Docentinapoli.
Il Coordinamento degli insegnanti di Napoli contro le riforme Moratti. Di Mimmo Fusco. Giugno 2002.


Il coordinamento "docentinapoli" è nato nel dicembre del 2001, su iniziativa di docenti dell'ITIS "Giordani"; contemporaneamente, altri docenti del Liceo "Pansini" davano vita all'"Osservatorio per la tutela ed il rilancio della scuola pubblica". Le due entità sono subito confluite in assemblee ed iniziative comuni.
La notizia che qualcosa si stava muovendo si è diffusa attraverso "tam-tam" personale, essenzialmente in istituti superiori cittadini.
Successivamente sono stati raggiunti istituti di alcune zone della provincia, anche a livello di scuole medie ed elementari. Allo stato attuale, la composizione del coordinamento è quindi varia, anche se, al di là del dato puramente numerico delle scuole raggiunte, c'è ancora da lavorare per coinvolgere maggiormente i colleghi delle scuole di base.
Siamo ancora carenti per quanto riguarda la presenza di ATA e genitori: il nome "docentinapoli" non indica assolutamente una scelta a priori, ma una realt‡ attuale che deve ancora essere superata. Una terza componente delle nostre attività è comunque rappresentata dall'"Agorà dei genitori", che collabora alle diverse iniziative con un'energia ed un entusiasmo invidiabili.

Sotto il profilo dell'appartenenza politica o sindacale, il coordinamento ha più volte ribadito la propria natura di docenti autoconvocati, aderendo allo sciopero delle organizzazioni sindacali di base del 15 febbraio, così come alla manifestazione confederale del 23 marzo. Non conosco a fondo, e penso che non sia neanche troppo rilevante, la dislocazione politico-sindacale dei singoli componenti. Di sicuro, molti non si identificano in nessuna organizzazione in particolare; per il resto, c'è un po' di tutto: tesserati CGIL, Cobas, qualcuno è del MCE [Movimento di Cooperazione Educativa, associazione di insegnanti nata nel 1951 che incentra oggi la propria proposta educativa sull'educazione alla pace e l'interculturalità, N.d.R.], qualcuno è del CIDI [Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti], qualcuno vota per partiti di centro, qualcuno è attivo in iniziative antiglobalizzazione, ecc. ecc.; questo per dare un'idea di quanto sia varia la nostra composizione. Quel che ci accomuna è la consapevolezza del carattere politico e sociale delle riforme portate avanti in questo periodo, riforme per noi antidemocratiche.

L'organizzazione del coordinamento è abbastanza libera; l'aspetto degli approfondimenti teorici e dell'elaborazione di documenti è essenzialmente curato dall'"Osservatorio"; a seconda delle iniziative che si prospettano, i colleghi disponibili al momento si fanno carico dei diversi aspetti organizzativi, dal contatto con altre realtà, al reperimento di materiali, alla concessione di autorizzazioni per manifestazioni pubbliche, ecc.
Dal mese di gennaio sono attivi un sito Internet ed una mail-list.

Il 14 febbraio 2002 è stato organizzato un convegno pubblico cittadino alla Sala Gemito di Napoli, per illustrare i risultati del lavoro di analisi svolto dall'Osservatorio.
Il giorno seguente, come deciso in assemblea, abbiamo partecipato alla manifestazione nazionale delle organizzazioni sindacali di base a Roma, nonostante la revoca della CGIL, con lo striscione di docenti autoconvocati.
In tale occasione ci siamo incontrati di persona con esponenti di altri coordinamenti, scambiandoci recapiti telefonici ed e-mail: abbiamo deciso insieme di stendere un documento comune a livello nazionale, da diffondere e far sottoscrivere nelle scuole, Nel periodo seguente abbiamo partecipato a varie iniziative, in alcuni casi anche come promotori:
- 27 febbraio: fiaccolata per la democrazia e la giustizia - Napoli;
- 10 marzo: partecipazione al "girotondo" in difesa della libertà di informazione,
sede RAI di Napoli;
- 23 marzo: partecipazione alla manifestazione nazionale CGIL a Roma; incontro con gli altri coordinamenti al Liceo "Tasso".
- 11 aprile: partecipazione all'Assise sulla scuola, organizzata dall'"Assise per la democrazia e la giustizia", con la quale collaboriamo.
- 13 aprile: realizzazione di un presidio di 12 ore a Piazza Dante, in difesa della scuola pubblica, con raccolta di firme e diffusione di documenti;
- 13 aprile: partecipazione al girotondo in difesa della scuola pubblica-Piazza del Gesù;
- 16 aprile: in occasione dello sciopero generale del 16, ci siamo mossi dalle due piazze d'arrivo delle differenti manifestazioni, congiungendole con un filo rosso. Non avevamo avuto il tempo di pubblicizzare questa iniziativa, in quanto l'idea era nata due sere prima, e ci eravamo "passati parola" via e-mail; molti manifestanti ne hanno compreso il significato all'istante, partecipandovi attivamente. Grazie anche al coinvolgimento di un'associazione di commercio equo e solidale, dopo il primo filo rosso ne è arrivato un secondo, poi fettucce da lavori stradali. Pensiamo di aver dato un messaggio chiaro, al di là delle legittime differenziazioni.
Di recente, abbiamo iniziato a richiedere audizioni presso la 78 commissione del Senato, in relazione alla delega. Con una solerzia veramente insolita, ci è stato risposto che è possibile ottenere audizioni solo come associazioni professionali o sindacali; non siamo convinti che ciò sia corretto, ma prima di procedere ulteriormente vogliamo confrontarci con gli altri coordinamenti.

In tutto questo periodo abbiamo diffuso e fatto sottoscrivere il documento "Più scuola per tutti", elaborato dalla Rete di resistenza a difesa della scuola pubblica di Milano e concordato, oltre che con il nostro coordinamento, con il Coordinamento docenti romani, il coordinamento "Diecigennaio" di Palermo, il Forum per la scuola pubblica di Bari, il coordinamento R.S.U. di Torino, il Coordinamento sud-pontino per la difesa della scuola pubblica, il Coordinamento forlivese dei docenti della scuola statale, collettivi docenti di Rimini e Firenze.
Anche la data del 13 aprile (presidio in piazza) era stata convenuta con gli altri coordinamenti, che negli stessi giorni hanno effettuato altre iniziative pubbliche.

Come sarà avvenuto probabilmente anche nelle altre città, abbiamo attraversato in questi pochi mesi momenti di entusiasmo e momenti più difficili, la cui lettura non è sempre facile.
Siamo presenti in un centinaio di scuole, fra Napoli e provincia. La diffusione del coordinamento è "a macchia di leopardo"; il suo allargamento continua, ma la parte più attiva, al di là di uno "zoccolo duro", vede entrare, uscire, ricomparire elementi diversi. Per contro, anche a pochissimi giorni dalle riunioni meno affollate, la partecipazione in piazza (anche in trasferta) e nelle altre iniziative pubbliche è stata fattiva e numerosa.
Il dato, in sé contraddittorio, può essere letto in vari modi: sicuramente alcuni sono già fortemente impegnati nella scuola di appartenenza, o in associazioni, o in sindacati, o comunque delegano talvolta il momento decisionale ed organizzativo, riservando la propria presenza al momento operativo, anche perché mai come nel corso dell'ultimo anno abbiamo dovuto fare ricorso a tutte le energie possibili. Inoltre, da gennaio in poi, ci siamo trovati spesso a dover rincorrere gli avvenimenti; parte della forza che andava convogliata nella diffusione dell'informazione nelle singole scuole, a partire dal previsto coinvolgimento dei Consigli d'Istituto, si è stemperata in varie iniziative, spesso esterne, comunque valide. D'altronde per tutti noi era ed è chiaro che l'attacco alla scuola pubblica è parte integrante di un ampio disegno di destrutturazione dello stato sociale; per questo motivo abbiamo deciso di essere attivamente presenti in tutte le iniziative di difesa dei diritti costituzionali. Ciò ha però rallentato l'allargamento ad altre scuole ed il radicamento in quelle già coinvolte.
Partendo proprio da questa osservazione, il salto di qualità sarà secondo me legato alla capacità di lavorare in modo più capillare, allargando il più possibile alle scuole di base ed ai genitori. Abbiamo constatato che nei momenti in cui la nostra azione si è focalizzata sulla diffusione dell'informazione, i risultati hanno spesso superato le aspettative (presidio in piazza, raccolta di firme in scuole reputate poco coinvolgibili). La partecipazione stessa dei genitori è almeno in parte collegabile al maggiore o minore allargamento nelle scuole elementari e medie: in questi casi il percorso scolastico dei figli è ancora lungo e, di conseguenza, c'è più attenzione nei riguardi delle possibili evoluzioni del sistema dell'istruzione.

Al nostro interno abbiamo cominciato a riflettere sull'esperienza di questi mesi, ma per parlare di prospettive future è più concreto aspettare la riunione nazionale dei coordinamenti dei primi di giugno. A quanto ne sappiamo, la situazione è diversificata nelle diverse città, ed è chiaro a tutti che solo con iniziative comuni e condivise potremo ottenere dei risultati.