Gard e Hérault: punte nella lotta per una scuola di qualità.
Intervista ad uno degli attivisti della scuola francese. Da Democratie & Socialisme, mensile della Gauche Socialiste, n. 73. Marzo 2000.


Chiediamo al nostro compagno Joël Vezinhet, membro del Comitato Dipartimentale di Sciopero di Hérault la sua opinione sul movimento sociale.
5 marzo 2000.

Come ti spieghi la mobilitazione eccezionale dei maestri del dipartimento?

Si deve innanzitutto sottolineare il suo carattere unitario. L'intersindacale (SNUIPP, SEFEN, SNUDIFO, SGEN, SUD) s'è impegnato totalmente nel movimento sulla piattaforma rivendicativa comune. L'organizzazione del movimento è stata allo stesso modo esemplare: assemblee generali del settore che elaborano le rivendicazioni ed eleggono dei delegati che si riuniscono con l'intersindacale assicurando la direzione collettiva dello sciopero.

Le vostre rivendicazioni sono state considerate irrealistiche. Cosa ne pensate?

Il Gard chiede 500 posti, l'Hérault 630. Queste cifre non sono uscite dalle speculazioni di quadri sindacali, ma sono l'espressione profonda dei bisogni verificati scuola per scuola, settore per settore, dallo stesso personale. Si deve sapere che scuola vogliamo per i nostri studenti. Se si tratta di dare a tutti i mezzi per andare a scuola con successo, come non smette di ricordare il discorso ministeriale, allora quelle cifre sono in linea con l'ambizione affidata alla scuola: irrealisti 25 allievi per classe, irrealisti 20 negli ZEN? Irrealista la scolarizzazione a 2 anni? Irrealista l'individuazione precoce degli handicap con insegnanti specialisti in numero sufficiente? Irrealista il reclutamento di insegnanti per assicurare le supplenze?

È vero che i due dipartimenti hanno un numero di cattedre inferiore agli altri?

È così, ma non vogliamo però togliere risorse ad altri. Rifiutiamo qualsiasi politica di ridislocazione di risorse. L'attuale tensione riguardo alle risorse è provocata da una politica di bilancio costantemente mirata a impedire con tutti i mezzi le creazione di posti di ruolo. Non si uscirà più da questa crisi espropriando alcuni per coprire altri o ricorrendo al reclutamento di personale precario.

La partecipazione dei genitori ha sorpreso più d'un osservatore. Come spiegarlo?

Quelli che sono rimasti sorpresi ignorano ciò che accade nel Paese profondo. Abbiamo assistito ad una vera mobilitazione della cittadinanza intorno alla scuola. Tra i genitori che occupano le scuole, tra i 500 che manifestano nel proprio quartiere di La Paillade, fatto unico nella storia del quartiere, numerosi sono quelli che come disoccupati, some salariati, si trovano ad affrontare le stesse logiche liberali centrate sul profitto in detrimento dei bisogni sociali. Si parla di crescita economica ma non di servizi pubblici. Questo sentimento è molto forte tra la gente che si mobilita con noi. Vediamo la continuità di ciò che si è espresso nel dicembre 1995 nella difesa della Previdenza.

Non è dunque un movimento corporativo?

Al contrario. Non dimentichiamo mai ciò che rappresenta la scuola pubblica laica nella nostra società: un bene comune spesso vissuto come l'ultimo servizio pubblico, un bene particolarmente prezioso per la popolazione. È molto significativo aver visto delle madri di allievi magrebini firmare le petizioni, confezionare degli striscioni in francese e arabo, partecipare alle manifestazioni per difendere la scuola della repubblica.

Che prospettive ci sono per questo movimento sociale?

Abbiamo ottenuto 110 posti nell'Hérault e 80 nel Gard senza ridislocazione di risorse, è un primo successo ma andiamo avanti. Abbiamo coscienza che il nostro movimento si iscrive in un movimento più vasto. La questione in tutti i luoghi è sempre quella: a quando la fine del blocco delle assunzioni nel Pubblico Impiego? Sentiamo tra la gente nelle mobilitazioni e nella popolazione che ci sostiene massicciamente la volontà di vedere finalmente messa in opera una politica di difesa e di promozione dei servizi pubblici, uno dei mezzi essenziali contro le ineguaglianze sociali. Il governo saprà comprendere questa richiesta popolare?