Il personale ATA della scuola: una realtà separata?
REDS.
Giugno 2002.
Nella
scuola italiana si è sviluppato un settore importante per il sistema educativo
che non è impegnato però direttamente in classe nell'insegnamento
e nella valutazione riservate ai docenti. Stiamo parlando del personale ATA, il
personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola. Sotto la sigla ATA
si distinguono tre categorie di lavoratori, diverse tra loro ma unite nel loro
lavoro nella scuola che comprende del personale non inquadrato come docente. Quali
sono queste categorie?
Cominciamo dal personale amministrativo: è quello che lavora nelle segreterie
e che svolge i compiti tipici che vengono svolti negli uffici. Esiste anche una
persona tra questi lavoratori che svolge la funzion di "capo ufficio".
È il DSGA, il Direttore o la Direttrice dei Servizi Generali ed Amministrativi,
da poco inquadrato come dirigente all'interno della pubblica amministrazione.
Di fatto il personale di segreteria ha vissuto con sofferenza la formazione di
questo capufficio, che inizialmente era un lavoratore (o una lavoratrice) come
gli altri, assunto allo stesso modo degli altri, con lo stesso titolo degli altri,
e che improvvisamente si è ritrovato ad essere loro superiore. In ogni
caso sembra che questo meccanismo il personale ATA lo debba subire un'altra volta.
Da ambienti governativi e da alcuni ambienti sindacali è infatti caldeggiata
la formazione di una nuova area di coordinatori, chiamata area C, che avrà
uno stipendio maggiorato ed incarichi dirigenziali, che si porranno a un livello
di inquadramento intermedio tra l'attuale DSGA ed il resto degli amministrativi.
Con questo sistema si intende far fronte alla necessità di aumentare il
personale nelle segreterie, che si trova oggi a sostenere in più molto
del lavoro che tempo fa veniva svolto dai provveditorati. Inoltre, l'introduzione
dell'area C va a scapito degli stipendi del resto del personale, destinato, a
quanto sembra, a rimanere tragicamente uguale nel corso dei prossimi anni.
Il personale tecnico della scuola, anch'esso inquadrato all'interno del personale
ATA, condivide con gli altri i problemi della scuola dell'autonomia. Esso è
adibito alla cura, alla gestione e alla manutenzione di laboratori sempre più
ambìti dai docenti per lo svolgimento dei propri programmi: laboratori
linguistici, scientifici, informatici, grafici, ecc. Spesso gli studenti vedono
nel tecnico una buona opportunità per imparare cose, benché in questo
caso l'insegnante... non sia un insegnante! Anche numerose strutture private sono
sempre più desiderose di entrare in un discreto business: i laboratori,
le aule, e gli stessi lavoratori ATA vengono infatti sempre più spesso
affittati a basso costo a privati, senza troppi scrupoli da parte di nessuno.
Questo personale tecnico è anch'esso fermo a un livello stipendiale molto
basso, lo stesso degli amministrativi, e minacciato dalla possibilità di
veder crescere al proprio interno un nuovo capetto, con l'estensione della famigerata
area C.
Vi è infine, ma in realtà costituisce la quota più consistente
all'interno del personale ATA, la categoria dei collaboratori scolastici, in pratica
quella dei bidelli: è il settore di lavoratori più bistrattato.
Il loro stipendio è il più basso di tutti all'interno della scuola.
Senza di loro però la scuola non potrebbe neppure essere immaginata. Importantissimo
è il rapporto continuo e positivo che hanno con i ragazzi di tutte le età
che si trovano a transitare per le scuole. Anche per loro si fa avanti lo spettro
di un capobidello, realtà in uso fino agli anni '50 e naturalmente fortemente
avversata dal resto del personale, consapevole delle gravide minacce che incombono
sulla scuola pubblica, in fatto di tagli e
Dobbiamo ricordare infine che la proposta del centrodestra di riforma degli organi
collegiali ha ipotizzato che i prossimi "Consigli di Scuola" (quelli
che oggi sono i Consigli d'Istituto) non avranno più al proprio interno
una rappresentanza del personale ATA. Inoltre le RSU elette da poco all'interno
della scuola non contemplano una quota garantita per questo personale: costituendo
un minoranza all'interno della scuola, gli ATA hanno visto spesso eleggere delle
RSU senza propri rappresentanti nella loro composizione, cosa che ha notevolmente
diminuito la capacità contrattuale di questo personale nella definizione
dei contratti che si sono firmati nelle scuole. Ma non è tutto. La finanziaria
del 2002 prevede di sostituire gran parte del personale ATA mediante la esternalizzazione
dei servizi (cessione in appalto a società private di alcuni servizi espletati
dal personale ATA, come quello ad esempio delle pulizie). Nell'ottica di un discutibile
contenimento della spesa si taglia del personale senza considerare affatto l'indispensabile
sostegno non solo ai servizi ma anche e soprattutto alla didattica che esso fornisce,
colpendo così la qualità complessiva della scuola. In questo modo
tra l'altro diminuiranno certamente le garanzie dei lavoratori, ed i vantaggi
andranno tutti alle imprese e alle scuole private.
Per tutti questi motivi il personale ATA della scuola è impegnato insieme
con gli insegnanti in una difficile battaglia contro la riforma Moratti della
scuola pubblica, contro i tagli agli organici, per il rinnovo contrattuale, contro
l'esternalizzazione dei sevizi (che un giorno potrebbe riguardare anche i docenti),
contro la possibilità di un contratto separato di questo personale da quello
degli inseganti, che porterebbe solamente ad uno sconquasso ulteriore della scuola
e ad un peggioramento delle condizioni contrattuali per tutti.
Dobbiamo aggiungere inoltre che tra gli obiettivi che il personale ATA della scuola
si sta dando in occasione del prossimo rinnovo contrattuale, c'è quello
dell'orario di lavoro a 35 ore, che in alcune scuole è già diventato
una realtà, e che i lavoratori ATA vorrebbero esteso a tutti ed in tutte
le scuole.