Dopo il 9 ottobre.
Valutazione
dello sciopero indetto da Confederali e Snals il 9 ottobre. Di Michele Corsi.
10-10-2000.
Ampiezza dello sciopero
Lo sciopero è riuscito in pieno. Si tratta del più ampio sciopero mai realizzato nel mondo della scuola. Possiamo operare un confronto con quello, già senza precedenti, del 17 febbraio. All'epoca nella provincia di Milano aveva scioperato il 30%, il 9 ha scioperato il 60%. Percentuali altissime nella regione Lombardia dove il 17 aveva scioperato il 15%. A livello nazionale le percentuali del ministero, contestate dai sindacati, si aggirano intorno al 40% di partecipanti. Ma se si calcolano le scuole rimaste chiuse indipendentemente dall'adesione, questa percentuale lievita grandemente. Da rimarcare il dato delle elementari: nel milanese hanno chiuso tutte con pochissime eccezioni. La manifestazione di Roma ha raccolto una cifra che per gli organizzatori si aggira intorno alle 100.000 persone, ma come tutte le cifre fornite dai sindacati (tutti i sindacati) nella realtà è esagerata, e si colloca probabilmente intorno alle 50.000. Comunque un numero notevole, che gli stessi organizzatori non si aspettavano. Lo sciopero deve essere giudicato al di là di ogni dubbio, un grande successo, non di chi l'ha indetto, ma delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola.
Ripercussioni dello sciopero sul governo
La controparte reale di questo sciopero era il governo Amato, nemmeno il Ministero. Non possiamo pensare davvero che De Mauro fosse così ingenuo da offrire una briciolina dopo aver promesso a fine estate mari e monti. E' la briciolina che gli aveva passato il governo. Il governo deve gestire un "surplus" fiscale che deve distribuire in maniera tale da garantirsi il massimo di ritorno elettorale. La lettura è forse un po' brutale, ma è così. La scuola si è inserita con la sua vertenza nella lotta per la spartizione di questa torta. Il governo, offrendo la briciolina, aveva fatto con tutta evidenza un ragionamento molto semplice: se favorisco "le famiglie" (cioè in sostanza diminuendo la pressione fiscale) ho un maggior ritorno elettorale di quello garantito da aumenti salariali ai dipendenti pubblici. Dal punto di vista del governo il ragionamento non faceva una grinza. Perché il governo ha preso sottogamba le richieste sindacali che non erano comunque drammaticamente esose? Semplice: perchè pensava che la rappresentatività di CGIL, CISL, UIL e SNALS fosse meno di zero e dunque si preparava ad utilizzare ai propri fini la provvidenziale (dal suo punto di vista) divisione tra sigle sindacali, in maniera tale da ignorare le richieste degli uni e degli altri. Un bello sciopero minoritario il 9 ed un altro il 16 era quello in cui sperava. Dalle dichiarazioni del giorno dopo risulta chiaro come l'azionista di maggioranza del governo (i DS), i mass media e il governo non si aspettassero in alcun modo questo successo e che ora si sentono costretti ad aggiustare verso l'alto la disponibilità delle risorse. La protesta per la sua ampiezza ha assunto un livello "elettoralmente non sostenibile" e dunque obbligherà ad una diversa suddivisione della torta del surplus. Il governo ha aspettato, come fa qualsiasi padrone, di contarci, prima di allargare il cordone della borsa.
Perché la gente ha scioperato
Dobbiamo contrastare ora il tentativo da parte delle dirigenze confederali e SNALS di far apparire questo sciopero come una carta in bianco data alla piattaforma confederale. Non è così. L'alta adesione si deve ad un ragionamento che le masse di lavoratori hanno fatto in maniera molto corretta e molto semplice: hanno USATO questa scadenza, questa occasione, per far sentire la voce della propria protesta nei confronti del salario e delle condizioni di lavoro. Esattamente come una parte della categoria ha USATO la scadenza del 17 febbraio per affossare il concorsone. Così come allora ciò non significava in alcun modo una delega a Gilda e Cobas così ora l'adesione al 9 non può essere spacciata per adesione alla linea confederale. Vi sono colleghi che immaginano che la situazione di tutte le scuole sia simile a quelle di qualche istituto superiore dove vi è una polemica permanente nei confronti della "triplice". La realtà invece è assai diversa: la gran parte delle scuole non fa una assemblea sindacale da anni, e la gran parte dei lavoratori non ha la più pallida idea delle differenze che esistono tra un sindacato e l'altro. La "massa" ha colto al volo quel fax che gli arrivava a scuola per far sentire la propria voce. L'altissima adesione allo sciopero deve aver scioccato chi da un po' di tempo ripete che i confederali e lo SNALS non rappresentano più la categoria. Questi colleghi ignorano la forza oggettiva che hanno le grandi strutture burocratiche, che durano, non a caso, da decenni e in un caso da più di un secolo. Era una lezione dura, ma necessaria per tornare coi piedi per terra.
Un'occasione mancata
La dimensione dell'adesione
allo sciopero ora speriamo che spinga a riflettere molti colleghi. Chi scrive
ha, insieme ad altri, promosso raccolte di firme e appelli per uno sciopero
unitario che ha ottenuto solo il silenzio più totale di TUTTI i sindacati
e gli sberleffi via internet un po' volgari di qualche militante Cobas. Questi
ultimi hanno in maniera del tutto autolesionistica invitato al crumiraggio per
il giorno 9, costruendo così un confronto tra le scadenze del 9 e del
16 dello stile "vediamo chi ne raccoglie di più", sfida che
oggi, è chiaro, hanno già perso. Non solo, ma il sindacalismo
extraconfederale è riuscito persino a dividersi in tre con la CUB che
scioperava il 13, Cobas e Gilda il 16 e l'Unicobas il 9 e il 16. Una prova disastrosa.
Proviamo ad immaginare invece se avessero puntato anche loro sul 9, tutti insieme.
Ebbene oggi avremmo avuto una adesione allo sciopero ancora superiore, l'asse
delle manifestazioni sarebbe stato spostato nettamente a sinistra, e il governo
avrebbe subito uno scossone memorabile. Non è un caso che i furbacchioni
di CGIL, CISL UIL non ne volessero sapere di scioperare insieme. Gilda e Cobas
sono cadute nel tranello compiendo una scelta minimalista: non hanno puntato
ad egemonizzare la categoria, ma a raccogliere tessere, operazione che senz'altro
lo sciopero del 16 e la drammatizzazione del confronto con "gli altri"
permetterà loro (soprattutto alla Gilda che sta aumentando molto il proprio
consenso nella categoria). E' stata un'occasione sprecata anche per i dirigenti
della sinistra sindacale CGIL che non hanno approfittato del momento per far
pagare a Panini e alla maggioranza il prezzo della loro condotta.
Quanto alle dirigenze sindacali confederali e SNALS saranno costrette dallo
stesso successo dello sciopero e soprattutto dall'imminenza delle elezioni RSU
a non tradire clamorosamente tante aspettative. Incassiamo inoltre come dividendo
delle nostre mobilitazioni il fatto che la linea degli aumenti di merito non
è più la linea della CGIL. La CGIL è ora un "normale"
sindacato burocratizzato e riformista, ma non una controparte. La consolazione
può non essere grande, ma la differenza non è poca ed è
quella che passa tra un concorsone in parte gestito dai sindacati e gli aumenti
generalizzati per tutti. Il 9 abbiamo anche organizzato una manifestazione di
scuole a Milano su un appello dell'ITSOS e con parole d'ordine che si differenziavano
da quelle di CGIL, CISL, UIL e SNALS. Tenuto conto che è stata una manifestazione
letteralmente boicottata da tutte le sigle e correnti sindacali, siamo soddisfatti
di una partecipazione non di massa ma "qualificata" (molti i delegati
presenti): una cocciuta testimonianza di autonomia delle scuole dai giochi di
sigla, sulla scia della "tradizione" del Coordinamento delle Scuole
in Lotta. Anche in questo caso un'occasione persa per i dirigenti della sinistra
CGIL e le sigle extraconfederali che hanno preferito curarsi le "proprie"
scadenze di sigla (la manifestazione romana e il 16).
La scadenza del 16
Dal punto di vista
della partita vera che si è giocata in questi giorni, cioè quella
della "spartizione della torta", lo sciopero del 16 sarà praticamente
ininfluente. I rapporti di forza tra lavoratori della scuola e governo sono
stati determinati ieri. Chi non ha scioperato il 9 ha rinunciato ad essere influente
nella battaglia decisiva. Ma sono personalmente convinto che il 16 si debba
scioperare lo stesso, nonostante l'immaturità politica dimostrata da
Cobas e Gilda, per le seguenti ragioni:
a) la vertenza non è chiusa. Dunque il 16 deve essere letto dai lavoratori
come un'ulteriore spinta per spingere la controparte ad allargare i cordoni
della borsa;
b) una delegittimazione della Gilda e del Cobas non è nell'interesse
della categoria, indipendentemente dall'appartenenza o meno a questi sindacati.
La categoria ha bisogno sia dell'opposizione interna a TUTTI i sindacati di
massa, sia di referenti esterni ai sindacati di massa;
c) oltre agli aumenti salariali i sindacati negozieranno anche una fetta di
risorse destinate in buona sostanza al "lavoro straordinario". Sappiamo
che gran parte dei lavoratori è contrario ad aumenti di merito, ma una
buona fetta è favorevole a differenziazioni a seconda del lavoro svolto.
Personalmente penso invece che i lavoratori abbiano interesse al più
stretto egualitarismo e a distribuire tra tutti il lavoro che c'è in
più. E' questa una posizione minoritaria tra i lavoratori, lo so bene,
ma chi la condivide penso debba scioperare il 16 in modo da dare all'accordo
cui si giungerà una coloritura il più possibile "egualitarista".