Lettera del genitore di un'alunna bocciata in 1a Media.
Legnano 13 giugno 2000.


Al Sig Preside
Scuola Media D. Alighieri - Legnano (MI)

Agli Insegnanti
Classe 1 D

E p.c.
Al corpo docenti
Scuola Media D. Alighieri - Legnano (MI)
Al Personale non docente
Ai Genitori degli alunni bocciati
Ai rappresentanti di classe
Agli Organi di stampa

Oggi 12.6.2000 ho saputo della bocciatura di mia figlia Alice e di altri 10 alunni delle prime.
Ho provato forti sentimenti di rabbia e di pena e grande preoccupazione per mia figlia e per tutti gli adolescenti che vengono bocciati nella scuola dell'obbligo, la scuola pubblica. Li state marchiando di incapaci. Gli chiudete ogni canale di comunicazione, odieranno la scuola per il resto della loro vita. Ho provato rabbia perché ho rivissuto la mia esperienza con la scuola (non sono mai stato bocciato) allora c'era la cultura del padre padrone, noi si studiava per paura, nessuno fiatava ed tutto era funzionale alla conservazione alla riproduzione della stratificazione sociale. Per il popolino c'era l'avviamento professionale. I figli degli operai li addestravano già nella scuola dell'obbligo a diventare a loro volta operai, quelli che non appartenevano a questa classe sociale ginnasio, liceo... I bocciati allora venivano assorbiti dal mondo del lavoro e allora almeno i compagni di lavoro più anziani trasmettevano ai giovani un sapere utile alla loro sopravvivenza.
Ho preso coscienza di tutto questo e sia nella mia professione (assistente sociale) che nell'impegno civile ho sempre lottato contro questa ingiustizia. Quando nasci nel 50 sotto devi riprodurre le condizioni del subire passivo, quando nasci nel 50 sopra devi riprodurre i privilegi che hai.
Non nasciamo tutti uguali? Non dovremmo avere tutti le stesse opportunità? La rabbia è aumentata perché oggi le cose sono cambiate in peggio. Gli idoli della finanza e della tecnologia stanno riducendo l'esistenza invivibile, non vogliono esseri umani unici, che sappiano esprimere il vero il giusto il bello della vita ma oggetti, tanti burattini eterodiretti. I giovani che si affacciano alla vita e che hanno dentro di loro il nuovo, che vorrebbe emergere proprio per questo sono i primi ad essere vittime. Danno fastidio, sono i più indifesi i più fragili. Voi non solo non siete capaci di ascoltare il loro disagio, ma li buttate in strada o nelle istituzioni segreganti.
Non è possibile che un Preside responsabile primo della Scuola proponga ad una madre come soluzione del disagio della figlia il collegio. E' scandaloso. E' una cultura da aguzzino, di coloro che i problemi li sanno affrontare solo con la repressione, con la forza. Siete i primi voi a non amare la Scuola, i giovani e quindi non siete capaci non siete in grado, di far amare la scuola e trasmettere il gusto del sapere.
Non solo ma sembra che tutto quello che oggi sta avvenendo nella società (scontro fra scuola pubblica e privata) non esista. Vi comportate come gli struzzi. Non volete affrontare i problemi, questa è la cultura dominante ed è foriera di disastri sociali del me ne frego che la storia italiana ha conosciuto inutilmente.
Voi siete complici della distruzione della scuola pubblica nata dalla costituzione patto sociale nato dalla resistenza contro il nazifascismo. Avete bocciato undici adolescenti. A cosa servirà? Ad aumentare l'insicurezza la paura per la mancanza di futuro e quindi, cosa più grave, abbasserà la loro autostima indispensabile per la loro crescita. I primi ad essere bocciati dovreste essere voi. Siete il fallimento della mancanza di un progetto formativo. Non possedete nessun sapere utile oggi ai giovani e neppure vi ponete il problema. Non sapete fare neanche il padre padrone. Vi siete aggrappati all'unico impotente strumento delle note, dei voti, delle bocciature.
Provo pena per voi perché non avete neanche colto che noi genitori potremmo essere una parte strategica importante, dalla vostra parte, per salvare la scuola pubblica e anche la vostra professione, il vostro lavoro. Noi vorremmo una scuola che dia strumenti ai giovani, utili alla loro crescita a saper affrontare la vita a diventare soggetti, che sanno scegliere, responsabili delle loro azioni.
Molti dei ragazzi che avete bocciato quest'anno ve li ritroverete ancora più demotivati il prossimo anno, fino a che poi li promuoverete solo perché siete stufi di vederli o peggio verranno segregati in istituti e annullati come persona con conseguenze disastrose per loro e per la società stessa. Vi ringrazio di avermi dato la possibilità di non subire passivamente, mi avete aiutato ad esprimere la mia coscienza civile nel mio ruolo di padre, sicuramente provato ed amareggiato ma che non vuole essere complice di un destino senza futuro per i giovani. Noi adulti faremmo meglio a riflettere seriamente per la responsabilità che abbiamo nel lasciare in eredità una società invivibile ingiusta in mano alla mercificazione di tutto e di tutti.
La mia battaglia personale non finisce qui. Non voglio che questa mia presa di posizione venga vissuta da me e interpretata da voi come semplice sfogo personale, ma un inizio di impegno personale con altri della mia stessa condizione affinché la scuola pubblica si riappropri dei compiti nobili che la costituzione gli attribuisce.
Riconosco di aver usato un linguaggio reattivo con una componente emotiva di risentimento che credo giustificata da azioni che considero profondamente ingiuste. Sono cresciuto e ho preso come modello di impegno politico e sociale la figura di Gandhi, so distinguere l'uomo dalle sue azioni. Io non mi sento migliore o peggiore di voi, non compete a me giudicare nessuno ma certamente ho il diritto il dovere in base ai miei principi di giudicare ciò che è bene da ciò che è male.
Saluto rispettosamente e auguro a Lei Sig. Preside, al corpo insegnante, al personale non docente e anche alla mia persona che un giorno si possa dire ai nostri figli che noi c'eravamo, sapevamo e non siamo stati complici abbiamo detto di NO.


Luciano Milani