La "Proposta Bertagna".
Scheda
di presentazione e analisi della proposta di riforma scolastica del centrodestra.
A cura di alcuni delegati RSU CGIL-Scuola,
Milano. Dicembre 2000.
COSA E'
La proposta Bertagna è un documento dove vengono presentati gli orientamenti generali sui quali la ministra Moratti costruirà la propria proposta di legge (nuova di zecca o emendativa rispetto alla riforma dei cicli sospesa). La proposta è stata redatta da un gruppo di professori universitari costituito nel luglio scorso dalla Ministra Moratti e che è stato chiamato GRL (Gruppo Ristretto di Lavoro). Dunque la La proposta Bertagna non è la proposta di riforma. Ma certamente indica in maniera chiara quali saranno gli assi portanti di tale riforma. La proposta Bertagna non è un articolato sistematico, ma un dossier discorsivo e argomentativo in cui si illustrano le ragioni delle scelte di riforma che sono illustrate. È corredato da un allegato con le relazioni del GRL sugli incontri organizzati con una serie di realtà scolastiche, e da una serie di schemi.
I PUNTI NODALI DELLA PROPOSTA
Tre sono gli assi principali della proposta Bertagna. Li esporremo di seguito senza commenti.
1. LA STRUTTURA DEI CICLI. Rimangono invariate elementari e medie. Le elementari avrebbero una durata di cinque anni e le medie di tre. Le superiori invece verrebbero ridotte a quattro anni (5+3+4). Dunque rispetto alla riforma dei cicli di Berlinguer il taglio di un anno non verrebbe più collocato nel ciclo primario. L'insieme dei cicli (elementari, medie, superiori) avrebbe una scansione biennale.
Nel primo biennio delle elementari si avrebbe una figura dominante con 21 ore frontali (coordinatore); nel secondo biennio lo stesso coordinatore verrebbe affiancato da un altro insegnante e le sue ore passerebbero a 15; con gradualità il quinto anno delle elementari e il primo delle medie dovrebbero evolvere verso una unità biennale; il biennio comprendente seconda e terza media rimarrebbe unitario ma con un carattere orientativo; le superiori verrebbero divise in due bienni.
2. LA SEPARAZIONE
TRA FORMAZIONE E ISTRUZIONE. A 14 anni gli allievi dovranno scegliere tra due
ordini di scuola seccamente separati: i licei (o istruzione secondaria) e gli
istituti (o formazione secondaria). Si prevedono 8 indirizzi di liceo (classico,
linguistico, scientifico, tecnologico, economico, umanistico, musicale, artistico)
e per gli istituti diverse aree professionali (agricola/ambientale, tessile/sistema
moda, grafica/multimediale, chimica/biologica, meccanica, eletrica/elettronica/informatica,
edile e del territorio, turistica/alberghiera, aziendale/amministrativa, sociale/sanitaria,
settori peculiari). Si presume che i licei assorbiranno gli attuali licei e
una parte degli attuali tecnici. Mentre gli istituti assorbiranno gli attuali
professionali, l'attuale formazione professionale e una parte dei tecnici.
Si dà per scontato che l'intera formazione (cioè gli istituti)
sarà gestita dalle regioni. Istituti e licei portano al diploma in quattro
anni. Negli istituti si potrà accedere alla qualifica dopo tre anni e
dopo un altro anno di scuola si potrà accedere al diploma. La formazione
potrà essere a tempo pieno (a scuola) o in alternanza scuola/lavoro (metà
delle ore da svolgersi in azienda), in quest'ultimo caso per accedere alla qualifica
saranno necessari 4 anni, e per accedere al diploma 6.
3. IL TEMPO SCUOLA. L'orario scolastico curricolare in tutte le scuole (con eccezione dei licei artistici e musicali) viene portato a 25 ore. Le 25 ore costituiscono l'orario obbligatorio per tutti. Gli studenti potranno accedere se e nella misura in cui lo desiderano, ad una serie di corsi facoltativi per una durata complessiva da 0 a 300 ore all'anno, oltre le quali si dovrà pagare. Dopo ogni corso facoltativo lo studente avrà diritto ad una certificazione. Tutte le certificazioni sarebbero registrate su un portfolio personale dello studente, insieme alle valutazioni del rendimento delle 25 ore obbligatorie. Queste certificazioni possono essere anche ottenute con accertamenti a cura della scuola, a seguito di frequenza di corsi extrascolastici di vario genere. Ogni singola scuola garantisce le 25 ore obbligatorie, quelle facoltative invece sono garantite da reti di scuole. Le materie collocate al di fuori delle 25 ore non vengono chiaramente menzionate, ma a titolo di esempio si parla di educazione fisica, artistica, musicale, ecc.
CRITICHE ALLA PROPOSTA BERTAGNA
1. La struttura dei cicli vede il taglio di un anno nelle superiori. A supporto di questo taglio il documento non porta alcuna argomentazione. La durata di quattro anni indebolirebbe la struttura delle superiori, obbligando il livello superiore universitario a farsi carico di una preparazione di base che la scuola non potrebbe garantire. Il primo biennio delle elementari vedrebbe il ritorno del docente unico, anche qui in barba a tutte le considerazioni didattiche tese a sottolineare l'utilità di avere più di un insegnante di riferimento.
2. A 14 anni i ragazzi sarebbero costretti a scegliere tra due ordini di scuola completamente distinti. Quello del liceo, l'ambito della astrazione e delle idee, quello dell'istituto, l'ambito della manualità e della praticità. Come varie ricerche hanno dimostrato (Gasperotto, "Diplomati e istruiti", Il Mulino, 1996; "Ricerca sulla selezione scolastica", ISTAT, 1996) esiste una relazione diretta tra scelta dell'indirizzo scolastico e classe sociale di orgine. Per farla breve, i figli degli operai affollano i professionali, entrano anche nei tecnici, disertano i licei scientifici e sono pressochè assenti nei classici; l'ordine di scelta si inverte per la classe media. E' dunque un problema della scuola così come è oggi. A dire il vero nelle sue argomentazioni la proposta Bertagna non disconosce questa realtà, semplicemente afferma che la scuola ne deve prendere atto perchè da sola non può cambiarla. Ma la proposta Bertagna non si limita a lasciare quella realtà così com'è, la peggiora rispetto alla situazione attuale che prospetta comunque una offerta formativa con soluzioni intermedie. Con la proposta Bertagna invece la scelta è secca. Si noti che invece proprio la scansione in bienni potrebbe favorire un ragionamento su un biennio delle superiori tendenzialmente unitario. Un ragazzo a 14 anni non è in grado di opporsi a quello che la sociologia chiama destino sociale e che lo porta ad aspirare o a raggiungere nei fatti un livello di istruzione appena un po' superiore a quello dei propri genitori. La proposta Bertagna non impedisce il passaggio dalla formazione all'istruzione e viceversa (possibili tra un biennio e l'altro), ma una scuola già sin dall'inizio così radicalmente divisa ben difficilmente consentirà nei fatti l'esercizio di questo diritto.
3. La diminuzione dell'orario di lezione è molto popolare tra studenti e genitori. Nella realtà il taglio delle ore arrecherebbe loro (al di là delle ovvie conseguenze in termini occupazionali per insegnanti e personale ATA) ben pochi vantaggi. Nei fatti la diminuzione dell'orario di lezione porterebbe ad una dequalificazione dell'insieme dei cicli. Gran parte delle famiglie "motivate" e con grosse aspettative sui figli sarebbero costrette a far accumulare certificazioni ai figli: solo un pingue "portfolio" infatti consentirebbe al titolo di godere di un minimo di prestigio. Ci potremmo trovare in una situazione in cui il numero e la qualità delle certificazioni conterebbe di più della valutazione delle ore obbligatorie. Anche qui è leggibile il classismo della proposta Bertagna: solo le famiglie di un certo tipo (e non certo i ragazzi!) avrebbero la possibilità di districarsi tra la miriade di offerte formative, organizzando il tempo dei figli e orientandone le scelte in maniera vantaggiosa. Una serie di discipline che sono fondamentali vengono consisderate opzionali. L'erogazione delle ore facoltative in rete obbligherebbe le scuole in realtà al taglio di servizi; ad esempio non vi sarebbe più bisogno di una palestra per ogni scuola, basterebbe quella di una sola e che servirebbe una zona intera; lo stesso per i singoli laboratori, ecc. Salterebbe il tempo pieno nelle elementari e in generale il "tempo lungo", e dunque la valorizzazione del tempo scuola come tempo di formazione e di crescita della persona.
4. L'obbligo scolastico viene considerato un concetto superato. Nella proposta Bertagna si parla di diritto/dovere alla formazione/istruzione per 12 anni (che divengono bizzarramente 11 per coloro che conseguono la qualifica avendo frequentato la scuola d'infanzia). Nella pratica cioè si dà il via libera alla generalizzazione del fenomeno di evasione dall'obbligo diffusa in varie parti di Italia. Se non vi è obbligo, non vi è neppure attivazione dei meccanismi sociali (dall'intervento dell'assistenza sociale sino a quello dei carabinieri) indispensabili per garantirlo.
Nel complesso dunque la proposta Bertagna si caratterizza per il suo accentuato classismo: la famiglia di origine, e più precisamente la sua collocazione sociale, determineranno in maniera pesante il percorso formativo dello studente. La proposta Bertagna si tradurrà inoltre, nei fatti, grazie alla diminuzione delle ore di lezione e al taglio di un anno alle superiori, con un secco ridimensionamento del personale scolastico. I docenti si divideranno tra quelli fissi in una scuola e quelli addetti alle ore facoltative e che dovranno viaggiare da una scuola all'altra. Come si vede ce ne è abbastanza per muoversi. E in fretta!