Alla fine qualcuno ha risposto ai monsignori.
Anche in Uruguay i vescovi all'attacco della scuola pubblica. Di Andrés Capelan. Da ALAI Agencia Latinoamericana de Informaciòn. Ottobre 1999.


Dopo mesi di silenzio e di risposte evasive, è stato il Presidente del consiglio Direttivo Centrale (CODI-CEN) dell'educazione pubblica uruguayana, German Rama, a rispondere alle critiche contro la laicità espresse dalla gerarchia ecclesiastica. (vedi ALAI n° 299 del 15.09.1999). In una intervista concessa al giornalista Neber Araujo per il giornale "Setiembre FM", ha detto chiaramente che "Sì, alcuni vorrebbero cambiare questo sistema, ma dovrebbero cambiare la Costituzione. Io non faccio altro che rispettare la Costituzione".

Da circa un anno sia l'arcivescovo di Montevideo, l'italiano Nicola Cotugno, sia altre autorità della Chiesa uruguayana, stanno insistendo sul fatto che è necessario eliminare la laicità dal sistema educativo uruguayano perchè, secondo loro, non insegnare religione nelle scuole è "antidemocratico".

Dato il peso importante che la chiesa uruguayana ha come corporazione, e prossimi alla tornata elettorale del 31 ottobre, il governo, l'opposizione, i sindacati, i giornali, hanno preferito ignorare critiche ed accuse. Nessuno ha osato contraddire i Monsignori. Questo solitamente si chiama "opportunismo".

German Rama, che più di una volta ha dimostrato di non avere peli sulla lingua, è stato il primo a decidersi a mettere "i puntini sulle i." Egli ha dichiarato che l'offensiva della Chiesa uruguayana risponde ad una tendenza ecclesiastica mondiale che vuole finanziamenti statali alla scuola privata. "Questa richiesta puntuale della Chiesa va verso un modello che non è uruguayano e che non è di mia responsabilità. Senza dubbio se ci sarà uno scontro io starò dalla parte di coloro che difenderanno la scuola pubblica" ha affermato.

Egli ha spiegato che i monsignori vorrebbero che sparisse la scuola pubblica e che si diano assegni alle famiglie perché possano "comperarsi" l'educazione dove vogliano. Per ciò che riguarda la critica concreta emersa da quegli ambienti, quella che dice che "il sistema educativo uruguayano non serve a null'altro che a far inserire gli studenti nel mercato del lavoro", Rama ha risposto che "il peggio che può capitare ad una società è di non avere lavoro, dunque mi sembra perlomeno un po' aristocratico affermare che è negativo formare la gente affinchè questa possa poi lavorare."

Il professor Rama è una persona molto polemica, il quale più di una volta si è scontrato con i lavoratori della scuola che lo accusano di appoggiare un sistema educativo non al passo con le reali necessità del Paese. Gli imprenditori agricoli sono stati sul punto di tentare un colpo di mano quando il presidente del CODI-CEN li ha ripresi per la loro contrarietà a pagare una tassa destinata al finanziamento della scuola pubblica, affermando: "Se costoro fossero stati sul Titanic sarebbero stati i primi a fuggire con le scialuppe".

Dunque, al di là di altre polemiche, Rama è stato l'unico che ha difeso pubblicamente la scuola pubblica laica. Il suo valore risalta ancora di più se teniamo in conto il silenzio (ossequioso, codardo ed opportunista) degli altri attori sociali verso l'offensiva di stampo medievale delle autorità ecclesiastiche uruguayane.