Gli insegnanti si mobilitano.
Sciopero della scuola contro il concorsone. REDS. Gennaio 2000.


L'attivazione del concorsone da 6 milioni annui in più per 150.000 docenti su 750.000 sta provocando una mobilitazione di grande portata tra gli insegnanti. Essi chiedono con forza l'abolizione degli articoli 29 e 38 dei contratti collettivo e integrativo siglati tra la primavera e l'estate scorsa, e la ripartizione delle risorse previste per questi istituti a parziale ricompensa del lavoro già svolto da tutti i docenti. Questo dev'essere il primo passo in direzione dell'adeguamento dei salari ai livelli europei. Parole d'ordine chiare, semplici e condivisibili che tutti i lavoratori della scuola devono fare proprie senza titubanze, come già sta avvenendo in moltissime realtà dell'intero territorio nazionale.

La sinistra sindacale sia di area confederale che extraconfederale ha sostenuto nei mesi scorsi una battaglia coerente contro l'intero impianto contrattuale e contro i suddetti articoli in particolare. Anche a firme avvenute ha mantenuto le proprie posizioni annunciando che avrebbe continuato la lotta approfittando di ogni circostanza. Ora si dimostra ampiamente che aveva ragione chi si era battuto contro le iniquità del nuovo contratto, e che aveva torto chi sbandierava un presunto e mai verificato consenso della categoria al nuovo impianto contrattuale. I docenti si sono mossi e molto spesso di moto spontaneo (lettere singole e collettive al ministero, ai gionali, pronunciamenti di collegi-docenti, di assemblee sindacali, volantini, appelli, ecc.).
Il movimento che si sta creando assume proporzioni sempre più consistenti, ma solo Cobas e Gilda ne hanno per ora assunto decisamente la testa. Alternativa Sindacale, l'area di opposizione in CGIL, si mobilita anch'essa: aspre critiche di direttivi provinciali al concorso (es. Frosinone), dimissioni in massa dai direttivi (Padova) raccolta firme a livello nazionale, ecc. C'è bisogno però di un passo in più da parte dei vertici nazionale e locali.

Tutte le varie iniziative che nelle ultime settimane sono state messe in campo hanno ora la possibilità di coagularsi e produrre un effetto dirompente sulle scelte di governo e sindacati firmatari nello sciopero proclamato per il 17 febbraio p.v., che già raccoglie numerosissimi consensi. Non si può rimanere inerti. I lavoratori della scuola parteciperanno in massa e attivamente alle mobilitazioni programmate. Stanchi di promesse e trattamenti indecorosi hanno deciso di essere protagonisti diretti delle loro sorti e di dare battaglia.

Noi di Reds siamo senza alcuna remora a fianco dei lavoratori della scuola italiana in lotta, invitiamo ad aderire in massa allo sciopero del 17 febbraio prossimo perché:

  • tale sciopero è la logica conseguenza dei percorsi di opposizione e critica fino a qui prodotti contro i famigerati suddetti articoli;
  • le parole d'ordine, che attaccano istituti contrattuali inaccettabili, sono semplici e chiare e trovano ampio consenso nella categoria;
  • bisogna far sentire forte la voce dei lavoratori per spingere i sindacati a riorientare la barra della loro iniziativa politica verso una reale rappresentanza degli interessi e della volontà dei lavoratori.

  • Auspichiamo che questo sia il primo passo vittorioso di una più lunga e dura battaglia per il miglioramento effettivo e il rilancio della scuola pubblica in Italia, centrata sui bisogni delle bambine e dei bambini, dei giovani e delle giovani.

    NO ALL'ART. 29,

    NO AL CONCORSONE DEI 6 MILIONI,

    SÌ A UNA SCUOLA DI QUALITÀ PER TUTTI!