Il lavoro nella scuola pubblica.
Il Dipartimento Nazionale Scuola, Università e ricerca del Partito della Rifondazione Comunista, ha realizzato un'indagine campionaria sugli insegnanti su atteggiamenti,opinioni, organizzazione del lavoro e approccio collegiale all’insegnamento. Maggio 2003.


Il Dipartimento Scuola, Università e Ricerca di Rifondazione Comunista ha promosso una indagine sugli insegnanti della scuola pubblica di sei province campione, per indagarne, in piena fase contrattuale, opinioni e atteggiamenti rispetto al loro lavoro. L’indagine è stata coordinata da compagni dell’Università "La Sapienza" di Roma, che professionalmente svolgono indagini sociologiche e analisi statistica dei dati ed è stata condotta grazie al contributo volontario dei compagni e delle compagne delle Federazioni del PRC di Torino, Vicenza, Perugia, Viterbo, Roma e Cosenza che hanno distribuito i questionari rispettando tempi e modalità di somministrazione.

Per informazioni e approfondimenti contattare: eliana.como@uniroma1.it

L’indagine è stata condotta tramite un questionario a risposta chiusa su un campione rappresentativo, non altissimo ma rigoroso, di 174 insegnanti della scuola pubblica, scelti con un criterio che rispetta la casualità statistica: non sono amici né conoscenti dei compagni che hanno curato l’indagine, non sappiamo se siano iscritti a un sindacato né tanto meno a un partito. Sono insegnanti veri, che non confonderemo con tutti gli insegnanti della scuola pubblica, ma sui quali ci permetteremo un ragionamento più ampio.

I 174 insegnati del campione sono ripartiti tra scuola elementare (40%), scuola media (21%), liceo (21%) e istituti tecnici o professionali (20%).

Tipo di scuola

Sono per lo più donne (70%), con un’età media di 47 anni e, in genere, un livello alto di esperienza: più del 45% ha oltre 20 anni di insegnamento, il 40% da 10 a 20 e il 14% meno di 10 anni. Più dell’80% ha un contratto a tempo indeterminato, l’8% un incarico annuale e solo il 5% è ancora supplente. Sono i più giovani ad avere incarichi a tempo determinato, ma addirittura i primi 10 anni di insegnamento sono correlati con un rapporto ancora instabile di lavoro.

Anni di insegnamento

La maggior parte indica tra i motivi di maggiore soddisfazione il fatto che sia un lavoro creativo (più del 40%) e un lavoro utile (34%). Solo il 9% indica la crescita personale e la stabilità, il 6% la flessibilità dell’orario di lavoro e una percentuale trascurabile la retribuzione.

A indicare la creatività del lavoro come il più importante dei motivi di soddisfazione sono soprattutto gli insegnanti che hanno da 10 a 20 anni di insegnamento, quelli che hanno meno di 10 anni l’utilità del lavoro, mentre coloro che hanno più di 20 anni la stabilità.

La retribuzione è — prevedibilmente — il primo motivo di insoddisfazione (più del 40%), seguito dallo scarso riconoscimento sociale del proprio lavoro (17%), dal numero troppo alto di studenti per classe (12%) e di seguito dall’eccesso di burocrazia, dal carico di lavoro, dalla riduzione del lavoro dell’insegnante a mero lavoro esecutivo e dalla mancanza di strutture adeguate.

I motivi di soddisfazione %

I motivi di insoddisfazione %

 

lavoro creativo 40,7

lavoro utile 34,3

crescita personale 9,3

 

stabilità 8,7

 

orario 6,4

 

retribuzione 0,6

 

 

 

retribuzione 41,8

scarso riconoscimento 17,1

troppi studenti 12,4

burocrazia 9,4

carico di lavoro 7,6

lavoro esecutivo 7,6

strutture inadeguate 4,

 

La retribuzione è motivo di insoddisfazione soprattutto per chi ha meno anni di insegnamento e per chi, si presume, conta solo sulle proprie risorse economiche: chi non è sposato né convive oppure chi è separato o divorziato. Non stupisce che alla domanda sulla possibilità di ricevere una parte dello stipendio sotto forma di benefits, la maggior parte degli insegnanti intervistati si sia dichiarato non disponibile (più del 60%).

Sui motivi di insoddisfazione, segnaliamo la relazione con la città nella quale si lavora: in particolare la retribuzione è indicata come motivo di insoddisfazione soprattutto dagli insegnanti di Roma, mentre lo scarso riconoscimento del proprio lavoro soprattutto da quelli di Vicenza. Si ricordi che il Nord Est, oltre ad essere una delle zone più ricche e più produttive del paese, ha un livello di abbandono scolastico tra i più alti d’Italia.

Agli insegnanti intervistati abbiamo chiesto quali siano le attività che attualmente impegnano loro più ore e a quali invece vorrebbero dedicare più tempo a fronte di un aumento di retribuzione.

Le attività più impegnative sono la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti e la programmazione; quelle a cui vorrebbe dedicare più tempo sono i corsi di aggiornamento, la preparazione personale, la progettazione e realizzazione dei progetti e il rapporto individuale con gli studenti.

Le attività più impegnative

%

preparazione delle lezioni

40,1

correzione dei compiti

28,1

programmazione

28,1

preparazione personale

27,5

sedute del consiglio di classe o altri organi collegiali

24,6

progettazione e realizzazione dei progetti

23,4

frequenza a corsi di aggiornamento

10,8

rapporto individuale con gli studenti

7,2

partecipazione alle riunioni di commissione

4,8

rapporto con i genitori

1,8

verifica dei progetti

1,8

Il totale è superiore a 100 perché la domanda prevedeva la possibilità di dare due risposte.

Le attività cui si vorrebbe dedicare più tempo

Questa ultima dimensione, giudicata dal 24% del campione un’attività cui si vorrebbe dedicare più tempo, è indicata tra le attività più impegnative soltanto dal 7% degli insegnanti. La correzione dei compiti, invece, giudicata una delle attività che impegnano più ore, viene indicata da appena il 4% del campione come un’attività cui dedicare più tempo, anche a fronte di un aumento di stipendio.

%

frequenza a corsi di aggiornamento

45,9

preparazione personale

39,4

progettazione e realizzazione dei progetti

32,4

rapporto individuale con gli studenti

24,1

programmazione

21,8

preparazione delle lezioni

14,7

partecipazione alle riunioni di commissione

4,1

rapporto con i genitori

4,1

correzione dei compiti

4,1

sedute del consiglio di classe o altri organi collegiali

3,5

verifica dei progetti

2,4


Anche in questo caso, il totale è superiore a 100.

Le attività più impegnative e quelle cui si vorrebbe dedicare più ore sono in stretta relazione con gli anni di insegnamento: coloro che hanno meno esperienza dedicano più ore alla loro formazione personale e alla preparazione delle lezioni, mentre coloro che hanno più di 20 anni di insegnamento sono maggiormente coinvolti nella attività di programmazione e nei progetti; gli insegnanti con meno esperienza dedicherebbero ancora più tempo alla loro preparazione personale, quelli che hanno una esperienza media ai corsi di aggiornamento, mentre chi ha una alta esperienza dedicherebbe ancora più ore alla programmazione. Si noti anche che chi ha più di venti anni di insegnamento dichiara di dedicare relativamente meno tempo agli studenti e alla preparazione delle lezioni, anche se desidererebbe dedicargliene di più.

Sul lavoro per progetti, l’opinione degli insegnanti intervistati è positiva: la maggioranza sottolinea il fatto che esso consente la collaborazione con gli altri insegnanti, mentre una quota molto inferiore dichiara che toglie tempo all’insegnamento frontale, autorizza a lavorare di meno o, ancora meno, sia un modo per guadagnare di più.

Il lavoro per progetti:

 

%

consente di collaborare

51,8

è interessante

47,6

toglie tempo

18,2

autorizza a lavorare meno

8,8

permette di guadagnare di più

8,2


Il totale è superiore a 100 perché la domanda prevedeva la possibilità di dare due risposte.

Alla domanda su quali dovrebbero essere i criteri di retribuzione degli insegnanti, la quota maggiore degli intervistati risponde l’impegno orario (30%) e "nessuno, tutti dovrebbero essere pagati allo stesso modo" (30%). A seguire indicano la cura messa nel lavoro (18%), l’esperienza (10%) e la capacità di lavorare collegialmente (quasi il 7%). Appena il 6% condivide criteri meritocratici — quelli proposti dal "concorsaccio" — e ancora meno (poco più del 4%) la preparazione personale.

Quali dovrebbero essere i criteri retribuzione

I primi due criteri, quello più egualitario (nessuno, tutti allo stesso modo) e quello più oggettivo (impegno orario) sono indicati in misura più evidente dagli insegnanti con meno di 10 anni di insegnamento. In particolare, sono quelli che hanno ancora un problema di stabilità occupazionale a indicare più spesso la preferenza per una retribuzione uguale per tutti.

%

impegno orario

27,3

nessuno, tutti dovrebbero essere pagati allo stesso modo

27,3

cura messa nel lavoro

18,0

esperienza

9,9

capacità di lavoro collegiale

6,8

meritocrazia

6,2

preparazione personale

4,3

Non stupisce la relazione con le attività più impegnative: chi indica nella competenza professionale il più rilevante dei criteri di retribuzione afferma di dedicare molto tempo alla preparazione personale e ai corsi di aggiornamento e di volerne, se possibile, dedicare ancora di più. Chi indica il lavoro collegiale come criterio di retribuzione, invece, dedica e dedicherebbe ancora più tempo al lavoro per progetti, mentre chi condivide l’impostazione meritocratica indica come attività più impegnativa la partecipazione alle sedute degli organi collegiali e alle riunioni di commissione e molto meno il rapporto con gli studenti, di cui tra l’altro si dichiara più insoddisfatto. Tra questi è invece più alta la quota di coloro che dichiarano di avere un buon rapporto con il capo di istituto. Chi invece indica nel lavoro collegiale e nell’egualitarismo il principio di retribuzione ha più di frequente un rapporto soddisfacente con gli studenti.

Livello massimo di soddisfazione nel rapporto con gli studenti per criteri di retribuzione

Tra i motivi di insoddisfazione lo scarso riconoscimento per il proprio lavoro è più frequente tra chi ritiene che gli insegnanti debbano essere pagati secondo criteri meritocratici, mentre lamenta più frequentemente il carico di lavoro chi vorrebbe essere pagato a seconda dell’impegno orario. Si può ipotizzare che su di essi gravi il peso di un eccesso di lavoro informale che vorrebbero vedere riconosciuto ufficialmente.

Una delle dimensioni cui abbiamo dedicato più spazio è stata l’opinione che gli insegnanti hanno di un approccio collegiale al loro lavoro e i modi in cui lo praticano, convinti come siamo che dalla letteratura alla matematica questo sia imprescindibile per una didattica interdisciplinare e per un insegnamento critico e non nozionistico.

Quanto spesso le capita di collaborare con gli altri insegnanti?

Più della metà del campione dichiara di collaborare spesso con gli altri insegnanti, il 30% solo qualche volta e meno del 9% raramente. Colpisce il fatto che quasi il 60% dichiari che la collaborazione non è prevista istituzionalmente dalla scuola, ma è affidata a relazioni informali. Si noti che quando la collaborazione è prevista dall’istituto scolastico essa è molto più frequente.

Collaborazione: frequenza per tipo

Per capire meglio questa dimensione abbiamo messo in relazione il livello di soddisfazione rispetto al rapporto con i colleghi con l’opinione su come si vorrebbe fossero gli insegnanti della propria scuola, individuando quattro tipi di atteggiamento.

Il tipo A (attribuisce maggiore importanza alla competenza e ha buone relazioni con i colleghi, 6%) ha più frequentemente un incarico annuale, vorrebbe essere pagato a seconda dell’impegno orario, dedica più ore alla preparazione personale e a questa, insieme all’aggiornamento, dedicherebbe ancora più tempo. Ha in genere un giudizio negativo del lavoro per progetti e dichiara di collaborare poco con gli altri insegnanti.

sempre

spesso

a volte

raramente

totale

prevista dalla scuola

68,8

46,3

36,5

13,3

42,3

affidata a relazioni informali

31,3

53,8

63,5

86,7

57,7

Il tipo B (ha buoni rapporti con i colleghi e attribuisce maggiore importanza alla collegialità dell’insegnamento, 40%) è in genere più giovane, ha meno anni di insegnamento e soprattutto un miglior rapporto con gli studenti. Trova interessante il lavoro per progetti che — di conseguenza — è una delle attività cui dedica più tempo. Naturalmente dichiara di collaborare più frequentemente con gli altri insegnanti.

Il tipo C (ha un buon rapporto con i colleghi e attribuisce più importanza alla motivazione, 45%) lamenta più frequentemente la scarsa retribuzione, ritiene che tutti dovrebbero essere pagati allo stesso modo e dichiara di avere una collaborazione medio-alta con gli altri insegnanti.

Il tipo D (indipendentemente dalla dimensione cui attribuisce più importanza si dichiara insoddisfatto del rapporto con i colleghi, 10%) ha in genere più di 20 anni di insegnamento e lamenta che il proprio lavoro sia troppo esecutivo e che ci siano troppi studenti per classe. Le attività che lo impegnano di più sono quelle più individuali, come la correzione dei compiti, la preparazione personale e delle lezioni. Dichiara di collaborare raramente con gli altri insegnanti e in maniera del tutto informale. Tuttavia ritiene che il lavoro per progetti consenta di collaborare con gli altri insegnanti e che la scuola in cui insegna dovrebbe avere più lavoro collegiale. Non stupisce che le attività cui dedicherebbe più tempo siano proprio il lavoro per progetti e la relazione con gli studenti, rispetto ai quali — aihmé - lamenta un rapporto relativamente poco soddisfacente.

Indice di collaborazione

 

Quanto si ritiene soddisfatto del rapporto con gli altri insegnanti?

   

molto

abbastanza

poco

Gli insegnanti della sua scuola dovrebbero essere:

più competenti

A

D

più collaborativi

B

più motivati

C

 

Concludiamo con due dati: più del 96% degli insegnanti intervistati non è d’accordo con la politica dell’attuale Ministero dell’Istruzione; l’85% ritiene che - non solo recentemente ma ormai da alcuni anni - sia in atto un graduale processo di dequalificazione della scuola pubblica. Chiunque voglia fare una politica di sinistra nella scuola pubblica ci rifletta.

Da alcuni anni è in atto un graduale processo di dequalificazione della scuola. È d’accordo con questa affermazione?

È d’accordo con la politica dell’attuale Ministero dell’Istruzione? %

 

 

sì 3,5

no 96,5

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Appendice
Il questionario

 

Il partito della Rifondazione Comunista ha promosso un’indagine campionaria tra gli insegnanti della scuola pubblica per comprendere le loro aspettative rispetto alla prossima tornata contrattuale, particolarmente importante per contrastare il processo di dequalificazione dell’istruzione pubblica. Contiamo sulla vostra disponibilità, chiedendovi di rispondere a questo breve questionario. Il piano di campionamento ha seguito i criteri della probabilità statistica, per cui il vostro nominativo è stato estratto in maniera del tutto casuale. I dati raccolti saranno elaborati in forma statistica, pertanto del tutto anonima. Vi ringraziamo per la collaborazione.

 

Sex

M

F

Anno di nascita: 19…….

Provincia: ……………………………………………

Da quanto tempo insegna:

meno di 1 anno

più di 1 anno

Quanti?

…………..

Tipo di contratto:

tempo indeterminato

supplente temporaneo

 

tempo determinato con incarico annuale

   

Materia di insegnamento:

………………………………………………………………………………

Tipo di scuola:

elementare

media inferiore

 

liceo

istituto tecnico

istituto professionale

La scuola in cui insegna è un istituto comprensivo?

no

Stato civile:

nubile/celibe

convivente/sposato

separato/divorziato

Numero di figli:

nessuno

uno

più di uno

Attualmente, oltre alle ore dedicate all’insegnamento frontale, quali di queste attività le impegnano più ore? (due risposte in ordine di priorità)

 

1a risposta

2 a risposta

Preparazione personale

Frequenza a corsi di aggiornamento

La preparazione delle lezioni

Le sedute del consiglio di classe o di altri organi collegiali

La partecipazione alle riunioni di commissione

L’attività di programmazione

La progettazione e la realizzazione dei progetti

La verifica dei progetti

Il rapporto con i genitori

Il rapporto individuale con gli studenti

La correzione dei compiti

A fronte di un aumento di salario, a quale di queste attività dedicherebbe più ore? (due risposte in ordine di priorità)

 

1a risposta

2 a risposta

Preparazione personale

Frequenza a corsi di aggiornamento

La preparazione delle lezioni

Le sedute del consiglio di classe o di altri organi collegiali

La partecipazione alle riunioni di commissione

L’attività di programmazione

La progettazione e la realizzazione dei progetti

La verifica dei progetti

Il rapporto con i genitori

Il rapporto individuale con gli studenti

La correzione dei compiti

Quanto frequentemente le capita di collaborare con gli altri insegnanti per lo svolgimento del suo lavoro?

sempre

spesso

a volte

raramente

Con colleghi di quali insegnamenti le capita più spesso di collaborare? (anche più di una risposta)

uguali al mio

simili al mio

differenti dal mio

 

La collaborazione con gli altri insegnanti è prevalentemente:

prevista dall’istituto scolastico

affidata a relazioni informali tra colleghi

Tra quelli elencati, quali sono i motivi di maggiore soddisfazione nello svolgimento del suo lavoro? (una sola risposta)

l’orario di lavoro

la retribuzione

la possibilità di svolgere un lavoro creativo

la crescita personale

la possibilità di svolgere un lavoro utile

la stabilità occupazionale

E quelli di maggiore insoddisfazione? (una sola risposta)

l’eccessivo carico di lavoro

la retribuzione

l’eccessivo numero di studenti per classe

l’eccesso di burocrazia

lo scarso riconoscimento sociale

la mancanza di strutture adeguate

la riduzione dell’insegnamento a mero lavoro esecutivo

Quanto si ritiene soddisfatto dei rapporti che intrattiene con:

 

molto

abbastanza

poco

per niente

i suoi colleghi

gli studenti

i genitori

il capo di istituto

il personale tecnico

il personale ausiliario

Nella scuola dove insegna, gli insegnanti dovrebbero essere: (una sola risposta)

più competenti

più disponibili a collaborare tra di loro

più motivati

Lavorare per progetti: (una o due risposte)

è interessante

toglie tempo all’insegnamento frontale

permette di guadagnare di più

consente di collaborare con insegnanti di altre materie

autorizza chi non è motivato a lavorare meno degli altri

In generale, il lavoro di un insegnante è prevalentemente: (tra i due estremi indicare la casella corrispondente al proprio giudizio)

collegiale

individuale

La scuola in cui insegna dovrebbe avere: (una sola risposta)

attrezzature e tecniche di supporto alla didattica più efficienti

più finanziamenti

più integrazione con il territorio

più cultura di lavoro per gruppi e per progetti

una migliore organizzazione degli uffici amministrativo-segretariali

   

Quali dovrebbero essere i criteri per determinare il livello di retribuzione di un insegnante? (una sola risposta)

l’impegno orario

la preparazione personale

la cura messa nel lavoro

la valutazione meritocratica

la capacità di lavoro collegiale

l’esperienza

nessuno, tutti dovrebbero essere pagati allo stesso modo

Sarebbe favorevole a ricevere una parte della retribuzione sotto forma di benefits?

no

Se sì, per quali di queste attività? (una o due risposte)

corsi di formazione

sconto sui libri

   

attività culturali (mostre, cinema, teatro…)

altro (specificare) …………………………………..

"Da alcuni anni, è in atto nella scuola pubblica un progressivo processo di dequalificazione." È d’accordo con questa affermazione?

no

È d’accordo con l’attuale politica scolastica del Ministero dell’Istruzione?

no