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i fronti di lotta del telefono viola
(Nota: questo testo è stato redatto nell' aprile del 1995)
INTRODUZIONE
ELETTROSHOCK
RESIDUI MANICOMIALI
TRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI
PSICOFARMACI
ETICHETTE PSICHIATRICHE
LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL TELEFONO VIOLA
Il Telefono Viola, contro gli abusi e le violenze psichiatriche, è stato fondato a Roma nell'ottobre del l99l, da Alessio Coppola, presidente del CEU, Centro di Ecologia Umana, associato alla Legambiente.
L'idea di una linea telefonica contro gli abusi della psichiatria venne da una vicenda di cui si occupò anche qualche programma televisivo nazionale (esempio Uno mattina", Caffè italiano", "Coraggio di vivere ecc.) e che si concluse con l'amputazione della gamba di un giovane romano Davide C., vittima di un incendio mentre era legato a causa di un ricovero coatto presso l'ospedale Forlanini di Roma. Quest'episodio e il riaffermarsi nelle cliniche private e in alcuni ospedali pubblici dell' elettroshock fece nascere il bisogno di una sorveglianza più costante e diretta dei diritti dei pazienti psichiatrici e di ogni persona che viene a contatto con la psichiatria.)
L'esperienza a cui si ispira il Telefono Viola è quella più
che ventennale del Dott. Giorgio Antonucci,
medico di Firenze, una vita contro i trattamenti sanitari psichiatrici
obbligatori (T.S.O), protagonista della chiusura di reparti manicomiali
per donne "agitate e pericolose", veri e propri lager.
Alessio Coppola, amico di Giorgio dall'85 e suo primo editore, conferma
attraverso l'attività del Telefono Viola l'esistenza di una questione
psichiatrica, legata non solo ai cosiddetti residui manicomiali, ma soprattutto
a una privazione frequente della libertà personale di migliaia di
cittadini sottoposti a diagnosi di malattia mentale.
Nonostante si tratti di persone spesso prive della libertà di telefonare, senza moneta, e spesso intimidite dagli stessi psichiatri e infermieri, le chiamate si fanno sempre più frequenti. C'è sempre meno paura di telefonare e di raccontare grandi e piccole angherie cui si è sottoposti nei reparti psichiatrici. Cosi pure registriamo spesso un miglioramento nei rapporti con il paziente quando il Telefono Viola interviene presso i reparti con visite ispettive (o visite di amicizia all'utente, quando ci è possibile).
La media generale delle telefonate in tutta Italia che denunciano abusi psichiatrici ai sei centralini "Viola", depurate delle centinaia che dichiarano situazioni di conflitto in famiglia a causa di figli o genitori "impossibili" è di una cinquantina al giorno.
Attualmente il Telefono Viola è impegnato su cinque diversi fronti: l'elettroshock, i trattamenti sanitari obbligatori illegittimi (TSO), il superamento definitivo dei manicomi, l'imposizione e l'abuso di psicofarmaci, le diagnosi arbitrarie di malattia mentale. Si tratta di cinque settori da cui nascono il maggior numero delle denunce di abusi e violenze.
in altoELETTROSHOCK
La campagna contro l'uso dell'elettroshock a Roma dal CEU Ceu '90, vede ora ora Telefono Viola Insieme con altre associazioni e Psichiatria Democratica in un comitato nazionale contro l'uso dell' elettroshock. Il comitato, coordinato tal consigliere comunale De Luca, ha promosso un'indagine, prima regionale e poi nazionale tramite il Ministero della Sanità (on. Costa), conclusasi per ora con l'obbligo di usare procedure per la trasmissione dei dati sui trattamenti elettroconvulsivanti e sull'uso del consenso informato.
Obblighi che ci risultano ampiamente disattesi su tutto il territorio nazionale. In un recente convegno nazionale a Roma, detto Comitato, su proposta del Telefono Viola, ha chiesto la sospensione dell'elettroshock su tutto il territorio nazionale fino a un pronunciamento della Commissione Nazionale di Bioetica (Presidente Prof. D'Agostino). Le convulsioni indotte elettricamente sono un trattamento mutuato da una concezione violenta della psichiatria e senza alcuna riprova scientifica, nonostante siano passati più di cinquant'anni dalla sue prime applicazioni (dal tramortimento dei maiali del mattatoio di Roma all'aggressione ai circuiti neuronali e mnestici del cervello umano nelle più asettiche cliniche private, che godono di sovvenzioni pubbliche e promettono una mitica "guarigione" a colpi di scosse elettriche).
Intanto il direttore sanitario e l'anestesista della clinica Samadi di Roma sono stati condannati in primo grado per il decesso del giovane ventenne Carlo Rellini, avvenuto il 27 gennaio 1989 in seguito a elettroshock.
Altri decessi sono stati denunciati al Telefono Viola, ma sempre in modo anonimo e incompleto in quanto i denuncianti, genitori o coniugi, si ritengono spesso corresponsabili perchè‚ hanno dato il consenso agli psichiatri in base a generiche assicurazioni sulla mancanza di controindicazioni. Pa queste ragioni è importante che in attesa di una legge per l'abolizione, si impongano le procedure vincolanti previste dalle circolari ministeriali per l'acquisizione del consenso informato del paziente. Questi e i suoi familiari dovrebbero poter accedere anche a informazioni delle associazioni di volontariato che lavorano nel settore.
in altoRESIDUI MANICOMIALI
Per il superamento definitivo dei manicomi il Telefono Viola, in particolare attraverso la sede di Napoli, sostiene e pubblicizza i blitz avviati da due anni a questa parte dal CCDU (Dr.Cestari) insieme con il senatore Edo Ronchi (e da ultimo con l'on. Lorenzo Diana per il manicomio di Aversa).
I blitz hanno scoperchiato la schifosa pentola dove ancora vengono conculcati i diritti umani e civili di più di 23.000 internati. Solo dopo che l'opinione pubblica e stata scossa dalle agghiaccianti denunce televisive dei suddetti blitz, Camera e Senato hanno approvato con l'ultima finanziaria la definitiva chiusura dei manicomi entro la fine del '96.
Dai blitz è nata anche una rinnovata coscienza da parte di molte associazioni a vigilare in moto che la chiusura obbligatoria si accompagni a soluzioni abitative e convivenziali che rispettino le relazioni, a volte cinquantenarie, dei lungodegenti, e non li obblighi a nuove deportazioni.
in altoTRATTAMENTI SANITARI OBBLIGATORI |
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Di fatto, da alcuni anni in qua, i trattamenti psichiatrici sono quasi sempre obbligatori, corrispondenti cioè a ricoveri che avvengono coattivamente, con la forza pubblica, approvati, prima o poi, dai due medici psichiatri previsti dalla Legge.
I dati in nostro possesso, confrontati con quelli degli uffici dei giudici tutelari delle grandi città, dove è presente il Telefono Viola , fanno rilevare un aumento sensibile dei TSO negli ultimi anni. A Roma nel '94 ci sono stati più di mille TSO. Genova supera quota settecento, più che a Roma in proporzione alla popolazione. Milano, Bologna e Catania, presentano dati proporzionalmente simili a quelli di Roma .
Questo significa che le strutture sanitarie dei Servizi di Igiene mentale delle USL e dei reparti psichiatrici ospedalieri "risolvono" la delicata materia dei conflitti psicologici sempre più in termini di repressione violante e di sospensione della libertà personale, contraria, ricordiamo, ai dettami costituzionali.
Inoltre più del 50% dei TSO entra in un ciclo ripetitivo a breve o media scadenza, per cui più della metà diventano pazienti a vita della psichiatria coattiva. Il TSO è la forma e la sostanza, rimaste inalterate, dell'internamento manicomiale. I giudici tutelari vigilano pochissimo o nulla sull'opportunità dei provvedimenti, che gli psichiatri sottopongono alla loro approvazione. Alcune preture da noi direttamente interpellate dicono: ma c'è l'autorità dei medici, cosa possiamo obiettare noi! questo è l'approccio di molti giudici, per cui migliaia di persone sono sottoposte all'unico giudizio di un medico prima e di un altro suo collega dopo, senza che possa intervenire alcuna differente tutela.
Se uno psichiatria è convinto o afferma che tizio è malato di mente e che va ricoverato anche contro la sua volontà (il diniego di un pazzo infatti non conta, anzi il segno della sua malattia mentale è proprio la "non coscienza della sua malattia" come ci diceva ieri uno psichiatra di Monterotondo contro un nostro utente!), non troverà nessuna reale barriera nè nel giudice, nè nel sindaco che emetterà l'ordinanza. Sono rari i casi in cui l'intervento del Telefono Viola non genera gravi contrasti con la psichiatria, a causa di questa posizione di arbitrio e di privilegio dello psichiatra della USL o del reparto ospedaliero che commina il ricovero coatto.
Attualmente il Telefono Viola fornisce a chi si sente a rischio una procura legale molto utile, che anticipa l'opposizione al TSO da parte del soggetto dell'Associazione, o del suo avvocato laddove vi fosse.
Tutte le associazioni del Telefono Viola e collegate, sono a favore dell'abolizione del T.S.O. in psichiatria. L'attuale regolamentazione non ammette possibilità d'errore da medico, e favorisce arbitrii e abusi sulla materia costituzionale più delicata, che è libertà personale.
Quando, raramente, siamo arrivati in tempo presso un giudice tutelare cioè prima della convalida di un TSO, ci sono state buone probabilità di rifiuto o sospensione del provvedirnento.
L'assurdo oggi è che mentre un qualsiasi imputato di atti criminali ha immediatamente diritto ad avere un avvocato prima della conferma degli arresti l'imputato di "pazzia" da un solo medico, può essere arrestato in reparto psichiatrico, e trattato da essere inferiore per settimane, prima che si possa ascoltare un avvocato Questi poi avrà bisogno della perizia di un altro psichiatra, non sempre facile e disponibile. Si tratta di vere e proprie catture senza avvocati e senza processi.
Si aggiunga a queste limitazioni di legge il fatto che per l' 80% dei ricoveri ci troviamo di fronte a persone emarginate dalle famiglie o dalla società, disoccupati senza prestigio e potere economico. Tra due soggetti che si danno del pazzo l'un l'altro, stiamo pur sicuri che se qualcuno sarà ricoverato sarà quello con meno soldi e potere. Chi ha più soldi e potere lo vorrà ci ricoverare e quindi sarà contro il Telefono Viola.
Il TSO è il motivo per cui il Telefono Viola colleziona contrasti
e antipatie mentre telefoni "a colori" hanno alleanze più
favorevoli e muovono sentimenti più solidali. Le vittime di
internamento sulla base di pretesti psichetrici sono un mondo da lasciare
agli psichiatri ...
Ma qualcosa comincia a cambiare... Sono diversi oggi i familiari e i candidati
a "pazienti psichiatrici" che chiedono informazioni e apprezzano
i consigli delle nostre associazioni per evitare possibile il più
possibile il TSO prima che ci si avventuri in un percorso di psichiatizzazione,
irreversibile.
PSICOFARMACI
Il problema degli psicofarmaci è forse il più noto anche perchè ormai si sa che il Tavor è il farmaco più comprato dagli italiani ! Quello che si sa di meno è che i neurolettici hanno soltanto funzione di inibizione nervosa e muscolare attraverso una interferenza sui neurotrasmettitori delle sinapsi cerebrali. Non curano nulla, ma inibiscono o esaltano comportamenti linguistici muscolari e funzioni cerebrali come il sogno l'immaginazione e la memoria.
Kokoupulos, psichiatra romano, fautore dell'elettroshock anche per le
donne incinta, per difendere la sua "elettromania" accusa gli
altri psichiatri di fabbricare attraver psicofarmaci "una montagna
di deficienti". Lo stesso discorso viene fatto da Cassano a Pisa.
Il risultato è che tra i deficienti a causa degli psicofarmaci e
gli zombi a causa degli elettroshock c'è poco da stare allegri e
fiduciosi.
Due telefonate su dieci sono di persone che sono in cura obbligatoria presso i Centri di Igiene Mentale delle USL, dove, senza passare attraverso le procedure di legge del TSO, comunque aggirate o vanificate dall'arbitrio medico, vengono obbligate a dosi massicce di Serenase e di iniezioni periodiche di Haldol o di Moditen, praticamente a vita, pena la minaccia del ricovero coatto.
Molti centri di igiene mentale delle USL stanno rinunciando a fare psicologia a favore della più sbrigativa psichiatria coattiva extraospedaliera. Pochi pazienti vengono realmente informati delle controindicazioni degli psicofarmaci, perchè‚ di fatto a loro non si lascia alcuna libertà di decidere in merito.
Molti denunciano il fatto che non gli si faccia leggere neppure i foglietti delle controindicazioni. Altri protestano perchè‚ a minestre e bevande vengono mischiate dosi di psicofarmaci, che non conoscono nè in quantità nè in qualità. La mamma imparerà dallo psicologo o dallo psichiatra a mettere di nascosto una trentina di gocce nell'aranciata per far star buono il suo caro figliolo...
Succede poi che molti psicofarmaci, oltre che neurointossicazione, creano assuefazione, nè più nè meno come l'eroina, e quindi inducono man mano una debilitazione costante dei grandi organi e dell'intero organismo.
A questo punto la persona è psichiatrizzata e quando chiama il Telefono Viola non si sa bene se è per liberarsi seriamente dalla dipendenza degli psicofarmaci o per denunciare passati soprusi psichiatrici di cui c'è poca traccia anche nella sua memoria. Spesso si tratta di persone, già danneggiate dai TSO e dagli psicofarmaci, nelle loro capacità espressive, connettive e relazionali per cui gli stessi avvocati gli danno del pazzo da curare...
Ecco perchè‚ il problema della denuncia dell'abuso psichiatrico è spesso compromesso dallo stesso tipo di abuso subito. Questo costituisce lo specifico della questione psichiatrica.
Cosi l'umiliazione sociale e le angherie subite durante un ciclo di TSO rendono la persona tanto cupa e terrorizzata di dentro, che essa avrà più voglia di dimenticare che di denunciare.
Sono queste le ragioni per cui il Telefono Viola alla vigilanza sui diritti dei pazienti, anche se già psichiatrizzati, aggiunge quella sui diritti dei cittadini a non diventare pazienti psichiatrici (a vita) per l'arbitrio di familiari, datori di lavoro e medici autoritari.
in altoETICHETTE PSICHIATRICHE
L'ultimo problema che crea molti abusi ed è causa di successive violenze è quello dello "spaccio" di diagnosi psichiatriche. La facilità e la leggerezza con cui si tacciano di schizofrenico e di deliranti, forme del tutto naturali di comportamento umano, o funzioni proprie del neoencefalo umano, come l'immaginazione, il sogno, l'inventiva, lo sdoppiamento ed ruoli ecc. è a dir poco sbalorditiva.
Il giudizio psichiatrico si contrassegna con particolare ottusità e ridicolaggine rispetto a giudizi di altro tipo: antropologico, filosofico, religioso, poetico, culturale, sociologico, psicologico, letterario ecc. (V. Giorgio Antonucci, Critica del giudizio psichiatrico, Ed. Sensibili alle foglie, Roma 93; G. Antonucci /A. Coppola, I pregiudizi e la conoscenza, critica alla psichiatria, ed. Apache, Roma '85).
Mentre il nostro Davide C. nel giugno del '91 era condannato all'amputazione della gamba in seguito a un incendio avvenuto mentre era legato in TSO al Forlanini di Roma (processo in via di istruzione), qualche psichiatra del S. Eugenio continuava a diagnosticare che Davide era malato di mente perchè "delirava" e inveiva come un diavolo contro di loro.
Nessuno di loro aveva mai letto (o provato) come sia naturale delirare in mezzo al fuoco o a causa del bloccaggio della libertà fisica che ancora si perpetrava. Le scelte, obbligate o libere dell'immaginazione umana, vengono bollate come forme di delirio e di schizofrenia, senza che si dica esattamente cosa siano queste (V. Roberto Cestari, L'inganno psichiatrico, idem 95)
Le diagnosi psichiatriche, soprattutto quelle che legittimano ricoveri coatti e cure obbligatorie sono spesso, già al momento della loro attribuzione, abusi di carattere gnoseologico, che attaccano l'immagine sociale dell'individuo, il suo diritto alla buona fama negli ambienti di vita e di lavoro.
Diverse persone ci hanno denunciato il fatto che non trovano più lavoro all'uscita dai reparti psichiatrici, nonostante comprovino la loro idoneità con perizie psichiatriche favorevoli.
Attraverso gli incontri settimanali di ecologia umana, o di critica alla psichiatria coattiva, le associazioni del Telefono Viola, pur nella condanna più chiara della violenza e della illegalità, aiutano tutti a interpretare i comportamenti umani, anche quelli più conflittuali e oscuri, in modo naturale, senza la categorizzazione psichiatrica, che procede invece per distinzioni ingenue e pericolose tra comportamenti normali e anormali.
L'intervento quindi è di carattere legale e socioculturale. Il Telefono Viola, pur avendo qualche medico ed alcuni psicologi tra i suoi consulenti "non-psichiatrici" (Antonucci, Cestari), si caratterizza per una scelta propriamente non terapeutica, in quanto ritiene e dimostra che il problema psichiatrico è essenzialmente un problema di interpretazione culturale.
in altoLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL TELEFONO VIOLA
La situazione economica del telefono viola è senz'altro la peggiore rispetto a quella, già grave, della telefonia sociale in genere. Tranne qualche sottoscrizione di pochi utenti, non sono mai stati ricevuti fondi pubblici (salvo una piccola eccezione ad opera del comune di Bologna). Praticamente nessun Telefono Viola ha una sede autonoma e stabile e le bollette telefoniche sono a carico degli stessi volontari, che pagano con salate collette anche gli affitti. Quello di Roma, il primo, sta in questi giorni per chiudere la sede in attesa di una ospitalità meno costosa. (Il c.c.p. del Telefono Viola di Roma è 67172007, intestato a Associazione Telefono Viola, Via dei Latini 30, 00144 Roma. Per contributi agli altri Telefoni Viola, contattarli tramite le segreterie telefoniche). Eppure, si potrebbe fare un conto approssimativo, riferito almeno a un minimo di duecento persone in quattro anni, a cui l'intervento preventivo del Telefono Viola, ha evitato una vita di segregazione psichiatrica. Il costo degli internamenti per le famiglie e per lo stato è molto alto (una media di trenta giornate di ricovero a 500 mila lire al giorno, con una cadenza almeno biennale per il 50% dei ricoverati, secondo alcune statistiche). Averlo evitato è un segno molto tangibile dell'attività del Telefono Viola, capace di generare forti economie oltre che una maggiore tutela dei diritti del cittadino contro una psichiatria troppo spesso disumanizzante. Vorremmo soltanto essere più aiutati e sostenuti dalle Amministrazioni e dalla pubblica.
Roma, aprile 1995.
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