I Paesi Baschi e il PRC.
Intervista a Marco Odorici Capogruppo Consiliare del PRC di Casalecchio (Bologna) e membro del Direttivo dello stesso Circolo. Marco è anche delegato RSU nella fabbrica dove lavora, l'azienda metalmeccanica CasMatic SpA.ed inoltre è nel Direttivo della locale sezione dell'ANPI. E' attivista della rete che si sta costituendo in Italia in solidarietè con Batasuna. A cura di REDS. Ottobre 2002.


La situazione nei Paesi Baschi e' estremamente critica: l'illegalizzazione di Batasuna e' solo l'ultimo atto di una sequela repressiva che mira a destrutturare e soffocare completamente lo spazio di azione e pensiero della sinistra basca. La nostra impressione e' che la sinistra antagonista in Italia sia assai poco attenta e solidale.
La stragrande maggioranza dei Compagni che compongono la Sinistra antagonista (ci metto anche il Partito di cui faccio parte) ignorano totalmente la realtˇ Basca, la ricchezza sociale di cui la Sinistra Abertzale è portatrice. Io personalmente ho fatto dei viaggi "politico/turistici" per 6 anni in Euskadi e, pur non avendo collegamenti a livello politico istituzionale, facendo il "turista che sapeva come muoversi"per intenderci, ho tastato le varie situazioni, partecipato a manifestazioni, passato serate con ragazzi baschi nelle loro feste e ogni volta rimanevo a bocca aperta per il grado di socializzazione, organizzazione, e caparbietˇ con cui i Compagni organizzavano e manifestavano le loro idee. Un grado di mobilitazione continua ed informazione da fare impallidire, a mio modo di vedere, la nostra capacitˇ di fare politica. C'è comunque una piccola parte di Compagni sia del PRC che dei Centri Sociali, o comunque "antagonisti", che hanno contatti continui con quelle realtˇ che non possiamo limitare all'identificazione con la sola Batasuna. Un aspetto, che non è mai venuto fuori in tutti questi giorni di notizie sulla situazione in Euskadi, ma che ci tengo a sottolineare perché ha un importanza grandissima nel fatto che ha aiutato a far conoscere il più ampiamente possibile la situazione Basca da noi, è la musica. Il Rock Radical Basco che è uscito dai confini d'Euskadi e dello Stato Spagnolo grazie ai Kortatu; e che sta continuando da tantissimo tempo a comunicarci con i suoi testi politicizzati e la sua musica, per certi versi d'avanguardia rispetto ai nostri tempi, quella realtˇ e le sue problematiche. Basta che leggiate uno qualsiasi dei testi dei Negu Gorriak, o dei Kortatu, o di tanti altri Gruppi che hanno proseguito la strada indicata dai fratelli Muguruza (componenti della due band sopraccitate). Ricordo un concerto dei Negu Gorriak, che, come Gruppo di Compagni vicini ad una certa musica antagonista, abbiamo organizzato qui a Bologna nel 93, in cui parteciparono oltre 800 persone. Giˇ lú i partecipanti potevano capire che aria tirasse in Euskadi. Per concludere c'è una certa sinistra che è attenta e conosce la realtˇ basca ma non riesce a sfondare perché è decisamente minoritaria, non organizzata e ha il problema che la maggior parte dei Compagni non capiscono che le prioritˇ di Euskadi sono le stesse della Palestina, del Kurdistan o dell'Irlanda e, purtroppo, questi Compagni non si sforzano di capire.

Ci interessa in particolar modo il tuo giudizio sulla posizione del nostro partito. Che atteggiamento possiamo desumere leggendo Liberazione e i documenti degli organismi dirigenti?
Liberazione... mi dispiace che il nostro quotidiano, su questo argomento, sia allineato con l'atteggiamento del Partito. Atteggiamento di diffidenza verso una cosa che non si conosce e che non si vuol conoscere. Prendi ad esempio la notizia della manifestazione del 14 Settembre a Bilbo, è vero che Liberazione è stato forse l'unico a darne notizia, ma ha ripreso i lanci di Agenzia! Il nostro quotidiano non deve aver problemi a reperire le notizie dalla fonte, bastava dare un occhiata al sito di Gara per capire che cosa era successo e che i 5000 segnalati erano una cifra di comodo! Ma avete visto le foto? Erano in 50000 nonostante il tentativo di divieto! Questo tipo di atteggiamento, che magnanimamente definisco di diffidenza, viene confermato dal documento votato al CPN del 14/15 Settembre dove, a mio giudizio, per buona parte si fa un buon ragionamento denunciando l'azione fascista del Governo di Madrid ma poi si scade sul rapporto con Batasuna. Cito testualmente: "Sul piano politico la divergenza di opinioni sul ruolo e sugli atti compiuti dall'ETA tra il nostro Partito e Batasuna rimane una distanza incolmabile. Pertanto ribadiamo le decisioni giˇ assunte in passato di non avere relazioni ufficiali con questo partito". Questo è quanto. Il PRC, che ha appoggiato la fuga di Ocalan leader del PKK, che non disdegna quello che i Compagni attuano in Colombia e non mi sembra di vedere cosú astio verso le FARC, rispetto a Batsuna e ad ETA taglia corto e sentenzia "nessun rapporto ufficiale!" Tra l'altro nel passaggio precedente asserisce che il CPN del PRC è contrario all'ETA "che in questi anni ha mietuto vittime innocenti e perseguito un disegno politico che continueremo ad avversare". Non entro nel merito della questione ETA perché mi rendo conto che è un ambito molto delicato e andrebbe valutato nella sua interezza, anche se non posso non sottolineare che si condanna ETA ma ci si scorda della guerra sporca che lo Stato Spagnolo continua a perpetrare ai danni del Popolo Basco da decenni, a partire dall'epoca Franchista, passando per il Governo "Socialista" di Gonzales organizzatore dei paramilitari del GAL, arrivando ad ora con la tortura sistematica praticata nelle caserme della Guardia Civil ai danni dei militanti baschi arrestati. Ma la cosa che invece mi delude ed avvilisce è che si dice chiaramente che si avversa "il disegno politico di ETA": Indipendenza e Socialismo. Se si condanna ETA per la sua scelta militare non si può però condannare la scelta di autodeterminazione di un Popolo o di una parte di esso! E' come se noi dicessimo ai Palestinesi vi siamo vicini ma avversiamo la vostra idea di fare uno Stato! Per primo ci direbbero che noi viviamo in Italia e che i problemi li vivono loro ma la cosa che salta all'occhio è che qui si dimostra tutta la non conoscenza delle radici del conflitto basco. Qui si dimostra di non sapere che i Baschi sono una cosa ed i Castigliani un'altra, e che a dimostrazione di questo ci sono una serie di questioni storiche che sono incontestabili! A questo punto vorrei sapere in quanti del CPN sanno il perché i Compagni Baschi vogliono l'autodeterminazione; se i Compagni del CPN conoscono la storia della lingua Basca; se sanno che esistono realmente anche differenze genetiche tra i Baschi ed i vicini Casigliani.! Ovviamente non è una questione di puro nazionalismo è una questione di appartenenza ad una terra che però non governi. Tra l'altro, per sgombrare il campo dalle menate del nazionalismo di Sabino Arana (fondatore del nazionalismo Basco ma decisamente un vero e proprio razzista), i Baschi si differenziano da tutti gli altri popoli nel riconoscere quello che noi riterremmo un connazionale ma che per loro è un Euskaldun (letteralmente bascoparlante) non per una carta d'identitˇ o per il luogo di nascita ma perché parla l'euskara ossia il basco! Questo elemento mi pare decisamente degno di attenzione e di non secondaria importanza!

Abbiamo notato comunque nella base del partito diversi segnali di attenzione. Ce ne puoi parlare, a cominciare della piccola ma significativa iniziativa che hai intrapreso?
Se tutto quello che ho detto precedentemente è vero, ossia c'è una non conoscenza della questione Basca (ed oserei dire che è cosú), tutto quello che può fare un Compagno "che sa" è di informare magari anche utilizzando piccole, ma a loro modo eclatanti, prese di posizione. E' quello che mi propongo nel mio piccolo: informare, dare informazione. La mia idea è quella di passare documenti presi dai siti internet dell'indipendentismo basco, portare la gente ed i Compagni a conoscenza della mobilitazione che avviene in Euskadi, farlo anche coinvolgendo un Consiglio Comunale istruendo un percorso istituzionale di informazione del conflitto basco per arrivare a votare un OdG in cui si dicono delle cose specifiche. Ed è vero, anche se la dirigenza continua a rimanere ancorata a Izquierda Unida ed alla poca conoscenza della situazione, c'è una base che si sta muovendo. La mia azione è stata volutamente eclatante (per quello che era) ma ci sono prese di posizioni che fino a poco tempo fa mi erano sconosciute ma che sono importantissime come il documento a sostegno della vicenda Basca votato ed approvato al 5°Congresso Provinciale della federazione di Brescia il 17 Marzo 2002. Parlando di PRC ti posso anche dire che a Bologna si sta valutando l'opportunitˇ di creare un Comitato di sostegno e l'idea si sta muovendo tra Consiglieri e Compagni della base; in più c'era anche una certa voglia di approfondire la questione chiamando Giacopuzzi (esperto della questione basca e scrittore di libri sull'argomento) a Bologna e fare un iniziativa tra il dibattito e il didattico. Credo che bisogna spingere su questo. Non si può più aspettare; il 97 è stato grave (l'arresto ed il processo a tutta la direzione politica di Herri Batasuna) ma qui si va oltre, tra l'altro si adottano leggi antidemocratiche che possono essere usate anche in altri Stati.

Le ragioni che spiegano l'atteggiamento del PRC verso Batasuna possono essere diverse. Come sai, per noi quella principale riguarda la difficolta' del nostro partito (ma in generale della sinistra) a farsi carico della questione nazionale dei popoli oppressi. Altri compagni sottolineano i legami di partito con la sinistra "spagnola". Altri ancora infine la scarsa conoscenza del problema. Ci dai la tua opinione a proposito?
In parte l'ho spiegato prima dicendo che la maggior parte dei Compagni non capiscono che le prioritˇ di Euskadi sono le stesse della Palestina, del Kurdistan o dell'Irlanda e che, sottolineo purtroppo, questi Compagni non si sforzano di capire, ma non credo che sia l'unica causa. Ritengo reali anche le altre due che hai citato: il problema eterno del rapporto con il nazionalismo dei popoli oppressi e questo continuo sostenere il rapporto con Izquierda Unida che, nessuno ne tiene conto, nella CAV (Comunitˇ Autonoma Vasca) e Navarra sta rischiando di sparire proprio perché ha un atteggiamento di distacco verso la questione dell'Indipendenza ed i Compagni in CAV e Navarra votano per Batsuna e non per IU. Ma io credo che sopra a queste rimane il nodo della non conoscenza. Il mio invito è andare in Euskadi, a Donostia (San Sebastian), o a Bilbo (Bilbao) o a Gasteiz (Vitoria) e starci per un po' di tempo per toccare con mano quello che i Compagni Baschi sono e fanno. Credo che in parecchi rimarrebbero stupiti per il grado elevato di societˇ che hanno e per la lungimiranza delle loro lotte. Non dimentichiamo, ad esempio, che in Euskadi è stato fatto il primo sciopero generale per le 35 ore, cosa che nel resto di Europa (tolta la Francia) nessuno ha ancora avanzato.

Noi ovviamente vorremmo che ai compagni baschi arrivasse una fattiva e incondizionata solidarieta' a Batasuna da parte del nostro partito. Siamo dunque interessati che su questo punto la linea del partito mutasse. Qualche idea su come perseguire questo scopo?
Due le strade, entrambi percorribili. La prima è fare controinformazione verso Liberazione e verso il nostro luogo di attivitˇ politica portando documentazioni e mettendo l'evidenza davanti agli occhi: loro sono nazionalisti ma sono più internazionalisti di noi, ad esempio. Eclatante il rapporto con la Palestina e con l'Irlanda del Nord dove hanno contatti diretti e quotidiani con il Sinn Fein. Il secondo è contribuire a velocizzare la cosa attivando iniziative autonome o creando dei Gruppi di lavoro all'interno del Partito che portino i risultati delle attivitˇ al cospetto dei più diffidenti. Sinceramente, nonostante il rinnovarsi della scelta di non avere rapporti ufficiali con Batasuna, credo non sia male invece contravvenire a questa indicazione cercando di far capire che non è isolando Batasuna che si ottiene qualcosa di positivo, e che non è ignorando Batasuna che si può capire la questione Basca. Concludo, e mi scuso per la prolissitˇ delle risposte ma quando parlo di Euskadi mi accendo, invitando tutti i Compagni che leggono questa intervista, se sono interessati alla cosa, di scrivermi alla mail, magari si può fare qualcosa giˇ da subito, presentare degli OdG contrari a quello del CPN nei vari CPF. Con questo non è che mi voglio assumere un ipotetico ruolo di coordinatore, giammai, piuttosto considero opportuno iniziare a conoscerci e a tenerci in contatto poiché la vicenda in Euskadi non sarˇ di breve durata e bisogna sul serio spostare l'asse del Partito verso una posizione, per lo meno, di comprensione degli accadimenti e di denuncia verso lo Stato Fascista (ormai non credo sia più fuori luogo) Spagnolo. Ultimissima cosa è che Sabato 28 c'è la nostra manifestazione nazionale a Roma, che ne dite di presentarci tutti (i Compagni ovviamente che sanno di cosa stiamo parlando) con un asta ed un Ikurrina? Anche questo è un gesto eclatante per dire al partito che deve prendere in esame la questione Basca!