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From
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Vittorio Bertola <vb@bertola.eu.org>
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Date
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Wed, 11 Feb 2004 18:31:32 +0100
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Subject
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Re: [hackmeeting] information age? (was Re: richiesta)
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daniel ha scritto:
> himanen si inserisce mi pare in quel filone che interpreta il
> postindustrialismo
> come post-capitalismo: la flessibilità? "una libertà che va incontro alle
> esigenze del lavoratore e si integra armoniosamente con creatività
> anarchica
> dell' hacker". (sto naturalmente estremizzando - il discorso di himanen era
> più complesso, la questione è sta nella differenza di prendere coscienza di
> modi di cooperazione _effettivamente_ nuovi (free software p.e.)
> e celebrarli come nuovo paradigma produttivo,
> non vedendo con quale perfezione questi nuovi
> modi si integrino alla perfezione nel (vecchio, antico, vetusto) paradigma
> capitalistico di sfruttamento del lavoro.
un po' mi fa piacere sentir dire da qualcun altro che open source e
mercato capitalista possono tranquillamente andare a braccetto. (non dico
che sia un bene, eh! intendo che mi fa piacere sentir dire che l'idea non
è così campata per aria, e che non si può assumere automaticamente open
source = anticapitalismo.)
poi sull'idea dell'etica hacker, lavorare per sfizio o per notorietà,
eccetera... ecco, ho sempre la solita osservazione: questo tipo di
approccio è possibile solo in una società opulenta, in cui comunque uno
che passa tutto il giorno a programmare senza guadagnare denaro non muore
di fame, perchè ci sono i parenti, un sistema di protezione sociale... e/o
perchè ha un lavoro pagato che gli permette di produrre materiale open
come prodotto collaterale. oppure, è possibile in una società organizzata
secondo logiche radicalmente diverse (comuniste, direi).
> la differenza tra nuova libertà (no orari prefissati ecc.)
> dell' "addetto alle information technologies" e l' essere in balia delle
> "esigenze di
> flessibilità" del datore di lavoro è alquanto sottile... (un esempio
> vicino vicino
> potrebbe essere e-tree, era passato un doc in tv tempo fa)
meglio che non dica in pubblico cosa pensavo all'epoca dell'autopromozione
di e-tree :)
> SENZA UNA _TEORIA CRITICA_ QUESTA DIFFERENZA NON LA PUOI
> COGLIERE NE TANTO MENO ANALIZZARE
beh, il vero problema è se siamo proprio sicuri che "nuova libertà" e
"esigenze di flessibilità" siano due fattori disgiunti e contrastanti.
secondo me sono in realtà due facce inscindibili dello stesso fenomeno; il
nuovo ordinamento sociale ci garantisce più libertà in cambio di minore
protezione.
il problema diventa anche distinguere tra quel tipo di flessibilità che è
positiva (ossia che migliora la qualità della vita del lavoratore(*)) e
quello che serve solo ad aumentare indebitamente i profitti dell'azienda.
in mezzo c'è il problema della flessibilità obbligata dalla
globalizzazione, della quale non ha tanto senso discutere se sia positiva
o negativa, visto che è un dato di fatto non modificabile (non senza
enormi lotte sociali a livello mondiale, intendo... lotte che peraltro,
temo, non sarebbero un movimento globale, ma piuttosto la lotta degli ex
borghesi dei paesi ricchi contro i nuovi borghesi dei paesi poveri, e in
questo senso potrebbero aprire la strada a ogni forma di disastro, dal
neocolonialismo generalizzato alla terza guerra mondiale).
(*) esempio: ieri sera sono andato al cine e lo spettacolo è finito alle
0,45. stamattina mi sono svegliato bello bello alle 9,50, ho fatto
colazione con calma, ho preso la bici e sono andato a pagare
l'assicurazione dell'ufficio [lavoro], poi a portare a riparare il
cellulare [metà lavoro e metà personale], poi dal commercialista [lavoro],
poi a ritirare i fumetti in fumetteria [personale], e poi sono arrivato in
ufficio verso mezzogiorno. una cosa così, in un lavoro "classico", te la
sogni.
da una parte questo sfuoca i confini tra lavoro e vita privata in modo
preoccupante, per cui di fatto sei sempre in servizio; dall'altra però il
non avere orari fissi, il non dover bollare, insomma il non dover vivere
con la sensazione incombente di essere puramente schiavo dei tuoi orari di
lavoro, offre un senso di libertà di cui probabilmente non potrei più fare
a meno. poi, ovvio che in buona misura è una libertà apparente...
> magari ti può interessare: metto in rete
> ( http://www.rz.uni-frankfurt.de/~kuby/papers/InfoAge.pdf )
prima o poi avrò il tempo di leggere, almeno lo spero... grazie però per
il discorso! tra l'altro non sarebbe male una discussione su queste cose
anche all'hm, o è troppo fuori tema? (o finisce che la sala mi lincia?)
--
.oOo.oOo.oOo.oOo vb.
Vittorio Bertola - vb [a] bertola.eu.org
http://bertola.eu.org/ <-- Vecchio sito, nuovo toblog!
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