Irlanda: addio all'accordo del Good Friday.
La sospensione dello Stormont l'ottobre scorso e la conseguente reintroduzione del governo diretto di Westminster, forse segnano l'inizio della fine del sogno ad occhi aperti di Gerry Adams, un sogno nel quale il capitalismo irlandese e l'imperialismo inglese e americano si accordano per portare giustizia e pace in Irlanda! Di John McAnulty. Da International Viewpoint (Dicembre/Gennaio 2002). Traduzione di Stefano Valenti.


 

Il 4 Ottobre 2002 la polizia fatto una brutale irruzione negli uffici del Sinn Fein nello Stormont (sede del parlamento dell'Irlanda del Nord) alla ricerca di documenti contenenti informazioni riservate sui servizi segreti e su alcuni partiti politici destinati all'IRA. A seguito della richiesta, non esaudita, fatta da David Trimble a Blair di espellere due ministri del Sinn Fein (accusati di spionaggio) dal governo (i partiti unionisti, UPP in testa, da tempo tentavano di rinegoziare gli accordi del venerdì santo chiedendo il disarmo totale dell'IRA), il 14 Ottobre 2002 le istituzioni dell'Irlanda del Nord sono state sospese ed è stato reintrodotto il governo diretto di Westminster. Il 17 Ottobre 2002 Blair ha giocato di "rimbalzo" con gli unionisti affermatndo che si poteva giungere alla pace solo a patto che l'IRA si sciolga, aggiungendo: "Non possiamo andare avanti con metà dell'IRA a favore del processo di pace e metà contro (…) I negoziati che vanno avanti a piccoli passi non possono funzionare. E' tempo per una mossa decisiva". Le forti pressioni esercitate, nei giorni successivi, dal governo della Repubblica d'Irlanda e dagli alleati dello SDLP hanno spinto Gerry Adams, impegnato a riattivare le istituzioni Nord-Irlandesi e il "processo di pace", a dichiarare che potrebbe prevedere un futuro senza l'IRA, aggiungendo però che il movimento non si scioglierà mai per rispondere agli ultimatum del Governo britannico o degli unionisti (nota di REDS).

I libri di storia descriveranno il "collasso" degli accordi del Good Friday (Venerdì Santo), come frutto dell’assalto inglese negli uffici di Stormont del Sinn Fein, il 4 ottobre scorso . Ma commeterebbero un errore.

In realtà il vero collasso si è avuto il 16 settembre con la decisione dell’Ulster Unionist Party di sopprimere numerose istituzioni figlie dell’accordo, decisione che ha spinto il Sinn Fein all’opposizione. L’assalto ha semplicemente peggiorato la situazione dei cattolici. La speranza che gli inglesi potessero in qualche modo premiarli, punendo gli unionisti per avere scatenato la crisi, era un’illusione tanto quanto quella che le forze irlandesi del Sud li avrebbero sostenuti nel momento del bisogno. Al contrario, sulle orme di George Bush, esse hanno immediatamente sottoscritto la richiesta inglese di un incondizionato disarmo dell’IRA.

Gerry Adams

L’assalto di Stormont in realtà ha un significato intrinseco. Il raid della polizia esemplifica simbolicamente l’importanza della posta in palio. Una ridicolarizzazione della democrazia, un chiara indicazione del ruolo svolto dagli inglesi in quella pantomima rappresentata dall’assemblea di Stormont. Il vero scopo era quello di censurare l’assemblea, per rendere chiaro ai repubblicani che avrebbero dovuto concedere molto di più, prima di rioccupare i loro seggi ministeriali. Voci di corridoio di una possibile ripresa dell’attività dell’IRA si susseguono in continuazione, come se la disintegrazione dell’IRA fosse una delle condizioni degli accordi. Di fatto per unionisti, inglesi, e gli amici di un tempo di Dublino, ora lo è.

E questa volta fanno sul serio. Dopo una serie ininterotta di crisi che hanno di fatto reso instabili gli accordi in Irlanda, l’offensiva reazionaria degli unionisti ha messo definitivamente una pietra sopra gli accordi del Good Friday. Come una marea crescente, dopo i numerosi tentativi dell’imperialismo di ricomporre la questione irlandese, lo stillicidio dell’opposizione unionista è diventata ora un torrente in piena. In seguito alla vittoria del dissidente Geoffrey Donaldson al consiglio unionista del 21 settembre, i sostenitori del leader David Trimble, (N.d.t. fautore degli accordi) sono stati esclusi da cariche, rendendo evidente la volontà unionista di sopprimere le principali strutture costituite dopo l’accordo del Good Friday di gennaio. Nell’incontro di settembre, il partito ha deciso di disconoscere l’esecutivo di Stormont se l’Ira non si fosse sciolta entro fine anno. Nonostante queste decisioni, la svolta potrebbe non essere sufficiente per salvare l’Ulster unionist party da una prossima sconfitta elettorale, poiché i sondaggi lo danno perdente nei confronti del Democratic unionist party di Ian Paisley.

Il modello standard

C’è una spiegazione standard offerta per l’interpretazione della politica unionista: la spaccatura tra conservatori e progressisti. La paura coltivata dai reazionari e le "provocazioni" nazionaliste spingono l’opinione pubblica verso i reazionari. Tutte le altre forze, per questo, dal governo inglese al Sin Fein, dovrebero unirsi per sostenere i progressisti.

Ma il Sinn Fein possiede una versione "progressista" di questa teoria. E’ necessario che gli unionisti trovino un leader, un De Klerk, che rappresenti i loro "veri" interessi in modo da appoggiare pienamente l’accordo del Good Friday. Accusano l’esistenza di forze oscure all’interno dello Stato e dei servizi che hanno intenzione di opporsi ai reali interessi inglesi, che sono di portare la pace in Irlanda. I gruppi nazionalisti e l’imperialismo americano dovrebbero assicurarsi che non ci siano fughe all’indietro da parte di unionisti e inglesi.

La verità è molto più complessa. Non esiste , e non è mai esistita un’ala moderata tra gli unionisti, all’interno di questo processo. I cosidetti moderati sono guidati da David Trimble, formalmente leader del gruppo para-fascista "Vanguard", l’ "eroe" di Drumcree, che ha guidato la marcia trionfale attraverso National Geravaghy Rd alcuni anni addietro e recentemente ha dato manforte ai suoi a Belfast Est, arringandoli mentre assediavano Short Strand, accusando i nazionalisti di un attacco settario contro di loro. La tattica favorita di Trimble, una volta attaccato dalla destra, è quella di assumerne le posizioni e prenderne la testa. Questa tattica ha portato l’ala legata a Trimble, già composta da reazionari e settari, a spostarsi sempre più a destra, e a divenatare la più accesa e assolutista nel chiedere la completa resa repubblicana. Nello stesso tempo anche l’opposizione interna ha moderato le sue posizioni. Il super-rivale di Trimble, Donaldson, non ha mai richiesto direttamente lo smantellamento degli accordi del Good Friday, e si è occasionalmente speso per difenderli.

Il DUP, una volta determinato ad opporsi ad ogni accordo, ora lo vuole semplicemente emendare, escludendo il Sinn Fein.

Addio al Sinn Fein

Ma tutto questo poteva essere previsto fin dall’inizio. Gli accordi del Good Friday presentavano una struttura settaria e prevedevano che ogni gruppo avesse uguali diritti. Dopo la sua pubblicazione una commissione d’esperti che consiglia il governo britannico ha dichiarato che era prevedibile che l’accordo non avrebbe potuto funzionare. Non ci sarebbe stato equilibrio, perché un gruppo avrebbe dovuto essere dominante per assicurare la stabilità. E infatti, a questo proposito, gli unionisti hanno montato una campagna immorale e violenta, in qualunque modo possibile, per assicurarsi che l’accordo venisse modificato al fine di riconoscere il loro privilegio di dominatori.

Holy Cross

Forse l’evento chiave in questa offensiva è stata la selvaggia intimidazione a cui sono stai sottoposti i bambini della scuola elementare cattolica di Holy Cross ad Ardoyne, da parte dei paramilitari lealisti. Invece di unirsi alla condanna pronunciata dai moderati, le organizzazioni politiche unioniste non hanno perso tempo nel giustificare gli attacchi, pronunciandosi per una settaria richiesta d’apertheid, con le famiglie cattoliche chiuse nei loro ghetti, rifiutando loro la possibilità di risiedere in aree protestanti. Una commissioni unionista, che comprendeva anche i banditi unionisti è stata costituita, con portavoce Trimble. Nonostante la campagna lealista comprendesse attacchi armati e omicidi brutali, la leadership politica non ha sentito l’esigenza di prenderne la distanza. Una delle posizioni pìù fastidiose assunte dalla commissione è stata la proposizione "no al primo colpo", che stava a significare che l’omicidio sistematico dei cattolici poteva essere giustificato da immaginarie provocazioni.

I politici unionisti cercano di superarsi nell’appoggiare il più grezzo settarismo. David Trimble ha rilasciato dichiarazioni in settembre, nelle quali si accusavano i cattolici delle violenze da loro stesse subite da parte dei lealisti. Subito superato dalle dichiarazioni di Peter Robinson, un ministro del governo rappresentante del Democratic unionist party di Paisley, fermato dalla polizia per avere partecipato al blocco stradale a Belfast Est , nelle quali celebrava "l’imprigionamento" della popolazione nazionalista, dietro una serie di muri della "pace". Superfluo aggiungere che le mura di recinzione erano state costruite dagli inglesi.

Unionismo "progressista"

L’offensiva settaria unionista ha spazzato via uno dei principali elementi su cui si basava il processo di pace, l’assunto che esistesse all’interno del campo unionista un’ala progressista con il desiderio di costruire una nuova società in Irlanda del Nord. In realtà gli unionisti si sono mossi, come ogni lucida analisi avrebbe potuto prevedere, solo per incassare i grandi vantaggi che gli accordi del Good Friday hanno loro portato, spingendo incessantemente perché la bilancia pendesse a destra e si faccesse ancora più di parte.

La differenza tra Trimble e i suoi oppositori consiste nel fatto che mentre il primo si mostrava desideroso di mantenere gli accordi, forzando gli inglesi perché fossero loro a metterli in discussione, i secondi si mostravano felici di abbattere l’esecutivo con l’auspicio che il successivo potesse rappresentare appieno i loro interessi.

Avevano ragione gli oppositori di Trimble. E’ stato proprio l’attaco di Holy Cross a chiarire le intenzioni inglesi. A una iniziale posizione di repulsa verso l’attacco armato lealista alla scuola, è subentrata una presa di posizione che definiva il fatto "conflitto comunitario". Lo scopo delle "riformate" Ruc/Psni era di spingere i genitori dei ragazzini ad accettare il guanto di sfida e affrontare un negoziato con i propri persucotori. La richiesta di apartheid avanzata dagli unionisti è stata di fatto accettata, con la chiusura della scuola di Holy Cross, senza che le forze di polizia statali intervenissero per proteggere i cittadini.

Appeasement

Il desiderio di soddisfare le forze lealiste non era solo regionale.In un discorso ufficiale, a seguito dei fatti di Holy Cross, il Segretario di stato inglese Reid ha anunciato che l’accordo del Good Friday, aveva reso il Nord Irlanda "un luogo inospitale per gli unionisti". L’intento era chiaro. L’accordo doveva essere piegato a destra e i repubblicani dovevano fare altre concessioni. Il Primo ministro inglese Blair ha rilasciato dichiarazioni nelle quali si accusava il Sinn Fein per le violenze. Il discorso di Reid è stato seguito da un’onda di attacchi settari e uccisioni da parte delle bande lealiste, mentre Ruc/Psni stavano a guardare. Il nuovo capo della polizia, Hugh Orde, ha annunciato che le sue forze non era in grado di agire senza l’appoggio di tutta la comunità: in altri termini se il Sinn Fein desidera protezione deve scendere a patti. Nei giorni successivi lo stesso capo della polizia dichiarava che il livello di violenza era talmente alto da dover richiamare i riservisti della Ruc protestante di cui la proposta Patten sull’uso delle forze dell’ordine prevedeva l’impiego solo per gravi ragioni d’ordine pubblico. Le bande si sono talmente spostaste verso destra che ormai le posizioni moderate sono rappresentate da Johnny Adair e i suoi tirapiedi. Non solo continuano gli attacchi durante le trattative ma la lotta unionista alza il tiro.

La reazione

Oggi l’onda della reazione è diventato un torrente in piena. Con una proposta di Mitchell McLoughlin, il Sinn Fein si è attrezzato per firmare un nuovo accordo con il dipartimento di polizia, fatto che dimostra il livello di coinvolgimento della polizia nelgli attacchi settari. Ma ancora una volta la leadership si è spaccata, quando una parte ha annunaciato che i problemi con il dipartimento di polizia consistevano nell’indisponibilità da parte della popolazione di aderirvi a causa della lunga lotta condotta contro gli inglesi. Era ormai troppo tardi. Le pressioni di Trimble perché venisse accettato l’accordo si erano trasformate a settembre nella decisione di fare decadere gli accordi del Good Friday e spingerne ai limiti le forze repubblicane.

Analisi

L’analisi del Sinn Fein sui fatti del 4 ottobre a Stormont è accurata.

L’arrivo di un battaglione della Ruc nei suoi uffici di Stormont e l’arresto del responsabile del consiglio Denis Donaldson non era dovuta semplicemente all’inchiesta sullo spionaggio nei confronti del governo inglese, cosa che le forze unioniste hanno peralto continuato a fare durante i disordini, ma che si trattava in realtà di una montatura pubblicitaria per affermare che erano loro, il Sinn Fein, che dovevano temere per la sospensione inglese del governo locale, e che sarebbero stati sempre loro a dovere fare ulteriori concessioni nel successivo round di discussioni.

Ma il problema per il Sinn Fein nasce dalla contraddizione tra l’essere servi degli inglesi e agire contro i loro interessi.. E’ lo Stato stesso a dichiarare il proprio interesse nella conservazione delle organizzazioni settarie unioniste, come base per la propria presenza in Irlanda.

La famiglia unionista, per il Sin Fein un argine contro lo scivolamento verso la posizione britannica, si è schierata con inglesi e americani nella richiesta di soppressione dell’Ira, mentre i rappresentanti locali di Dublino l’Sdlp appoggiano l’idea di abbandonare la proposta Patten sulla riforma della Ruc. Il fatto che Dublino abbia ampiamente pubblicizzato il fatto che un gruppo di persone arrestato a Bray con l’accusa di preparare una rapina, fosse composto da membri dell’IRA, è una chiara indicazione delle pressioni alle quali sono sottoposti i repubblicani e del totale fallimento delle loro analisi.

Il prossimo futuro sarà ancora più nero. Tony Blair ha alzato i toni in un dsicorso ufficiale nel quale chiedeva la resa assoluta dell’Ira. Ancora più interessante delle minacce contro i repubblicani sono le carote mostrate alla sua leadership: la capitolazione assicurerebbe stabilità all’Irlanda del Nord, esattamente quello che i provisionals dell’Ira non volevano. Inglesi e unionisti sono ora in grado di incassare i profitti acquisiti con l’accordo del Good Friday. Alcune delle strutture settarie costruite verranno preservate. L’attuale isteria di Dublino e dell’Sdlp è un’indicazione che solo l’immediato scioglimento dell’Ira potrebbe salvare gli accordi da un completo smantellamento. E questa è una richiesta impossibile da accettare per il Sinn Fein, almeno nell’immediato. Il risultato sarà una rinegoziazione degli accordi, incentrata, esplicitamente oppure no, attorno alla principale richiesta unionista. Tutto ciò non ha niente a che vedere con l’Ira. Lo scopo principale è quello di sbilanciare ulteriormente gli accordi (le richieste), attraverso la possibile esclusione del Sinn Fein dai negoziati e una maggiore disponibilità dell’Sdlp, oppure cambiando completamente le strutture e dando maggiore potere alle organizzazioni unioniste. In questo caso la Ruc rimarebbe un loro esercito privato e la pretesa che in futuro sia composto in eguale misura da rappresentanti cattolici e protestanti, verrebbe semplicemente cancellata.

La risposta della leadership del Sinn Fein a tutto questo è stata patetica. Sono in grado di analizzare e descrivere ciò che sta accadendo ma non riescono a comprendere cosa ci sia dietro. Si rivolgono a degli unionisti immaginari invece che constatare la realtà. Chiedono agli inglesi di proteggere gli accordi, quando gli inglesi li strappano davanti ai loro occhi. Mitchell McLoughlin afferma che la strada è quella dell’unità nazionale come se i nazionalisti irlandesi chiedessero come un sol uomo lo smantellamento dell’Ira. Il comandante delle Ruc Hugh Orde e il Segretario d stato Reid dicono che il raid di Stormont è stato un terribile errore, e Gerry Adams li ringrazia per la cortese risposta. E risponde alla richiesta di sopressione dell’Ira dichiarando di appoggiare la richiesta! Dichiarazione dopo dichiarazione la leadership republicana chiarisce che nulla la allontanerà dagli accordi del Good Friday; il piano B va applicato, così come il piano A anche se quest’ultimo è ormai carta straccia! La risposta repubblicana conferma come gli inglesi siano ormai padroni della situazione. Ma alla lunga questo potrebbe rappresentare un’ostacolo. L’accordo del Good Friday prevede la completa capitolazione della resistenza repubblicana. Gli inglesi e i loro alleati hanno dalla loro un massiccio appoggio popolare. Cercano di capitalizzarlo e di preparare una versione più reazionaria dell’attuale accordo, che però avrebbe una base più debole e meno stabile. Esiste già un acuto senso di insoddisfazione tra la classe lavoratrice dell’Irlanda del Nord. Ci vorrà del tempo perché i lavoratori che sostengono il Sin Fein se ne allontanino. Ci vorrà del tempo perché abbandonino l’opposizione repubblicana che vuole tout-court un ritorno alle condizioni che hanno portato alla disfatta. Per quanto tempo ci voglia non c’è altra direzione verso la quale dirigersi. Non c’è nient’altro all’interno dell’accordo del Good Friday, piano A o B, per la classe lavoratrice, che costrizione all’interno di un inferno settario.

Per quanto sgradevole possa essere la visione che sta davanti ai lavoratori, essa rapprsenta la realtà, e non il sogno ad occhi aperti dei repubblicani, un sogno nel quale il capitalismo irlandese e l’imperialismo inglese e americano si accordano per portare giustizia e pace in Irlanda!