Svizzera: voto storico del Canton Ticino contro il buono scuola.
Rassegna stampa internazionale, febbraio 2001.


Domenica 18 febbraio i cittadini del Canton Ticino hanno respinto le due proposte di buono scuola, quella del fronte cattolico e la cosiddetta controproposta (in realtà una proposta più mediata) della coalizione governativa col 74% e il 72%. La prima proposta prevedeva per le famiglie i cui figli frequentano le scuole private di ogni ordine e grado un buono scuola in grado di coprire dal 50% al 20% del costo medio per allievo della scuola pubblica di pari grado. La seconda prevedeva per le famiglie di alunni frequentanti elementari e medie private un contributo oscillante in lire italiane tra 1.800.000 e 3.000.000 per le elementari e tra 3.000.000 e 6.000.000 per le medie. A favore del buono erano schierati il Partito popolare democratico, la Lega ticinese (versione svizzera della Lega Nord), Comunione e Liberazione e una parte dei liberali. Contro erano schierati i socialisti e la maggioranza del Partito liberale radicale. La battaglia era difficile: la coalizione per il si contava sull'appoggio di due dei tre quotidiani ticinesi, dell'appoggio appena mascherato della televisione pubblica e privata, l'intervento finanziario copioso, le molte manovre per influire sul voto. Malgrado ciò lo schieramento del no ha vinto. L'Associazione per la scuola pubblica del Cantone e dei Comuni in Ticino, che ha condotto la battaglia per il no sottolinea:
"L'attaccamento dimostrato dal popolo ticinese alla scuola pubblica di derivazione fransciniana e ai valori di competenza scientifica e didattica, pluralismo, libertà e democrazia sui quali è fondata. Il rinnovo della fiducia nel corpo insegnante cantonale e comunale che vi troverà motivo per rinsaldare la propria dedizione al servizio della gioventù. La volontà che la politica scolastica del Cantone e dei Comuni prosegua su una linea di continuità dinamica per mantenere efficiente e aggiornata la scuola pubblica, senza cedere ad avventure improvvisate. La conferma di voler vivere in una società coesa e solidale, dove la pluralità delle componenti trovi dentro e intorno alla scuola pubblica dei punti di incontro, di conoscenza reciproca e di integrazione, nel rispetto di tutti".
Il giornale La Ragione di lunedì 19 febbraio commenta: "Una clamorosa battuta d'arresto per una maggioranza che da diversi anni ormai tiene le redini del cantone autodefinendosi portatrice del 'nuovo che avanza' (o che avanzava) e che invece non di rado si è fatta e continua a farsi gli 'affari' suoi".
E in una manifestazione a Faido sotto il monumento di Stefano Franscini, ispiratore del sistema scolastico pubblico ticinese, il cui pensiero i fautori del buono scuola avevano cercato di strumentalizzare e stravolgere, Argante Righetti ha detto: "Non c'è dubbio: questo voto discende dalla storia. Una storia che il resto della Svizzera guarda e ci invidia."
Non solo il resto della Svizzera, ma sicuramente anche una parte dell'Italia, soprattutto in qualche regione non distante dal Ticino.