I Cobas sul concorsone.
Serie di comunicati stampa. Gennaio 2000.


CONCORSO?
NO GRAZIE, 6 MILIONI A TUTTI


Tra i punti altamente negativi dell'ultimo contratto della scuola stipulato dal governo con Cgil, Cisl, Uil e Snals, quello più insopportabile per i docenti e più distruttivo per la scuola pubblica è certamente il concorso per i sei milioni annui elargiti ad un 20% di insegnanti, scelti attraverso umilianti ed arbitrarie prove di "competenza virtuale". Dopo l'annuncio della Uil, all'insaputa di Berlinguer, che il concorso partirà ad aprile, la macchina per frammentare la categoria si è messa in moto, ed è compito dei lavoratori/trici bloccarla con iniziative che ne rendano visibile l'indignazione.
La creazione di una casta di presunti "superdocenti" è l'elemento più eclatante della strategia di gerarchizzazione dei lavoratori, passaggio decisivo per la privatizzazione, la scuola-azienda e l'istruzione-merce. Se su altri punti aventi lo stesso fine (funzioni-obiettivo, "tremilionisti", POF - Piano dell'offerta formativa - come contratto vincolante d'azienda, "cottimismo" e flessibilità oraria), il governo e i sindacati concertativi avevano un qualche paravento - chi lavora con orario e funzioni maggiorati guadagnerà di più - sui sei milioni l'obiettivo gerarchizzante è senza veli. Coloro che li riceveranno, infatti, non dovranno svolgere alcuna funzione o orario aggiuntivo: anzi, paradossalmente, una volta forniti del "bollino blù" ministeriale, potrebbero fare addirittura meno lavoro in classe e pretendere di dirigere/controllare il lavoro altrui, come già succede in Inghilterra ove i "superdocenti" svolgono spesso solo funzioni di direzione, controllo e valutazione del lavoro degli altri insegnanti.
Certo, così Berlinguer e i sindacati concertativi ammettono che lo stipendio è vergognosamente basso, tant'è che lo aumentano, di botto e non di poco, ai "bravi": ma nello stesso tempo confessano l'intento di creare una gerarchia a scapito del lavoro collegiale. Altrimenti, perché non aumentare lo stipendio a tutti coloro che svolgono il loro lavoro regolarmente? La scusa del "non ci sono i soldi" è puerile: a parte il costo del concorso che basterebbe a raddoppiare i "premiati", sarebbe sufficiente che nella prossima Finanziaria venissero utilizzati una parte degli enormi risparmi, ottenuti con la drastica riduzione del personale e delle scuole negli ultimi 6-7 anni, per risolvere il problema.
La gerarchizzazione e la divisione (quand'anche costruita con meccanismi meno arbitrari delle previste prove concorsuali) della categoria distruggerebbe quello che è il fulcro dell'attività didattica: la collegialità, il "disinteresse" economico personale nello scegliere una strategia di insegnamento, la non-conflittualità a fini di profitto. La scuola è l'unico luogo sociale formativo ove non si trasmette ai giovani che il profitto, il guadagno, la mercificazione e la compra-vendita di tutto, la lotta per il potere e il carrierismo devono essere i criteri-guida per la vita di ognuno e della società. Come potrà questa cruciale "ingenuità" positiva preservarsi, se i docenti per primi si comporteranno come "yuppies" rampanti, accoltellandosi per qualche soldo in più e per la carriera, e, lungi dal socializzare le proprie conoscenze, le useranno come oggetto contundente per colpire gli altri docenti/concorrenti?
Entrando poi nel merito del meccanismo concorsuale, ne è lampante l'arbitrarietà didattica. Legare la scelta dei "superdocenti" alle risposte a 100 quiz all'americana è umiliante per gli insegnanti e ridicolo per la scuola italiana: e in quanto ai cosidetti titoli, essi al più segnalano potenzialità, corsi frequentati, magari qualche pubblicazione, ma non dicono nulla sulle capacità didattiche. Resta la "simulazione" di una lezione: che, messa così, è una "sceneggiata". Il docente dovrebbe accattivarsi la commissione con un "coup de theatre": commissione peraltro diretta da presidi ed ispettori e con qualche imprevedibile collega-pensionato.
Se, poi, a questa torta avvelenata aggiungiamo la ciliegina al curaro del divieto di partecipazione ai colleghi/e che magari insegnano da venti anni o più ma hanno avuto il passaggio "in ruolo" meno di dieci anni fa, la risposta non può che essere un colossale NO.
I Cobas hanno avviato il ricorso contro il principio della retribuzione differenziata a parità di lavoro e contro il divieto di partecipazione a chi non ha i dieci anni "di ruolo". Ma invitano i docenti ad esprimere subito la loro protesta contro il concorso-farsa e a battersi perché i 6 milioni vadano a tutti coloro che svolgono regolarmente il proprio lavoro, utilizzando anche ogni forma di intralcio verso l'iter del concorso: ad esempio facendo fare la domanda anche a coloroche non hanno i dieci anni di "ruolo", invitando le commissioni ad accettare tali domande in attesa della sentenza della magistratura sul nostro ricorso o bloccando il lavoro delle commissioni se questo non dovesse avvenire, contestandole valutazioni dei titoli e i quiz.
I Cobas non intendono subire passivamente questo concorso-farsa né prestarsi in alcun modo alla frammentazione della categoria: QUESTO CONCORSO DEVE SALTARE

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6 MILIONI?
SÌ GRAZIE MA A TUTTI

La manovra demenziale del Governo e dei sindacati di stato di dividere gli insegnanti e degradare la scuola pubblica ha il suo acme nella vicenda dei seimilionisti. La base materiale perché la manovra abbia successo sta nella miseria dei salari tabellari degli insegnanti. Da questa constatazione nasce la parola d'ordine dei Cobas della scuola: 6 milioni a tutti in stipendio base, tabellari quindi pensionabili, nel T.F.R., nella tredicesima. Ma dove reperire le risorse?

I soldi già ci sono!

900 miliardi
sono già stanziati per i 6 milioni al 20% della categoria;
2.000 miliardi sono lo stanziamento della finanziaria per il secondo biennio contrattuale 2000/2001;
240 miliardi stanziati per i tremilionisti (funzioni obiettivo), che possono essere dirottati, sopprimendo le funzioni obiettivo;
1.000 miliardi è la spesa minima per la realizzazione del concorso demenziale dei sei milionisti;
150 miliardi del fondo spese del Gabinetto del ministro Berlinguer (che lo vuole raddoppiare quest'anno);
200 miliardi da togliere ai fondi delle istituzioni scolastiche per il pagamento del lavoro aggiuntivo.

La somma è 4.500 miliardi, esattamente quanto serve per dare 6 milioni al 100% degli insegnanti.
Se sindacati di stato e governo non vogliono distribuire i soldi che già ci sono, è solo per dividere la categoria e poterla ricattare costringendola al lavoro aggiuntivo e a cottimo, e risparmiare altri soldi sui precari che non verranno assunti nella misura che sarebbe necessaria

Retribuzione degli insegnanti in 5 paesi europei in dollari degli Stati Uniti convertiti in Parità del potere d'acquisto, percorso di carriera retributiva e confronto con l'Italia

 

 

 Insegnanti elementari

 Insegnanti medie

 Insegnanti superiori

 Iniziale

 Massimo

 Rapporto Iniziale-
Massimo
  Iniziale  Massimo

 Rapporto Iniziale-
Massimo

  Iniziale

 Massimo

 Rapporto Iniziale-
Massimo
 Francia

 18.442

 27.570
 100/150

 18.058

 34.485
 100/190

 31.275

 45.183
 100/144
 Germania

 26.800

 35.179
 100/135

 29.943

 38.994
 100/130

 31.340

 43.071
 100/137
 Inghilterra

 17.444

 32.709
 100/188

 17.444

 35.986
 100/206

 17.444

 38.175
 100/219
 Spagna

 23.696

 30.509
 100/129

 23.696

 30.509
 100/129

 30.691

 39.093
 100/127
 media

 21.595

 31.391
 100/150

 22.285

 34.993
 100/163

 27.687

 41.380
 100/156
 Italia

 15.552

 24.192
 100/155

 16.962

 27.066
 100/159

 16.963

 28.387
 100/157
 +6.000.000

  3.243

  3.243
 idem

  3.243

  3.243
 idem

  3.243

  3.243
 idem
 Nuovo stipendio

 18.765

 27.435
 idem

 20.205

 30.309
 idem

 20.206

 31.630
 idem
 Fonte: Nelson e O'Brien 1993, elaborazione - COBAS Scuola


Come si vede dalla tabella risulta chiaramente che l'aumento in paga base di 6.000.000 a
tutti gli insegnanti costituisce soltanto una tappa dell'obiettivo storico dei Cobas:

IL SALARIO EUROPEO

Infatti con 6 milioni in più recuperiamo soltanto la metà della differenziazione di salario che vede gli insegnanti italiani buoni ultimi nell'importo degli stipendi.

Roma, 25 Gennaio 2000

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OCCUPATO DA INSEGNANTI E ATA DEI COBAS IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE CONTRO L'IGNOBILE CONCORSO PER I 6 MILIONI E PER LA RESTITUZIONE DEL DIRITTO DI ASSEMBLEA


Nella giornata del 24/1/2000 docenti ed ATA aderenti ai Cobas della scuola hanno occupato per più di 10 ore il ministero della pubblica istruzione per esprimere la protesta della grande maggioranza dei lavoratori/trici contro l'ignobile concorso per i 6 milioni con il quale verrà elargita ad un 20% di docenti scelti con prove grottesche una maggiorazione stipendiale e contro il furto di democrazia operato dallo stesso ministero vietando ai Cobas il diritto di assemblea in orario di servizio.
I Cobas hanno richiesto un incontro al ministro Berlinguer affinché su entrambi i punti si arrivasse ad una soluzione positiva accogliendo l'amplissima contestazione che emerge dalla categoria.
Berlinguer non ha voluto svolgere trattative "a ministero occupato". Successivamente la discussione è avvenuta telefonicamente, e nel corso di essa, il Ministro è sembrato voler prendere in considerazione le proteste degli occupanti e del mondo della scuola che con tale iniziativa hanno inteso rappresentare.
Ma di fronte all'ingiunzione di Berlinguer di uscire dal ministero, la trattativa si è bloccata, la polizia è intervenuta e ha portato in questura i partecipanti all'iniziativa.
La trattativa è ripresa successivamente, perché alcuni docenti Cobas, saliti da ore sul cornicione del ministero, si sono rifiutati di scendere.
Superata la mezzanotte, dopo una lunga trattativa, i colleghi hanno deciso di abbandonare il cornicione del ministero e si è concordato di verificare l'effettiva volontà del ministero di affrontare le problematiche rappresentate e ricercare una soluzione positiva così come già discusso telefonicamente, durante la serata con il ministro Berlinguer in un INCONTRO che si terrà tra lo stesso Ministro e la delegazione dei Cobas Scuola domani, mercoledì 26 gennaio 2000 alle ore 14.00 presso il Ministero della P.I..
Ci auguriamo che l'impegno del ministro non si risolva in un "escamotage" per scoraggiare la protesta: dovrebbe apparire evidente che l'opposizione al concorso per i 6milionisti ed il furto di democrazia è tale da non poter essere bloccata in alcun modo.
I Cobas, comunque, invitano i lavoratori e le lavoratrici della scuola ad estendere le
mobilitazioni e le proteste già in atto in centinaia di scuole in tutte le forme utili ed efficaci in vista dell'appuntamento dello SCIOPERO GENERALE indetto dai Cobas Scuola per il 17 FEBBRAIO 2000 e preparare la MANIFESTAZIONE NAZIONALE di ROMA che avrà inizio alle ore 10.00 in Piazza della Repubblica.

Al fine di comunicare i risultati dell'incontro indiciamo una CONFERENZA STAMPA sempre per mercoledì 26 gennaio alle ore 17.00 in Via Sannio 61 presso la sede Cobas.


Per l'esecutivo nazionale
Dei cobas della scuola
Raffaele Della Corte

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IL CONCORSACCIO PUO' E DEVE SALTARE!


L'indicazione prioritaria è lavorare per FAR SALTARE ORA IL CONCORSO e non pensare cosa si farà il 4 aprile, dando per scontato che il concorso partirà!
Quest'obiettivo è assolutamente realistico perché:

1) sta crescendo impetuosamente un grande movimento che vuole bloccare il concorso, che è nettamente maggioritario e che si sta autorganizzando;
2) i tre quarti delle forze politiche sono contrarie al concorso;
3) il fronte sindacale favorevole è sempre più ridotto;
4) la trafila burocratica è ancora quasi tutta da svolgere, è ultra-faraginosa e incontrerà sempre più difficoltà.

Dunque, lo sciopero e la manifestazione del 17 febbraio saranno decisivi. Dobbiamo organizzare più pullman possibili e dare subito i riferimenti in proposito.
Abbiamo inviato a Gilda una lettera perché si arrivi ad un unico corteo (è stato già autorizzato con partenza da Piazza della Repubblica alle ore 10): analogo invito va fatto a tutte le strutture locali di Gilda e va pubblicizzato tra i docenti che vogliamo un'unica manifestazione.
Inoltre, da qui al 17 (e successivamente, se servirà) si possono e si devono fare varie cose tra le quali, oltre quelle che la fantasia dei docenti partorirà, le seguenti:
- autoconvocazione dei collegi docenti o assemblee oltre l'orario di servizio;
- occupazione "simbolica" delle scuole senza interruzione di servizio con dibattiti e feste pomeridiane e serali;
- esposizione di striscioni in tutte le scuole contro l'odiosa selezione;
- dimissione e/o rifiuto dei comitati di valutazione di "validare" il curriculum (compito non previsto dalle norme);
- invio di appelli alla stampa, ai sindacati, al ministero (fax 065882139, 065809828);
- manifestazioni con invito a televisioni e stampa locali;
- presìdi presso i provveditorati agli studi;
- appello agli iscritti ai sindacati firmatari di questo contratto per la revoca della delega e l'iscrizione ai Cobas affinché raggiungano il 5% previsto per la rappresentatività nazionale.

Sul quesito "fare o meno la domanda", i Cobas fanno propria sia la posizione di chi non fa la domanda e nel contempo lotta per far saltare il concorso, sia di chi fa la domanda (e in questo si da indicazione di presentarla con le sole generalità, titolo di studio e classe di concorso) per riservarsi anche la possibilità - qualora il concorso parta - di bloccare anche "dall'interno" la prova del 4 aprile, purché sia chiaro che comunque non si sosterrà l'esame.

17 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE
con MANIFESTAZIONE NAZIONALE a ROMA
Piazza della Repubblica,
ore 10.00