La divisione di Ecole Emancipee.
Uno sguardo sul sindacalismo della scuola in Francia negli ultimi due anni. Di Pino Patroncini. Ottobre 2001.


sullo stesso tema vedi l'articolo di Pino Patroncini pubblicato su REDS
nel marzo scorso Il Congresso nazionale della FSU dove si illustrano dettagliatamente
le varie tendenze del sindacalismo della scuola francese

 

Il conflitto è apparso in maniera evidente a febbraio al congresso dello Snes, il forte sindacato degli insegnanti della scuola secondaria francese, tra coloro che volevano partecipare agli organismi esecutivi di gestione del sindacato e coloro che preferivano condurre un'azione critica dall'esterno di questi. Stiamo parlando di Ecole Emancipée, la principale delle correnti di estrema sinistra che popolano il mondo del sindacalismo scolastico francese. Un mondo che, viste anche le trascorse fortune del "gauchisme" nel contesto studentesco e universitario dal '68 in poi, in quanto a fermenti agitatori non è certo secondo a quello italiano.

Il contesto
Il lungo scontro, che per circa due anni ha contrapposto gli insegnanti e l'ex- Ministro dell'Educazione Nazionale Allégre, con tanto di coinvolgimento della componente studentesca, anche se alla fine ha visto la costituzione di un vasto fronte comprendente tutte le forze sindacali che ha prodotto le dimissioni del Ministro, non è stato privo di spinte più o meno spontanee a forme di autorganizzazione e di dissenso verso le grandi organizzazioni sindacali. Lo stesso Snes, che pure aveva sostenuto a livello nazionale la maggior parte del peso dello scontro e la cui segretaria generale era diventata l'anti-Allégre per antonomasia, non è stato esente da accuse circa comportamenti ambigui e incertezze nella lotta. Nei punti caldi della lotta, come la valle della Marna, la Loira e il Midi, si erano formati collettivi e coordinamenti, in alcuni casi molto diversi tra loro come ispirazione politica e talvolta persino contrapposti dall'ispirazione professionale e pedagogica. Per alcuni si trattava di contrapporsi apertamente ai principali sindacati, per altri di condizionarne l'operato, per altri ancora di unificare la categoria nonostante le divisioni sindacali che la caratterizzano. Ma tutti erano unificati da una feroce ostilità al Ministro e da una forte diffidenza verso il sindacato e i suoi comportamenti.
Come se ciò non bastasse gli ultimi anni hanno visto la comparsa di un piccolo sindacato di estrema sinistra, nato da una scissione della Cfdt, la Sud (Solidaire-unitaire-democratique). E questo si è dato una sua sezione scolastica, la Sud-Education, che un certo ruolo ha avuto nel movimento anti-Allégre. Lo stesso 3% che questo sindacato ha conseguito nelle elezioni professionali del dicembre 1999 è arrivato in buona parte dal calo di consensi che ha riguardato lo Snes, passato dal 57% al 55%.
Infine l'esplosione del cosiddetto "movimento sociale", che in Francia ha unificato le lotte di resistenza ai licenziamenti a quelle degli agricoltori fino al movimento antiglobalizzazione, ha visto, a differenza che in Italia, una partecipazione attiva della scuola e dei sindacati degli insegnanti, che ha portato ad esempio la Fsu ad un rapporto preferenziale con Attac.
In una situazione così effervescente era praticamente inevitabile che le polemiche coinvolgessero anche le correnti interne ai principali sindacati. In particolare le correnti interne allo Snes e alla federazione di cui questo sindacato fa parte, la Fsu.
La somiglianza con la situazione italiana dello stesso periodo 1998-2000 è evidente. Anche da noi il periodo è stato caratterizzato da violente polemiche sindacali e da uno scontro che più o meno negli stessi giorni ha prodotto le dimissioni di un Ministro, e per di più di sinistra, come quello francese. Ma le analogie terminano qui, perché il sindacalismo scolastico francese, pur essendo ricco e variegato come quello italiano ha caratteristiche non solo strutturali ma anche politiche diverse da quello italiano. Come nel caso italiano infatti i sindacati scuola sono molti e divisi e la sindacalizzazione raggiunge circa il 30% degli addetti (che però in Francia è una percentuale ragguardevole se confrontata alla bassa sindacalizzazione degli altri settori), ma i sindacati sono prevalentemente federazioni di sindacati di mestiere e i sindacati confederali hanno uno scarso peso. Nondimeno i due principali sindacati della scuola hanno una forte predominanza e, seppure autonomi dalle centrali confederali, un forte caratterizzazione di sinistra, soprattutto lo Snes e la sua federazione di affiliazione, la Fsu hanno un caratterizzazione sicuramente "più di sinistra" di qualsiasi sindacato confederale italiano.

Una lunga storia
Le radici di questa situazione vanno ricercate nella storia. Quando nel 1948 sull'onda della guerra fredda la Cgt si spaccò e i socialisti diedero vita a Fo (Force Ouvriere), i sindacati della scuola, Snes (secondaria a maggioranza comunista) e Sni (elementare, a maggioranza socialista) decisero di non aderire a nessuna delle due confederazioni e di dare vita a una federazione di sindacati della scuola, la Fen, che a lungo rimase il principale sindacato della scuola francese. La Fen oltre ad essere organizzata in sindacati di mestiere era organizzata anche in correnti politiche. Nel 1993 la maggioranza della Fen optò per l'abolizione delle correnti politiche. Ciò determinò l'uscita di coloro i quali non erano d'accordo con questa scelta. Lo Snes e lo Snep (educazione fisica), dove predominava la corrente "Unité et Action" vicina alle posizioni del Pcf, uscirono in blocco, mentre nella scuola elementare venne costituito lo Snuipp. Questi sindacati insieme ad altri diedero poi vita alla Fsu, diventata nelle elezioni professionali del 1999 la federazione sindacale maggioritaria col 47% dell'insieme degli insegnanti di ogni ordine e grado.
Tra coloro che uscirono dalla Fen vi erano comunque anche altri attivisti che si rifacevano ad altre esperienze politiche e sindacali e che diedero vita ad altre correnti. Tra queste la corrente di Ecole Emancipée, il cui nome deriva da una vecchia rivista scolastica del sindacalismo rivoluzionario, fondata nel 1910 e di cui tuttora la corrente cura la pubblicazione. Considerata un po' come un'emanazione del trotzkismo francese della Lcr , a cui spesso si assimila tutta l'estrema sinistra francese, in realtà, come è successo alle altre correnti politiche presenti nei sindacati, ha teso a smarcarsi dalle più rigide posizioni di partito. Nel 1999 al congresso dello Snes aveva il 16,38% e nel gennaio di quest'anno a quello di tutta la Fsu il 15%. In quest'ultimo congresso le facevano concorrenza, ma senza molte speranze, altre due correnti, "Front unique" e "Pour la reconquete de un syndacalisme indépendant", che si ispirano al troncone lambertista del trotzkismo francese. Mentre la corrente "autonomista" di "Autrement pour la Fsu", al 13%, l'accusava di essere in combutta con U&A per mantenere la Fsu sotto il controllo di un ferreo blocco ideologico.
L'atteggiamento critico di Ecole Emancipee l'aveva spinta finora a fare un lavoro esclusivamente di base nella Fsu e nello Snes, conservando la propria quota di seggi nei direttivi ma disdegnando la partecipazione a organismi esecutivi. Al contrario nello Snuipp Ee partecipava addirittura alla segreteria nazionale con un suo rappresentante, Laurent Zappi. La cosa era giustificata dalla maggior difficoltà a cui era andato incontro lo Snuipp, nato dalla una scissione di una precedente organizzazione a maggioranza socialista, con l'aspro strascico di scontri e polemiche che possiamo immaginare abbiano accompagnato quest'ultima. Tuttavia neppure l'atteggiamento "astensionista" nella Fsu significava un'assoluta mancanza di compromissione, visti i meccanismi di garanzia che comunque la federazione riserva alle "tendences" nella elezione degli organismi dirigenti. La compromissione è stata ancor più evidente nello scontro aspro con "Autrement", culminato con l'abbandono della Fsu da parte dello Snetaa, il forte sindacato degli insegnanti tecnici, dove questa era maggioritaria. Uno scontro in cui Ee, anche a causa delle discriminazioni subite all'interno dello Snetaa, ha tenuto atteggiamenti più intransigenti di U&A.
Di qui probabilmente deriva l'opzione per una partecipazione anche alla gestione dello Snes e il dissenso su questa scelta da parte di numerosi militanti di Ee. Il tutto in un contesto segnato anche dalla esigenza di riaggregare le varie sinistre sparse nei diversi sindacati (la corrente lambertista Front Unique è rientrata nella Fsu dopo essere transitata in passato dalla Fen a Fo), ma con l'esistenza di Sud-Education oggettivamente concorrenziale.
Anche in questo caso però la somiglianza con la situazione della sinistra sindacale italiana, divisa tra sinistra interna alla Cgil e Cobas, può risultare ingannevole. Va tenuto presente che dentro lo Snes e la Fsu, la maggioranza facente capo a U&A, pur non essendovi più una rigida osservanza partitica, è più vicina alla sinistra socialista e soprattutto al Pcf, che in Francia ha ancora una consistenza elettorale intorno al 10% e che anzi sembra fondare tale consistenza proprio su questi legami organizzati. Al contrario il Ps e il governo, pur subendo la pressione di Snes e Fsu, come ha ben dimostrato la vicenda Allégre, hanno interlocutori più diretti e consapevoli nella ex-Fen, che oggi si chiama Unsa-Education, e nello Sgen-Cfdt.

La scissione
Sta di fatto che in poco tempo la polemica tra le due ali di Ee è divampata violentemente. Covava sotto la cenere probabilmente già al congresso della Fsu, svoltosi a fine gennaio. Qui Ee non presentò neppure una mozione propria, che la distinguesse dalla maggioranza facente capo a U&A. E questa scelta è diventata uno dei capi di accusa principali degli "astensionisti" contro i "partecipazionisti".
Ma, come abbiamo detto, il conflitto è esploso evidente al congresso dello Snes in febbraio. Qui si sono presentate due liste entrambe denominatesi Ecole Emancipée, facenti capo ai due principali portavoce della corrente: Bernard Collongeon, partecipazionista, e Pierre Stambul, astensionista. Sedi privilegiate del confronto l'assise congressuale dello Snes e la rivista Ecole Emancipée.
Quest'ultima è sembrata tenere un atteggiamento equilibrato fino al mese di aprile, presentando un "botta e risposta" tra le due fazioni. Comunque fra lo sconcerto di quei militanti che non volevano rassegnarsi alla scissione, esperienza già vissuta in Ee nel 68-69 ad opera dei lambertisti e nel 79-80 ad opera di un altro gruppo affine.
Ma indubbiamente dentro la rivista deve essere prevalente la corrente "astensionista", visto che nel mese di maggio questa è stata la sede di violenti attacchi contro gli altri. In particolare è stata messa sotto accusa l'esperienza della partecipazione agli organismi esecutivi dello Snuipp, argomento usato dai "partecipazionisti" per giustificare un'analoga scelta nello Snes. E la cosa è stata fatta con un'accentuazione del tono, che spesso è scaduta in attacchi personali, fino a mettere sotto accusa la "vita parigina" dei compagni distaccati alla centrale nazionale dello Snuipp.
Ma se gli "astensionisti" sembrano avere in mano le redini della rivista, ai "partecipazionisti" non è mancato l'appoggio della principale organizzazione politica dell'estrema sinistra francese, la Lcr e del suo giornale, Rouge. E ciò naturalmente si è trasformato in un capo di accusa agli occhi degli altri per via dell'aperta intromissione di un soggetto politico nel dibattito sindacale.
A fare giustizia di tante polemiche è intervenuta la conclusione del congresso dello Snes e l'elezione del suo direttivo nazionale avvenuta nel mese di maggio. Per intenderci meglio giova ricordare che lo Snes ha modalità congressuali un po' diverse da quelle a cui siamo abituati in Italia. Se l'assise di discussione si svolge come da noi, con delegati eletti nei congressi di base, gli organismi dirigenti invece vengono eletti direttamente da tutti gli iscritti sulla base di liste nazionali, con un voto segreto e con le urne che restano aperte alcuni giorni in tutte le scuole.
Questo meccanismo ha consentito a quasi 32.000 dei 74.000 iscritti (42,71%) di partecipare all'elezione dei dirigenti sindacali. Maggioritaria è risultata ancora una volta la tendenza Unité et Action col 79,45% delle preferenze, mentre le due liste di Ecole Emancipée, hanno conseguito rispettivamente il 10,14%, quella facente capo a Bernard Collongeon, e il 4,28%, quella facente capo a Pierre Stambul. La quarta lista, rappresentante la tendenza lambertista "Pour la reconquete d'un syndacalisme indépendant" ha avuto il 6,13%.
Il confronto quindi sembra essersi risolto a favore dell'ala "partecipazionista", che ha preso più preferenze ed è entrata a far parte della segreteria nazionale, ma non (ancora?) della segreteria generale (lo Snes ha sei co-segretari generali!). Però è costato complessivamente alla tendenza la perdita di circa 1400 voti, pari al 2% dei consensi, rispetto al congresso precedente.
Si tratta ora di vedere se le due ali di Ee, adesso che è verificata la preferenza degli iscritti, ricomporranno le proprie divergenze, o se la cristallizzazione nelle due correnti sarà da considerarsi definitiva.