Orario di insegnamento e dintorni.
Un'analisi che smentisce il luogo comune secondo cui gli insegnanti italiani lavorano meno dei loro colleghi europei. Di Pino Patroncini. Dicembre 2001.


In questi giorni a seguito delle norme previste in finanziaria è riesplosa la questione delle ore che dentro l'orario di lavoro degli insegnanti sono dedicate all'insegnamento, soprattutto in relazione alla situazione presente negli altri paesi europei, dove a dire di molti articolisti l'orario dedicato all'insegnamento sarebbe molto più alto.
Mi sono preso la briga di andare a vedere i dati pubblicati l'anno scorso dall'Internazionale dell'Educazione. Ho trovato due ricerche: una dell'American Federation of Teachers del 1993 e una del sindacato tedesco Gew del 1981. Dalla prima sono tratti i dati relativi a 12 paesi e dalla seconda i dati relativi a Portogallo e Lussemburgo. I dati della Grecia sono desunti da un'inchiesta dell'Unione Europea del 1996.

 Paese

 Scuola Primaria

Scuola Sec.Inferiore

Scuola Sec. Superiore
 Austria

20 - 22

20 - 22

20 - 22
 Belgio

18 - 24

18 - 20

16 - 18
 Danimarca

20 - 21

20 - 21

16 - 17
 Regno Unito

24 -30

20 - 24

20 - 24
 Finlandia

18

12 - 18

12 - 18
 Francia

26 (+1)

21 - 23

15 - 18
 Grecia

18

14 - 16

14 - 16
 Germania

22

20

18
 Irlanda

25

18 - 22

18 - 22
 Italia
22(+2)

18

18
 Lussemburgo

24

 17,5

17,5
 Paesi Bassi

27

 17,5

24
 Portogallo

26

26

22
 Spagna

25

25

 15 - 18
 Svezia

20

16

14-19

 

NB. Gli orari qui riportati sono calcolati in ore di 60 minuti. In numerosi paesi questi corrispondono a più spazi di 50 minuti (Lussemburgo sec., Belgio, Paesi Bassi sec.), 45 minuti (Danimarca, Finlandia, Germania) e anche 40 minuti (Regno Unito, Svezia)

A ben vedere, mai polemica è stata più fuori luogo. Rispetto alle medie europee la scandalosa differenza è la seguente:

PRIMARIA
ITALIA 22 h
EUROPA 23 h

SECONDARIA INFERIORE
ITALIA 18 h
EUROPA 20 h

SECONDARIA SUPERIORE
ITALIA 18 h
EUROPA 18 h 20 m

Lo scostamento dell'Italia rispetto alla media dell'Unione Europea è praticamente ininfluente nella scuola secondaria superiore ed è minimo nell'elementare e nella media, dove comunque non è scandaloso.

I paesi in cui le ore di insegnamento sono maggiori che in Italia sono per la primaria Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, a 27 ore, e Spagna e Irlanda, a 25 ore. Per la secondaria superiore sempre i Paesi Bassi (24 ore), il Regno Unito (22 ore), l'Austria (21 ore) e l'Irlanda (20 ore). Nella scuola secondaria inferiore, al contrario, solo in Finlandia e in Svezia le ore sono minori che in Italia.

Paradossalmente la secondaria superiore, che con le sue 18 ore dovrebbe costituire la pietra dello scandalo, è il grado di scuola più in media. Ad onore del vero occorre però dire che nella maggior parte dei paesi europei quando si parla di secondaria superiore non si intendono, come da noi, gli ultimi cinque anni di secondaria, bensì gli ultimi due o tre, mentre la secondaria inferiore è spesso di quattro anni. Perciò le percentuali di docenti su cui si applicano questi orari sono praticamente ribaltate rispetto all'Italia.
Sempre ad onore del vero la tabella dimostra che in molti paesi, soprattutto nei due gradi di secondaria, l'orario si presenta come flessibile (un minimo ed un massimo) ma solo in nove la flessibilità comporta lo sfondamento delle 18 ore, mentre in altrettanti casi rimane al di sotto.

In ogni caso siamo di fronte ad una situazione in cui gli orari di insegnamento italiani sono considerabili all'interno della media europea. Le polemiche in merito, come succede a proposito di altri aspetti dell'insegnamento, citano spesso l'Europa, ma guardano sostanzialmente al Regno Unito o ad altri paesi extra-europei. Questi ultimi hanno sicuramente orari di insegnamento più pesanti: ad esempio il Canada prevede 27 ore e mezzo nella primaria e 25 nella secondaria inferiore, gli Stati Uniti addirittura 30 ore e mezzo nella primaria e 23 nella secondaria superiore. Ma anche in questo caso la differenza non è sempre esagerata: il "mitico" Giappone insegna meno nelle elementari (20 ore) e si discosta di poco dall'Europa e dall'Italia negli altri due gradi (sempre 20 ore) così come di poco si discostano il Canada nella secondaria superiore (20 ore) e gli Stati Uniti nella scuola media (21 ore).
Infine anche i due principali stati non comunitari dell'Europa occidentale, Norvegia e Svizzera, prevedono, rispettivamente sui tre gradi, 21 ore, 17-20 ore, 13-18 ore e 25 ore, 23 ore e 17-21 ore.
Tutti questi casi extracomunitari confermano il paradosso della secondaria superiore e semmai aprono semmai problemi proprio rispetto al settore in Italia meno contestato, quello primario.

Per completare il quadro, sempre in relazione alle polemiche che vorrebbero i docenti italiani scarsamente impegnati, va detto che molti paesi non prevedono attività ulteriori connesse all'insegnamento o, se le prevedono, non danno ad esse una durata specifica (e la storia della scuola italiana prima dei decreti delegati del 1974 ci insegna che indeterminatezza e quasi nullità praticamente coincidono). Non hanno compiti di durata specifica oltre all'insegnamento i docenti danesi, tedeschi, irlandesi, olandesi, austriaci, portoghesi e britannici (tranne gli scozzesi) e i docenti della secondaria francese e belga. Al contrario i docenti belgi della primaria hanno 97 ore annue per attività diverse, quelli greci ne hanno 20 nella primaria e 30 nella secondaria per attività diverse, gli spagnoli ne hanno 205 nella primaria e 492 nella secondaria, i francesi della primaria ne hanno 36 conglobate (pari a una per ogni settimana di scuola), i lussemburghesi della primaria ne hanno 18 per ricevimento parenti, 141 per sorveglianza allievi e 18 per altre attività, quelli della secondaria invece solo 36, tutti i docenti finlandesi ne hanno 18 per formazione in servizio e 76 per altre attività e gli svedesi 280 non meglio precisate, gli scozzesi infine ne hanno 90 di formazione in servizio e 30 di ricevimento parenti.
Certo rispetto ad alcuni di questi orari le 40 ore italiane possono anche sembrare poca cosa. Ma in realtà sappiamo che in alcuni casi le ore arrivano ad essere 40 + 40, che non vi sono compresi scrutini e ricevimento parenti e che nella scuola elementare queste ore sono di norma 106. Quindi anche in questo caso la scuola italiana non sfigura, soprattutto a fronte di 8 paesi su 15 che non hanno nulla e altri due che non hanno nulla nella secondaria.

Infine, dal momento che la proposta della Moratti fa perno sull'ipotesi di ore aggiuntive rispetto alle 18 per coprire colleghi assenti o classi collaterali (ma a questo punto sarebbe meglio dire per aumentare il numero di classi da attribuire a un certo numero di docenti) vale la pena di fare una ricognizione internazionale sul pagamento delle ore aggiuntive ricordando che da noi sono pagate in caso di sostituzione di collega assente 1/78 dello stipendio comprensivo della contingenza oppure, in caso di classe collaterale, un'ora mese pari a 1/18 dello stipendio base senza la contingenza per tutto l'anno vacanze e tredicesima compresa. In questi casi l'Austria paga l'1,7% dello stipendio mensile lordo, la Danimarca offre un incremento stipendiale del 20% a chi fa cinque ore in più, Finlandia, Svezia e Norvegia attribuiscono l'esatto stipendio orario calcolato sullo stipendio in godimento, la Germania ha tassi fissi che però variano da un land all'altro, la Francia ha tassi che variano a seconda del cumulo di ore sulla base di un tasso fisso medio oppure un tasso fisso rapportato ai gradoni stipendiali per le sostituzioni. Purtroppo (stavolta anche per i nostri colleghi europei) anche in questo caso l'Italia è nella media di questi pagamenti a giudicare dalla scarsa trasparenza con cui vengono erogati, se si esclude il caso dei paesi scandinavi, unici ad essere caratterizzati da una limpidezza aziendale: ad ogni ora il suo valore in rapporto allo stipendio. percepito.