I POPOLI IN LOTTA PER ILDIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE >

 
VENERDI 14 MARZO TUTTI IN PIAZZA PER IL POPOLO PALESTINESE
ORE 17 PIAZZA DUOMO ANG. MERCANTI BOICOTTIAMO IL RUOLO DI ISRAELE COME OSPITE D’ONORE ALLA FIERA
DEL LIBRO DI TORINO

1948-2008: 60 anni di occupazione
militare israeliana della Palestina
-PER IL DIRITTO ALL’ AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE
-PER IL RITORNO DEI PROFUGHI IN PALESTINA
-CONTRO IL MURO DELL’ APARTHEID
-IN SOLIDARIETA’ A TUTTI I POPOLI CHE LOTTANO CONTRO L’ IMPERIALISMO

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Giovedì 6 marzo ore 21,30

Presentazione del libro di Manolo Morlacchi
“LA FUGA IN AVANTI” (Agenzia X, 2007)

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Manolo Morlacchi, Renato Curcio, Tonino Paroli, Sante Notarnicola

Contro lo sfruttamento del lavoro e il profitto che ne deriva, contro un modo di produzione che produce morte, povertà e guerra, contro lo stato e la sua repressione, contro l’azzeramento dei diritti sociali, contro le bombe fasciste e contro il ritorno al passato, per la giustizia sociale e per un mondo diverso e assolutamente alternativo all’esistente… Gli anni settanta hanno rappresentato tutto questo in un immaginario di assalto al cielo che ha coinvolto direttamente e indirettamente lavoratori, compagni e realtà politiche, nelle varie forme assunte, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, per la casa e per le strade.

Sono gli anni delle conquiste ma sono anche gli anni in cui le contraddizioni, anche interne al movimento e alle varie realtà politiche, si manifestano con tutta la virulenza possibile e che portano una pesante sconfitta che lascia il segno nei compagni e nel tessuto sociale di allora e di oggi. Dallo statuto dei lavoratori alla legge sull’aborto e sul divorzio, dall’attacco frontale contro la cultura reazionaria, dall’idea di politica al di fuori dei canoni istituzionali e dal riconoscimento immediato e mediato di rivoluzione fino al riflusso e alla repressione con la progressiva normalizzazione del conflitto e dei conflitti.

La necessità di un bilancio, seppur non esaustivo e anzi forse solo preliminare, deve essere il motore delle analisi di oggi per i militanti e le realtà che vogliono riprendere il percorso smarrito ed essere presenze positive nella trasformazione dell’esistente.
La necessità di ripartire dalla sconfitta oggettiva e soggettiva, eredità pesante, che si mostra oggi nell’arretratezza delle lotte e nella difficoltà delle battaglie di resistenza e di vertenze che faticano a trasformarsi in percorsi politici efficaci, di un fronte ad un capitalismo in crisi ma quanto mai aggressivo e che tenta di riprodursi.


Perché se la rivoluzione è un fiore che non muore mai occorre riconoscere la nostra storia, fatta di vittorie, sconfitte ed errori, per ripartire e non tradirla.>>

 
1948-2008: 60 anni di occupazione israeliana della Palestina

SABATO 29 MARZO ore 17.00 BOICOTTIAMO ISRAELE OSPITE D’ONORE ALLA FIERA DEL LIBRO
VOLANTINAGGIO DI CONTROINFORMAZIONE davanti alla LIBRERIA FELTRINELLI DI PIAZZA PIEMONTE
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In concomitanza con le iniziative di Torino e Roma per la fine dell' occupazione israeliana in Palestina.

CONTRO L’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA
CONTRO I FESTEGGIAMENTI DI 60 ANNI DI COLONIZZAZIONE
CONTRO LE POLITICHE DI GUERRA ITALIANE

Il 10 maggio a Torino corteo nazionale per la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi e per il boicottaggio della Fiera del Libro.

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SOLIDARIETA' CON LE FARC-EP

Onore al comandante Raùl Reyes e ai compagni delle Farc-Ep caduti in
Ecuador per mano del fascista Uribe!
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Lo scorso 1 marzo il comandante Raùl Reyes, portavoce delle Forze
Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo, e altri 15
guerriglieri sono stati assassinati in Ecuador per mano del fascista
Alvaro Uribe. Questo ennesimo massacro dimostra la chiara volontà
dell'oligarchia colombiana, sostenuta dagli Stati uniti, di affossare
qualsiasi tentativo teso ad un interscambio umanitario e ad una
soluzione politica del conflitto.

A fianco della resistenza del popolo colombiano!
A fianco dei popoli in rivolta!

Le compagne e i compagni del Centro Sociale Autogestito Vittoria-Milano
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PROVOCAZIONE SIONISTA E POLIZIESCA A MILANO
Sabato 29 marzo all' €™interno della campagna nazionale di boicottaggio del governo israeliano nel ruolo di ospite d'€™onore alla fiera del libro di Torino si è tenuta un iniziativa di controinformazione in preparazione del corteo nazionale del 10 maggio.
Il presidio, con continui interventi al megafono, un volantinaggio di massa e l’affissione di striscioni per tutta la piazza, si è svolto davanti alla Feltrinelli di piazza Piemonte per denunciare la sua partecipazione alla fiera del libro, avallando cosi di fatto la legittimazione del governo terrorista israeliano e l’occupazione militare della Palestina e delle sue politiche genocide e di apartheid.
Il presidio è stato oggetto, durante tutto il pomeriggio, di continue provocazione da parte di componenti della comunitè ebraica milanese a cui non abbiamo risposto se non con interventi politici di denuncia dell’arroganza e della violenza verbale del sionista di turno incapace di rispondere al carico di responsabilitè criminali del governo israeliano. Nel tardo pomeriggio perè le provocazioni hanno raggiunto un livello insostenibile quando un militante sionista ha platealmente strappato uno striscione di 10 metri su cui c’era la scritta "con il popolo palestinese che resisterà€". A questo punto, all'€™avvicinarsi dei compagni e delle compagne per allontanare il provocatore, la polizia presente ha caricato a freddo il presidio ferendo al volto e al torace con manganellate e colpi di casco alcuni dei nostri compagni e compagne.
Denunciamo con forza questa provocazione combinata che fa capire come Israele sia e rimanga il nervo scoperto e intoccabile di una politica d’aggressione imperialista in tutta l'€™area mediorientale. Ribadiamo che siamo e saremo sempre a fianco del popolo palestinese in lotta per la propria autodeterminazione e che in sintonia con la campagna nazionale di boicottaggio lavoreremo per essere in massa al corte nazionale del 10 maggio a Torino.
Boicottiamo Israele Con il popolo palestinese che resiste.

I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria

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COMUNICATO DELL' ASSEMBLEA ANTIFASCISTA MILANESE
L’assemblea antifascista milanese riunitasi giovedì 15 maggio al Centro Sociale Vittoria ritiene intollerabile e assolutamente provocatoria l’organizzazione di un concerto da parte di Forza Nuova e della skinhouse, autorizzato dal Comune e dalla Questura di Milano, per sabato pomeriggio alla palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia, luogo storico della sinistra milanese.
La provocazione è resa ancora più evidente dal fatto che questo concerto si svolga in contemporanea ad una manifestazione nazionale antifascista organizzata a Verona proprio per denunciare il pesante clima di intolleranza e di legittimazione della destra nazifascista che ha portato all’omicidio di Nicola Tommaselli da parte di cinque neonazisti.
Questo fatto rappresenta l’episodio tragicamente più eclatante di un clima culturale e politico xenofobo ed intollerante provocato dalle campagne sIcuritarie dei governi sia di centro-destra che di centro-sinistra, che speculando sul senso d’insicurezza dei ceti più deboli hanno seminato e fatto sedimentare razzismo e discriminazione, fomentato fobie e distribuito a piene mani paura e conseguentemente odio, determinando così un evidentissimo spostamento a destra sul piano ideologico, culturale e comportamentale, di cui queste organizzazioni neofasciste e neonaziste rappresentano solo la punta di un iceberg.
Poco ci interessa che le iniziative programmate degli antifascisti milanesi abbiano costretto la questura e il governo della città a spostare il concerto in altro luogo per problemi di ordine pubblico,cercando di salvarsi la faccia nella forma, ma non nella sostanza.
L’assemblea antifascista milanese garantirà quindi la vigilanza per tutta la giornata di sabato, riaffermando la volontà di non delegare a nessuno la difesa degli spazi di movimento e delle iniziative.
Invitiamo tutti a partecipare al corteo di Verona, dando appuntamento alla Stazione Centrale per le ore 11.00 e, vista la volontà della skinhouse di svolgere comunque l’iniziativa, a rafforzare la partecipazione al presidio che si terrà al CSA Vittoria dalle 15.00 durante il quale verrà proiettato il film “Nazirock” e, al ritorno dal corteo, a mantenere una presenza attiva alle iniziative serali in programma alla Cascina Torchiera e al Centro Sociale Vittoria.

ASSEMBLEA ANTIFASCISTA MILANESE>

 
Torino 2008-Israele non è un ospite d’onore!
ore 17 davanti al Corriere della Sera-Largo Treves
SABATO 10 MAGGIO CORTEO NAZIONALE A TORINO
ore 14 concentramento corso Marconi

Quest’anno la Fiera internazionale del libro di Torino sarà dedicata allo stato d’Israele.
Gli organizzatori della Fiera hanno scelto così di dare massima visibilità e promozione ad uno stato che festeggia la sua nascita sulla diaspora di un popolo, quello palestinese, che da secoli viveva su quelle terre. ...leggi qui http://isole.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=79 >

 
Venerdi 9 Maggio

BOICOTTA LA FIERA DEL LIBRO DI TORINO
ISRAELE NON E’ OSPITE D’ONORE

Oggi 7 maggio nell’ambito della campagna di boicottaggio della presenza di Israele come ospite d’onore alla Fiera del libro di Torino qualche decina di militanti del Csa Vittoria hanno portato i contenuti della protesta all’aeroporto di Malpensa fin davanti ai banchi delle linee aeree israeliane El Al.
Sono state sventolate bandiere palestinesi ed esposto un striscione con la scritta “1948-2008: 60 anni di occupazione della Palestina. Boicottiamo Israele alla Fiera del libro”, l’iniziativa è proseguita con la distribuzione di volantini e uno speakeraggio di denuncia della politica terroristica israeliana.
Nonostante i continui attacchi da parte di agenti provocatori israeliani e l’immediato intervento della polizia, che tentava di fermare il volantinaggio, che in tono intimidatorio voleva l’identificazione di tutti i partecipanti, l’iniziativa è proseguita riuscendo a comunicare con i passeggeri in partenza e i lavoratori aeroportuali.
Dopo alcuni momenti di tensione con la polizia l’iniziativa è proseguita con un corteo all’interno dell’aeroporto scortata da alcune decine di agenti.
Ribadiamo la nostra volontà di sostenere la lotta del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana e rilanciamo la partecipazione di tutti e tutte alle iniziative della campagna “2008 anno della Palestina”: a partire da domani (giovedì 8 maggio) ore 17 presidio di controinformazione davanti al Corriere della Sera di Milano e sabato 10 maggio per la manifestazione nazionale a Torino contro la presenza di Israele alla Fiera, appuntamento per tutti e tutte alle ore 10 in stazione Centrale per il treno unitario.
Di seguito il volantino distribuito e un documento sul sionismo.

Le compagne e i compagni del Csa Vittoria

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Contributo al dibattito sul conflitto capitale / lavoro
Al termine di quest’ultima campagna elettorale è evidente l'assenza di reali differenze tra i diversi schieramenti. Ma non è una novità. leggi qui: http://isole.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=81

 
La crisi dei mutui-spazzatura: capolinea dell’economia occidentale?
La crisi dei mutui-spazzatura: capolinea dell’economia occidentale?
(dal seminario del 13 marzo 2008 di Giorgio Gattei)

Introduzione
Questo documento vuole essere uno strumento di comprensione della crisi che sta investendo le borse a livello internazionale, nata dal crollo della bolla immobiliare negli USA.
L’ondata di finanziarizzazione speculativa è stata la risposta alla stagnazione della seconda metà degli anni ’70, quando negli USA inizia la caduta dei salari reali. Negli anni successivi i mercati finanziari hanno assunto un peso crescente, fino a configurare una apparente autonomia dai processi reali, anche se in realtà mercati finanziari ed economia reale rimangono comunque strettamente intrecciati.
Per mantenere i profitti e controllare l’inflazione, le politiche monetarie dei Paesi imperialisti si sono caratterizzati prima per l’incremento dei tassi di interesse, quindi negli anni Novanta per le politiche di privatizzazione delle imprese pubbliche, di esternalizzazione dei servizi pubblici e di deregolamentazione del mercato del lavoro. Hanno avviato un processo di delocalizzazione industriale e di espansione del mercato finanziario (azioni e titoli). La delocalizzazione è la tendenza a muovere liberamente i capitali per investire là dove si è imposto un contenimento dei costi, dove il lavoro è più sfruttabile, costa poco ed è meno regolamentato. Ad esempio: le imprese spostano la sede legale nei cosiddetti paradisi fiscali, la produzione nelle aree asiatiche o nei paesi dell'est Europeo e lasciano le infrastrutture e la gestione commerciale dove è più vicina la ricerca tecnologica e dove più alti sono gli standard delle comunicazioni.

Per leggere il documento completo vai nella sezione Documenti:
http://isole.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=82

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GIOVEDI’ 29 MAGGIO ORE 21.30

CANZONI E POESIE ANCHE INEDITE>>>


IL CORO INGRATO PRESENTA
“SE PARTIGIANO IO SON”

CANZONI E POESIE ANCHE INEDITE

“VARI SONO STATI I LIVELLI DI PARTECIPAZIONE ALLA LOTTA PARTIGIANA: DALLE ORGANIZZAZIONI POLITICHE CLANDESTINE, ALLE BRIGATE PARTIGIANE, AI GAPPISTI, ALLA GENTE COMUNE. ALTRETTANTO VARIE SONO STATE LE FORME ESPRESSIVE GENERATE DALLE DIVERSE REALTA’.
ABBIAMO CERCATO IN QUESTA RASSEGNA DI CANTI DI AMALGAMARE PROPRIO QUESTE DIVERSE FORME ESPRESSIVE, PIU’ O MENO COLTE, PIU’ O MENO POLITICIZZATE, MA COMUNEMENTE PROTESE ALLO SFORZO FINALE.
ABBIAMO SENTITO IL BISOGNO DI SPEZZARE LA MUSICA CON TESTIMONIANZE IN PROSA CHE NON POSSONO CHIAMARSI “POESIE”.
SONO STATI MOMENTI TRAGICI DELLA NOSTRA STORIA CHE NON VORREMMO E NON DOVREMMO MAI, MAI, MAI DIMENTICARE.”
- Coro Ingrato -
- INTORNO AGLI ANNI 1999-2000 L'INTERESSE VERSO IL CANTO POPOLARE SPINSE UN GRUPPO DI PERSONE A RITROVARSI OGNI SETTIMANA PER STARE ASSIEME ED INTONARE I CANTI DI UNA VOLTA, DA QUELLI TIPICAMENTE POPOLARESCHI A QUELLI PIÙ "SERIOSI" COME I CANTI DI LOTTA A QUELLI DI LAVORO.
NON SI PENSAVA PROPRIO DI COSTITUIRE UN GRUPPO CANORO; BASTAVA SOLO INCONTRARSI, IMPARARE CANTI NUOVI ED ESEGUIRLI ASSIEME, SENZA ALTRE PRETESE.
MA LA PASSIONE, SI SA, GIOCA BRUTTI SCHERZI E COSÌ DAL "CANTARE TANTO PER CANTARE" LE VOCI SI ACCORDARONO, SI AFFINARONO, SI PLASMARONO FINO AD ACCORGERSI, DOPO QUALCHE MESE, CHE IL GRANDE SALTO DEL PALCOSCENICO ERA POSSIBILE O QUANTO MENO PROBABILE. CI PENSÒ EZIO CUPPONE A STIMOLARE I PIÙ RESTII A FARE IL GRANDE PASSO. SI SCELSE IL NOME DEL COR: E FU CORO INGRATO. -


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Volantinaggio-attacchinaggio sabato 24 maggio dalle 17.00

Riteniamo infatti siano oggi ancor più necessarie forme di azione territoriale le più diverse dirette al radicamento nei quartieri per interloquire – anche utilizzando un linguaggio diretto e di massa – con i nostri soggetti sociali di riferimento per la costruzione di una barriera contro le derive xenofobe e fascistoidi delle destre (radicali e in doppiopetto) e, in un'ottica ricompositiva, per affrontare i nodi dell'attuale crisi che si riverbera in maniera deflagrante in un quartiere popolare come il nostro.

Di seguito il volantino che verrà distribuito:

MA COS'È QUESTA “SICUREZZA”?

Le scorse elezioni si sono giocate sul tema della sicurezza.

MA COS'È QUESTA “SICUREZZA”? LA RISPOSTA GIUSTA È VERAMENTE
IL CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE CON POLIZIOTTI DI QUARTIERE, VIGILI CON I MANGANELLI, TELECAMERE OVUNQUE? O FORSE NON AVREMMO BISOGNO INVECE DI UNA REALE SICUREZZA: DI AVERE UN LAVORO STABILE, DI POTER PAGARE UN AFFITTO, DI POTER VIVERE DIGNITOSAMENTE?

Sicurezza come risposta ad una precarietà che obbliga i giovani a restare dai genitori fino a 30 anni, perché non possono mantenersi o avere una casa con lavori precari, a tempo determinato, a progetto, e che obbliga gli anziani, ma non solo, a rubare nei supermercati, a cercare tra gli scarti e la spazzatura a lato dei mercati due foglie di insalata per poter campare, e chissà come faranno a vivere un domani i giovani di oggi, che non avranno una misera pensione, perché forse non l'avranno e basta.
Il tema della sicurezza è stato cavalcato da tutti, sfruttando le paure della popolazione, paure reali ma anche indotte, cioè create apposta e amplificate.
E per sfogare questa paura c'è purtroppo un comodo capro espiatorio, gli immigrati.
Ma non si dice mai che il 70% degli stupri o tentati stupri viene commesso da partner o ex partner, ed il 60% delle violenze contro le donne viene commesso da uomini conosciuti dalla vittima, o da suoi familiari (dati presi dal rapporto ISTAT sulla violenza sulle donne, 2007). Questo accade perché la nostra società si basa sull'esercizio del potere dell'uomo sulla donna, in famiglia e fuori, e gli stupri non cesseranno certo di accadere potenziando le forze dell'ordine, ma solo cambiando questo sistema maschilista patriarcale. Ma è comodo discutere solo della notizia, del fatto singolo che fa cronaca, mettendo da parte le reali motivazioni e sviando l'attenzione dai bisogni sociali che mostrano la necessità di un cambiamento radicale dell'esistente. Perché per rispondere al diritto alla casa ci vorrebbero case per tutti, e per rispondere al problema del lavoro bisognerebbe cambiare completamente questo sistema basato sulla precarietà e sullo sfruttamento, sulla famigerata flessibilità, che spacciano come progresso ma che non è altro che un ritorno al lavoro a cottimo e a scadenza.

PARLARE DI SICUREZZA SIGNIFICA PER NOI PARLARE DI CASE POPOLARI, DI LAVORO FISSO, DI CANCELLAZIONE DELLE LEGGI DELLA PRECARIETÀ E ANCHE DELLE LEGGI SULL'IMMIGRAZIONE, SIA DI DESTRA CHE DI SINISTRA.

Perché moltissimi immigrati, dopo un viaggio dell'orrore in cui spesso molti perdono la vita per raggiungere le coste dell'Italia, vorrebbero regolarizzarsi: avere un contratto che permetta di essere pagato e non perdere il lavoro se si è vittima di un incidente, come spesso accade nei cantieri edili dove la maggior parte dei lavoratori sono stranieri. Ma non possono. Perché la legge non lo permette. E così sono costretti, a restare “clandestini”, e a lavorare in nero.

PER NOI SICUREZZA SIGNIFICA COMBATTERE PERCHÉ NON CI SIANO PIÙ
UN GIORNO DISPARITÀ DI DIRITTI, PERCHÉ QUESTO SISTEMA
BASATO SULLO SFRUTTAMENTO DELL'UOMO SULL'UOMO E SULLA NATURA POSSA UN GIORNO LASCIAR SPAZIO AD UNA SOCIETÀ DI LIBERI E DI UGUALI.>

 
Giovedì 5 giugno alle ore 21.30, assemblea-incontro pubblico su politiche sicuritarie e xenofobia
Giovedì 5 giugno alle ore 21.30, assemblea-incontro pubblico su politiche sicuritarie, xenofobia e retate sui mezzi pubblici. Assalti a campi rom e garanzia di impunità alle formazioni neofasciste.
Un'occasione per discutere e ragionare su come costruire una barriera all'incalzante razzismo della società italiana, che si traduce anche in nuovi pacchetti sicurezza che contribuiscono alla costruzione di un nemico pubblico -l'immigrato- speculando sulla crescente precarietà e insicurezza delle condizioni di vita e di lavoro.
Ne parliamo con:
Marcello Maneri, docente di metodologia e tecniche della ricerca sociale dell'Università di Milano Bicocca, e Saverio Ferrari, dell'Osservatorio democratico sulle nuove destre.>

 
SABATO 14 GIUGNO FESTA POPOLARE

Dalle ore 16

Banchetti di controinformazione di:
-Ambulatorio Medico Popolare
-Associazione Nazionale Nuova Colombia
-Casa editrice Sensibili alle foglie
-Korvetto Rossa ass. per il diritto alla casa famiglie zona Corvetto
-Scuola di italiano per migranti
-Associazione marxista "Politica e classe"
-Associazione culturale Punto rosso


Materiale di controinformazione su:
-Palestina
-Paesi baschi
-Conflitto capitale-lavoro


Libri a prezzi popolari

Concerto di musica popolare con:
LI CANTARI ALLERI
(Fusione dei gruppi Canzoniere dei Transiti e A Sgrasciu)

dalle ore 19 buffet popolare (panini vegetariani, salamelle e falafel) >

 
PER RILANCIARE L’UNITA’ DI CLASSE
I compagni e le compagne del CSA Vittoria aderiscono all'Assemblea nazionale autoconvocata di sabato 21 giugno 2008.
In questa fase crediamo sia prioritario e fondamentale per le organizzazioni e le realtà della sinistra anticapitalista dover lavorare per la costruzione di reti autorganizzate che pongano al centro delle loro riflessioni e delle loro pratiche il conflitto capitale/lavoro.
Siamo convinti altresì che, sulla capacità di contrapporsi alle attuali forme dello sfruttamento di classe ed alla conseguente precarietà della vita e del lavoro, si innesti la possibilità di costruire punti di riferimento politico costanti che possano dare vita, all'interno di una strategia di trasformazione radicale dell'esistente, a forme organizzate di vertenzialità sociale diffusa per tentare di ricomporre, sul terreno dei bisogni e diritti, quell'unità di classe scomposta nei mille rivoli della produzione definita sommariamente come post-fordista.
Questo ci spinge ad essere presenti a questa assemblea e a questo inizio di percorso di compagni/e e di lavoratori/trici con il nostro piccolo bagaglio di analisi e di pratiche.
Come anche saremo ovunque vi sia la possibilità di costruire conflittualità sociale e autorganizzazione diretta, rifuggendo dalle logiche di autorappresentazione e autocelebrazione di sé che troppo spesso hanno implicato la strenua difesa di lotte e/o vertenze parziali per ragioni di bandiera e di sigla, condannando così al fallimento ciò che avrebbe potuto, ove generalizzato, costituire un possibile tassello nella costruzione di un fronte di classe più avanzato.
Senza la certezza assoluta, quindi, di possedere fideisticamente la verità disvelata e la chiarezza inoppugnabile su ogni piccolo passo da fare, ma nel sicuro conforto di una chiave interpretativa della realtà che ancora oggi, a negazione delle varie teorie riformiste emerse dal brodo di cultura del cosiddetto “movimento dei movimenti”, ci parla di una divisione inconciliabile degli interessi tra proletariato e borghesia, del ruolo dell'imperialismo e del valore della resistenza popolare.
Ed è per questo che riteniamo importante costruire spazi di confronto collettivo su analisi e percorsi con momenti di verifica “empirica”, cercando così di ricomporre tutte le forze possibili sul terreno dell’iniziativa di massa per “piantare” un paletto anticapitalista che fermi l’offensiva neoliberista nella chiarezza di una prospettiva non svendibile o rinchiusa in qualche pacchetto elettoralista a sostegno delle fazioni della borghesia più “illuminate” o meno iperliberiste.
Il nostro sforzo è quindi diretto a contribuire all’individuazione dei più o meno sotterranei e parziali percorsi dell'attuale composizione di classe, trasversali comunque all’asse centrale della valorizzazione del capitale, per ricomporli in un’opzione strategica fortemente caratterizzata in senso anticapitalista e comunista.

Date queste premesse metodologiche e per entrare in estrema sintesi nel merito delle questioni sollevate dall'attuale fase, crediamo che la progressiva perdita di centralità della fabbrica quale luogo della produzione massificata, la dispersione territoriale (e produttiva) della classe volta anche alla disgregazione dei legami solidaristici e alla limitazione della conflittualità, l’applicazione pressoché indiscriminata dei contratti atipici e precari che accelerano la tendenza a costituire rapporti di lavoro sempre più individualizzati, determinino una composizione di classe più composita di quella cui siamo stati abituati a riferirci.
La radicale trasformazione della passata organizzazione produttiva fordista e la conseguente tendenziale perdita di centralità del lavoro dipendente a tempo indeterminato comporta infatti la strutturazione di un rinnovato esercito industriale di riserva direttamente inserito all’interno della produzione, costituito da lavoratori precari, estremamente funzionale a un’organizzazione del lavoro che si vuole sempre più leggera e priva di vincoli per affrontare le sfide della concorrenza internazionale senza perdere quote troppo elevate di profitto.
In tale contesto si collocano, tra gli altri, i continui attacchi alla contrattazione collettiva nazionale portati dalle associazioni padronali, sostenuti dall’attuale governo, e con l’avvallo esplicito e criminale di CGIL-CISL-UIL tesi a limitarne la portata di tutela generale anche demandando alla contrattazione decentrata buona parte degli incrementi salariali, nonché la riproposizione delle proposte del prof. Ichino sull’introduzione di forme di flessibilità in uscita e limitazioni all’art. 18 St.lav.

Ribadiamo, quindi, l’assoluta necessità di ricomporre sul terreno di una possibile vertenzialità sociale un fronte di classe che l’organizzazione capitalistica del lavoro ha, nel tempo, modificato e scomposto, delineando obiettivi unificanti per le diverse figure subordinate allo sfruttamento di classe incominciando, a titolo esemplificativo, a praticare lo scontro sul terreno di un sostanziale aumento del livello minimo salariale identico per ogni categoria; un recupero del potere d’acquisto incrementando la quota di salario indiretto con l’abbattimento dei costi per scuola, sanità, servizi e stato sociale; una politica che riaffermi il diritto alla casa con una quota proporzionale al livello minimo salariale…

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Sabato 17 maggio manifestazione antifascista a Verona


purtroppo nella stessa giornata c'è un importante incontro del sindacalismo di base a Milano dove crediamo sia importante esserci per un confronto sulla possibilità di costruire momenti unitari per lo sviluppo del conflitto di classe.
la promessa che facciamo ai compagni e alle compagne di Verona è che faremo il possibile per essere presenti in entrambi gli appuntamenti.

Per leggere il volantino: http://isole.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=81>

 
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI delle COOPERATIVE LEONARDO e JAVA in lotta alla BENNET di ORIGGIO
APPELLO PER L'INIZIATIVA IN SOLIDARIETÀ CON IL PAESE BASCO
LAVORO, TERRITORIO, STATO:
Introduzione

Il lavoro che segue ha l’obiettivo di analizzare, seppur non esaustivamente, le mutazioni in atto in questa fase su temi importanti quali lavoro, territorio e stato.
La chiave interpretativa utilizzata per l’analisi delle tematiche affrontate - e per quelle che solo di riflesso sono state toccate - è contraddistinta da un duplice aspetto di ugual rilevanza: da un lato, l’inevitabile riferimento alle necessità economiche dell’attuale modo di produzione capitalistico e, dall’altro, l’esigenza del mantenimento del controllo repressivo (declinabile anche sul piano culturale, sociale e, quindi, immanentemente politico) nella gestione del conflitto capitale/lavoro e, nel complesso, delle contraddizioni sociali.
La scelta di approfondire gli argomenti summenzionati ha quale fine la verifica, attraverso lo studio teorico e la disamina delle prassi antagoniste (o semplicemente antisistemiche) sinora date e agite, delle cause delle difficoltà in cui oggi versano gran parte delle realtà politiche autorganizzate in un contesto caratterizzato da una crisi economica generalizzata che necessariamente comporta lo sforzo ineludibile di aggiornare i passati paradigmi impiegati per interpretare la fase per poter, così, calibrare gli strumenti da utilizzare per far crescere le lotte e far esplodere le contraddizioni.
Gli stessi apparati di potere, del resto, nel trattare l’attuale crisi si stanno dotando - con continui aggiustamenti – dei necessari impianti giuridici (e non) e stanno perfezionando le proprie capacità per affrontare mutamenti di forme e di intervento in modo sempre più rapido e concreto.
Il difetto di capacità di adattamento e di trasformazione comporterebbe, infatti, per molte istituzioni l’inadeguatezza e l’assenza di peso nella gestione delle dinamiche di controllo sociale e nei conflitti, sia sul fronte interno che su quello esterno.
E’ evidente quindi come i terreni dello scontro di classe siano i medesimi: a titolo puramente esemplificativo, il tema dei migranti. Il lavoratore migrante utile allo sfruttamento intensivo nel lavoro è anche fattore di stimolo per la trasformazione del territorio ed è utilizzato in chiave di conflitto ideologico-culturale (soprattutto nel senso di falsa coscienza) contro i lavoratori nazionali. Da qui la necessità di comprendere il più possibile il fenomeno e cercare di arrivare, al contrario delle aspettative repressive dello stato e dei suoi apparati, alla ricomposizione e ad un avanzamento della classe nello sviluppo del conflitto capitale/lavoro.
E’ la stessa crisi economica che evidenzia l’incompatibilità tra le esigenze del modo di produzione capitalistico e le necessità di soddisfare i bisogni e la conquista di diritti da parte dei lavoratori e degli strati sociali più deboli in genere.
Ciò è ancora più lampante se si osservano le difficoltà nei meccanismi di mercato (non solo borsistici) e i conflitti regionali sempre più intensi.
Le tensioni internazionali, per il controllo economico, politico e militare, sono in continua espansione e le risorse pubbliche, che prima venivano utilizzate per alimentare attraverso un intervento di welfare la domanda interna e mantenere un controllo sociale concendendo diritti, oggi sono utilizzate in tutt’altra direzione.
Occorre quindi riprendere il filo con la consapevolezza che nei vari interventi devono necessariamente essere considerate le tendenze in atto e le nuovi condizioni sociali…

Il documento completo lo trovate qui:
http://isole.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=86
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TRASFORMIAMO LA SOLIDARIETA’ IN CONFLITTO!
La dolorosa morte di Abdul non è affatto casuale né, come si sono affrettati a dichiarare esponenti dei due schieramenti, il tragico epilogo di una rissa da strada o, come affermato dalla magistratura, un semplice omicidio aggravato da “futili motivi”.
La morte di Abdul, come quella di molte altri uomini e donne immigrate che non trovano sempre spazio sui giornali o nella nostra memoria, è frutto del progressivo decadimento della nostra società, della totale degenerazione dei rapporti sociali e della rottura dei vincoli solidaristici, della crescente intolleranza nella città di Milano e in un'Italia avvinta ormai inesorabilmente da politiche securitarie sempre più invasive e razziste.
E' la medesima retorica sicuritaria, oggetto privilegiato dell'ultima campagna elettorale indifferentemente per centrodestra e centrosinistra, in nome della quale è stato schierato l'esercito nei nostri quartieri, vengono prese le impronte ai rom residenti nei nostri comuni, vengono criminalizzate le “schiave del sesso” con la reintroduzione del reato penale di prostituzione e ogni discorso xenofobo viene sdoganato e incluso nel dibattito politico.
Ed è sempre la stessa retorica che, in provincia di Varese, arma il figlio del titolare e uccide un ragazzo egiziano che aveva osato chiedere il proprio salario.
Tutti questi episodi rivelano i nodi che legano la presunta ricerca di sicurezza al mantenimento inalterato degli attuali rapporti sociali e di classe che costituisce il terreno fecondo, data l'estrema frammentazione e il livello di precarietà della vita e del lavoro raggiunto, per chi scientemente crea nemici artefatti e identifica capri espiatori per coprire le enormi ingiustizie sociali e i reali problemi economici e politici nascondendo i veri colpevoli.
L'immigrato, il “negro” (seppur di nazionalità italiana) diventano, quindi, il soggetto ideale da criminalizzare o “utili invasori” da sfruttare per mantenere alti i profitti di un’economia in profonda crisi. In ciò favoriti da una condizione di estrema ricattabilità determinata da politiche migratorie di sostanziale dosaggio centellinato dei diritti di cittadinanza che costringe, di fatto, gli immigrati ad accettare qualsiasi forma di integrazione economica a qualsiasi condizione di lavoro, purché possa offrire qualche prospettiva di inclusione e sia sufficiente, seppur nel breve periodo, ad evitare l’espulsione.
La giusta opposizione alle politiche sicuritarie, la denuncia necessaria di ogni forma di razzismo e xenofobia, l'intolleranza nei confronti dell'aperto recupero dell'ideologia fascista (ricordiamo la recente autorizzazione concessa dal comune di Milano per l'apertura del covo nazifascista di “cuore nero” e l’apologia di fascismo fatta da La Russa, Alemanno e dall’organizzazione giovanile di AN) non possono che rientrare quindi nel più generale alveo della lotta anticapitalista per il superamento degli attuali rapporti di classe.
E' questa la denuncia che intendiamo portare oggi in piazza, politicamente distanti dalla strumentale indignazione di chi tenta sull'antirazzismo improbabili rimonte elettorali, coerenti con i percorsi che quotidianamente pratichiamo sui terreni del conflitto capitale/lavoro, contro le guerre imperialiste e per la solidarietà internazionalista, per fermare l'onnipresente sessismo troppe volte sottovalutato e per un antirazzismo posto in un quadro di assoluta incompatibilità politica, economica, culturale e sociale con gli attuali rapporti di produzione.
Per la costruzione di un movimento antirazzista reale che, partendo dai quartieri e dai singoli luoghi di lavoro, riesca a superare le strumentali divisioni tra lavoratori italiani e stranieri per lottare uniti contro la comune precarietà, insicurezza ed il generalizzato attacco ai diritti.

L’UNICA VERA LOTTA ANTIRAZZISTA E’ IL CONFLITTO DI CLASSE!
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NON VOTARE, LOTTA PER I TUOI DIRITTI



Per vedere tutto il volantino andare nella sezione: Documenti
( http://isole.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=76 )>>

 
ADESIONE AL PRESIDIO SOTTO IL CONSOLATO COLOMBIANO

-Per un'America Latina unita e bolivariana, NO al Plan Colombia e a tutti i piani imperialisti
-Contro le provocazioni del governo colombiano al Venezuela, solidarietà al Presidente Chavez

SABATO 19 GENNAIO ORE 15
MILANO FORO BONAPARTE 12>>>

 
PERCHÉ IL CSA VITTORIA NON SARÀ IN PIAZZA IL 25 APRILE 2008
Ma l'evidenza della sconfitta per la sinistra istituzionale è resa ancor più grave dalla scomparsa
di propri rappresentanti nel parlamento italiano anche se intuibile e prevista da ampie parti di movimento che come noi hanno dato indicazione di astensionismo attivo.
La sinistra istituzionale (oggi Sinistra Arcobaleno), che dagli anni novanta ha partecipato attivamente nei governi di centro sinistra, aveva illuso buona parte della sua base sociale sulla possibilità di condizionare e spostare l'agenda dei lavori del palazzo verso i diritti dei lavoratori o quantomeno su una politica di minima redistribuzione delle ricchezze.
Ma il sostegno incondizionato alle politiche del governo Prodi ha scavato un solco incolmabile:
l'avvallo a quei provvedimenti (in primis il protocollo sul welfare del luglio 2007) che hanno peggiorato le condizioni di vita e i diritti di coloro che doveva rappresentare (senza peraltro nemmeno porre in discussione le norme precarizzanti: una su tutte la legge Biagi che la sinistra istituzionale si era impegnata ad abrogare); il continuo voto a favore del finanziamento delle missioni militari con il conseguente sostegno alle politiche imperialistiche in medio-oriente e la passività sull'allargamento della base Usa di Vicenza che ha fatto ulteriormente perdere credibilità sul fronte dell'opposizione alla guerra; la poco evidente contrapposizione alle pesanti ingerenze della chiesa cattolica sul terreno del diritto all'autodeterminazione delle donne; infine, come ultimo atto esemplificativo di un'involuzione politica, l'abbandono della falce martello come simbolo di emancipazione delle classi sfruttate non potevano che tradursi in questa sconfitta di portata storica.

Non è quindi difficile immaginare come la giornata della liberazione - già da troppo tempo comunque semplice commemorazione di valori e idee relegate in un lontano passato - rappresenti il primo momento di mobilitazione per i pezzi della sinistra istituzionale e del neocentrismo del P.D. che, dopo la batosta elettorale, vorranno caratterizzare il corteo in chiave di semplice antiberlusconismo e di blando e tardivo richiamo all'antifascismo.

Noi, invece, non ci possiamo stare alla santificazione del centro sinistra in versione popolare e antifascista e in questo contesto una nostra partecipazione alla manifestazione istituzionale, anche se con forme e contenuti diversi, ci appare improponibile.

Crediamo di essere di fronte, non ad una sbandata elettorale, ma di doverci misurare con una onda lunga di spostamento a destra nel nostro paese. Spostamento a destra che attraversa oggi, per mancanza di prospettive e di alternative credibili, proprio quei soggetti che soffrono della precarietà della loro vita e dello sfruttamento di classe.
Ma se questo è il presupposto, crediamo di conseguenza che, oggi più che mai, ogni realtà politica, comitato, associazione, sindacato non concertativo e qualsiasi altra aggregazione che si ponga in una traiettoria anticapitalista, si debba assumere la responsabilità di lavorare per la costruzione di un'alternativa di classe per una trasformazione radicale dell'esistente e che questa prospettiva debba evidenziarsi in ogni appuntamento di massa come frutto di una internità a percorsi reali.
Un immaginario di ribellione all'organizzazione capitalistica del lavoro che va coltivato senza passi indietro, sollecitando il confronto e ogni possibilità di pratica e di lavoro collettivo a 360° in un percorso che definisca le tattiche ed i linguaggi di massa in relazione ad una strategia anticapitalista
In una fase difficile come questa crediamo sia responsabilità di tutti dare un segnale di percorsi autonomi e antagonisti, costruendo un immaginario di sostanziale differenza e alternativa da riversare nei territori e nei luoghi della produzione.
In questo 25 aprile, in mancanza di un'evidente alternativa antagonista anche se disomogenea e per certi versi resistenziale come è stato negli anni scorsi, non crediamo ci possa essere una corretta collocazione per una realtà che, come la nostra, ha sempre provato a declinare i valori espressi dalla Resistenza partigiana ed antifascista nel senso di una liberazione dallo sfruttamento di classe e che cerca nella quotidianità delle lotte contro la precarietà e l'imperialismo e nel sostegno concreto alla eroica resistenza dei popoli oppressi, in particolare quella palestinese e basca, di dare loro nuova linfa.

Gli sforzi profusi per cercare di organizzare un momento di piazza esplicitamente alternativo che raccogliesse tutte le sensibilità diverse ma accomunate dalla netta e incondizionata opposizione contro le aggressioni imperialiste in difesa del diritto all'autodeterminazione dei popoli e che comunicasse con le migliaia di persone che quel giorno sfileranno è risultato vano.

Ogni altra legittima alternativa, come lo "spezzone autorganizzato" organizzato da altre realtà e individualità milanesi, ci sembra impraticabile tatticamente nel contesto sopra descritto in quanto, da un lato, rischia di scomparire all'interno del corteo pagando così lo scotto di una scarsa visibilità e dall'altro di auto rappresentare esclusivamente un'identità all'oggi nei fatti debole autoreferenziale che non sceglie, stando in quel corteo, di porsi come alternativa.
Da ciò la nostra decisione di non scendere in piazza in maniera organizzata sottolineando comunque che l'appello all'unità ed al confronto rimane intatto soprattutto in vista dell'appuntamento nazionale del 10 maggio a Torino a sostegno della resistenza del popolo palestinese e per il boicottaggio dello stato sionista d'Israele nel ruolo d'ospite d'onore della Fiera del Libro.

I compagni e le compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria
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GIOVEDI 24 GENNAIO ORE 21.30 PRESENTAZIONE/DIBATTITO
DEL NUOVO LIBRO INCHIESTA:
I DANNATI DEL LAVORO.
VITA E LAVORO DEI MIGRANTI TRA SOSPENSIONE DEL DIRITTO E RAZZISMO CULTURALE

DI: RENATO CURCIO

Questo libro nasce da una ricerca svolta con persone immigrate in Italia e presenta alcune storie di lavoratrici e lavoratori migranti, i quali, loro malgrado, si trovano a fare parte di quelle moltitudini di esclusi che Frantz Fanon a suo tempo definì "i dannati della terra" e che in quest'epoca sono i nuovi "dannati del lavoro" Persone che, dopo aver percorso le impervie vie dell'immigrazione "regolare" o quelle tempestose di chi si affida alle barche, sono giunte fino a noi. E che incontriamo ogni giorno, per strada, al lavoro, a scuola, al bar. Uomini e donne le cui storie ci interrogano, sul nostro modo di accogliere o rifiutare questa grande opportunità che l'immigrazione offre alla società in cui viviamo, dove "nessuno è più straniero oppure siamo tutti stranieri".
Questo lavoro mette in luce le discriminazioni che i migranti subiscono nel mondo del lavoro, i dispositivi del razzismo culturale e quelli delle leggi che regolano il "circuito di Schengen".

Esplorando il dolore espresso o inespresso di chi lascia il suo Paese per sfuggire a guerre e fame o per inseguire il sogno di una nuova e più evoluta umanità, questo libro mette in dubbio le "certezze" che ci vengono quotidianamente propinate sulla nostra "identità europea" e le pigre complicità intellettuali con cui le accogliamo, rischiando di diventare, senza neppure accorgercene, pericolosamente stranieri a noi stessi.

Renato Curcio è ricercatore per la cooperativa Sensibili alle foglie (www.sensibiliallefoglie.it). Su temi complementari al cantiere socianalitico da cui nasce questo libro ha pubblicato, in queste edizioni: nel 2002 L'azienda totale, nel 2003 Il dominio flessibile, nel 2005 Il consumatore lavorato, nel 2006 La trappola etica.
Abdou, Andreia, Carole, Felicité, Jenny, Max sono i partecipanti al cantiere che hanno elaborato la prefazione collettiva a questo libro.

AL CSA VITTORIA Via Friuli ang. Via muratori >>>

 
NON UN PASSO INDIETRO
L'ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA

La Cassazione ha confermato la condanna a 10 mesi ad un nostro compagno per l'allontanamento di militanti di forza nuova da piazzale Loreto il 25 aprile 2001. Dopo l'appello, anche in questo caso, denunciavamo una sentenza tutta politica che si affermava con "l'inversione dell'onere della prova" ma, in sostanza, all'oggi nulla di nuovo. A commento crediamo ci sia solo da sottolineare l'ovvia continuita' politica con le sentenze per l'11 marzo e per Genova, ma troviamo, lo stesso, interessante segnalare questo ulteriore passaggio di allineamento dal punto di vista giuridico al revisionismo storico imperante. Nulla di inaspettato comunque, ma solo uno stimolo in piu' a rafforzarci collettivamente, perchè' l'unica nostra forza sta nella forza dei movimenti, nella sua autonomia dal quadro istituzionale e nella collettiva capacita' di generalizzazione del conflitto.
Non un passo indietro.
I compagni e le compagne del Csa Vittoria
http://indy-lo.ortiche.net/?q=node/2692



 
MARTEDI' 4 DICEMBRE INCONTRO CON ESPONENTE DI BATASUNA
GORA EUSKAL HERRIA

MARTEDI 4 DICEMBRE ORE 21,30 al CSA VITTORIA di Milano
Incontro dibattito con un esponente della commissione internazionale di Batasuna in Europa che interverrà sulla situazione nei paesi baschi dopo l'ondata di arresti dovuta all'accellerazione dei processi repressivi, e sulle prospettive della lotta per l'autodeterminazione e per il socialismo del popolo basco.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare a questo momento di confronto con la sinistra basca

Per info: 025453986


 
SABATO 1 DICEMBRE ORE 15.00 PIAZZA CORDUSIO
PRESIDIO IN PREPARAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE NODALMOLIN

IN PREPARAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE NODALMOLIN A VICENZA FERMIAMO LA NUOVA BASE A VICENZA!

Contro tutte le basi e le missioni militari, senza se e senza ma!
·No alla nuova base di Vicenza, no a tutte le basi italiane o straniere ·Ritiro delle truppe da tutti i fronti di guerra
·No a sacrifici per le spese militari, no a F35 ed Eurofighter a Novara ·Contro tutte le guerre al servizio del capitale, senza se e senza ma!


COORDINAMENTO MILANESE CONTRO LA GUERRA

 

GENOVA 2001 / 2007
Queste sono alcune riflessioni dei compagni e delle compagne del Csa Vittoria sul corteo nazionale di Genova del 17 novembre rivolte all’attenzione di chi in quei giorni c’era ed chi questo sabato scenderà in piazza

Luglio 2001

Centinaia di migliaia di persone hanno sfilato per le vie di Genova per protestare contro un G8 sempre più aggressivo e criminale, grande vetrina di un sistema economico basato sullo sfruttamento di classe e sul saccheggio delle risorse naturali dell’intero pianeta.
Un grosso movimento composto da 1000 anime e dai mille volti, che ha provato a percorrere insieme la strada di una protesta organizzata e multiforme nella logica del rispetto delle differenze.
In quei giorni però successe quello che era prevedibile succedesse : un esercito (18000) di poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e agenti dei gruppi speciali carcerari andarono alla prova di forza contro la massa dei manifestanti provocando centinaia di feriti e assassinando Carlo Giuliani.
Più che il livello d’intensità degli scontri l’aspetto più evidente di quelle giornate fu la sospensione dello stato di diritto e la possibilità per gli apparati repressivi di poter praticare ogni forma di violenza con la garanzia dell’impunità.
Ci fu una regia attenta della repressione della protesta che ha colpito indiscriminatamente ogni espressione del dissenso senza differenza alcuna per le forme di comunicazione o di livelli di autodifesa praticati; in sostanza prove tecniche di regime culminate in un massacro generalizzato e indiscriminato, all’interno del quale brillano, per la particolare atmosfera da dittatura
sudamericana anni ’70, le violenze nella caserma di Bolzaneto e alla scuola Diaz.
Di fronte a questa mattanza c’è stato chi alzato le mani in segno di pace o di resa, chi si è difeso, chi ha attaccato e praticato degli obbiettivi colpendo simboli dello sfruttamento, c’è stato anche chi
ha considerato Genova, fin dall’inizio, un’ottima vetrina mediatica per le proprie opzioni politiche, c’è chi ha prevaricato altri spezzoni, c’è chi l‘ha utilizzata come trampolino di lancio per una
seggiola in parlamento, come c’è chi ha soffiato sul fuoco perché tutto esplodesse per poter dire che lo stato è tout court fascista.
Un grande movimento naturalmente ma ”positivamente” ingenuo ma probabilmente troppo attento a compensare e calmierare scontri e dinamiche politiche interne e purtroppo non in grado di comprendere i livelli che la repressione avrebbe potuto raggiungere.
Un grande movimento comunque espressione di una forte volontà di partecipazione popolare guardato con attenzione da settori del “cattolicesimo avanzato” fino a realtà fortemente connotate in senso comunista e rivoluzionario e spezzoni anarchici.
Un’occasione di movimento popolare, a cui noi abbiamo partecipato all’interno del Network per i diritti globali , che però giudicavamo incapace di raccogliere in termini di prospettiva le spinte per
una trasformazione radicale dell’esistente in quanto nei fatti si determinava come movimento d’opinione sui “malesseri” del capitalismo piuttosto che movimento di classe sintesi politica di pratiche di conflitto sociale sul terreno dei bisogni.
E questo era il limite politico che ovviamente il dopo Genova avrebbe dovuto sancire o superare.
Ma le 2 giornate di Genova sono state cosi pesanti e brutali da andare al di là dell’immaginazione e cosi sono saltati accordi e possibilità di percorsi unitari travolti dall’intensità della repressione: cariche, torture, pestaggi, infiltrazioni, infamità e una campagna di criminalizzazione cosi pressante è piovuta sulle deboli spalle di questo movimento tale da procurare una dissociazione e uno scarica barile miserabile e virulento su presunte responsabilità di questo o di quell’altro blocco, quasi come se qualche “cattivo” all’interno del movimento avesse rotto il bel giocattolino che i “buoni” avevano lavorato per costruire.
Siamo chiari: :a Genova ci sono state probabilmente forzature rispetto al livello che quel movimento nel suo complesso, proprio per questa sua debolezza intrinseca, poteva politicamente reggere, ma
una cosa è la dialettica interna ad un movimento pur nelle sue diversità, un’altra cosa è permettere che la denuncia del livello della repressione raggiunto dagli apparati dello stato potesse venire offuscata da accuse interne o forme equivoche di equidistanza.
Il risultato di questi fattori, e vogliamo ancora sottolineare, all’interno di un quadro di oggettiva debolezza e di spessore politico complessivo che nella sua generalità quel movimento esprimeva, ha fatto si che tutto questo, comunque positivo, processo di aggregazione si squagliasse sotto i colpi di una repressione bestiale.

Oggi 25 compagni e compagne, per cui sono stati richiesti centinaia di anni di carcere, sono però utilizzati come capro espiatorio su cui scaricare i due giorni di repressione e come contrappeso giustificativo all’assassinio di Carlo Giuliani.


Novembre 2007

Sabato 17 novembre torniamo a Genova, quindi, perché crediamo importante rivendicare che quel movimento è stato attaccato così pesantemente perché una partecipazione popolare cosi intensa era pericolosa per una borghesia nazionale cosi bisognosa di recuperare margini di profitto messi in pericolo dallo scontro economico sui mercati internazionali.
Vogliamo tornare a Genova per rivendicare complessivamente tutto quello che quelle giornate del luglio 2001 hanno espresso e per gridare che quei 25 compagni sono parte integrante di quel movimento e che stanno pagando esemplarmente l’esigenza degli apparati repressivi di giustificare il loro operato.
Torniamo a Genova per denunciare come, ancora una volta, la borghesia si sia autoassolta, che nessuno ha pagato per l’assassinio di Carlo, per le torture e la violenza delle squadracce fasciste in divisa che operavano a Bolzaneto, per il sangue calpestato per le strade di Genova, per l’incredibile e bestiale massacro della Diaz.

Inoltre, pensiamo che che per valorizzare l’esperienza di quelle giornate non sia utile ripristinare una memoria generica ed edulcorata di una storia riscritta e stirata da una parte o dall’altra ad uso di differenti opzioni e pratiche politiche, come neanche crediamo che la rivendicazione “dell’estetica della radicalità di piazza” possa essere “la Discriminante ”in base alla quale si possa andare a ricostruire una nuova prospettiva rivoluzionaria.
Saremo a Genova sabato 17 per collocare la denuncia della repressione all’interno di una denuncia più ampia di ciò che la repressione copre e difende e cioè l’organizzazione capitalistica del lavoro.
Per denunciare che la repressione è figlia della precarietà e che la repressione è componente organica dei rapporti economici che regolano e scandiscono la quotidianità della nostra vita, e di come questo sistema economico venga oggi difeso da campagne sicuritarie che ne rappresentano l’arma culturale, la sovrastruttura ideologica, per parlarci di legalità, di rispetto delle regole, per inchiodarci ad un ruolo eterno di subordinazione ad un processo di precarizzazione del lavoro e della nostra vita.
Soffiano sull’insicurezza data da condizioni di precarietà, instillano odio etnico, spaccano una linea di demarcazione tra interessi inconciliabili, ci vogliono convincere che questa è l’unica società possibile.
Ecco questa è per noi la nuova Genova, da cui possiamo uscire vincenti se saremo capaci, con uno sforzo collettivo di ricostruire un immaginario di trasformazione radicale dell’esistente se saremo in grado di ipotizzare una nuova sinistra anticapitalista e anticoncertativa, se mentre parliamo di repressione riusciremo a ricollegare la lotta alla precarizzazione alla denuncia delle mire imperialistiche che disseminano di guerra il mediooriente, di riaffermare che questo movimento parla di contraddizioni reali e che si batte per un mondo di liberi e di eguali incompatibile e inconciliabile con l’esistente.

Questo è il nostro appello per uscire da Genova vincenti, con un allargamento del consenso alla nostra lotta contro la repressione, per rivendicare che i tribunali che decideranno della libertà dei 25 imputati sono per noi solo strumento di violenza,di oppressione e di vendetta di uno stato messo sotto accusa a Genova nel 2001 e con uno sforzo di tutti ancor oggi nel 2007.

i compagni e le compagne del csa Vittoria – Milano











 
SABATO 15 DICEMBRE TUTTI A VICENZA!


PARTECIPIAMO AL CORTEO DI VICENZA, PER UN RILANCIO DEL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA, PER LA CHIUSURA DI TUTTE LE BASI MILITARI , CONTRO L’ASSERVIMENTO DEL GOVERNO PRODI AGLI INTERESSI ECONOMICO/MILITARI DEL GOVERNO IMPERIALISTA U.S.A.
IL COORDINAMENTO MILANESE CONTRO LA GUERRA ORGANIZZA PULLMAN CHE PARTONO DA MILANO, APPUNTAMENTO SABATO ALLE ORE 10 DAVANTI ALLA STAZIONE GARIBALDI
I POSTI SONO LIMITATI, PRENOTATE SUBITO AL:
02/5453986 (DOPO LE 18)
milano.nodalmolin@inbox.com

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INCONTRO DIBATTITO SULLA SITUAZIONE NEI PAESI BASCHI



IL POPOLO BASCO CHIEDE PACE E DEMOCRAZIA

La sinistra indipendentista, in questi ultimi anni, stata il motore della mobilitazione della societ basca per la soluzione negoziata di un conflitto che ha causato vittime e sofferenze. A questa richiesta di democrazia e autodeterminazione, le istituzioni di Madrid e Parigi, nonostante le promesse del governo Zapatero, hanno risposto confermando le politiche repressive, la negazione delle libert civili e politiche di centinaia di migliaia di
persone.

SOSTENIAMO IL DIRITTO ALL'AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO BASCO
Intervengono:
JOSEBA ALVAREZ - responsabile delle relazioni internazionali di Batasuna

GIOVANNI GIACOPUZZI - giornalista e scrittore

MARCO SANTOPADRE - Radio Citt Aperta


Abbiamo pubblicato un articolo di Marco Santopadre sulla situazione politica nei paesi baschi, lo trovate all'indirizzo:
http://www.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=62>>

 
MERCOLEDI 28 FEBBRAIO ORE 21,00 AL CENTRO SOCIALE VITTORIA


UNA VITA DALLA PARTE DEI PALESTINESI

UN MILITANTE PRESTATO AL GIORNALISMO
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UNA VITA DALLA PARTE DEI PALESTINESI
UN MILITANTE PRESTATO AL GIORNALISMO

Scrivere, viaggiare, progettare dalla parte dei senza voce. Stefano Chiarini stato per l'intera sua vita l'eco della lotta di un popolo affamato, perseguitato e massacrato dal sionismo e dalla colpevole complicit degli stati occidentali.
Il mantenere vivi nella memoria il massacro di Sabra e Chatila e il quotidiano resistere dei palestinesi stato l'obiettivo di un giornalista militante e controcorrente attraverso progetti come
l'Associazione "Per non dimenticare Sabra e Chatila" e i suoi innumerevoli articoli e reportage di guerra pubblicati sul "il manifesto", "Rinascita" e diffusi sulle radio di movimento.
Stefano era un sicuro punto di riferimento per chi volesse conoscere la realt del mondo mediorientale, i conflitti che ancora oggi lo devastano e le colpe delle potenze mondiali che distruggono una regione per motivi di interesse economico (petrolio e vie di comunicazione) e di controllo geopolitico- militare.
Ricordare Stefano Chiarini principalmente ricordare il suo impegno e il contenuto dei suoi interventi. In tal senso il 28 febbraio sar costruita una serata con la raccolta dei suoi testi, dei suoi video e dei suoi scritti insieme a chi ha collaborato con lui nei vari momenti del suo lavoro e della
sua militanza.

MERCOLEDI 28 FEBBRAIO ORE 21,30 AL CENTRO SOCIALE VITTORIA
SERATA TRIBUTO A STEFANO CHIARINI CON
- SERGIO CARARO DEL FORUM PALESTINA,
- MICHELA SECHI DI RADIO POPOLARE,
- GERALDINA COLOTTI DEL MANIFESTO DI ROMA
E TANTI ALTRI CHE INTERVERRANNO PER CONTINUARE LA SUA OPPOSIZIONE RADICALE ALLE GUERRE IMPERIALISTE A FIANCO DEI POPOLI IN LOTTA.

INFO ECN.ORG/VITTORIA - tel025453986
vittoria@ecn.org
>>

 

9 GIUGNO UNA SCADENZA O UN PUNTO DI PARTENZA
Il 9 giugno un enorme corteo di decine di migliaia di persone ha sfilato a Roma per protestare contro larrivo del terrorista Bush, gradito ospite del pacifista Prodi.
Un importante successo, che tutti noi abbiamo contribuito a determinare, per il numero elevatissimo di partecipanti caratterizzato anche da una forte intensit e coinvolgimento.
Un grande movimento che si schierato inequivocabilmente contro le criminali aggressioni imperialiste dellamministrazione USA e le politiche belliciste del governo Prodi e che, in rottura con larea istituzionale, non ha accettato compromessi sui contenuti e ha affermato un proprio percorso autonomo contro la guerra e contro limperialismo statunitense ed europeo.
La scommessa da vincere ora quella di trasformare questa enorme sensibilit che si espressa contro la barbarie della guerra a livello nazionale, in una coerente coscienza antimperialista che sappia radicarsi diffusamente a livello locale con una continuit di percorsi nei nostri territori.
Come compagni e compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria ci siamo approcciati a questa giornata provando, gi nella fase preparatoria del corteo nazionale, a delineare momenti di analisi collettiva ed elementi di possibile condivisione di percorsi nella nostra citt.
Crediamo che le scadenze siano e rimangano purtroppo tali, se non si riesce ad esprimere unintelligenza collettiva che metta insieme forza, sensibilit e pratiche anche differenti.
Senza questi presupposti le scadenze si riducono esclusivamente ad eventi che, in quanto tali, assumono il ruolo di vetrina dove dare velleitariamente mostra di protagonismi e pseudo-egemonismi vari, finalizzati a cercare di coprire vuoti e carenze politiche strutturali nel quotidiano e che invece producono spettacolarizzazioni mediatiche che, una volta consumate, non hanno nessuna ricaduta positiva nella realizzazione di una continuit politica allinterno di percorsi di massa.
Ed questo il nodo da sciogliere, al di l del giudizio grandemente positivo sulla giornata e, cio, la comprensione collettiva dei nuovi scenari che si aprono, per la disillusione che larghi settori del movimento contro la guerra oggi provano per le scelte guerrafondaie e belliciste del governo Prodi, ed oggettivamente la necessit di una ripresa forte di un movimento coerentemente antimperialista da contrapporre ai nuovi venti di guerra che arrivano dal medio oriente.
Lappello che facciamo a tutte le realt milanesi che non si disperda quel pezzo di percorso comune che ci ha portato tutti/e fino a Roma e che a settembre ci dovr portare ancora tutti/e a Vicenza per contrapporci, senza alcuna incertezza, allallargamento della base USA, con la consapevolezza di un forte protagonismo popolare.
Pensiamo infatti che si possa e si debba costruire oggi a Milano unintelligenza collettiva che, nelle differenze, faccia per compiere un salto di qualit al movimento contro la guerra con continuit, determinazione, analisi e percorsi condivisi.
Per questo salto di qualit non ci possono essere scorciatoie.
Pensiamo infatti che lesigenza di un confronto a tutto campo sulle ricadute delle guerre imperialiste sulle condizioni di vita di milioni di lavoratori e precari nel nostro paese sia da far sedimentare in tutte le nostre situazioni; riteniamo che, a partire dalle riflessioni che noi tutti stiamo facendo sul 9 giugno, si possa e si debba lanciare un forte messaggio di partecipazione a tutti i singoli che approvano e appoggiano le nostre iniziative, cominciando a ragionare, fin da ora, su una possibile assemblea metropolitana a settembre, per farci uscire dalla marginalit e per rafforzare lopzione di un forte movimento autorganizzato e coerentemente anticapitalista che lavori per una trasformazione radicale dellesistente.


I compagni e le compagne del Centro Sociale Autogestito Vittoria.
Milano 12.06.07
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9 giugno tutti in piazza a Roma contro la visita del terrorista Bush


Il CSA Vittoria aderisce allappello nazionale per il corteo del 9 giugno a Roma:

Il 9 giugno Bush arriva a Roma per dettare le sue condizioni agli alleati per continuare la guerra. Il governo di centro sinistra dimostra che, al di l della schermaglie verbali, pronto ad assumere nuovi incarichi al fianco dellalleato statunitense: gi nelle ultime settimane Prodi ha assicurato rinforzi in Afghanistan con ulteriori armamenti e con lulteriore invio di soldati.

Daltronde la politica internazionale e militare dellattuale governo in linea di parziale continuit con il precedente governo di centro destra confermando la presenza nelle guerre e in territori di occupazione.
Basta ricordare che lItalia ha preso il comando della missione ONU in Libano occupando il territorio al confine di Israele per creare un cuscinetto di difesa per lalleato sionista e confermare la politica di intervento in medio oriente in linea con la politica del governo Usa.
Lunico elemento di discontinuit con il governo Berlusconi la volont di racimolare un pezzo di torta maggiore nella spartizione del controllo delle risorse in medio oriente e acquisire un maggiore spazio nel panorama internazionale senza tra laltro mettere in discussione i meccanismi di alleanza e di subalternit con il governo Bush.
A conferma di tale impegno il governo di centro sinistra nelle ultime finanziarie e manovre economiche ha aumentato a dismisura le spese militari tagliando gli investimenti nel sociale (scuola, sanit,..) e aumentando la precariet.

A fronte del progressivo aumento delle attivit belliche delle potenze occidentali, i popoli del medio oriente resistono per la propria autodeterminazione impedendo che i propri territori siano rapinati. In particolare vogliamo sottolineare che nonostante gli ipocriti appelli alla pace della comunit internazionale, prosegue lembargo allautorit palestinese che mira a creare divisioni e conflitti interni, e continuano le aggressioni di Israele e la sua politica di apartheid contro il popolo palestinese.

TUTTI IN PIAZZA IL 9 GIUGNO A ROMA!

CONTRO LA POLITICA IMPERIALISTA STATUNITENSE E DEI SUOI ALLEATI
PER IL RITIRO DI TUTTE LE TRUPPE E LA CHIUSURA DI TUTTE LE BASI
CONTRO LA FINANZIARIA DI GUERRA
AL FIANCO DELLA RESISTENZA DEI POPOLI IN LOTTA PER LA LORO AUTODETERMINAZIONE.

i compagni e le compagne del CSA Vittoria >>>>>>>

 

MARTEDI CINEMA
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PANTHER di Mario Van Peebles 1995
Il film racconta la nascita del movimento delle Pantere Nere, nate in America per la difesa e lautodeterminazione degli afro-americani. Questo film stato boicottato negli USA e anche in Italia non mai uscito nelle sale.

6 FEBBRAIO
LAMERIKANO di Costa Gavras - 1972
Il film basato sulla storia vera di A. Mutrione, agente della CIA, sequestrato dai Tupamaros in Uruguay nel 1970 per denunciare le sue responsabilit nel golpe che port al potere la sanguinaria Giunta Militare.

13 FEBBRAIO
OGRO di Gillo Pontecorvo 1979
Il film la cronaca dello spettacolare attentato compiuto dallETA nel 1973 a Madrid contro il generale fascista Carrero Blanco delfino del dittatore Francisco Franco.

LE PROIEZIONI INIZIERANNO ALLE ORE 22. INGRESSO GRATUITO

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INIZIATIVE IN PREPARAZIONE DEL CORTEO NAZIONALE

Il governo Prodi, sulle orme del governo Berlusconi, ha concesso il nullaosta al raddoppio della base USA a Vicenza, incorporando laeroporto Dal Molin.
Contemporaneamente ha rinnovato il finanziamento della spedizione militare in Afghanistan.
La decisione del governo d il via libera alla costruzione di quella che sar la seconda base militare dEuropa.
Devastando unarea verde prossima al centro storico cittadino, ora sar possibile riunire a Vicenza la 173^ brigata aviotrasportata USA, che attualmente stanziata in diverse basi in Germania, per facilitare il suo impiego in teatri di guerra come il Medio Oriente, lAsia centrale o lAfrica.
Queste nuove strutture andranno ad aggiungersi alle tante basi militari che fanno dellItalia unenorme caserma per le missioni allestero (bombardamenti, incursioni, occupazioni) come quelle in corso in Libano, in Iraq, in Afghanistan e, domani, in Iran.
A prescindere, dunque, dal colore del governo in carica e dalle dichiarazioni altisonanti degli esponenti della cosiddetta sinistra radicale di governo, lItalia conferma il proprio interventismo militare e la propria disponibilit a partecipare ad operazioni di guerra fornendo sia truppe ed armi, sia basi e supporto logistico.
Per questo il governo passato sopra la volont delle migliaia di cittadini di Vicenza che in tutti i modi hanno manifestato la propria contrariet al progetto del raddoppio della base, fino ad arrivare allazione diretta occupando i binari della stazione locale la notte del 16 gennaio e bruciando pubblicamente i propri certificati elettorali.
Per questo il governo regala ogni anno alle basi militari Usa in Italia il 37% dei loro costi operativi (centinaia di milioni di euro), per questo aumenta le spese militari portandole in finanziaria a oltre 21 miliardi di euro, mentre sviluppa politiche antisociali che penalizzano pensioni, sanit, scuola.
Il Coordinamento milanese contro la guerra nato per contrastare la politica bellicista del governo, confermata con il voto della compagine governativa alla missione in Afghanistan e in Libano, e per rispondere allo sbandamento di parte del movimento pacifista che ha appoggiato la missione ONU in Libano.
Il Coordinamento si schiera apertamente dalla parte della cittadinanza vicentina che si sta mobilitando contro la base USA, rompendo le proprie illusioni verso tutti i partiti, anche quelli di governo.
Il Coordinamento impegnato a promuovere iniziative contro le presenze militari sul territorio.
Nei prossimi giorni invitiamo tutti a partecipare:
Sabato 10 FEBBRAIO, ore 15:30 PRESIDIO di controinformazione a Milano, in Largo Cairoli.
Mercoled 14 FEBBRAIO, ore 15:30: ASSEMBLEA-INCONTRO allUniversit Statale, via Festa del Perdono 6, con esponenti dellassemblea permanente di Vicenza No Dal Molin
Mercoled 14 FEBBRAIO, ore 21:00: ASSEMBLEA-INCONTRO presso il Csa Vittoria, Via Muratori ang. Friuli con esponenti dellassemblea permanente di Vicenza No Dal Molin.
SABATO 17 FEBBRAIO, ore 14:00: TUTTI A VICENZA
alla manifestazione nazionale per dire:
No alla nuova base americana a Vicenza
Ritiro delle truppe da tutti i teatri di guerra
Al fianco dei popoli che lottano contro loccupazione
Tagliamo le spese militari, non le pensioni, la sanit o la scuola.
Per prenotare il treno: 346 69 70 624, dopo le 18: 02 54 53 986, trenonodalmolin_milano@yahoo.it>>>
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Dagli eccidi del colonialismo fascista allera delle guerre umanitarie continua il mito assolutorio degli italiani brava gente

No al rifinanziamento alle missioni di guerra!
No allaggressione imperialista dei popoli del medioriente!
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Questa iniziativa rifugge assolutamente la logica di una pietistica commemorazione delle vittime dellolocausto, che ricordiamo essere state non solo ebrei ma prima ancora comunisti, partigiani di ogni corrente ideologica, soldati, zingari, omosessuali e ogni altro essere umano che non si conformasse al sogno della razza ariana o si opponesse al fascismo.
Ma soprattutto vuole far emergere, indicandoli con chiarezza, sia i presupposti politici, sia i responsabili di questi crimini hanno compiuto. In particolare vogliamo far uscire dal silenzio del revisionismo storico i crimini del colonialismo e della politica occupazionale italiana nei territori invasi dalla II guerra mondiale, il salvataggio dei criminali di guerra italiani e le connesse vicende dellarmadio della vergogna.
Verr presentato il libro/dossier crimini di guerra curato da Luigi Borgomaneri dellISEC, conosciutissimo storico antifascista che, insieme ad un gruppo di qualificati ricercatori, ha analizzato le culture politiche, i ruoli delle istituzioni e del mondo mediatico.
Proveremo anche ad offrire un approfondimento di quella che accomuna - ed purtroppo una costante di - tutte le occupazioni militari e cio la violenza sulle donne, gli stupri e la prostituzione.
Quello che ne esce una spietata analisi della rimozione di scelte e comportamenti vergognosi e la nascita dellimmagine autoconsolatoria e autoassolutoria condensata nel mito degli italiani brava gente in cui confluisce la rappresentazione degli italiani vittime innocenti della guerra e dellalleanza con i nazisti.
Questo mito, che stato tramandato fino ai giorni nostri, strettamente relazionato a questa fase di guerra imperialista con la scusa della lotta al terrorismo, ed rimasto il presupposto ideologico, ancora una volta assolutorio, che ha accompagnato e giustifica ancor oggi gli interventi militari in Serbia, Afghanistan, Iraq e Libano definendoli di volta in volta missioni di pace o guerre umanitarie.

Su questi temi proponiamo una serata di approfondimento che crediamo essere di stringente attualit.

Di una tragica attualit per il fatto che continua sistematicamente il genocidio del popolo palestinese, il cui il diritto allautodeterminazione sempre pi negato dal governo sionista Olmert, mentre dallo stesso Libano, uscito devastato dallaggressione sionista israeliana, arrivano chiari segnali di ingerenze e pressioni per linsorgere di una nuova guerra civile; e diventa ancor pi di pressante attualit nel momento in cui la tendenza allallargamento del conflitto mediorientale allIran e alla Siria chiaramente indicata dalle nuove strategie indicate dal governo Bush, e soprattutto nel momento in cui il governo italiano, dopo lapprovazione di una finanziaria che aumenta i fondi destinati a nuovi armamenti e alle spese militari, si appresta a discutere del rifinanziamento alle missioni militari allestero come appoggio alle politiche imperialiste USA e di sostegno a quelle sioniste israeliane.
Gioved 25 GENNAIO dalle ORE 21,00 al Centro Sociale Vittoria
Proiezione di un breve spezzone del film Fascist Legacy
Intervengono:
il prof. Luigi Borgomaneri storico antifascista dellISEC, Matteo Dominioni delluniversit di Torino,
Nicoletta Poidimani ricercatrice, Fabio De Ponte giornalista che ha seguito le ricerche del gruppo di scienziati sulle nuove armi.

Sar esposta una mostra fotografica sugli eccidi compiuti durante loccupazione coloniale fascista.
Saranno disponibili sul banchetto di controinformazione copie di dvd con la raccolta completa delle inchieste di RAI NEWS 24 sulle nuove armi, sulla battaglia dei ponti di Bagdad eccoltre che copie dei film
FASCIST LEGACY di Ken Kirby (1989) prodotto e trasmesso dalla BBC che parla della "eredit fascista" dei crimini di guerra commessi dagli italiani nei Balcani ed in Africa nel corso della II Guerra Mondiale.
LION OF THE DESERT di Mustafa Akkad (1981) La vita e la lotta delleroe della resistenza Omar al Mukhtar.
Ambientato tra il 1931 e il 1933, durante l'occupazione italiana della Libia, racconta la resistenza che i partigiani (libici) opposero all'esercito invasore (italiano)
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Sciopero generale e generalizzato

Questo sciopero è contro il Protocollo del 23 luglio concertato tra governo sindacati e confindustria su precarietà e welfare, che rappresenta un segnale di continuità neoliberista nelle politiche economiche antipopolari del governo Berlusconi.
Questo accordo è un ulteriore passaggio in avanti nel processo di precarizzazione e d’impoverimento dei lavoratori nel nostro paese, segnato da una privatizzazione progressiva del sistema pensionistico e dello stato sociale e da una dilatazione temporale della possibilità d’assunzione con contratti precari.
Il 9 novembre diventa quindi una data importante per uno sciopero generale che deve diventare generalizzato provando ad estendersi a tutte le nuove forme del lavoro precario e agli studenti.

Come compagni e compagne del Csa Vittoria abbiamo lavorato perché questo processo unitario di convocazione dello sciopero generalizzato fosse a Milano il più trasversale possibile dando vita, insieme a molte altre realtà sindacali e politiche, alla Rete milanese contro la Precarietà.
Crediamo infatti che questa giornata di sciopero sia solo un passaggio, benché importante, di un percorso di confronto e di pratica collettiva per verificare la possibilità di un rilancio di una nuova sinistra anticapitalista e anticoncertativa nell’area metropolitana milanese.

Una rete dell’autorganizzazione sociale e sindacale che sia in grado di intercettare i protagonisti dei nuovi lavori ponendole a confronto e in relazione con le tradizionali figure del lavoro a tempo indeterminato.
Il senso di questa rete è provare a ricomporre sul piano dei diritti quello che il capitalismo ha scomposto nei rivoli della produzione e con le mille particolarità che l’organizzazione capitalistica del lavoro ha prodotto e continua a produrre.
L’intento è quello, partendo dalla materialità dei bisogni, di ragionare collettivamente su forme di vertenzialità sociale allargata in grado di unire il diritto al salario con la gratuità dei servizi sociali, la difesa del posto di lavoro con la lotta alla precarizzazione, la lotta alla privatizzazione del welfare con l’abolizione della legge 30, la difesa dei contratti nazionali con il diritto ad una scuola pubblica laica accessibile a tutti e la libera circolazione delle persone, in quanto elementi diversi di uno sfruttamento di classe da tutti indifferentemente subito, operaio/a metalmeccanico, studente, lavoratore di un call center o di una cooperativa di facchinaggio, pensionato/a, impiegato/a, badante o insegnante ecc…
La precarietà è diventata l’orologio che scandisce la quotidianità dei rapporti economici e sociali per le classi subordinate ed è la nuova frontiera per un capitalismo assettato di profitto che vede in questa vecchia/nuova forma dello sfruttamento la possibilità di riprodurre la propria esistenza.
Inceppare i meccanismi di riproduzione della precarietà vuol dire cominciare a mettere i bastoni tra le ruote di quel grande meccanismo dai supporti di argilla che è il capitalismo.
Questo significa aver la capacità di collocare ogni possibile forma di vertenzialità sociale all’interno di un percorso di lotta più complessiva che abbia come obiettivo l’organizzazione capitalistica del lavoro superando così le logiche corporativistiche che troppo spesso hanno frammentato e caratterizzato negativamente il conflitto sociale negli ultimi anni.
Da ciò la consapevolezza, per tutte le realtà che vorranno misurarsi su questo percorso, di un’oggettiva opportunità politica da saper cogliere, confrontando pratiche e percorsi di lotta e di comunicazione differenti, per ridefinire collettivamente questo progetto di rilancio del conflitto e di ricomposizione sociale all’interno di una strategia anticapitalista.

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GIOVEDI' 4 OTTOBRE 2007 ORE 21.30


A tal fine abbiamo scelto, quale punto di partenza, di presentare il libro �La Guardia Rossa racconta� (ed. Colibr�) sulla storia del comitato operaio della Magneti Marelli di Crescenzago (negli anni settanta) quale esempio di lotta sindacale anche radicale che ha saputo, da un lato, imporre al padrone le istanze di classe di cui era portatore sganciandosi completamente e in aperto conflitto con l�azione riformista del sindacalismo confederale e, dall�altro, �uscire� dalla fabbrica interpretando i bisogni degli strati proletari del proprio territorio elaborando e praticando una piattaforma di rivendicazioni sociali e politiche (autoriduzioni, occupazioni di case,�) da condividere politicamente con le analoghe esperienze di altri quartieri e fabbriche per il superamento della settorialit� e della vertenzialit�.

Questa non vuole essere per� solo un�operazione di comprensione di un determinato periodo del conflitto di classe in Italia o di semplice memorialistica, ma anche una riflessione su come, dal racconto dello sviluppo e dell�epilogo nei primi anni �80 di un�incisiva esperienza di lotta contro lo sfruttamento, sia possibile trarre elementi analitici utili per comprendere la fase attuale nonch� strumenti politici e di lotta che, opportunamente aggiornati, possano ancor oggi essere impiegati, in una prospettiva anticapitalista, per affrontare l�insanabile contraddizione capitale/lavoro.

Parteciperanno:
- EMILIO MENTASTI, autore del libro "La Guardia Rossa racconta. Storia del Comitato operaio della Magneti Marelli" ed. Colibr�.
- MICHELE MICHELINO del "Comitato per la difesa della Salute nei luoghi di lavoro e nel territorio" di S.S. Giovanni ed ex operaio Breda Fucine
- ex operai del �Comitato Operaio della Magneti Marelli� di Crescenzago

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Da Viale Romagna si raggiunge Piazzale Loreto lungo il rettilineo fino in Via Porpora e si svolta a sinistra.
Dappertutto cordoni di repubblichini: militi dietro militi, sempre pi� fitti, sempre pi� lugubri.
In piazzale Loreto una folla sconvolta e sbigottita.
Si respira ancora l�odore acre della polvere da sparo.
I corpi massacrati sono quasi irriconoscibili.
I briganti neri, pallidi, nervosi, torturano il fucile mitragliatore ancora caldo, parlano ad alta voce, eccitatissimi per ave sparato l�intero caricatore.
Sbarbatelli feroci, vicino a delinquenti della vecchia guardia avvezzi al sangue ed ai massacri, ostentano un atteggiamento di sfida volgendo le spalle alle vittime, il ceffo alla folla.
Ad un tratto irrompe un plotone di repubblichini, facendosi largo a spinte e a corpi di calcio di fucile e andando a schierarsi vicino ai caduti.
�Via via, circolate� urlano.
Spontaneamente il popolo � accorso verso i suoi morti.
Ora la folla, ricacciata, viene premuta tra i cordoni dei fascisti.
Urla di donne, fischi, imprecazioni.
�La pagheranno!�.
I repubblichini, impauriti, puntano i mitra sulla folla.
Dall�angolo della piazza scorgo lo schieramento fascista accanto ai nostri morti. Potrei sparare agevolmente se i fascisti aprissero il fuoco.
In quel momento, fendendo la calca si fa largo una donna: Avanza tranquilla, tenendo alto un mazzo di fiori; raggiunge le prime file, vicino al cordone dei repubblichini, come non vedesse le facce livide e sbigottite degli assassini; percorre adagio gli ultimi passi.
Scorgo da lontano quella scena incredibile, un volto mite incorniciato da capelli bianchi, un mazzo di fiori che sfila davanti alle canne agitate dei fucili mitragliatori.
I fascisti rimangono annichiliti da quella sfida inerme, dall�improvviso silenzio della folla. La donna si china, depone i fiori, poi si lascia inghiottire dalla folla.
Comincia cos� un corteo muto nato come da un improvviso accordo senza parole.
Altre donne giungono con altri fiori passando davanti ai militi per deporli vicino ai caduti.
Chi ha le mani vuote si ferma un attimo vicino alle salme martoriate.
Per ogni mazzo di fiori ci sono cento persone che sostano riverenti.
Si odono distintamente i rumori attutiti dei passi e si colgono i timbri alti delle voci.
Accanto a me uno bisbiglia: � Vede quello a sinistra? Tentava di scappare. Appena era sceso dal camion si era diretto di corsa verso una via laterale.
Credevamo che ce l�avrebbe fatta.
Era gi� lontano.
L�hanno riportato indietro che zoppicava, ferito ad una gamba. L�hanno spinto accanto agli altri, gi� schierati in attesa�.
L�ultimo volto che vedo abbandonando la piazza � quello di un repubblichino, che ride istericamente.
Quel riso indica l�infinita distanza che ci separa.
Siamo gente di un pianeta diverso. Anche noi combattiamo una dura lotta in cui si da e si riceve la morte. Ma ne sentiamo tutto l�umano dolore, l�angosciosa necessit�. In noi non �, non ci pu� essere nulla di simile a quello sguardo, a quella irrisione di fronte alla morte.
Loro ridono.
Hanno appena ucciso 15 uomini e si sentono allegri.
Contro quel riso osceno noi combattiamo. Esso taglia nettamente il mondo: da una lato la barbarie, dall�altro la civilt�. I cordoni dei repubblichini sono sempre fitti. Ad ogni passaggio, ad ogni posto di blocco mi imbatto nella loro insolenza, nella loro spavalda vigliaccheria: mitra ostentati, bombe a mano al cinturone, facce feroci, lugubri camicie nere, ancora una volta, come in Spagna di fronte alla spietata ferocia degli ufficiai nazisti si rivelano i due mondi in antitesi, i due modi opposti di percepire la vita.
Noi abbiamo scelto di vivere liberi, gli altri di uccidere, di opprimere, costringendoci a nostra volta ad accettare la guerra, a sparare e ad uccidere.
Siamo costretti a combattere senza uniforme, a nasconderci, a colpire di sorpresa. Preferiremmo combattere con le nostre bandiere spiegate, felici di conoscere il vero nome del nostro compagno che sta al nostro fianco. La scelta non dipende da noi, ma dal nemico che espone i corpi degli uccisi e definisce l�assassinio �un esempio�.
La belva oramai incalzata da ogni parte si difende con il terrore. Mi rifugio in casa. Mi raggiunge nel pomeriggio una staffetta. I repubblichini hanno sparato in aria per allontanare la folla davanti ai caduti.
Il giorno successivo alla Vanzetti, alla Graziosi, alle Trafilerie, alla Moto Meccanica, alla O.M., ecc.., gli operai abbandonano il lavoro in segno di protesta; alla Pirelli le maestranze si riuniscono in silenzio. Ora tocca a noi.
Nella medesima notte prepariamo 8 bombe ad alto potenziale. Il tecnico, abituato ad un lavoro di precisione, esprime le sue preoccupazioni, ma si piega alle necessit�. Il giorno dopo, all�alba , io, Narva e Sandra ci troviamo nella chiesa di Via Copernico per la consegna dell�esplosivo. Il parroco si aggiunge a celebrare la prima messa, avanzando silenziosamente dalla sacrestia.
Nella chiesa, deserta, regna un silenzio profondo, una pace incredibile.
Arriva il tecnico con le borse. Il prete assiste alle consegne, immobile fra i chierichetti.
Comprende? Non so.
Usciamo. Accompagno le ragazze all�appuntamento con Conti e Giuseppe, per l�ultimo scambio delle borse.
�Vi protegger� le spalle�, dico, �calma e sangue freddo, non ci sar� nessuna sorpresa.�
I due gappisti con la calma e la sicurezza di professionisti, depositano le bombe, si eclissano in una viuzza scambiandosi un rapido cenno di saluto.
Una, due, tre esplosioni scuotono l�aria, infrangono i vetri.
Il ritrovo ufficiale del comando tedesco � devastato come un campo di battaglia.
Abbiamo disposto le cariche in modo che gli esplosivi deflagrassero prima sulle finestre e successivamente all�uscita del Circolo. Il Feldmaresciallo Kesserling invita le forze dipendenti ad agire con maggiore energia nei confronti dei sabotatori da impiccarsi sulle pubbliche piazze; il comandante della piazza di Milano anticipa il coprifuoco alle 22.00. Il nemico si rende conto che l�arma del terrore gli si ritorce contro.
Dobbiamo insistere.
Azzimi e Borsetti attaccano il comando repubblichino nella sede dove convergono i lavoratori italiani da inviare il 14 in Germania.
Il mattino del 14 agosto un alto ufficiale tedesco e due subalterni mentre discutono in un ufficio del Palazzo di Giustizia vengono uccisi con una �Sipe�, lanciata da una finestra.
Nei corridoi, tedeschi e fascisti fuggono in preda al panico. Il coprifuoco non si ferma: il 16 agosto ancora Azzini e Borsetti giustiziano uno squadrista, ufficiale della milizia e delatore di partigiani e, due giorni dopo, un�altra squadra abbatte un ufficiale delle SS a Porta Volta.

�La pagheranno!!!�, era la parola d�ordine del popolo e la nostra.




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Il governo Zapatero chiude le frontiere ai rappresentanti del popolo basco.
La Prima Sezione dell'Audiencia Nacional diretta dalla giudice Angela Murillo, ha negato il permesso di lasciare il suolo spagnolo all'avvocato Julen Arzuaga e al rappresentante del movimento ecologista e della sinistra indipendentista Alberto Frias.
Di solito l'AN (con qualche eccezione) non ha vietato viaggi a processati nell'ambito di conferenze internazionali o giri di assemblea, ma questa volta il tribunale ha giustificato il rifiuto per l'imminenza della pubblicazione della sentenza.
Evidentemente lo Stato Spagnolo non vede di buon occhio la possibilit� che le forze politiche e sociali perseguitate dal teorema alla base del Maxiprocesso possano esprimere il proprio punto di vista in ambito internazionale ed ottenere cos� solidariet� politica.
La strategia del governo Aznar prima e Zapatero oggi, � quello di sfiancare con la repressione un movimento con radici e convinzioni radicatissime in tutto il popolo basco.
L�ultimo atto � stata infatti la messa fuori legge delle liste elettorali indipendentiste proprio per la paura che un cosi forte consenso di massa potesse trasformarsi in un ampio controllo delle istituzioni locali.
Mentre il governo Zapatero comunica ufficialmente la volont� di aprire tavoli per le trattative, in realt� continua la repressione e la volont� di fare piazza pulita di ogni espressione organizzata del dissenso popolare.
Ma la lotta per l��autodeterminazione del popolo basco ha un respiro cosi ampio da poter resistere sempre e comunque un giorno di pi� di ogni governo.
L�incontro � solo rinviato a novembre per valutare la sentenza del processo che uscir� a giorni.

Solidariet� al popolo basco

I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria
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AFFONDIAMO IL REFERENDUM DELL�8/10 OTTOBRE SULL�ACCORDO DEL 23 LUGLIO 2007!

L�accordo, sulla previdenza, prevede:
- a fronte di un blando incremento delle pensioni sociali (che riguarder� solo il 15% degli attuali pensionati), a decorrere dal 2010 � prevista la riduzione dei coefficienti utilizzati per il calcolo delle pensioni. Il livello di trattamento previdenziale risulter� ancor pi� basso, quindi, di quello seguito alla riforma Dini del 1995 che ha sostituito il sistema retributivo con quello contributivo per quantificare il valore della pensione da erogare (il calcolo avviene quindi non sulla base della retribuzione percepita, ma sui contributi versati nel corso della propria vita lavorativa);
- l�introduzione del sistema delle quote (somma dell�et� anagrafica e dei contributi versati all�Inps) e il progressivo innalzamento dell�et� minima per andare in pensione (60 anni dal 2011, 61 anni dal 2013) che addirittura risulter� essere peggiorativo di quanto previsto sul punto dalla riforma Maroni;
- parziale esclusione, dagli effetti della riforma, degli addetti ad attivit� usuranti (considerando tali solo 5.000 lavoratori l�anno) per i quali �, comunque, previsto l�innalzamento dell�et� pensionabile (seppur limitato).

Sul fronte del mercato del lavoro, invece, il testo dell�accordo non prevede nessuna misura concreta per combattere il costante aumento della precariet� diffusa e l�estrema parcellizzazione dell�attuale organizzazione del lavoro.
La parte del protocollo che riguarda gli ammortizzatori sociali � totalmente ininfluente rispetto all�esigenza di interventi a sostegno del reddito. La riforma prevede esclusivamente un�indennit� di disoccupazione pi� sostanziosa e un accesso facilitato al credito per i lavoratori atipici, contribuendo cos� a confermare anche ideologicamente quale dato immodificabile la precariet�.
Si assiste inoltre alla sostanziale conferma dell�impianto della legge Biagi ed alla possibilit� di estendere senza limiti temporali la durata dei contratti a termine superando anche il �tetto� legale dei 36 mesi tra proroghe e rinnovi se l�ulteriore contratto a tempo determinato sar� sottoscritto con l�assistenza di un rappresentante sindacale.
L�accordo prevede l�esclusione dei lavoratori interinali (oggi somministrati) per i quali non vi � alcun limite di durata, n� particolare procedura di rinnovo: dunque, precari a vita.
In compenso, � prevista la decontribuzione della retribuzione per lavoro straordinario che si tradurr� in un aumento dei profitti per il padronato e ne render� l�uso pi� appetibile costando al datore quanto un�ora di lavoro ordinario.
Sui contenuti di questo protocollo sono stati indetti referendum, dal valore non vincolante, tra i lavoratori, i pensionati, i cassintegrati e i precari, il cui esito non � affatto scontato.
Nonostante infatti dalle assemblee preparatorie siano state escluse le voci discordanti e contrarie all�accordo, ognuno di noi pu� inviare un segnale chiaro e deciso contro la precariet�, contro la riduzione delle garanzie e dei diritti e contro l�ennesima penalizzante riforma del sistema previdenziale.

Le compagne e i compagni del CSA Vittoria

www.ecn.org/vittoria
vittoria@ecn.org>>

 
PER L'AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO BASCO

Questa iniziativa si pone all'interno delle 2 giornate del 19/20 gennaio di mobilitazione internazionale come momento di pressione sui governi spagnolo e francese per una ripresa effettiva dei tavoli di negoziazione con i rappresentanti del popolo basco.
Perch pace senza giustizia vuol dire solo chiedere al popolo basco di rinunciare alla propria dignit e al proprio diritto all'autodeterminazione e perch l'obiettivo della pace deve essere realmente perseguito da tutti gli interlocutori.
per una ripresa reale delle trattative perch questa la volont chiara di tutto il popolo basco
PACE E DEMOCRAZIA NEI PAESI BASCHI

VENERDI 19 GENNAIO ORE 18,00 in via Fatebenefratelli 26
PRESIDIO DAVANTI AL CONSOLATO SPAGNOLO

invitiamo tutti e tutte a portare una bandiera basca o le bandiere dell'amistia per i prigionieri politici baschi e far circolare il pi possibile in liste e-mail ecc...


QUESTO E' L'APPELLO CHE VERRA' DISTRIBUITO:

Ai comitati di solidariet, alle Organizzazioni politiche e sindacali, ai movimenti sociali.
A tutti/e gli amici ed amiche di Euskal Herria.

Gli avvenimenti delle ultime settimane in relazione con il processo di risoluzione del conflitto nei Paesi Baschi, dimostrano chiaramente che il pericolo che tale processo fallisca, si fa, giorno dopo giorno, sempre pi reale.
Chi come noi ha profonda coscienza della differenza tra pace e pacificazione ha gi compreso che i governi della Francia e della Spagna stanno volutamente lasciando morire il processo di risoluzione del conflitto.
Il senso di questi incontri, per lavvio di un negoziato serio e bilaterale, stato nei fatti boicottato da questi 2 governi che, oltre ad aumentare la repressione negli otto lunghi mesi che sono passati dalla dichiarazione della tregua unilaterale nella attivit armata da parte di ETA, non hanno fatto un solo passo per impegnarsi seriamente a configurare l'avvio di un accordo politico affinch la cittadinanza di tutti i Paesi Baschi possa decidere sul suo proprio futuro.
Lintero popolo basco sta vivendo un momento cruciale.
Qualsiasi atto di solidariet teso a costruire pressione nei confronti degli stati oppressori di Euskal Herria, che li spinga nella direzione di far passi decisi verso la risoluzione democratica del conflitto, oggi pi che mai necessario.
Rendiamo pubblico un appello che arriva dalla sinistra indipendentista basca:

PAESI BASCHI: DEMOCRAZIA O GUERRA ?

I Paesi Baschi: per il dialogo e la negoziazione.
Il processo per la risoluzione del conflitto politico che ancora in attesa di iniziare nei Paesi Baschi, ha come obiettivo quello di creare le basi democratiche per superare la
scontro esistente, includendo tutte le opzioni politiche della societ basca, intorno a due tavoli di negoziazione: il primo quello dei partiti politici, sindacati ed organizzazioni sociali con l'obiettivo di arrivare ad un accordo politico congiunto.
L'altro quello formato dalla Organizzazione ETA ed il Governo Spagnolo, per attivare la smilitarizzazione del conflitto e risolvere la situazione dei prigionieri/e politici baschi. ETA dichiar pubblicamente, nel marzo del 2006, una tregua della attivit armata .
Le autorit spagnole e francesi devono dare a loro volta un passo deciso verso la Pace.
Si vive un ambiente di speranza nel seno della societ basca.
Il superamento del conflitto possibile.
Per lo sviluppo delle trattative c' bisogno della partecipazione di tutti e tutte in una lotta per una soluzione democratica che rispetti i diritti del popolo basco.
Per queste ragioni facciamo appello ai governi degli stati francese e spagnolo affinch si impegnino nel processo di dialogo e negoziazione, accettando che sia la cittadinanza basca che decida liberamente il suo futuro.
A fianco della lotta per lautodeterminazione del popolo basco !
EUSKAL HERRIA ASKATU!
Solidali con il popolo basco
>>

 


Appello per un'assemblea contro la precariet� il 25 ottobre, in vista dello sciopero generalizzato del 9 novembre
PER LA COSTRUZIONE DELLO SCIOPERO GENERALIZZATO NAZIONALE DEL 9
NOVEMBRE
25 OTTOBRE ORE 21.30 PRESSO
AULA MAGNA DEL LICEO SEVERI,
BASTIONI DI PORTA VOLTA, ANGOLO P.LE BIANCAMANO
>>


ottobre di quest'anno hanno costituito i primi passaggi fondamentali affinch�, a
livello nazionale, tutte le realt�, i centri sociali, le reti, le
associazioni, i gruppi di lavoratori/trici, si prendessero carico di
costruire e rilanciare un movimento di lotta contro la precariet� in
vista dell'organizzazione di uno sciopero generale di massa del 9
novembre,che sappia coinvolgere il maggior numero di lavoratori, precari, studenti e
immigrati.

Ogni percorso di lotta per essere realmente unitario e plurale,
incisivo e partecipato, necessita di un radicamento e di una spinta locali,
soprattutto in una citt� come Milano, che � oggi uno dei laboratori
pi� avanzati delle nuove forme di produzione e accumulazione di
ricchezza,caratterizzato da una prevalenza di lavoro terziario, da un misto tra lavoro manuale e servile e da lavoro altamente professionalizzato.
Oggi la condizione dominante � quella di una precariet� strutturale ed
esistenziale che si manifesta anche in percezioni differenziate e
frammentate.
� dunque per noi fondamentale aprire a Milano spazi di dibattito e di
confronto, rilanciare momenti di elaborazione politica e di critica
dell'esistente, mettere in campo un'azione efficace che
sappia opporsi ai processi di precarizzazione, rivendicando
reddito, diritti nel lavoro ed oltre il lavoro
Un'azione che, altres�, sappia battersi per delle pensioni realmente
dignitose e per una scuola e un'universit� pubbliche, laiche e pluraliste, e che contrasti
l'aumento delle spese militari previsto nell'ultima finanziaria e la
rincorsa culturale al securitarismo e al razzismo.
Vogliamo costruire una sinistra, anticapitalista e
anticoncertativa,che restituendo la giusta importanza alle molteplici forme di
resistenza che si sono opposte all'approvazione dell'infame protocollo del 23 luglio -
rifuggendo le deleghe - trovi la capacit� di divenire un'importante riferimento per chi �
disperso nei mille rivoli della produzione capitalista, costruendo cos� forme ampie
di vertenzialit� sociale all'interno di un progetto di trasformazione
radicale dell'esistente.

Invitiamo quindi tutti i lavoratori/trici, gli studenti e ogni realt�
che si voglia porre all'interno di questo grande progetto collettivo a
partecipare Gioved� 25 ottobre alle 21.30 all'assemblea metropolitana
che si terr� nell'aula magna del liceo Severi. Questa � una prima
tappa fondamentale e indispensabile per confrontare pratiche e percorsi,
linguaggi e visioni, per mettere in campo iniziative condivise che generalizzino lo
sciopero indetto dai sindacati di base il 9/novembre

Facciamo nostro e riproponiamo a tutte le realt� di Milano
l'appello di indizione dell'assemblea tenutasi a Roma il 7 ottobre di quest'anno:
da aggiungere i link

RETE MILANESE CONTRO LA PRECARIETA'
per adesioni
no-precarieta-mi@inventati.org

PRIME ADESIONI
In rigoroso ordine alfabetico

Chainworkers
C.s.a Vittoria
Confederazione cobas
Coordinamento per l'Unit� dei Comunisti
Cub
"Assemblea!", foglio d'informazione e ccollegamento
McPdl - Movimento per il Partito Comunista dei lavoratori - sezione di Milano
McPdl - Movimento per il Partito Comunista dei lavoratori - sezione della Brianza
Rete dei Comunisti
Sinistra Critica
Sdl intercategoriale
Slai Cobas
Sos Fornace - Rho
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SOLIDARIETA' CON IL POPOLO BASCO


davanti al consolato spagnolo in via Fatebenefratelli 26.
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Libert� per gli arrestati
Solidariet� a Batasuna

Continua l'escalation repressiva del governo Zapatero contro il diritto all'autodeterminazione del popolo basco ed in particolare contro la sinistra indipendentista.
Alla fine la maschera � caduta e si sono svelati i piani del governo Zapatero che, mentre a parole diceva di voler avviare le trattative per una soluzione politica al conflitto spagnolo/basco, nei fatti ha accelerato sul piano repressivo con l'illegalizzazione delle liste elettorali della sinistra basca, con l'arresto di Arnaldo Otegi suo massimo rappresentante, di Oihana Agirre dell'organizzazione per l'Amnistia per i prigionieri politici, di Joseba Alvarez, che i compagni e le compagne ben conoscono e apprezzano grazie ai suoi numerosi incontri in Italia nel suo ruolo di responsabile delle relazioni internazionali , fino ad arrivare, nella notte tra il 4 ed il 5 ottobre, all'arresto, con un vero e proprio atto di guerra, di tutta la direzione politica di Batasuna.
Il disegno del governo Zapatero � ormai evidente: annientare con la repressione il diritto del popolo basco alla propria autodeterminazione, al diritto di vivere in pace sulla propria terra, distruggendo ogni forma di organizzazione del dissenso; ma il popolo Basco viene da molto lontano ed � ormai chiara a tutti la sua stupefacente capacit� di resistenza simile a quella dello stoico popolo palestinese.
Il governo Zapatero ha stoltamente negato la possibilit� di avviare un processo di pace per la risoluzione di un conflitto che ha portato e purtroppo porter� ancora molti lutti, e dovr� assumersi davanti agli occhi della comunit� internazionale la responsabilit� di questa volont� repressiva.

esprimiamo la nostra massima solidariet� a Joseba Alvarez e a tutti e tutte gli arrestati/e.
a fianco del popolo basco che resiste
perch� si apra un tavolo delle trattative per una risoluzione politica del conflitto
invitiamo tutti i compagni e le compagne e tutti coloro che hanno mostrato sensibilit� per la causa del popolo basco a partecipare

MERCOLEDI 10 OTTOBRE ALLE ORE 18
Presidio di protesta davanti al consolato spagnolo in via Fatebenefratelli 26

Solidali con il popolo basco
EUSKAL HERRIA ASKATU !

PER VEDERE IL VIDEO DELL�ARRESTO DI JOSEBA ALVAREZ: www.askapena.org
>>

 
FESTA POPOLARE DEL CSA VITTORIA

ADESIONE AL PRESIDIO ANTIFASCISTA

si terr� a Melzo, sabato 30 giugno, per denunciare
l'ennesima criminale aggressione fascista e il
generale clima di continue intimidazioni che ha
caratterizzato l�ultimo anno.
Chi come noi considera l'antifascismo una parte della
pi� complessiva lotta anticapitalista, mentre da un lato,
rivendica con forza il diritto all'autodifesa contro
le provocazioni fasciste, dall�altro, mette al centro
delle proprie riflessioni l'iniziativa di massa di
ampio respiro quale terreno e livello su cui
intervenire per poter isolare e ricacciare nelle fogne
della storia del ventennio fascista le "sottoculture"
della prevaricazione e del razzismo, del sessismo e
dell'omofobia, di cui sono portatrici queste bande
violente e ignoranti di neonazisti.
Una presenza territoriale forte e continuativa che si
batta sulle contraddizioni primarie vissute nei
quartieri come il lavoro, la precariet�, la casa e il
diritto ad una cultura alternativa e a spazi sociali,
� l'unico antidoto al clima di ignoranza qualunquista
e "culturalmente" di destra che sta facendo sempre pi�
presa a livello giovanile.
Per questo ci schieriamo e saremo presenti a fianco
degli antifascisti che scenderanno in piazza sabato 30
a Melzo, ma anche a Pavia per protestare contro chi ha
permesso l'apertura di una nuova sede neonazista a 30
metri da un centro sociale.
Per chi volesse partecipare all'iniziativa di Melzo
diamo un appuntamento per una carovana di auto sabato
30 giugno alle ore 15 davanti al Csa Vittoria.

i compagni e le compagne del CSA Vittoria
>>

 
CONTRO LO SCIPPO DEL TFR E LA PRECARIETA'
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Per scaricare il volantino:
http://www.ecn.org/vittoria/documento.php?ID=64.
>>>

 
IL 17 FEBBRAIO A VICENZA HA VINTO IL POPOLO
Una giornata di lotta che � andata persino al di l� delle previsioni, con un NO che si � ingigantito ed � stato amplificato dalla capacit� di raccogliere, su queste parole d'ordine, intelligenze, strategie, forme comunicative anche molto distanti, ma che nel rispetto reciproco hanno centrato l'obiettivo di rappresentare una forza reale, con cui il governo Prodi dovr� fare i conti.
Se la parola d'ordine del popolo no tav era "sar� dura", oggi invece � "resisteremo un minuto di pi�", e sono segnali chiari di una volont� di resistenza ad oltranza, qualsiasi sia il governo in carica. Un popolo "NO DAL MOLIN" cosciente di non avere governi amici, che ha sfidato ed ha vinto la scommessa di costruire un enorme corteo di massa il 17 febbraio, in un clima che ricordava le giornate del luglio 2001 a Genova, quando fu assassinato Carlo Giuliani. Vogliamo oggi ricordare a tutti, come esempi di questo clima di tensione, anche solo le farneticanti affermazioni del ministro degli interni Amato, che paventava scenari apocalittici e che ora, dopo lo schiaffone preso dai 200000 manifestanti presenti in piazza, incredibilmente ringrazia la polizia per aver impedito le provocazioni; gli arresti di presunti B.R. a 4 giorni dal corteo; il presunto arrivo di fantomatici black block dall'estero; e il clima di criminalizzazione creato da tutti i media, ognuno dei quali, servo delle strategie politiche dei gruppi di riferimento, ha riempito pagine di giornali e ore di trasmissioni tv su quello che sarebbe �sicuramente� accaduto.
Ma al contrario � successo che il movimento ha rifiutato questo terreno e ha consolidato cos� le sue basi scommettendo positivamente sul suo futuro. Ha rifiutato di essere funzionale ad un riequilibrio all'interno dei partiti di maggioranza, rigettando al mittente la provocazione.
All'interno di questi equilibrismi di governo, un ruolo di subordinazione ha avuto la direzione del partito della rifondazione comunista che, per la paura di essere trascinato e affondato da chiss� quale scenario di criminalizzazione mediatica, ha tentato di spaccare il movimento nazionale che esprimeva solidariet� al popolo vicentino, facendo saltare il treno unitario a Milano e in altre citt�, accettando cosi, consapevolmente, di essere ostaggio dei diktat diessini e centristi.
Ma queste dinamiche a noi interessano poco.
C'interessa molto invece che la solidariet�, espressa sabato 17 dai 200000 manifestanti arrivati da tutta Italia, continui nel tempo e si consolidi, perch�, come diceva uno dei portavoce dei comitati di Vicenza (presente all'assemblea pubblica di mercoled� 14 tenutasi nel nostro centro, ma presentata dal giornale "La repubblica" come una riunione �carbonara"), la fase difficile incomincer� quando arriveranno le ruspe, e tutti noi dovremo essere pronti a raccogliere questa sfida. Una sfida che sar� dura perch� gli amici e i servi del governo U.s.a. cercheranno di blandire o di schiacciare le proteste del popolo vicentino, ed � proprio in quel momento che bisogner� tornare tutti a Vicenza, come gi� abbiamo fatto in Val di Susa, e mostrare tutta la nostra solidariet�, perch� la loro lotta � la nostra lotta.

DAL MOLIN, CAMP DERBY, SIGONELLA, FUORI LE BASI DALLA NOSTRA TERRA.
NO ALL'IMPERIALISMO AMERICANO E AL SERVILISMO DEL GOVERNO PRODI.
NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI MOVIMENTI.

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GIOVEDI 10 MAGGIO ore 21,30 LA ROSSA PRIMAVERA

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SOLIDARIETA' AGLI ARRESTATI


APPRENDIAMO DAI MEDIA DI QUESTA NUOVA OPERAZIONE REPRESSIVA CONTRO QUELLA CHE LA MAGISTRATURA DEFINISCE COME AREA MOVIMENTISTA DELLE B.R.
VOGLIAMO EVIDENZIARE COME QUESTA ONDATA DI ARRESTI AVVIENE SOLO A QUALCHE GIORNO DI DISTANZA DALLA GRANDISSIMA MANIFESTAZIONE POPOLARE CHE CI SARA� A VICENZA IL 17 FEBBRAIO CONTRO L�ALLARGAMENTO DELLA BASE U.S.A, E SI PRESENTA OGGETTIVAMENTE COME PROVOCATORIA E TERRORISTICA NEI CONFRONTI DI QUELLE DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE CHE SCENDERANNO SABATO PROSSIMO IN PIAZZA.
VOGLIAMO SOTTOLINEARE ANCORA LA PORTATA PESANTISSIMA DI QUESTO ATTACCO CHE UTILIZZA A PIENE MANI LA NUOVA LEGISLAZIONE COSIDDETTA ANTITERRORISMO, CHE DA LA POSSIBILITA� AGLI ORGANISMI INQUIRENTI DI SEQUESTRARE I COMPAGNI ARRESTATI PER 5 GIORNI, IMPEDENDOGLI COSI OGNI CONTATTO CON I LORO AVVOCATI.
CHE VEDE UTILIZZARE IL 270 BIS (REATI CON FINALITA� DI TERRORISMO ) E 270 TER (REATI CON FINALITA� DI TERROSISMO INTERNAZIONALE) CHE POSSONO COLPIRE ANCHE SOLO LA SOLIDARIETA� SCHIERATA E MILITANTE CON LE RESISTENZE ARMATE DEI POPOLI CHE LOTTANO PER IL DIRITTO ALLA PROPRIA AUTODETERMINAZIONE.
SIAMO CONVINTI CHE QUESTO ATTACCO SIA ANCOR PIU� GRAVE PERCHE� OGGETTIVAMENTE E� RIVOLTO DIRETTAMENTE CONTRO OGNI FORMA DI AUTORGANIZZAZIONE CHE SI PONGA AL DI FUORI DEL BIPOLARISMO BORGHESE.
DIETRO QUESTA COSIDDETTA OPERAZIONE ANTITERROSIMO SI VUOLE NASCONDERE IL VERO OBIETTIVO CHE E� QUELLO DI CANCELLARE DALLA STORIA A COLPI DI MANOVRE GIUDIZIARIE LA STESSA POSSIBILITA� DI UNA TRASFORMAZIONE RADICALE DEI RAPPORTI DI PRODUZIONE, TENTANDO COSI DI ESTIRPARE UN IMMAGINARIO RIVOLUZIONARIO DA UN CORPO SOCIALE SEMPRE PIU� SFRUTTATO E PRECARIO.
QUELLO CHE SI VUOLE COMBATTERE IN MANIERA ANCHE PREVENTIVA E� L�APPARIRE DI MOVIMENTI CHE METTANO IN DISCUSSIONE LO STATO DI COSE PRESENTI E CHE NON SI PIEGANO ALLA REAL POLITIK DEL GRADUALISMO RIFORMISTA.
COME RISPOSTA INVITIAMO TUTTE LE REALTA� ANTAGONISTE, TUTTI I COMPAGNI E LE COMPAGNE, TUTTO IL MONDO DELL�ASSOCIAZIONISMO A PORTARE LA LORO SOLIDARIETA� AL POPOLO DI VICENZA SENZA FARSI FERMARE O INTIMORIRE DA QUESTE MANOVRE REPRESSIVE E COSTRUIRE UNA GRANDE MANIFESTAZIONE DI MASSA.

SOLIDARIETA� AI COMPAGNI ARRESTATI E INQUISITI
LA NOSTRA RISPOSTA E� NELLA FORZA DELLE MASSE !

I COMPAGNI E LE COMPAGNE DEL CENTRO SOCIALE VITTORIA
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25 APRILE IN PIAZZA CONTRO GUERRA E FASCISMO
quest'asssemblea, che si terr� alle ore 15 nell'aula magna del istituto TENCA/SEVERI, prover� anche a mettere le basi per un rilancio di un coerente movimento contro la guerra che possa raccogliere sensibilit� diverse all'interno di un unico fronte di lotta contro le aggressioni imperialiste in difesa del diritto all'autodeterminazione dei popoli.
MERCOLEDI 25 APRILE ci sar� un presidio in piazza san babila dalle ore 15,00 per comunicare con le altre migliaia di persone che sfileranno, ma che anche vuole provare a raccogliere il dissenso di chi � contro la guerra,
di chi � contro l'invio di truppe all'estero con missioni di guerra camuffate da umanitarie,
di chi si schiera contro una finanziaria di guerra che aumenta a dismisura i fondi per le spese militari,
di chi pensa che razzismo e xenofobia siano strumenti in mano al capitale per dividere i lavoratori,
di chi � convinto che la resistenza, al di degli esiti, sia stato un grande momento di lotta popolare per la liberazione dal nazi fascismo e che abbia anche incarnato una grande speranza di liberazione dallo sfruttamento di classe,
di chi pensa che lottare oggi contro precariet� e sfuttamento sia dare una continuit� a quella lotta di liberazione,
di chi � convinto che quei valori siano parte costituente e discrimine per chi lotta per la trasformazione radicale dell'esistente, per una societ� alternativa di liberi e di eguali.

crediamo che questo sia un impianto politico per un percorso di mobilitazione tale da permettere ad ognuno (singoli o collettivi) di ritrovarsi e in questo modo possa essere una grossa opportunit� per tutti e tutte per esprimere le proprie posizioni e le proprie sensibilit�.

ti invitiamo a far girare quest'appello
I compagni e le compagne del CSA VITTORIA>>>>

 
CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO

per non dimenticare Piazza Fontana>>


VENERDI' 15 DICEMBRE
Spettacolo teatrale: LA SCARPA DI PINELLI
presentato dalla Compagnia degli Stracci
Presso il CSA Vittoria
Inizio ore 21.30


SABATO 16 DICEMBRE
Presidio di controinformazione sulla STRAGE DI STATO DEL 12 DICEMBRE 1969.
Mostra fotografica, striscioni volantinaggio e sound system
Ore 16 Corso 22 Marzo angolo Fratelli Bronzetti

Indetto da CSA VITTORIA e COLLETTIVO SOGNO O SON DESTRO

>>

 
SABATO 2 DICEMBRE. CORTEO A VICENZA
Aderiamo e partecipaiamo con il coordinamento milanese contro la guerra alla manifestazione nazionale del 2 dicembre a Vicenza.
Il coordinamento milanese contro la guerra sta organizzando la partecipazione con pullman e un treno da Milano per Vicenza.
Saremo in piazza il 2 dicembre per manifestare:
- Per la chiusura delle basi americane in territorio italiano.
- contro la missione militare italiana in Libano
- contro loccupazione israeliana della Palestina
- contro la finanziaria di guerra
- per il sostegno delle resistenze palestinese, irachena e libanese

Prezzo: 15 euro a/r
Partenza: sabato 2 dicembre ore 10.00 da Sesto FS

Per prenotare i posti telefonare con anticipo:
C.S.A.Vittoria: 02/5453986 (dopo le 18.00)>

 
MARTEDI 5 DICEMBRE ore 22.00
Proiezione di video sulle lotte dei lavoratori>>

"LOTTA SPORCA" dopo piu' di una settimana di sciopero i lavoratori delle pulizie delle ferrovie di Milano occupano i binari della Stazione Centrale.
"TMC2-TEMPI DEI MOVIMENTI COLLEGATI" dieci anni di lotte operaie in piaggio.
"L'AUTUNNO DELL'ALFA ROMEO" sulla lotta dei lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese contro il piano industriale presentato dall'azienda. >>

 

29 NOVEMBRE 2006 ORE 21.30

"IL CARCERE SPECIALE"

A queste voci fanno da specchio gli articoli di legge, i decreti e le circolari ministeriali, che direttamente riguardano quei detenuti.
Dal 1990 ad oggi, sono invece proposti 23 documenti eterogenei che, da diversi punti di vista, mostrano l'evoluzione degli istituti che hanno regolato la vita in carcere, non soltanto per i detenuti politici, nel restanti 16 anni.
I documenti sono presentati in ordine cronologico e danno vita ad un intreccio narrativo che, mediante diversi linguaggi, attraversa i mutamenti avvenuti nelle forme della prigionia politica in tutte le sue fasi, le dinamiche interne alle formazioni armate, e le politiche statali relative all'istituzione carcere.

Saranno disponibili anche gli altri titoli del "Progetto Memoria" gi usciti per la casa editrice "Sensibili alle foglie":
"La Mappa perduta" (1994); "Sguardi ritrovati" (1995); "Le parole scritte" (1996); "Le torture affiorate" (1998)>>>>>>

 

SABATO 25/11 PRESIDIO CONTRO LA GUERRA PER LA CHIUSURA DELLE BASI MILITARI
-Il ritiro immediato delle truppe dal Libano, Iraq e Afghanistan e da ogni scenario di guerra!
-Il taglio delle spese militari: no alla finanziaria di guerra!
-Il sostegno alla lotta e alla resistenza di tutti i popoli vittime della guerra e
dell'occupazione militare!
-La revoca dell'accordo di cooperazione militare Italia-Israele
-Stop al muro dell'apartheid!
-Contro tutte le guerre imperialiste e contro tutti i loro eserciti!
-Contro la militarizzazione dei territori! Per la chiusura di tutte le basi USA e NATO!
-Contro ogni ipotesi di imperialismo europeo!
-Unit di tutti i proletari al di l delle differenze religiose, etniche, nazionali!

COORDINAMENTO MILANESE CONTRO LA GUERRA

L'Italia oramai impegnata in ben tre teatri di guerra, ed in una ventina di altri paesi, per affermare i disegni dell'imperialismo occidentale e per garantire le classi dominanti di quei luoghi, sue alleate.
In Afghanistan la guerra continua ed aumenta il numero dei militari presenti in quel paese. L'Italia conferma il suo impegno a sostegno degli USA e di un governo locale che non ha niente da invidiare ai Talebani in quanto a violazione dei diritti umani.
Dall'Iraq dovevamo andarcene, ma ancora partecipiamo attivamente all'occupazione militare di qual paese.
In Libano, il governo di centro-sinistra, sotto la copertura ideologica della missione di pacificazione dell'area, ha fatto ritornare l'esercito italiano in quel territorio, assieme ai principali partner europei e sotto l'egida dell'ONU. Tutto questo sia per un maggior controllo di quell'area, finalizzato allo sfruttamento energetico, sia per andare in soccorso dello Stato di Israele (appoggiato dagli USA) e delle classi dirigenti arabe del Medio Oriente (il governo libanese in primis).
Di fronte alla capitolazione di gran parte del vecchio movimento pacifista, che sceso in piazza nella Perugia/Assisi dietro lo striscione "Forza Onu", vi la necessit di ridare fiato ad una opposizione radicale alla guerra, agli eserciti; un'opposizione capace di far sentire una voce di controinformazione reale su quello che sta accadendo.
Noi, forze sociali e politiche firmatarie di questo manifesto, ci opponiamo a tutte le guerre imperialiste e proponiamo a quanti si muovono nella stessa direzione di costruire una collaborazione stabile contro la demagogia umanitaria del centro-sinistra, per il ritiro totale ed incondizionato di tutte le truppe, ma senza neanche scadere - per la sola logica che il 'nemico del mio nemico mio amico - in una esaltazione acritica delle forze religiose reazionarie, politiche e militari, di quei luoghi che di fatto prefigurano nuove forme di strumentalizzazione e di sfruttamento delle classi oppresse.
Per queste stesse ragioni di emancipazione e giustizia sociale che ci animano, riteniamo fondamentale riconoscere il diritto elementare di tutti i popoli al sollevamento contro qualsiasi forza li opprima e alla resistenza contro qualsiasi occupazione militare, quindi facciamo nostro il diritto allautodeterminazione dei popoli e delle classi oppresse.
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SABATO 18 NOVEMBRE TUTTI A ROMA A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE!
Sotto il complice silenzio dei media e dei governi internazionali, continua la costruzione del Muro dellApartheid, che ghettizza i palestinesi e ruba loro terre e risorse acquifere, e il quotidiano massacro in Palestina: negli ultimi giorni abbiamo assistito alla strage di Beit Hanoun, nella Striscia di Gaza, dove 18 palestinesi sono stati uccisi dalle cannonate israeliane e negli ultimi 6 mesi si contano circa 400 vittime dellaggressione sionista. E laggressione si estesa anche al Libano provocando centinaia di morti e migliaia di profughi, colpendo volutamente obiettivi civili (ospedali, aeroporti, scuole) e utilizzando armi non convenzionali.
Tutto questo avviene con lappoggio degli Stati Uniti che, per interessi economici e strategici in Medioriente, hanno prima attaccato lIrak ed ora mirano ai nemici Siria e Iran.
Di fronte ai 2 eserciti pi potenti e meglio attrezzati del mondo, le popolazioni aggredite rispondono con una giusta e legittima resistenza popolare nella quale coesistono componenti molto diverse con lobiettivo comune di cacciare loccupante.
E necessario schierarsi a favore di queste lotte di liberazione, che non significa identificarsi con le loro componenti ma semplicemente rivendicare il diritto alla resistenza contro loccupante e allautodeterminazione dei popoli.
Chi invece si definisce equidistante, in un contesto di tale sproporzione di forze tra le parti, finisce per fare il gioco del pi forte e tende a confondere le vittime con i carnefici e dimenticare le cause del conflitto. Parlare di pace in Medioriente senza condannare limperialismo vuol dire restare nellambiguit.
Il popolo palestinese si sente in questo modo sempre pi isolato.
Le potenze internazionali, quando non appoggiano direttamente Israele, si dichiarano imparziali ma non si oppongono alle politiche imperialiste e di fatto sostengono moralmente e materialmente Israele tramite intensi rapporti commerciali, collaborazioni nellambito della ricerca sulle nuove tecnologie (informatica, armamenti, biotecnologie) e perfino accordi di cooperazione militare, come quello firmato recentemente dallItalia.
Oggi il governo Prodi, pur differenziandosi dal precedente governo per una maggiore autonomia dalle politiche statunitensi e per i proclami pacifisti, di fatto non abolisce quegli accordi, non rompe i legami con Israele e non ritira le truppe dal Medioriente (anzi voter il rifinanziamento della missione in Afghanistan) e addirittura si pone al comando della missione ONU in Libano. Una missione che, sotto la facciata di un fantomatico intervento di pace, di fatto occupa il territorio libanese assumendo quel ruolo di controllo e repressione della resistenza libanese che lesercito israeliano non era riuscito ad attuare.
Il 18 novembre a Milano si terr una manifestazione per la pace in Palestina, contemporanea e quindi in contrapposizione a quella di Roma, alla quale parteciperanno Fassino e Rutelli insieme ad altre componenti del governo Prodi.
Crediamo che, senza troppi giri di parole o aleatori inviti alla pace, ci sia una contraddizione primaria da affrontare ed loccupazione israeliana dei territori palestinesi.
Chi non denuncia questa, non sostiene la legittima resistenza del popolo palestinese e delle forme di governo che esso decide, chi si dichiara ipocritamente equidistante ma nel contempo non recide i trattati di collaborazione militare con Israele, chi non riconosce il diritto del popolo palestinese alla propria terra, alla propria acqua e ad un proprio stato oggi complice anche se con gradazioni diverse dello sterminio di questo popolo.
Invitiamo pertanto chiunque solidarizzi in maniera coerente con il popolo palestinese a partecipare al corteo nazionale a Roma

FERMIAMO IL MURO DELLAPARTHEID E LOCCUPAZIONE ISRAELIANA IN PALESTINA
CONTRO OGNI IMPERIALISMO, PER LAUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE, LIBANESE E IRACHENA
FUORI LE TRUPPE ITALIANE DAL MEDIORIENTE E IN PARTICOLARE DAL LIBANO, DALLIRAK E DALLAFGHANISTAN



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RASSEGNA TEATRALE D'AUTUNNO


24 novembre: Proiezione video dello spettacolo Fabbrica di Ascanio Celestini

1 dicembre: Voci Resistenti, spettacolo dei Cantosociale, con canti, musiche e storie sulla Resistenza.

5 dicembre: Se questo un Operaio di Attrice Contro. Spettacolo-denuncia sui lavoratori morti per lamianto allIlva di Taranto.

15 dicembre: La scarpa di Pinelli, spettacolo della Compagnia degli Stracci in memoria dellassassinio dellanarchico Pinelli.

INIZIO SPETTACOLI ORE 21.30, INGRESSO 4 EURO>

 
ci abbiamo provato
Questa scelta richiedeva un impegno ed unapertura di credito reciproco, perch la proposta era quella di provare a verificare le condizioni di una possibile messa in rete di tutta quella serie di esperienze (lotte, vertenzialit dal basso, ecc.) che abbiamo tutti sperimentato anche con peso, forme e strategie diverse.
Una scelta dunque di sviluppare e valorizzare ogni forma di autorganizzazione sociale, di andare a coordinare e a rafforzare le singole lotte e, all'interno di un lungo processo di affinamento degli elementi condivisi, provare ad intercettare con un respiro organizzativo pi ampio le diversissime criticit, come le definiva un compagno alla riunione, derivate dalla precariet, e su queste imbastire collettivamente percorsi di lotta per provare ad inceppare con sempre maggior forza la macchina produttiva capitalista.
Riportiamo a titolo di report oggettivo senza alcuna valutazione di merito i molti spunti anche assai divergenti che sono emersi nellincontro: come quello della diversa valorizzazione delle merci a seconda del marchio utilizzato nella commercializzazione e le diverse modalit del conflitto che questa considerazione pu produrre; la necessit di una forte rigidit operaia in qualche settore insieme alla nuova consapevolezza di una sua difficile proposizione in altri; lo strumento dello sciopero e la sua utilit/inutilit a seconda delle condizioni produttive; lesigenza di spostare il terreno ricompositivo sul sociale e, nelle legittime differenze, c chi parla (come noi) di recupero di salario indiretto (servizi, scuola, trasporti, sanit, ecc..) e dello sviluppo esteso di unautorganizzazione capace di praticare forme di conflitto reale su salario, orario di lavoro ecc. e ci sono altri compagni che puntano la loro attenzione pi direttamente sulle varie forme del welfare, ed altro comunque uscito da interventi a ruota libera che hanno arricchito il dibattito sul merito delle questioni.

dove allora ci siamo inceppati?

Se crediamo che la precariet non sia una condizione congiunturale del rapporto capitale / lavoro salariato, ma rappresenti concretamente la condizione complessiva attraverso la quale il capitalismo mondiale cerca di perpetuare la propria esistenza e, con il suo utilizzo, reggere la guerra della concorrenza interna e internazionale, nostra responsabilit affrontarla complessivamente in una traiettoria anticapitalista.
Ci, per, non deve significare tendere ad avvitarsi sulle differenze di strategia complessiva e su questo creare un artefatto scontro tra dogmi.
Ci non vuol dire assolutizzare la propria esperienza o il proprio percorso ma anzi sviluppare ogni terreno che favorisca la ricomposizione, nella lotta, tra i settori sociali o per meglio dire di classe che lorganizzazione capitalistica del lavoro tende a scomporre e disaggregare.
Ci non vuol dire neanche, come purtroppo successo gioved sera, innalzare e imporre i propri vessilli in maniera pregiudiziale (in questo caso, il reddito di cittadinanza), dando dimostrazione di un approccio assolutamente non condivisibile nel metodo oltre che nel merito, ma al contrario ragionare sugli strumenti per uscire dalle possibili compatibilit, evitando di galleggiare cos sulla scomposizione tipica dellattuale organizzazione capitalistica del lavoro, e sviluppare il pi possibile gli aspetti tattici condivisibili e possibilmente unificanti quantomeno sul terreno della pratica.
Tutti abbiamo sedimentato strategie o possibili soluzioni per affrontare i nodi che lattuale fase di sviluppo del capitalismo offre, ma non stato fatto quel passo indietro che, in uno sforzo di maturit, ponesse sul piatto il confronto dialettico tra posizioni non per trovare misure tampone bens per arricchire di valenza anticapitalista le singole vertenze che si sviluppano nel sociale.
Perch, se la questione diventa quella della trasformazione radicale dell'esistente, lo sforzo deve essere quello di evitare terreni di scontro che si pongano sul piano inclinato di un possibile recupero del capitale che li possa masticare, digerire e reinventare sul piano della compatibilit economica.

ci sono ancora spazi per la riproposizione di un confronto?

Siamo consapevoli che il terreno della pratica e dellintervento concreto possa apparire limitante, parziale e viziato di soggettivismo ma, probabilmente, oggi lunica base di partenza per un ragionamento collettivo senza falsi unitarismi.
Riteniamo, infatti, che non sia arrivato il momento di chiudere porte ma anzi manifestiamo apertamente una disponibilit al confronto con chi, nelle legittime differenze e specificit, ha dato di prova di cogliere e fare proprio uno sforzo di riflessione
Crediamo infatti che uno sforzo di ragionamento sulla fase debba produrre una dialettica che possa portare, dopo unattenta valutazione delle forme di comunicazione e di lotta adottabili, alla generalizzazione e alla messa in rete delle forme di autorganizzazione con cui siamo entrati in contatto e la conseguente formulazione di una sintesi politica che faccia produrre un salto di qualit ed un superamento della vertenzialit delle lotte a cui siamo stati interni.

In attesa del contributo di altre realt e singoli
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Incontro metropolitano sulla precariet
GIOVEDI' 5 OTTOBRE 2006 ORE 21.00


Sul territorio metropolitano milanese ci si mossi con differenti scelte di priorit, tattiche e forme comunicative anche molto diverse, imputabili chiaramente a strategie divergenti.
Pensiamo che questa fase sia stata per tutti caratterizzata dalla ricerca di uno scontro con la materialit delle contraddizioni con un approccio di tipo "empirico", con una continua verifica sul campo delle possibili soluzioni alle singole vertenze, provando a rilanciare ogni volta pi in l il pallino della generalizzazione del conflitto.
Siamo convinti che si possa ora provare a uscire dalla marginalit delle singole e specifiche vertenze e che si debba ora provare a verificare la possibilit di ragionare collettivamente su quale possa essere una sintesi politica dei - speriamo - tantissimi percorsi fatti con e a fianco dei soggetti sociali che questa contraddizione vivono in prima persona.
Un processo di verifica di relazioni e di condivisione di esperienze nella loro positivit o negativit, per ragionare collettivamente su un possibile piano di generalizzazione dei diversi spunti di conflittualit sociale che possa facilitare il determinarsi di un processo di ricomposizione sociale e di classe.
La lotta alla precariet non pu essere relegata su un piano molte volte volontaristico o di pura vertenzialit locale, ma va costruita unintelligenza e una rete collettiva che nel rispetto delle diverse impostazioni possa assumersi la responsabilit di diventare un possibile punto di riferimento politico sul terreno della precariet in tutti i suoi aspetti: legge 30 (legge Biagi) Bossi/Fini, Moratti, sicurezza posti di lavoro

Questa proposta dincontro per una riunione da tenersi nella prima decade di ottobre stata articolata su un livello che rimasto volutamente molto superficiale perch non vuole apparire targata e preclusiva, ma vuole sviluppare il massimo della capacit di un confronto nella dialettica tra le diversit che ognuno di noi esprime.
Perch lobiettivo di una sintesi politica dei diversi livelli di conflittualit sociale non pu essere rappresentato da una sommatoria di sigle, n dalla creazione tutta strumentale e autocelebrativa di un cartello di presunte avanguardie ma, al contrario, dalla definizione di un alveo collettivo che possa raccogliere e praticare proposte condivise e generalizzare la solidariet tra lavoratori costruendo una rete di e tra soggetti reali.
Ogni possibile passo in avanti sul terreno dellautorganizzazione sociale e di classe ovviamente comporta una definizione aggiornata delle nostre strutture, ma questa nuova proposta di confronto nasce dalla consapevolezza di un nuovo livello di maturit oltre che dalle condizioni oggettive che la fase sta ponendo a tutti noi.
Ci sentiamo, per, di porre in questa prima fase come unico paletto pregiudiziale la volont di raccogliere e valorizzare le scintille di conflittualit su un terreno anticapitalista e non concertativo che si ponga oggettivamente quale forte discriminante per chi pensa di recuperare consenso sul fronte dei movimenti ad un governo della borghesia.

I compagni e le compagne del CSA Vittoria >

 
COMUNICATO SULLE PERQUISIZIONI E DENUNCE
Crediamo sia risibile e strumentale la ricerca dopo 7 mesi di un borsello che sia andato perso nella fuga ingloriosa del razzista Borghezio.
Denunciamo con forza questo attacco repressivo, compiuto non certo casualmente a pochi giorni dallinizio del processo agli arrestati dell11 marzo, per esasperare quel clima di terrorismo e criminalizzazione su questo processo e su ogni forma di conflitto ed espressione di opposizione sociale.
Denunciamo lobiettivo di questa manovra che vuole fare piazza pulita di ogni realt di movimento che si muova al di fuori del quadro di compatibilit istituzionale. Come daltra parte un altro obiettivo che viene perseguito da questi attacchi repressivi quello di costringere il movimento a risposte inconsulte e minoritarie per rinchiuderlo in una logica perdente di risposta su un terreno parziale e autoreferenziale come quello della repressione.
Mai come oggi crediamo sia necessario compiere uno sforzo di riflessione e di intelligenza politica rivolto al ribaltamento dei rapporti di forza e di classe e questo, ne siamo convintissimi, un percorso di lunga durata.
Siamo altres convinti che questo fatto repressivo indichi, dopo gli arresti dell11 marzo, un salto qualitativo della strumentazione giuridica di cui si dotano gli apparati repressivi.
Luso nellimpianto accusatorio del concetto di concorso sposta il baricentro dellattacco repressivo da una questione strettamente giuridica, basata sulla responsabilit personale su cui si fonda il cosiddetto stato di diritto (che rimanda a scelte di difesa processuale), ad un chiaro intento di colpire la responsabilit politica e la stessa partecipazione a cortei e ad iniziative politiche.
Questo ulteriore elemento, al pari della concertazione, del controllo sociale e dellautoritarismo, segna un chiaro passo in avanti in quel processo di costruzione di nuove relazioni sociali che possiamo definire democrazia autoritaria.
Rispediamo al mittente questa provocazione. Non pensino gli apparati repressivi, la magistratura sempre pi asservita al potere politico, la polizia e i fascisti che questi attacchi ci possano fermare o anche solo lontanamente farci fare passi indietro.
Rivendichiamo con forza di essere colpevoli di aver partecipato ad un grandissimo corteo interno ad un movimento di massa che ha saputo opporsi alle politiche antisociali del governo Berlusconi, che voleva imporre il TAV in Val di Susa.
Quello che in gioco per noi la volont di sradicare una societ basata sulla precariet e lo sfruttamento e di costruire un mondo di liberi e di eguali senza pi classi ne padroni, e questa volont nessuno la potr fermare.

Invitiamo tutti i compagni e le compagne alla presenza in aula per le udienze del 10, 11 e 14 luglio per il processo ai compagni/e arrestati/e in occasione dei fatti dell11 marzo. La sentenza prevista per il 19 luglio.

HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!

I COMPAGNI E LE COMPAGNE DEL C.S.A. VITTORIA>>

 
GIOVEDI' 20 LUGLIO ORE 21.00 TUTTI IN PIAZZA DUOMO PER LA PALESTINA

Crediamo importantissimo mobilitarci a fianco del popolo palestinese in un momento di fortissimo attacco da parte dello stato sionista israeliano. Questo volantino verr distribuito in Duomo.
SENZA GIUSTIZIA NESSUNA PACE IN PALESTINA Dallo scorso giugno la striscia di Gaza, e da una settimana lintero Libano, sono sotto assedio da parte dellesercito israeliano. Una pioggia di missili ha distrutto ponti, centrali elettriche, strade e interi quartieri. Ad oggi si contano centinaia di morti civili, 700 mila sfollati verso il nord del Libano, case, centri di raccolta profughi ( compresa la distruzione di una caserma dellOnu ) e mezzi di comunicazione distrutti con bombardamenti continui. Sapendo di colpire obiettivi civili, il governo israeliano ha chiesto alle organizzazioni umanitarie di abbandonare le zone interessate per non avere testimoni del massacro. Con la scusa di cercare tre soldati prigionieri delle forze di resistenza palestinesi e libanesi, il governo terrorista israeliano sta lasciando le popolazioni con cibo razionato, senza elettricit e acqua. La detenzione dei soldati israeliani avviene dopo mesi di tregua rispettata dai palestinesi, ma non dal governo israeliano che tra maggio e giugno ha ucciso decine di palestinesi, ricordiamo una tra tutte la strage sulle spiagge della striscia di Gaza. Nel completo silenzio dei media nazionali e internazionali continua loccupazione della Cisgiordania e la costruzione del Muro dellApartheid che, con la scusa della lotta al terrorismo, ingloba nello stato dIsraele intere citt, fonti dacqua e campi dulivo, praticando nei fatti una criminale pulizia etnica. La stessa scusa della lotta al terrorismo servita a mistificare le ragioni dellaggressione imperialista Usa al popolo afgano e iracheno e ad imporre linstaurazione di governi fantoccio, tali da permettere il controllo su aree strategiche dal punto di vista delle risorse energetiche. Denunciamo lescalation delle strategie di guerra volute dallo stato sionista israeliano, escalation che serve a coprire la volont di arrivare alla decisione unilaterale di appropriarsi forzosamente di altra terra e altre fonti dacqua. Questi pericolosissimi venti di guerra si alzano nel momento in cui il legittimo governo di Hamas ha fatto proprio il documento stilato dai prigionieri politici palestinesi, detenuti nei lager israeliani. Documento che riconosceva il diritto allesistenza dello stato dIsraele entro i confini del 1967 e che auspicava la ripresa delle trattative di pace. Tutto questo viene taciuto perch il governo terrorista israeliano non vuole arrivare a nessun accordo ma persegue lobiettivo di annettere terre e risorse della Cisgiordania, affogando nel sangue leroica resistenza del popolo palestinese. Sarebbe ipocrita e falso pensare che se tacessero le armi, ci sarebbe pace in Palestina. Si pu parlare di pace quando ogni giorno un popolo viene costantemente privato della propria terra e della propria acqua, della propria cultura, delle propria radici e del diritto stesso allesistenza? Ed per questo che di fronte a tanto ipocrita e complice equidistanza, noi ci schieriamo totalmente e senza condizioni a fianco del popolo palestinese in lotta per la propria autodeterminazione. PER BLOCCARE LESCALATION MILITARE IN MEDIORIENTE PER FERMARE LAGGRESSIONE ISRAELIANA AL POPOLO LIBANESE E PALESTINESE CONTRO LE POLITICHE NEOCOLONIALI DELLIMPERIALISMO USA FERMIAMO LA MANO ASSASSINA DEL GOVERNO TERRORISTA ISRAELIANO A FIANCO DELLA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE IN LOTTA PER LA PROPRIA AUTODETERMINAZIONE

chiediamo a tutti e a tutte di esprimere la loro solidariet militante partecipando al presidio di solidariet con l'eroica resistenza del popolo palestinese.

CSA VITTORIA >>>>>>>

 


"Una serata alla settimana che possa essere momento di incontro e confronto tra orientamenti musicali anche diversi tra loro,
ma che da questo incontro possano arricchirsi reciprocamente." Ogni gioved alle 22.30
AMA LA MUSICA
ODIA IL FASCISMO

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CORTEO NAZIONALE PER LA LIBERAZIONE DEI/DELLE COMPAGNI/E
Diamo appuntamento a tutti i simpatizzanti e a chiunque voglia partecipare al nostro spezzone, dietro i famigliari degli/delle arrestate, ALLE 14.00 AL CSA VITTORIA.
Saremo poi al corteo dietro lo striscione:
contro PRECARIETA' FASCISMO REPRESSIONE
LOTTA DI CLASSE AUTORGANIZZAZIONE

Segue il testo dell'appello:

LIBERIAMO LE NOSTRE VITE
LIBER@ TUTT@ LIBER@ SUBITO

E' da tre mesi che il carcere ha inghiottito 25 compagni/e per essersi opposti alla sfilata fascista dell'11 marzo.
Tenerli in carcere con ogni mezzo il ridondante motivetto a cui vorrebbero abituarci.
Lo stesso dispositivo giuridico utilizzato per rigettare ogni richiesta di scarcerazione assai pi che inusuale e gli imputati, pi che rispondere di fatti specifici, vengono ritenuti colpevoli e pericolosi per il semplice fatto di aver tentato di partecipare al presidio/conferenza stampa che doveva tenersi alle ore 12:00 in Porta Venezia, luogo da cui tre ore dopo sarebbe partito il corteo della formazione nazifascista Fiamma Tricolore legittimata da quella destra populista e reazionaria istituzionale che si dice democratica. A questo ritornello, pi volte utilizzato in campagna elettorale, riteniamo doveroso rispondere aprendo una battaglia di libert.
In questi anni l'Italia, ed in particolare Milano, divenuta laboratorio politico per la destra istituzionale ed estrema, a colpi di attacchi alle libert individuali e collettive.
Aggressioni ed agguati ad immigrati, omosessuali, compagni/e, centri sociali o semplici persone considerate diverse, hanno costellato questi ultimi anni, tra cui spiccano episodi gravissimi come l'omicidio di Dax e gli accoltellamenti fuori dal C.S. Conchetta.
Tutto ci rappresenta, per, solo l'articolazione militante di ci che la destra istituzionale continua a propinare.
E' frutto di questa logica la pesantezza repressiva con cui si affronta qualunque dissenso collettivo ed individuale, da Genova alle mille pesantissime accuse mosse nei confronti di qualunque conflitto, fino al proiettile in testa sparato ad un ragazzo di 20 anni dalla squadra antigraffiti della Polizia Locale di Como.
C' d'aver paura, urlano gli spacciatori di sicurezze, mentre costellano le citt di telecamere e pistoleros vari.
Se non avete casa colpa degli immigrati a cui assegnano gli alloggi popolari, urlano i banchieri, che guadagnano sui mutui, e gli immobiliaristi, che affittano monolocali a 700 euro al mese.
Nessuna regolarizzazione per gli immigrati, urlano quelli che li ricattano affittandogli un buco a centinaia di euro al mese e li fanno lavorare pagandoli pochi euro.
Chiudere i Centri Sociali e sgomberare le case occupate, votano al consiglio comunale di Milano.
Punire chi si droga, urlano i magnati dello spaccio ed i loro amici, per aumentare il prezzo della merce.
L'aborto un omicidio, gridano quelli che plaudono i bombardamenti delle citt irachene.
Nessun diritto per gli omosessuali, urlano i difensori della famiglia, mentre rimpiangono i bei tempi dell'inquisizione.
Quante altre mistificazioni liberticide amplificate massmediaticamente si potrebbero citare e quante di queste sono divenute norma e legge?
In gioco ci sono le nostre vite e non solo quelle dei nostri 25 compagni/e rinchiusi in carcere, ma quelle di tutti/e, che ogni giorno devono fare i conti con i mille soprusi quotidiani, asfissiate dal dilagare di leggi e mentalit che soffocano le nostre esistenze.
Ecco perch riteniamo urgente aprire una battaglia di libert, ecco perch invitiamo realt e singoli ad aderire e partecipare al corteo nazionale che si terr sabato 17 giugno a Milano.
Un corteo che vorremmo, molteplice, comunicativo e partecipato, per:
*Chiedere l'immediata liberazione di tutti e 25 gli antifascisti/e in carcere;
*Contrastare la diffusione di culture xenofobe, razziste, fasciste, sessiste, omofobiche e securitarie;
*Opporsi a qualunque sgombero di spazi occupati;
*Rivendicare la libert di scelta contro qualunque imposizione etica (dai pacs, alla
criminale legge sulla droga, all'attacco all'aborto, ecc.);
*Difendere gli spazi di agibilit politica ed il diritto a manifestare;
*Opporsi alla dinamica di guerra, spesso celata sotto il nome di pacificazione, con cui si vorrebbe governare ogni angolo del pianeta.

SABATO 17 GIUGNO CORTEO NAZIONALE
Concentramento ORE 15:00 Piazza Duomo angolo Via Torino

a questo appello hanno fino ad oggi aderito circa 150 realt dell'autorganizzazione sociale, centri sociali, collettivi studenteschi, collettivi antifascisti, sindacati di base ecc....da tutta Italia che parteciperanno al corteo...


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FESTA POPOLARE
10 giugno dalle 16.00

AL QUARTIERE E ALLA CITTA'.
UNA PIAZZA PER FARE CONTROINFORMAZIONE ,
CULTURA, SOCIALITA', AGGREGAZIONE,
MUSICA POPOLARE,
VIDEO, MOSTRE FOTOGRAFICHE,
ANIMAZIONE PER BAMBINI, BALLI...


DALLE 16 IN POI:
-tarantelle, pizziche , tammurriate e musica popolare etnica dal vivo
-giochi e animazioni per bambini
-spazio proiezioni video di controinformazione
-mostre fotografiche su Palestina, sessualit e legge 40, storie dei movimenti dal 2001 a oggi, antifascismo, 10 anni del csa Vittoria...
-banchetti di controinformazione su:
lavoro e precariet, immigrazione, scuola e universit, palestina...

DALLE 20 IN POI
CENA POPOLARE

CONCERTO GRATUITO DEI BOVISA REGGAE FOUNDATION


LIBERE TUTTE!!!!!!!LIBERI TUTTI!!!!!!!!
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25 APRILE 2006 CONTRO GUERRA, PRECARIETA, FASCISMO E REPRESSIONE!
A pi di tre anni dallinizio della guerra la situazione in Iraq non come i piani doccupazione avevano preventivato.
Nessuno oggi, dopo le scientifiche torture nel carcere di Abu Ghraib, pu pi parlare ancora di esportazione del modello di democrazia occidentale o accusare di terrorismo una popolazione che con le armi difende il diritto alla propria autodeterminazione.
Ormai il territorio iracheno un unico campo di battaglia, nel quale i mille volti della resistenza armata affrontano le truppe doccupazione con il supporto generalizzato di gran parte del popolo iracheno contro un governo fantoccio servo degli interessi economici statunitensi.
Nessuno oggi pu nascondere che lItalia parte integrante di unaggressione che rafforza il dominio imperialista U.S.A. su un territorio fondamentale dal punto di vista delle risorse naturali (petrolio e gas) e per imporre un totale controllo politico-militare in unarea strategica come quella mediorientale.
Nel medesimo contesto devono essere inquadrate le nuove minacce dellamministrazione Bush allIran che, in una tendenza alla generalizzazione del conflitto, confermano il patto di alleanza strategica con Israele che continua nel genocidio del popolo palestinese, non riconoscendone il diritto allesistenza.

Antifascismo di classe

Il 25 aprile, anniversario della liberazione dalloccupazione nazi-fascista, coerentemente affrontato solo coniugando lopposizione alla guerra e la lotta alle politiche neoliberiste.
Le classi dominanti hanno storicamente utilizzato, in maniera strumentale, le guerre imperialiste, il fascismo e lo stragismo o, in alternanza, politiche di presunta innovazione sociale come quelle keynesiane o del new deal rooseveltiano per imporre lorganizzazione capitalistica del lavoro come unico modello di societ possibile.
Ununica matrice di classe, quindi, che utilizza volti e strumenti diversi con lidentico fine di salvaguardare il profitto e la sopravvivenza stessa del dominio del capitale.
Questo vuol dire oggi in Italia unaccelerazione dei processi di precarizzazione con le privatizzazioni e la riorganizzazione del mercato del lavoro, iniziata dal centro-sinistra con il Pacchetto Treu e proseguita poi dal centro-destra con la legge 30 (la famigerata legge Biagi). Una precariet che indispensabile al capitalismo per recuperare quote di profitto erose dalla crisi e che diventa condizione di vita materiale e quotidiana di milioni di lavoratori.
La stessa precariet e selezione di classe viene vissuta a livello studentesco grazie alle riforme varate dal centro-sinistra prima, con la Zecchino-Berlinguer, e dal centro-destra poi, tramite la finanziaria e la riforma Moratti.
Il 25 aprile rimane dunque una forte giornata di lotta antifascista.
E per questo che va combattuta ogni forma di ricostruzione faziosa di una nuova storia nazionale condivisa cui fare riferimento, mettendo sullo stesso piano torturati e torturatori, partigiani e nazifascisti, deportati e camicie nere in un unico grande calderone, perch ognuno si possa sentire legittimato. Questo revisionismo storico infatti funzionale non solo ad una ripulitura di facciata delle destre, ma anche e soprattutto alla legittimazione di questo modello di societ.

La repressione non ferma lantifascismo e le lotte sociali

In questo clima rientrano tutti gli ultimi tre anni di attentati incendiari, devastazioni e accoltellamenti delle squadracce contro sedi partigiane, centri sociali, associazioni antirazziste culminate con lassassinio del compagno Dax.
L11 Marzo 2006 ha visto sfilare a Milano una parata squadrista con centinaia di fascisti.
La stessa giornata si conclusa con larresto di pi di 40 antifascisti che hanno provato ad opporsi a questa provocazione, con una criminalizzazione anche mediatica utilizzata a fini elettorali e, a tuttoggi, gli antifascisti ancora in carcere sono 25, colpevoli, per gli apparati repressivi, solo di essere stati presenti in quella piazza.
Lestrema lunghezza di questa detenzione in attesa del processo decisa dal mero arbitrio della magistratura dimostra il profondo asservimento di questa alle logiche repressive del potere.
Riteniamo quindi fondamentale che ogni realt, ogni collettivo, ogni sincero antifascista si schieri per la liberazione dei compagni arrestati sviluppando iniziative di denuncia e di controinformazione contro questo pesantissimo attacco repressivo.
Denunciamo ogni tentativo di ridurre lantifascismo militante allinterno della logica aberrante e strumentale degli opposti estremismi.
Come ribadito nellappello unitario per le iniziative in occasione del 25 aprile il nostro antifascismo non riducibile solo ad una legittima pratica quotidiana di contrapposizione alla bande neonaziste, ma espressione di una volont pi generale finalizzata alla crescita di una maggiore coscienza sociale nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi del moderno sfruttamento di classe, per costruire una societ alternativa senza pi servi n padroni.
Un antifascismo che parte di una lotta pi generale contro il sistema capitalista, con una nuova capacit di raccogliere il dissenso e lopposizione alla precariet, alla discriminazione, ai privilegi, al razzismo, al sessismo e ad una societ basata sullo sfruttamento.

Opposizione sociale e antifascismo

Ribadiamo quindi la nostra volont di farci portatori di quei valori della lotta di liberazione che stata lotta armata di popolo contro il nazi-fascismo ma anche insurrezione popolare per una societ di liberi e di uguali, intensificando le nostre lotte per il diritto alla cultura critica, alla casa, al lavoro, al salario, alla salute, a spazi di socialit non mercificata e contro ogni forma di precarizzazione della vita.
Alla volont di imporre relazioni sociali di tipo sempre pi autoritario e repressivo, il nostro sforzo al contrario quello di contribuire all'allargamento del consenso all'idea che una rivoluzione sociale ed una trasformazione radicale dei rapporti di classe siano assolutamente necessari oltre che possibili.
Rivendichiamo perci il nostro essere antifascisti, portando avanti ora e sempre queste pratiche quotidiane e questi valori di libert e solidariet, all'interno di una contrapposizione chiara tra lavoro e capitale, tra interessi incompatibili di sfruttati e sfruttatori per una societ altra senza pi classi n sfruttamento.

Contro il fascismo vecchio e nuovo!
Contro precariet e sfruttamento!
Liberi tutti e tutte, fuori subito gli antifascisti arrestati l11 marzo!
Liberi di essere antifascisti, ora e sempre resistenza!
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IL POPOLO BASCO IN LOTTA PER SCRIVERE LA STORIA DELLA PROPRIA AUTODETERMINAZIONE

INCONTRO DIBATTITO CON:>>>

MARCO SANTOPADRE, giornalista di Radio Citt Aperta di Roma
ANGELO MIOTTO, coautore del libro Storie Basche

Approfondimento della situazione attuale in Euskal Herria tra conflitto e negoziato, alla luce della dichiarazione di ETA di cessate il fuoco permanente e la continua e pervasiva repressione degli organi dello Stato Spagnolo contro la societ basca e i movimenti sociali di lotta che essa esprime.
Analisi sullo stato del processo 18/98 che tenta di ridurre al silenzio nelle aule di un tribunale la composita realt del conflitto sociale indipendentista basco, con la criminalizzazione e la chiusura manu militari di giornali, riviste, associazioni culturali...

Crediamo sia importante una partecipazione di massa per una forma reale e concreta di sostegno alla lotta per lautodeterminazione del popolo basco.

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Banlieues. Neocolonialismo e conflitti nelle metropoli

Per capire i conflitti che attraversano e potranno attraversare
ancora le metropoli europee



INCONTRO DIBATTITO Venerd 27 gennaio ore 20.30

Interverranno:

OMEYA SADDIK del MIB(mouvement dell'immigration et de balieue)

EMILIO QUADRELLI ricercatore sociologo



presso il Liceo SEVERI bastioni di porta volta

Organizzano: Confederazione COBAS - CSOA ORSO - CSA VITTORIA>>>>>>>>

 
corteo sabato 2 dicembre a Vicenza


SABATO2DICEMBRE
CORTEO A VICENZA
PER LA CHIUSURA DI TUTTE LE BASI USA E NATO E CONTRO LA FINANZIARIA DI GUERRA

Aderiamo e partecipiamo con il coordinamento milanese contro la guerra alla manifestazione nazionale del 2 dicembre a Vicenza.
Il coordinamento milanese contro la guerra sta organizzando la partecipazione con pullman e un treno da Milano per Vicenza.
Saremo in piazza il 2 dicembre per manifestare:
- Per la chiusura delle basi americane in territorio italiano.
- contro la missione militare italiana in Libano
- contro loccupazione israeliana della Palestina
- contro la finanziaria di guerra
- per il sostegno delle resistenze palestinese, irachena e libanese

Prezzo: 15 euro a/r
Partenza: sabato 2 dicembre ore 10.00 da Sesto FS

Per prenotare i posti telefonare con anticipo:
C.S.A.Vittoria: 02/5453986 (dopo le 18.00)




 
Democrazia o Polizia?




Il nostro lavoro racconta della notte fra il 16 e il 17 aprile 2003 a Milano, una nottata insanguinata dalle lame dei fascisti che uccidono Dax e feriscono gravemente altri due compagni e dai manganelli della polizia che caricano all'interno del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo le persone giunte per avere notizie dei compagni accoltellati.
Sangue per terra, ferite al volto e alla testa, denti e nasi rotti, braccia e polsi spezzati, persone abbandonate a qualche isolato, buttate gi dalla volante con il braccio rotto senza che gli fosse contestato alcunch, persone ferite a cui i punti di sutura venivano dati mentre erano ancora ammanettate, molestie sessuali, cariche all'interno del pronto soccorso con l'uso di mazze da baseball.
Questa l'inquietante continuit tra l'omicidio per mano fascista e le cariche della polizia al grido, "comunisti di merda", "zecche", "come Carlo, uno di meno", a far capire che il cuore, se di cuore si pu parlare, batte a destra.
Un uso delle forze dell'ordine ieri tollerato, oggi legittimato (esemplificative sono, in tal senso, le dichiarazioni di Scaiola nel dopo-Genova e quelle di Giovanardi dopo i fatti del S. Paolo) da un governo che promulga leggi razziste e che giorno dopo giorno cancella ogni spazio di democrazia.
Una democrazia blindata, una repressione cos feroce da sospendere ogni diritto, fare uso della tortura (come denunciato dalla stessa Amnesty) contro immigrati, lavoratori, giovani, antifascisti e contro chiunque lotti per i propri diritti.
ll nostro progetto vuole raccogliere il materiale e ricostruire gli avvenimenti affinch si possa dimostrare che quello che accaduto in quella tragica notte ha radici profonde nella societ italiana e nei nuovi modelli di controllo messi in atto dalle forze dell'ordine e pensati dai responsabili delle politiche neoliberiste come la rottura negoziata e pacifica delle istanze sociali. Fin a quando la vostra violenza si chiamer democrazia?

Comitato di controinchiesta sui fatti del san Paolo
http://www.inventati.org/sanpaolo/
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NO TAV!
Dopo il violento sgombero poliziesco del presidio contro il cantiere TAV avvenuto luned notte e dopo le successive mobilitazioni e scioperi spontanei in tutte le valli del Torinese e in molte citt italiane che hanno visto coinvolti studenti e lavoratori, oggi centomila persone determinate, provenienti da tutta Italia, hanno riconquistato il sito di Venaus.
A nulla sono serviti i mezzi violenti e intimidatori delle forze dell'ordine che miravano a isolare e criminalizzare la lotta degli abitanti della Val di Susa contro la devastazione ambientale e l'inquinamento (uranio, amianto) di un'opera che serve solo a soddisfare gli interessi dei padroni e delle banche legati all'attuale compagine governativa.
La grande mobilitazione di oggi dimostra che l'unit e la determinazione di chi lotta sono l'unica via possibile e perseguibile per costruire un movimento che sia in grado di opporsi agli attacchi ai diritti sociali, al lavoro, alla casa, alla salute, alla cultura e al territorio. E soprattutto dimostra che la lotta paga.

In preparazione del corteo nazionale a Torino di sabato 17 dicembre lanciamo un'assemblea cittadina da tenersi mercoled ore 21,30 presso il Csa Vittoria per decidere le forme e le modalit della mobilitazione.

LA LOTTA PAGA!!!

Prime adesioni: Csa Vittoria, Conf.Cobas, R.A.S.H. Milano, Slai Cobas Milano...

 

CONTRO IL VECCHIO E IL NUOVO FASCISMO!


Ma il fascismo solo la punta di un iceberg, il prodotto di un sistema economico, politico, sociale e culturale basato sullo sfruttamento di classe e su relazioni sociali sempre pi autoritarie: una sorta di regime mediatico/populista funzionale allaccumulazione di profitti di una minoranza.
Oggi tutto ci si concretizza nel progressivo smantellamento dei diritti dei lavoratori e degli immigrati, nelle guerre imperialiste e in un controllo sociale sempre pi pervasivo.
Il fascismo sempre stato nella storia una risposta repressiva delle classi dominanti alla richiesta di maggiori diritti e libert.
Stiamo assistendo ora ad una fase di rilancio politico di organizzazioni dichiaratamente neofasciste che, utili alleate del governo di centro-destra, stanno facendo il solito lavoro sporco di intimidazione con aggressioni e violenze, lultima delle quali ad uno studente del liceo Agnesi di Milano.
Essere antifascisti significa per noi bloccare ogni tentativo di riflusso della non-cultura fascista, lottare perch cresca la coscienza sociale nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, per costruire una societ giusta senza servi n padroni.

ORA E SEMPRE RESISTENZA!
NO PASARAN!

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COMUNICATO VITTORIA sulla DEVASTAZIONE del 4 MARZO 2005

Hanno devastato tutto, dal mixer al bar, dallufficio allinfoshop, appiccando fuoco e tentando di sfondare anche la porta dingresso. Un lavoro da professionisti, che non ha risparmiato assolutamente nulla.

E chiaro come questa sia la risposta alla campagna, iniziata lo scorso sabato pomeriggio, che denuncia lex terrorista dei N.A.R. Lino Guaglianone come anello di giuntura tra la destra radicale ed estrema e quella ripulita" in doppiopetto. Altrettanto chiaro appare lassoluto spazio di manovra che questi loschi personaggi hanno avuto, liberi di poter agire indisturbati per tutta la durata dellazione nellassoluta certezza che qualcuno li avrebbe coperti.

Le compagne ed i compagni del centro, come sempre, continueranno a testa alta nella loro pratica politica e sociale.
Oggi il centro rimarr aperto tutto il giorno e confermiamo che il previsto spettacolo teatrale di stasera si terr.
Rilanciamo con ancor pi forza la giornata di mobilitazione di domani, ricordando il presidio davanti al Tribunale di Milano in occasione del processo al compagno arrestato e le iniziative territoriali del pomeriggio.

NO PASARAN!

Le compagne e i compagni del vittoria
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