From
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caparossa <caparossa@autistici.org>
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Date
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Thu, 26 Aug 2004 10:05:29 +0200
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Subject
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Etica hacker in USA e in Europa [Re: [hackmeeting] Riflessioni sul MOCA]
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Alle 23:14, mercoledì 25 agosto 2004, Vittorio Bertola ha scritto:
> Vero, ma, proprio perchè è nata in America - il paese dove alle
> elezioni un partito di destra si scontra con uno di estrema destra -
> è nata comunque su basi ideologiche totalmente diverse da quelle che
> ha la nostra cultura antagonista.
ma direi anche di no.
il 1964 è l'anno di Barkley, della nascita del movimento pacifista e
contro la guerra del Vietnam, dell'esplosione della lotta di
liberazione degli afro-americani.
e cosa fanno?
occupano le università e vanno in giro col libretto rosso di Mao (per
banalizzare, ma neache tanto).
e poi gli hippies, le canne, l'amore libero, le comuni, etc etc etc,
tutte cose nate in USA e poi traslate qui da noi.
l'europa c'ha, in parte, caricato un bel quintale di ideologia
marxista(poco)-leninista(tanto) sopra, e la pietanza è bella che
servita:
il '68.
in _questo_ contesto si sviluppa l'etica hacker, in un mix di
_abitudine_ alla libera circolazione dei saperi, propria delle
istituzioni accademiche scientifiche (almeno fino alla fine degli anni
'70) e quanto sopra.
tanto che quando, nei '70, il grosso del fenomeno si sposta in
california, una delle (tante) parole d'ordine è "il computer al
popolo". parola d'ordine che, tra l'altro, portò alla nascita dei
gruppi di appassionati di elettronica e informatica e, poi, alla
nascita dei primi peronal computer fatti nei garage delle case.
queste sono cose che non si vogliono raccontare (fatta eccezione del già
citato Levy in "Hachers", edito guarda caso da una casa editrice di
compagni come la shake...), ma non vuol dire che non siano vere.
poi, sicuramente, c'è stato _anche_ lo sviluppo dell'informatica in
maniera tradizionale, dentro le università e nelle prime company.
ma non è un caso che è proprio quando queste ultime iniziano a
diffondersi che RMS se ne va dal MIT, fonda la FSF e dice che l'etica
hacker è stata tradita.
gli anni '80 sono altra cosa, ma lo sono dappertutto: in USA come in
Europa e, ancor di più, in Italia.
> Se vuoi, Internet è il trionfo del
> libero mercato:
[...]
> E' l'esatto e inconciliabile opposto
> di un sistema a pianificazione centrale, tanto per dirne una.
e che c'entra la "pianificazione centrale" con il movimento antagonista?
mi sa che su quest'ultimo hai delle idee un pò arruginite, ad essere
ottimisti ... :-|
[...]
> Eppure, da quel poco che ho letto del libro di Himanen, lui mette
> bene in chiaro che il fine tipico dell'hacker non è innanzi tutto il
> bene della collettività, ma piuttosto la realizzazione personale e
> individuale, la soddisfazione, il divertimento, la fama
quello che dice Himanen è che l'hacker ha come necessità fondamentale
quella di far parte di un gruppo (collettivo) di persone che vogliano
produrre un qualcosa che tutti possano manipolare.
che una delle spinte fondamentali a questo sia un moto edonistico, beh,
è semplicemente dovuto al fatto che stiamo parlando di esseri umani.
pensa che uno dei testi fondamentali del movimento del '77 italiano era
di una filosofa marxista eterodossa austriaca, la Haller, che si
intitolava "La teoria dei bisogni", e metteva al centro dell'azione
rivoluzionaria l'egotismo di ogni uno/a di noi.
[...]
> Tutto sommato, l'etica hacker delle origini mi sembra più antagonista
> alla riproposizione del taylorismo nella società della produzione
> informativa, piuttosto che al sistema capitalista in sè;
stai citando giusto giusto tutti i cardini della lettura storiografica
di movimento sul periodo 1968 - 1979: dalla rivoluzione di classe alla
teoria dei bisogni al punk.
il rifiuto del taylorismo (ti consiglio di leggerti "Vogliamo tutto" e
poi, subito dopo, "Gli invisibili", entrambi di Nanni Balestrini),
della catena di montaggio, sono i cardini del '69 italiano, che
sfociano in un tentativo di creare un altro modo di vivere, prima che
di produrre, proprio del '77 ("Finalmente il cielo è caduto sulla
terra").
> e mi sembra che al primo posto, anche qui in stile molto americano,
> metta assolutamente la libertà dell'individuo, mentre dell'uguaglianza
> fotte sega a nessuno.
generalizzi, direi.
> La comunione tra hacking e cultura antagonista europea è, appunto, un
> fenomeno tutto europeo, ma è venuta dopo.
l'etica hacker è qualcosa che va oltre l'hacking (non a caso nasce da
gente che giocava con i trenini...), ed è qualcosa che travalica le
barriere geografiche.
il tutto, ovviamente, IMHO!!!
--
solid, caparossa
"Certo bisogna farne di strada / da una ginnastica d'obbedienza /
fino ad un gesto molto più umano / che ti dia il senso della violenza /
però bisogna farne altrettanta / per diventare così coglioni / da non
riuscire più a capire / che non ci sono poteri buoni" F. De André
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