La scuola in piazza.
17 febbraio: grande successo delle manifestazioni. L'esempio del Coordinamento delle scuole di lotta di Milano. Febbraio 2000.


Grandi manifestazioni si sono svolte nelle maggiori città italiane contro il concorsone voluto da Berlinguer. C'è stata una massiccia partecipazione degli insegnanti e ovunque è prevalso lo spirito unitario della categoria: 50.000 a Roma, 10.000 a Milano, 5.000 a Torino, più numerose altre iniziative a Cagliari, Ancona, Bologna, ecc. A Roma l'unitarietà si è manifestata con la confluenza del corteo dei Cobas, deviato dall'itinerario prestabilito, al sit-in organizzato dalla Gilda sotto il ministero della Pubblica Istruzione. A Milano si è pervenuti alla costituzione di un unico corteo sotto la pressione della piazza in luogo dei tre previsti originariamente.

Nella città lombarda la protesta delle settimane scorse aveva prodotto prima la costituzione di diversi comitati di scuole, poi di un coordinamento delle scuole in lotta, formato dagli insegnanti di oltre cento scuole di ogni ordine e grado di Milano e provincia, aldilà di ogni appartenenza sindacale e di ogni orientamento politico. L'assemblea dell'ITSOS del 9 febbraio, che aveva sancito la nascita del coordinamento, alla quale erano presenti più di cento insegnanti (tra cui anche iscritti alla Gilda) in rappresentanza di 52 scuole, aveva deciso all'unanimità di aderire allo sciopero e al corteo organizzato dalla Gilda con spirito unitario, senza che ci fosse cioè il "cappello" di alcuna sigla. A quel punto i dirigenti Gilda si sono opposti, rivendicando la paternità delle iniziative di lotta e dichiarando di essere l'unico sindacato che per anni ha difeso la categoria. Per questo motivo non avrebbero subito passivamente alcun condizionamento ai propri programmi. La loro intenzione dichiarata era avere un riconoscimento politico quanto più ampio possibile e una visibilità amplificata dalla confluenza in piazza di migliaia di persone sotto le loro bandiere. Il corteo da loro immaginato avrebbe dovuto sfilare fino al Corriere della Sera, dove si sarebbe celebrato il trionfo mediatico di Gilda. Parallelamente la CUB aveva organizzato una autonoma iniziativa, con meta la Prefettura. A quel punto gli insegnanti delle scuole in lotta si trovavano davanti alla scelta tra due diverse iniziative, che vanificavano nei fatti l'obiettivo dell'unitàrietà della categoria. L'assemblea riunita il 14 febbraio, all'unanimità, ha optato per un terzo corteo, con medesimo concentramento dei precedenti (Largo Cairoli), ma con meta finale la Direzione Generale Regionale della Pubblica Istruzione, la sede cioè del "prefetto" del ministro della P. I., senza però rinunciare a ricercare l'unità dei lavoratori.

Il 17 febbraio, la piazza ha sancito la vittoria di questa impostazione. Le migliaia di insegnanti confluiti fin dalle 9 del mattino in largo Cairoli si sono riuniti sotto lo striscione del "Coordinamento delle Scuole in Lotta", e tra essi i pochi aderenti alla CUB; qualche centinaio si concentrava con Gilda. Alla partenza del corteo, che avrebbe dovuto essere aperto da Gilda, percorrere un centinaio di metri e poi prendere diverse direzioni, gli appelli all'unità provenienti dalla massa dei manifestanti, compresi gli iscritti alla Gilda, ha posto in notevole imbarazzo i dirigenti di quel sindacato, che hanno dovuto recedere dai loro propositi. Riconosciuta la loro esiguità numerica, hanno rinunciato alla loro meta e sono sfilati dietro lo striscione del coordinamento fino alla Direzione Regionale in piazza Diaz. Anche la CUB, le cui intenzioni sono rimaste ambigue fino alla fine, ha rinunciato alla sua autonoma iniziativa: infatti, quando il corteo è giunto in piazza San Babila, dove avrebbe dovuto avvenire la separazione, solo una piccola delegazione, comprendente un membro del coordinamento, s'è diretta in Prefettura; i restanti, pochi per la verità, hanno proseguito con la massa dei manifestanti.

Giunto in piazza Diaz il corteo non si è sciolto, ma ha proseguito coi canti e gli slogan contro Berlinguer e la politica scolastica del governo e in favore di una riqualificazione della scuola pubblica a partire dalla riqualificazione dei salari. Una delegazione composta da insegnanti di ogni ordine e grado, tesserati e non ai diversi sindacati, è stata ricevuta dal Direttore Generale De Santis, al quale sono state consegnate le richieste dei lavoratori in lotta da trasmettere al ministro della Pubblica Istruzione. Insieme ad esse sono stati recapitati i pacchi di firme raccolte in centinaia di scuole contro gli aumenti salariali riservati a pochi insegnanti per merito distinto, le numerose lettere e fax di protesta, gli appelli e i pronunciamenti di collegi docenti, assemblee, ecc. La delegazione ha poi rilasciato un comunicato stampa contenente le richieste avanzate, mentre la riunione si andava sciogliendo con l'impegno a ritrovarsi per le prossime scadenze: un dibattito alla Casa della Cultura, in via Borgogna, sabato19 febbraio, dal titolo "Coro a più voci, per il ritiro del concorsone, per un'idea diversa di qualità nella scuola"; l'assemblea di bilancio delle lotte e degli impegni successivi del movimento giovedì 24 febbraio, ore 17.00, all'ITSOS di via San Dionigi 36 a Milano.