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7 GIUGNO 2003:

FREE PARADE SOTTO REBIBBIA

flyer free parade 7 giugno 003

Il carcere è immobile è necessario tornare a scuoterlo. Chi tiene in mano le chiavi del carcere continua a ignorare le terribili condizioni in cui sono costretti detenuti e detenute.

  • Non è bastata una protesta di oltre 4 mesi che ha impegnato la grande maggioranza dei detenuti e delle detenute di oltre 100 carceri; una protesta che dal settembre dello scorso anno si è protratta fino a poche settimane fa;
  • Non è bastata la diffusione dei dati sul sovraffollamento, giunto a livelli intollerabili che peggiorano terribilmente tutte le condizioni di vita in cui vengono costretti oltre 57.000 reclusi, in strutture capaci di contenerne non più di 42.000;
  • Non è bastata la denuncia delle numerose violazioni compiute dal Ministero della Giustizia delle stesse leggi italiane, ottenute dopo dure e lunghe lotte: come ad esempio la non applicazione della legge sulla "Sanità Penitenziaria", che trasferisce al Servizio Sanitario Nazionale la responsabilità della salute dei carcerati, togliendola alla corporazione dei medici penitenziari veri e propri "secondini in camice bianco"; una situazione vergognosa che continua a causare le tragedie chiamate ridicolamente "morti naturali", che non sono altro che assassini compiuti dal sistema-carcere per omissione di soccorso e di cura;
  • Non è bastata la denuncia dell'avvenuta abrogazione di fatto dell'applicazione delle famose "misure alternative alla detenzione", che cerca di cancellare 30 anni di lotte e di speranze; per non parlare della costante violazione e del non rispetto dei diritti elementari dei detenuti e detenute, perfino di quelli garantiti dalla Costituzione;
  • Non è bastato il numero crescente di atti di autolesionismo in carcere, alcuni dei quali sono condotti fino all'esito fatale della morte: segno inequivocabile del disagio che ha raggiunto livelli raccapriccianti;
  • Non è bastata la denuncia degli organismi internazionali che hanno più volte condannato l'Italia per l’inosservanza delle norme sul rispetto della persona incarcerata, denunce che si sono intensificate negli ultimi anni e che hanno posto questo paese alla stregua dei più infimi regimi dittatoriali;
  • Non è bastato nemmeno l'intervento delle più alte autorità ecclesiastiche;

La "sordità" delle classi politiche italiane si è dimostrata più dura e impenetrabile del cemento delle mura che rinchiudono corpi e menti di donne, uomini e ragazzi. Una "sordità" che ha un significato preciso e drammatico: queste classi politiche considerano la galera una vera e propria "discarica sociale" ove gettare tutti i prodotti del "disagio" causato dalle devastanti politiche antipopolari degli ultimi anni: ad esempio le politiche proibizioniste con il risultato di oltre 15.000 tossicodipendenti segregati dietro le sbarre; e quelle sull'immigrazione (vedi la legge Bossi-Fini) che hanno portato nelle carceri oltre 16.000 migranti; così come le politiche di controllo e repressione nelle periferie urbane degradate, contro le vecchie e nuove fasce di povertà, contro chi è colpito dalla disoccupazione crescente prodotta dalla feroce ristrutturazione capitalistica. Di fronte a tanta ottusa "sordità" delle classi politiche e al comatoso silenzio che grava sui temi della "giustizia" ci pare opportuno "fare un po' di rumore" per cercare di svegliare chi non vuol sentire. Il mezzo che useremo sarà la musica, ma suonata molto forte, in grado di scavalcare le alte mura di quel carcere, attraversare le sbarre e raggiungere le menti di detenuti e detenute che la galera vorrebbe spegnere: sarà un corteo musicale che si muoverà per le strade del quartiere al cui interno è situato uno dei carceri più grandi d'Europa; con suoni, balli e tanta creatività.

L'appuntamento è sabato 7 giugno 2003 alle ore 17.00 Via Brandizzi (Metro Rebibbia)

Il Corteo attraverserà il quartiere fin sotto le mura del carcere per terminare nel piazzale del mercato di v.le Kant davanti al c.s.o.a. La Torre e riunirsi all'iniziativa organizzata per il compleanno del centro sociale.

>>>guarda il percorso<<<


Per comunicare a tutte e tutti che quell'edificio chiamato carcere non ha ragione di esistere in quanto nega proprio quel "reinserimento sociale" sul quale si basa la giustificazione "legale" del carcere; perché infligge soltanto sofferenze e degrado; e come tale dovrebbe essere svuotato di corpi e menti.....

 

cronaca: partita la free-parade | la free-parade fermata dalle guardie | report la torre

Guarda le immagini dell'iniziativa: [1] [2] [3] [4] [5] [6]

Guarda i video [1]

>>> per saperne di di più <<<

 


 

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