Bambino?
Chi era costui?
Un
articolo molto forte che dipinge in modo molto efficace la realtà dei
bambini, figli di immigrati, in questa nostra società,in cui la scuola
viene utilizzata dalla destra al potere, per rendere più pesanti l'esistenza
e la prospettiva per il futuro (di Giulietta Poli). Reds - Gennaio 2010
Il
Bel Paese esce da un anno che sarà ricordato, ahinoi, fra i più
xenofobi della sua storia; xenofobia pura, in parole, opere ed ammissioni. Becera
intolleranza che, immemore del nostro recente passato di emigrazione, dilaga
terribilmente sui media, fra tutti gli strati della popolazione, a partire dai
politici che, per loro mandato istituzionale, dovrebbero soffocare l´odio
e non reclutarlo.
Quale arcano avranno escogitato stavolta per colpire, nuovamente, i diritti
dei minori?
Il disegno di legge sulla cittadinanza presentato alla Camera il 23 dicembre
u.s. non risolve affatto le problematiche attinenti i G2 (seconde generazioni)
sollevate da tempo immemorabile dall´ associazionismo che si occupa di
minori; essendo improponibile parlare di ius soli, previsto nei Paesi civili
(così gli Usa, il Canada, l´Australia che teneri con le migrazioni
non sono mai stati) si è pensato bene di peggiorare, restringendola,
la già discussa legge n.91 del 1992 attualmente in vigore, da più
parti considerata inappropriata e superata.
Nel testo in discussione non prende in nessuna considerazione gli oltre 800.000
bambini migranti (tra cui oltre 500.000 nati nel nostro Paese).
Figli di un dio minore, buoni solo per le statistiche e per le crisi di nervi
da salotti televisivi.
Manca un qualsivoglia riferimento ai diritti dell´infanzia; qualcuno di
loro potrebbe ben trasformarsi nel corso degli anni in un pericoloso kamikaze;
meglio sottacere, rimuove lo scabroso argomento, negare la necessità
di rivedere una legge ormai fuori dal tempo e dalla storia.
Si prevede, invece, che i figli dei migranti, ricongiunti in fasce o sebbene
nati in Italia, possano ottenere la cittadinanza italiana comunque al compimento
dei 18 anni come attualmente a condizione però di aver frequentato tutta
la scuola dell´obbligo "con profitto" !!!
Non ho capito tra le notizie reperite in rete se anch´essi, come gli adulti,
dovranno dimostrare "un percorso di cittadinanza che attesti il livello
di inserimento sociale e il mantenimento dei requisiti di legge"; né
si evince se dovranno sottoporsi ad esami di lingua, storia e cultura italiana.
Un´altra anacronistica perla potrebbe essere l´imposizione alla
rinuncia della propria cittadinanza di origine, quando in moltissimi paesi,
nostro compreso, sono ammesse dall´ordinamento le doppie nazionalità.
È forse una pubblica abiura quello che si vorrebbe da questi ragazzi
dalle doppie radici?
Mi sorgono alcuni semplici interrogativi; concesso, per ipotesi, l´accesso
all´italianità solo ai migranti freschi di maggiore età
con tutte le altre categorie escluse, se il richiedente fosse un adolescente
straniero disabile, magari grave? Come avrebbe potuto frequentare la scuola
con profitto, visto che sono previsti (per legge!) piani di studio specifici
ed individualizzati?
E se lo sventurato neo maggiorenne avesse avuto, come molti ragazzi italiani,
un percorso scolastico nel corso del quale si sono verificate difficoltà
di apprendimento?
E se per sua somma disgrazia avesse patito una bocciatura (come migliaia di
suoi coetanei indigeni)?
Un inconveniente occorso lungo l´iter scolastico anche a grandi geni;
e non per questo costoro hanno mai subito limitazioni nei loro diritti civili.
Che si farà del giovane diciottenne? Lo gettiamo dalla rupe Tarpea? Ci
saranno richiesti i registri di classe o copia dei documenti di valutazione?
Che accadrà: sotto il 7 tutti esclusi? Come verrà valutato quel
"profitto" e soprattutto chi lo valuterà? [...]
Sostenere un eventuale "esame" di italianità, poi, che cosa
potrà mai significare per uno studente nato e vissuto qui, con una formazione
linguistico-culturale sicuramente italiana, ma con un cognome sicuramente straniero?
Ricorro dunque alla mia Bibbia, la Convenzione sui diritti dei bambini e dei
ragazzi:
- art. 8
"(omissis) a rispettare il diritto del fanciullo a preservare la propria
identità, ivi compresa la sua NAZIONALITÀ, il suo nome e le sue
relazioni familiari..senza ingerenza illegali.."
- art. 30
"(omissis) (se) esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche...un
fanciullo che appartiene ad una di tali minoranze NON PUÒ essere privato
del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e praticare la
propria religione o di fare uso della propria lingua"
- art. 2
"..(omissis)..rispettare i diritti...e a garantirli ad ogni fanciullo ...SENZA
DISTINZIONE DI SORTA E A PRESCINDERE DA OGNI CONSIDERAZIONE".
Tralascio, per non appesantire il testo, i riferimenti alla Convenzione Europea
ed all´ampia disponibilità di strumenti internazionali elaborati
dalle NU.
Le Erodiadi continuano con ricchi premi per i deliranti fomentatori d´odio:
espliciti inviti ai cittadini italianissimi alla delazione; proposte orripilanti
di classi a numero chiuso (occorre urgentemente legiferare per stabilire che
fare dei soprannumerari!) e di mezzi pubblici separati; traduzioni forzate all´alba
di bambini rom che in fretta e furia abbandonano tutto, zaini scolastici compresi
lasciati fra il pattume: un orrido segno dei tempi e del totale disinteresse
per il ruolo della vassalla scuola pubblica ed al suo indispensabile e faticoso
compito per un reale processo di inclusione.
E ancora: vietare l´accesso al Piave per alcune categorie di non-persone,
stranieri compresi; organizzazione di farneticanti White Christmas; continui
ossessionanti richiami alla nostra cultura (che più meticcia non può
essere, considerati i nostri pregressi storici!) soprattutto a quella cristiana
da parte di cristianissimi pluri-divorziati, praticanti di pagane cerimonie
celtiche o di altrettanto pagane venerazioni di fiumi. Da quale pulpito!
Ho l´impressione che costoro conoscano e valorizzino le radici cristiane
del nostro Paese tanto quanto la sagra dello gnocco, il gioco delle bocce, la
corsa coi sacchi o qualche ricettario tipico della nonna ritrovato in soffitta;
sempre di cultura italica trattasi!
Sono da poco trascorse le festività natalizie contraddistinte da prodighi
richiami alla difesa delle tradizioni e delle identità cristiane; ma
a nessuno è venuto in mente che il Bambinello è nato in Palestina
e che sicuramente non aveva i tratti nordici dell´iconografia classica?
Forse era leggermente abbronzato pure lui e, stando ai racconti ufficiali, non
è che se la sia passata tanto bene; abbronzatelli erano i sicuramente
pure i 3 Magi, non a caso chiamati i Magi d´Oriente.
I personaggi della Natività sono tutti contraddistinti da caratteristiche
comuni a coloro che oggi non vogliamo per le nostre belle strade; siano essi
adulti esuli, donne incinte o, peggio, bambini. Sono una famigliola rifiutata
e in terra straniera, presto profuga e fuggitiva, poveri pastori e nomadi, sapienti
non omologati col potere provenienti dall´Oriente. Quando si dice che
la Storia si ripete!
La citazione finale che leggerete è d´obbligo.
Questo disegno di legge sulla cittadinanza non può essere condivisibile;
l´Associazionismo ha gia lanciato i suoi strali: è un testo capace
di alimentare pericolosamente i numeri dell´esclusione e di congelare
gli stereotipi che continuano a favorirli.
La Rete G2 ( i ragazzi delle seconde generazioni) ha dichiarato. "Così
ci chiudete le porte"; tra le raffinate preziosità in risposta sul
forum trascrivo, a fatica, la seguente che si commenta da sola - "Anonimo
ha scritto: Padroni a casa vostra, raza di imbecili" - Gli errori ovviamente
non sono miei!
Cosa augurare per il 2010 a questi nostri giovani concittadini, giacché
tali li voglio considerare?
Le loro famiglie hanno scommesso su di noi e sul nostro (ingrato) Paese; a loro
dobbiamo almeno questo: rassicurarli che i loro figli, i nostri nuovi allievi,
saranno uguali ai loro compagni di banco e assolutamente uguali su pagelle scolastiche
e documenti d´identità.
Diremo loro anche che questi figli, sui quali hanno tanto investito, saranno
una speranza ed una salvezza per la Scuola Pubblica condannata a morte.
Una ventata di fresco per questo paese sull´orlo dell´ospizio.
Affermeremo con determinazione che per noi, Operatori della Conoscenza consapevoli
della ricchezza delle differenze, saranno anzitutto SOLO bambini e ragazzi da
stimolare, tutelare e difendere, qui, come altrove.
Come sempre si dice: NON UNO DI MENO!
Felice anno dunque ai bambini e ragazzi dai nomi un po´ strani e buon
anno a tutti quei Lavoratori della Scuola Pubblica, Precari in primis, consci
che proprio dalla Scuola prenderanno corpo le speranze per un mondo diverso
che, in molti, crediamo tuttora possibile.
"Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose
in una mangiatoia, perché non c´era posto per loro nell´albergo"
Luca 2 - 7