Il personale non docente della scuola si mobilita.
Di Giancarlo Benazzi. Aprile 2000.


Insieme con il movimento degli insegnanti che hanno bloccato il concorsone con una formidabile mobilitazione, anche il personale Assistente, Amministrativo e tecnico delle scuole si sta mobilitando per un insieme di motivi. innanzitutto il personale non docente delle scuole ha seguito con interesse ed attenzione la mobilitazione dei docenti. La protesta contro un meccanismo che portava ad una alta differenziazione salariale, è stata subito capita ed interpretata. Il personale non docente era in pratica a sua volta stato messo sotto pressione da un contratto che prevede una differenziazione salariale per una parte del personale definita come "figure aggiuntive".

A questo punto, è subentrato, come personale statale, personale non docente proveniente dagli Enti Locali. Forti gli scontenti provenienti anche da questi lavoratori, alle prese con un trasferimento non previsto e gravido di difficoltà. Il 31 marzo la CUB ha organizzato già uno sciopero nazionale del personale ATA centrato sulla difesa del personale proveniente dagli Enti Locali. Per il 7 aprile hanno raddoppiato i COBAS con uno sciopero nazionale e presidio a Roma sotto il Ministero della Pubblica Istruzione sul Personale proveniente dagli Enti Locali, contro la differenziazione e gerarchizzazione della categoria, contro i tagli agli organici. Già, perchè si stanno inoltre preparando nuovi tagli per il personale non docente delle scuole, nel frattempo alle prese con un aumento costante e considerevole dei carichi di lavoro provenienti dalla "scuola dell'autonomia".

Inoltre anche i sindacati confederali si sono mossi, organizzando per il 2 maggio prossimo uno sciopero nazionale del personale ATA, contro i tagli agli organici. Insieme a tale data sono state preparate assemblee del personale non docente di preparazione a tale sciopero. A queste assemblee dovremo partecipare numerosi per arricchire di contenuti la data del 2 maggio che ci sembra la più "corposa", e per organizzare, perlomeno a Milano, in contemporanea a tale scadenza, un presidio sotto il Provveditorato o sotto la Sovrintendenza Regionale.

Questi i contenuti emersi da un'assemblea di alcune scuole di Milano il 3 marzo scorso e che vorremmo portare a sindacati e ministero:

Primo punto

Le funzioni aggiuntive previste dall'art. 50 del CCNL e dal D.M. 223/99 non stanno portando ad una concreta valorizzazione del personale ATA ma ad una divisione della categoria che si è vista costretta ad una valutazione attraverso parametri che ben poco hanno a che fare con il provato impegno con cui il personale affronta la realtà quotidiana delle scuole.
Un chiaro segno può essere il numero delle funzioni aggiuntive attivate al 3 marzo, inferiore a quelle previste per il fatto che in diverse scuole il personale non ha neppure presentato le domande.
Pertanto si richiede l'abrogazione delle funzioni aggiuntive con la forte richiesta di una revisione del contratto che veda un reale riconoscimento del personale ATA

Secondo punto

Il DM 200/99 ha previsto la riduzione dell'organico del personale del 3% del totale nel 1999 ed un'ulteriore riduzione dell'1% nel 2000. Inoltre con la "scuola dell'Autonomia e con i previsti accorpamenti altre riduzioni potranno avvenire con il solo scopo di ridurre i finanziamenti alle scuole pubbliche mentre si vogliono finanziare le scuole private, che comprendono esclusivamente il 5% delle scuole in Italia. Contemporaneamente i soldi destinati alle scuole pubbliche vengono in parte sperperati con aumenti eccessivi previsti per figure dirigenti vecchie e nuove.
Noi non crediamo che le riduzioni del personale vadano verso quella scuola di qualità tanto auspicata e ci opponiamo decisamente a qualsiasi ipotesi di riduzione.
L'organico del personale ATA deve aumentare in proporzione all'aumento dei carichi di lavoro al quale deve far fronte.

Terzo punto

Il contratto prevede la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore settimanali per il personale ATA delle scuole con un orario settimanale delle scuole superiore alle 10 ore per almeno 3 giorni alla settimana.
Chiediamo l'applicazione di tale norma ancora disattesa a partire dall'entrata in vigore del contratto e l'allargamento della riduzione dell'orario di lavoro per tutto il personale ATA alle 35 ore settimanali.

Quarto punto

Con il contratto viene prevista l'elezione delle RSU in tutte le scuole. Tali organismi devono essere rappresentanze unitarie di tutti i lavoratori iscritti o non iscritti al sindacato ed inoltre
Chiediamo che ci sia una quota assicurata per il personale ATA nelle RSU. Il personale potrebbe altrimenti in molte scuole non avere un delegato sindacale proprio.

Quinto punto

Il passaggio del personale AAT degli EE.LL. allo Stato non deve costituire per questi lavoratori una penalizzazione.
Pertanto deve essere riconosciuto il servizio prestato negli EE.LL. a tutti gli effetti al personale ATA da lì proveniente.