La società
basca e le sue istituzioni respingono la dispersione.
Nel 1981, sono trasferiti in blocco a Puerto de Santa María (Cadiz, a 1.132 km da Euskal Herria). Le donne sono concentrate in carceri vicino a Madrid (a 500 chilometri). Nel 1984 si raggruppano i prigionieri a Herrera de la Mancha (a 602 km), un carcere con un regime di vita praticamente militare. Alla fine degli anni '80, il PSOE (era Ministro della Giustizia Múgica Herzog, attuale Difensore del Popolo spagnolo), con la acquiescenza del Governo di Gasteiz (presieduto dal PNV, partito nazionalista moderato) sceglie di indurire ancor di più la politica penitenziaria. I prigionieri baschi sono divisi in diverse carceri spagnole. Anche lo stato francese adotta subito questa politica di allontanamento. La maggioranza del popolo basco esige il rimpatrio L'allontanamento dei prigionieri è stato contestato da allora per mezzo di numerose e costanti mobilitazioni. Le campagne di sensibilizzazione hanno sortito l'effetto che, attualmente,
le rivendicazioni dei familiari - e con loro i settori più impegnati
nella lotta per l'amnistia - siano condivise dalla maggioranza delle istituzioni
del Paese. Il PNV, partito che aveva giustificato la politica di dispersione, ha votato quel giorno insieme a Ezker Sozialista (sinistra indipendentista) Eusko Alkartasuna (partido socialdemocratico indipendentista) e Izquierda Unida (sinistra federalista spagnola), per reclamare l'avvicinamento ad Euskal Herria dei prigionieri. Oggi, anche rappresentanti politici appartenenti alla maggioranza conservatrice del governo francese, come Didier Borotra, sindaco di Biarritz e senatore a Parigi, appoggiano l'avvicinamento.
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