Lo sciopero della scuola del 24 marzo e la non manifestazione
del 12.
Lo sciopero del 24 marzo è stato un
buon successo e rivela la volontà di lotta della categoria. Purtroppo
la limitazione della piattaforma con cui è stato costruito, insieme
all'annullamento della manifestazione nazionale del 12, fa sì che il
campo specifico della lotta contro la riforma Moratti sia tuttora sguarnito.
REDS. Aprile 2003.
Lo sciopero del 24 Lo sciopero del 24 era stato proclamato da CGIL-CISL-UIL Scuola,
SNALS, COBAS Scuola, UNICOBAS Scuola e GILDA. Ha aderito anche la CUB Scuola.
Si tratta dunque di uno sciopero che ha visto insieme per la prima volta tutte
le sigle sindacali della scuola. Lo sciopero ha registrato notevoli adesioni,
anche se le percentuali rilasciate dai sindacati (80%) sono molto esagerate.
Gli unici dati sui quali possiamo contare sono quelli della Lombardia, dove
l'adesione è stata del 48%. Interessante la disaggregazione: 52% tra
i docenti, 38% tra gli ata; 56% per i docenti delle materne, 59% per quelli
delle elementari, 51% per i docenti delle medie, 41% per i docenti delle superiori.
Non in tutte le città capoluogo sono state organizzate delle manifestazioni.
A Roma Cgil. Cisl, Uil e Snals hanno dato vita ad un presidio presso l'Ufficio
scolastico per il Lazio, mentre i sindacati di base hanno manifestato davanti
al Ministero dell'Istruzione e si è potuto trasformare in corteo numeroso
solo con l'arrivo degli studenti. A Torino è stata organizzata una
manifestazione unitaria che ha raccolto 5000 persone, a Milano una di 15.000
persone (un terzo gli studenti). Anche a Bologna si è avuta una manifestazione
unitaria, invece a Genova Cgil cisl e Uil hanno dato vita ad un presidio davanti
alla prefettura mentre il corteo l'hanno organizzato cobas e studenti. La partecipazione è stata soddisfacente, anche se non
clamorosa. Sottolineiamo alcune caratteristiche della mobilitazione. 1. La partecipazione, almeno a giudicare dai dati della Lombardia,
segnala il dato di una forte partecipazione dei docenti delle materne e delle
elementari, che di solito, invece, è inferiore a quella dei colleghi
delle scuole secondarie. Pensiamo che su ciò abbia largamente influito
la preoccupazione per la riforma Moratti che probabilmente colpirà
per primo quegli ordini di scuola (anticipo, ecc.). 2. I sindacati confederali hanno organizzato dei cortei solo
in quei capoluoghi dove la sinistra Cgil l'ha imposto. Dove ha potuto, la
Cgil scuola ha volentieri "ceduto" alle pressioni di Cisl, Uil e
Snals per "non fare troppo casino". Una scelta autolesionista, perché
quando si proclama uno sciopero senza dare un appuntamento per manifestare
si lancia un messaggio implicito ai lavoratori di "crederci poco".
Dove i cortei ci sono stati sono stati un successo ed hanno potuto permettere
l'incontro con il movimento studentesco. 3. La piattaforma confederale e dello Snals non comprendeva
la lotta contro la riforma Moratti ed era centrata solo su contratto, taghi
e immissioni in ruolo. Una scelta che nei fatti è stata rifiutata dai
più: la gran parte dei docenti (per non parlare degli studenti) è
scesa in piazza soprattutto per manifestare contro la Moratti. 4. Il 24 sono scese in piazza tutte le sigle del sindacalismo,
pur con autonome piattaforme. E' un fatto si estrema importanza. Purtroppo
persiste la cattiva abitudine dei cortei separati. In parte per responsabilità
confederale (Roma), in parte per velleitarismo del sindacalismo di base (come
a Milano, dove però alla fine, visto l'esiguità del numero i
Cobas hanno dovuto confluire sul corteo confederale). Ma alcune città
sono andate in controtendenza: Torino (corteo unitario con la Cub) e Bologna
(corteo unitario con i Cobas). 5. Per la prima volta da molto tempo gli studenti sono scesi
massicciamente in piazza insieme agli insegnanti. Purtroppo questa adesione
non è stata organizzata, gestita e valorizzata a dovere dai sindacati.
Su ciò permane la cattiva abitudine da parte della Cgil di puntare
solo sull'Uds, il cui peso tra gli studenti è limitato, e da parte
dei Cobas che puntano sugli studenti per riempire i propri cortei separati.
Gli studenti, data la loro estrema debolezza politica, non riescono a imporre
un proprio terreno di alleanza. Il 12 aprile Sulla base di una partecipazione paritaria e di una piattaforma
abbastanza condivisibile era stata indetta una manifestazione nazionale a
Roma per il 12 aprile contro la riforma Moratti. Era promossa da CGIL, UDS,
CIDI, MCE, CGD, ARCI, Associazione 31 ottobre, CRS, Gruppo Abele, Legambiente,
Pax Christi, ma le adesioni comprendevano tutta la sinistra sindacale (Cobas,
Cub, Unicobas), nonché la sinistra politica. Purtroppo il comitato
"Fermiamo la Guerra" che aveva organizzato il 15 febbraio, ha imposto
alla Cgil (questa volta non la possiamo incolpare del misfatto) di annullarla
per lasciare spazio ad una manifestazione nazionale contro la guerra che si
terrà lo stesso giorno. La manifestazione del 12 aprile era tardiva, ma era l'unico
appuntamento contro la riforma Moratti, dato che, come abbiamo visto, il punto
era stato escluso dalla piattaforma confederale del 24. Inoltre si era riuscito
a raggiungere una unità di intenti tra tutta la sinistra scolastica
(e la cosa, dopo i trascorsi con Berlinguer & C, ha del miracoloso). Ora
ci troviamo in una situazione in cui la riforma Moratti che suscita orrore
in ogni insegnante con un minimo di sale in zucca, è passata così
senza colpo ferire. Drammatico se pensiamo che tutta la partita ora si gioca
sui decreti attuativi, che rischiano di essere il peggio del peggio visto
la scarsa resistenza di cui ha dato prova il mondo della scuola. La guerra
è l'argomento centrale del momento, non vi è dubbio, non pensiamo
sia stato saggio però aver impedito l'occasione che si aspettava da
tempo per far uscire dall'angolo insegnanti, ata, studenti. Speriamo che i soggetti che stavano organizzando il 12 si ricoagulino
rapidamente per non far sì che anche quest'anno passi senza che alla
Moratti sia stato posto alcun serio ostacolo.