DIREZIONE NAZIONALE DEL 10 MARZO 2001
LA CRONACA DI LIBERAZIONE


marzo 2001, di Rina Gagliardi, tratto dall'edizione cartacea di Liberazione dell'11 marzo 2001

 

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Quasi varate le liste dei candidati di Rifondazione comunista alle prossime elezioni politiche. La direzione nazionale, in una riunione che l'appuntamento del sit-in di piazza Colonna ha costretto a tempi molto sintetici, ha approvato (con soli 6 voti contrari) le proposte presentate da Aurelio Crippa. Alla Segreteria nazionale è stato altresì delegato il compito di risolvere problemi ancora aperti, in Toscana, Emilia e Calabria. La discussione era stata conclusa da una replica di Fausto Bertinotti.

Scelte difficili

In un partito, anche in un partito comunista, non è mai facile il confronto interno sulle liste e le candidature: per sua natura, esso eccita le polemiche, le contrapposizioni personali, le differenze politico-culturali. A queste ragioni "fsiologiche", questa volta, si sommano, moltiplicandole, evidenti difficoltà politiche: lo spazio elettorale, già ristretto dalla logica imperialistica del bipolarismo, rischia di essere ulteriormente eroso dalle liste civetta. Insomma, il compito di scegliere - e di scegliere al meglio - questa volta era particolarmente oneroso. Si trattava di comporre il criterio adottato fin dall'inizio - i gruppi parlamentari del Prc come "delegazione" del partito nelle istituzioni rappresentative - con altri criteri significativi (e ciascuno dotati di relativa "cogenza"): presenza qualificata di donne, necessità di rinnovare il gruppo e, insieme, di valorizzare esperienze e competenze, apertura alla sinistra alternativa e alle sue tematiche caratterizzanti, rappresentanza effettiva del pluralismo delle culture politiche presenti nel Prc connessione con il mondo del lavoro, capacità d legarsi alle realtà territoriali. Fatti tutti questi conti, il puzzle che è stato composto, pur ancora in assenza di qualche pezzo importante, è più che onorevole.

Vediamolo nelle sue linee essenziali.

I candidati alla Camera

Si parte dal "pacchetto" dei tredici eleggendi al proporzionale della Camera, già votato una direzione fa, poi approvato da quasi tutti i Comitati politici regionali (contestato in quattro regioni). Fausto Bertinotti sarà capolista Torino, Roma, e Sicilia occidentale: numeri due, dopo il segretario, tre donne. In Piemonte, Marilde Provera, segretaria della Fiom militante metalmeccanica, che sarà anche la candidata a sindaco di Rifondazione nelle elezioni amministrative (nonchè capoli sta del Piemonte 2). A Roma, Elettra Deiana, femminista storica del Forum delle donne del prc. Milano, capolista Giuliano Pisapia, deputato uscente, notissimo avvocato e "militante garantista". In Lombardia 2 (Brescia), capeggia la lista Alfonso Gianni, responsabile del programma elettorale del partito. In Liguria, testa di lista è la coordinatrice della Segreteria nazionale Graziella Mascia (che è anche numero due in Lombardia 1. Vittorio Agnoletto, presidente nazionale della Lila, nominato sul campo portavoce della delegazione italiana al summit di Porto Alegre, è capolista delle Marche e numero due in Liguria.

Regioni rosse: in Emilia, la lista proporzionale sarà guidata dal capogruppo dei deputati Franco Giordano (capolista anche in Abruzzo); in Toscana, dal responsabile della politica internazionale, nonchè deputato uscente, Ramon Mantovani - una scelta che è stata il frutto di una lunga discussione con il comitato regionale emiliano. Numero due, nella stessa regione, ancora una donna: Titti De Simone, presidente nazionale dell'Arcilesbica. A Napoli, capolista è Giovanni Russo Spena, finora capogruppo dei senatori del Prc e in Puglia conferma di Nichi Vendola, vicepresidente dell'antimafia nonchè stretto collaboratore di Liberazione. Capolista in Sardegna è Fausto Sorini, coordinatore del dipartimento internazionale del partito (che è candidato anche in Lombardia 3).

A completamento di queste liste (che contengono, per necessità "tecniche" parecchi incroci e sovrapposizioni), ci sono le zone dove molto più difficilmente Rifondazione otterrà deputati: sono i candidati detti "di bandiera" ai quali spetta un ruolo forse più arduo, non per questo meno rilevante. Tra i deputati uscenti, sono capolista Francesco Bonato (Veneto 1) e Titti Valpiana (Veneto 2), Walter De Cesaris (Lazio 2), Maria Celeste Nardini (Molise, e numero due in Puglia), Luca Cangemi (Sicilia orientale). In Friuli, la lista del Prc sarà guidata da Roberto Antonaz, in Umbria da Stefano Zuccherini. Di particolare valore la candidatura di una femminista storica, e di una storica militante della sinistra, come Lidia Menapace, nel Trentino Alto Adige. L'eurodeputato Peppino Di Lello difenderà le ragioni del Prc in Basilicata.

In questo contesto, resta ancora da decidere la lista della Calabria, regione difficile, anche per le divisioni interne al Prc maturate negli anni. Se ne è discusso a lungo, proprio nella direzione di ieri: la proposta della segreteria nazionale, che prevede la candidatura di Ciccio Ferrara ­ ex dirigente nazionale della Fiom e oggi responsabile del Mezzogiorno del Prc - non trova il consenso del regionale calabrese. Lo ha spiegato il segretario, Guagliardi, che ha sottolineato il pericolo di una "espropriazione" della capacità decisionale della regione, e ha riproposto la necessità di "candidature visibili e autorevoli". D'altra parte quando si tratta di esprimere candidati territoriali (come è avvenuto sulla numero due della lista), si resta lontani da una decisione unitaria. Dunque? Dunque, siamo ad un problema non semplice che verrà affrontato - e risolto con la pazienza necessaria, nei prossimi giorni. Analoghe tensioni tra centro e regioni, del resto, si sono verificate in Emilia-Romagna, in Sardegna (poi chiarite dalle dichiarazioni di voto di Mangianti e Valentini) e - per ragioni del tutto diverse - in Toscana.

I possibili senatori

Sulla base dei risultati delle ultime elezioni regionali, Rifondazione potrebbe ottenere tra i due e i quattro senatori: in quali collegi, però, non è possibile saperlo (come diceva l'indimentacabile Pazzaglia nella più bella trasmissione tv del dopoguerra, Quelli della notte). Anche questa aleatorietà "assoluta", certo, ha contribuito a complicare le decisioni. Le candidature del Prc, dunque, sono in corso di definizione. Ne citiamo alcune, tra le più esemplari: quella del comandante partigiano e medaglia d'oro della resistenza, Giovanni Pesce (Lombardia XII), quella dell'operaia della Fiat, Jole Vaccargiu (Torino), quella dello scrittore ed esponente di punta della comunità ebraica di Venezia, Riccardo Calimani (Venezia), quella dell'operaio leader del Sincobas Gigi Malabarba. Saranno candidati "di bandiera" tutti i membri della segreteria nazionale che non si presentano altrove - come Aurelio Crippa in Lombardia VI, Claudio Grassi in Emilia, Loredana Fraleone a Viterbo - e altri parIamentari uscenti (Boghetta, Malentacchi, Edo Rossi). A Roma, tra i candidati di spicco, Paolo Pietrangeli, Bianca Bracci Torsi, Livio Maitan, Franco Russo, Giancarlo Lannutti, Raul Mordenti, Anna Maria Rivera, Figure note, ricche di storia e dl militanza politica. Nel collegio Xll dell'Emilia ci sarà Livio Togni: un candidato che ha fatto molto discutere anche i lettori del nostro giornale. Qualche altra sorpresa potrebbe maturare da qui a qualche giorno.

La discussione politica

Nella sua relazione, Crippa aveva sottolineato anche alcun temi politici: il valore dello sciopero della fame, che non ha raggiunto il suo obiettivo - battere i pericolo delle liste civetta ­ ma ha imposto al paese questo tema "L'insieme del partito, a tutt'oggi, non ha risposto com'era necessario: eppure, sottovalutare la truffa che ci vogliono imporre è, ormai, impossibile. Perciò, la lotta e la mobilitazione devono continuare e divenire un tema forte della campagna elettorale". Questioni - che si sono intrecciate con le candidature: "C'è un ritardo del partito, specie quando si usano strumenti inediti come il digiuno dice il segretario toscano Mario Ricci, secondo il quale il dibattito sulle liste mette in evidenza "il senso di appartenenza, il senso di sè" di un partito. Cesare Mangianti, segretario dell'Emilia spiega che nella sua regione è stato criticato un metodo e un percorso, prima che una scelta di candidati. Matteo Malerba ritorna sulle difficoltà del partito in Calabria. Marco Nesci, segretario della Liguria, propone un'iniziativa interessante sulle liste civetta: costringere ogni candidato dei collegi uninominali a dichiarare pubblicamente, subito, a quale lista è collegato. Franco Grisolia che si dichiara d'accordo sulla necessità di continuare la mobilitazione ­ lamenta la "sistematica" esclusione della minoranza interna dalle candidature decise - sulle quali interviene con un giudizio che tende alla valorizzazione delle scelte più innovative, Stefano Zuccherini. Sarà Claudio Grassi, ad esprimere una critica serrata all'insieme delle proposte: la lista dei 13, dice, era bloccata fin dall'inizio, e non si è tenuto conto del fatto che queste critiche sono venute non solo da membri della Direzione, ma da numerose realtà territoriali: "Una scelta che mortifica il partito. Il consenso locale è necessario: sarebbe grave forzarlo, o pensare di poterne fare a meno. Grassi, alla fine, dichiarerà di votare le liste "per senso di responsabilità": come faranno Valentini e Mangianti. Una conclusione, alla fine, unitaria, in una discussione contrassegnata, tra l'altro, da qualche battibecco, e da interventi per "fatto personale". Citiamo, per amor di cronaca, quelli tra Pillai e Valentini, tra Ferrero e Guagliardi, tra Grassi e Sentinelli, tra Cerbone e Migliore.

La replica

Nella sua replica, Fausto Bertinotti denuncia il pericolo di buscar el levante por el ponente di una parte della discussione: il pericolo è che quello che potrebbe essere un "fruttuoso confronto di tendenze diverse" faccia cortocircuito con una battaglia di schieramenti e di posizioni. C'è anche un problema, non risolto di tensione tra i diversi livelli dei partito, spiega il segretario, che cita anche alcuni esempi concreti: le tensioni si superano, insomma, se dalla critica non si passa alla contrapposizione, se tutti cooperano alla ricerca delle soluzioni, se non si invocano criteri autocontraddittori. Non è vero che non si è tenuto conto del dibattito: anche le candidature dei "non eleggendi" hanno un ruolo, arricchiscono il partito e la sua rappresentanza complessiva. "Come è il caso di Pesce, che è un candidato di tutti, un esempio concreto di questa intenzionalità". Poi, il segretario traccia un bilancio sia della battaglia del "camper rosso" sia della tattica elettorale fin qui praticata. "La nostra capacità di iniziativa" dice "è oggi messa a dura prova: abbiamo ottenuto un risultato positivo di visibilità, e un insuccesso concreto. La battaglia non può che continuare. Quanto alla nostra linea elettorale, non ci sono variazioni, neppure di piccola entità, e non è detto che questo sia un fatto così positivo".