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From
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daniel <icecross@libero.it>
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Date
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Tue, 10 Feb 2004 20:30:41 +0100
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Subject
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[hackmeeting] information age? (was Re: richiesta)
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On 10. Feb 2004, at 11:16 Uhr, Vittorio Bertola wrote:
> daniel ha scritto:
>> (non è un caso che nel libro di pekka himanen "l’etica hacker e
>> lo spirito dell’età dell’informazione" – giá il titolo... –
>> sia un manuell castells a scrivere l' epilogo, la ciliegina
>> pseudosociologica sulla torta postindustriale e...
>> ok, mi fermo qui : )
>
> no, che mi interessa: io sono un ingegnere ignorante e di
> quel libro sono sempre fermo a pagina 7, da almeno un paio d'anni.
ho letto il libro tempo fa in italia ed ora (mi trovo in germania)
non ce l'ho sottomano.
per quel che mi ricordo himanen individua un nuovo tipo di "etica del
lavoro", "l'etica hacker" che va a *sostituire* l' etica del lavoro
capitalistica
come l' aveva individuata max weber (cfr. max weber e il suo studio
sull' etica del
lavoro protestante quale una delle radici dello sviluppo del
capitalismo)
himanen si inserisce mi pare in quel filone che interpreta il
postindustrialismo
come post-capitalismo: la flessibilità? "una libertà che va incontro
alle
esigenze del lavoratore e si integra armoniosamente con creatività
anarchica
dell' hacker". (sto naturalmente estremizzando - il discorso di himanen
era
più complesso, la questione è sta nella differenza di prendere
coscienza di
modi di cooperazione _effettivamente_ nuovi (free software p.e.)
e celebrarli come nuovo paradigma produttivo,
non vedendo con quale perfezione questi nuovi
modi si integrino alla perfezione nel (vecchio, antico, vetusto)
paradigma
capitalistico di sfruttamento del lavoro.
la differenza tra nuova libertà (no orari prefissati ecc.)
dell' "addetto alle information technologies" e l' essere in balia
delle "esigenze di
flessibilità" del datore di lavoro è alquanto sottile... (un esempio
vicino vicino
potrebbe essere e-tree, era passato un doc in tv tempo fa)
SENZA UNA _TEORIA CRITICA_ QUESTA DIFFERENZA NON LA PUOI
COGLIERE NE TANTO MENO ANALIZZARE
magari ti può interessare: metto in rete
( http://www.rz.uni-frankfurt.de/~kuby/papers/InfoAge.pdf )
il primo capitolo di una tesina che avevo scritto per l' esame di
maturità
intitolata "information age. information age? i territori del
positivismo
all' alba del XXI secolo" (terribilmente patetico il sottotitolo, lo
so);
ergo: prendila con le pinze, è il vomito appassionato di un liceale!
in questo capitolo ho cercato di ricostruire la storia e le radici della
teoria postindustriale, indietro fino a daniel bell, il "padre" della
teoria della "information society", da lui inizialmente chiamata
"knowledge society" che fu elaborata sull' onda dell' anticomunismo
americano "di stato" in versione antisovietica... _dopo_ ho scoperto
che di letteratura al riguardo ce n'è - mi sarei risparmiato molto
lavoro :)
ma attenzione: la mia posizione critica non riguarda tanto la premessa
politica su cui è nata la teoria (che è più una curiosità storica che
altro).
questo fatto non dice ancora nulla sulla correttezza della teoria...
la critica si divide su due fronti:
- da una parte ricondurre la patina "progressiva" delle tesi
postindustrialiste
ad una impostazione tipica dell' ultraliberismo, per svelare la loro
natura reazionaria; da qui allargare il discorso alla differenza tra
teorie critiche vs. teorie "legittimative" e mostrare le loro funzioni
opposte
- mettere in dubbio da un punto di vista empirico le
qualcuno trova difficile focalizzare di quali tesi stia parlando,
cosa si intende per paradigma postindustrialista/
information age, copio/incollo 6 tesi di fondo (= hanno la strana
proprieta'
di essere anche premesse...) che ho cercato di fissare
leggendo i profeti dei "future studies" / "information sciences"
(Toffler, Dahlbom, Boulding, Castells, Dizard, Drucker, Evans, Martin,
Mesthene,
Naisbitt, Oettinger, Stonier ecc. ecc.) :
1. il mondo si trova in mezzo ad una fase di transizione verso
un nuovo stadio dell’ evoluzione, una transizione comparabile al
precedente spostamento da un sistema di produzione agrario a uno
di tipo industriale
2. la risorsa centrale della nuova societa’ che si va formando e’
il sapere tecnoscientifico (»technoscientific knowledge«)
3. la principale manifestazione e, allo stesso tempo, il motore
della nuova era e’ l’ invenzione e la diffusione delle »information
technologies«
4. La generazione di ricchezza dipende sempre piu’ da un
»information economy« nella quale lo scambio e la manipolazione
di »symbolic data« eguaglia, supera o include l’ importanza
del processo materiale di produzione
5. questi cambiamenti »tecno-economici« sono accompagnati
da trasformazioni sociali a lungo termine e fondamentalmente positive
6. la rivoluzione dell’ informazione abbraccia tutto il pianeta
(... può essere usato anche come piccolo test per misurare
lo stato delle credenze personali - non sempre tutto è conscio :))
grüzzi, daniel
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