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I SOGGETTI SOCIALI DEL CAMBIAMENTO
nelle tesi per il V congresso del PRC


Sintesi del dibattito

In passi non riportati più sotto le due tesi concordano nel contrastare la vulgata sulla "fine del lavoro", registrando invece una progressiva estensione del lavoro dipendente sia a livello mondiale (dove aumenta la classe operaia industriale), sia a livello nazionale (con la sussunzione nell'ambito del lavoro dipendente di figure un tempo appartenenti al lavoro autonomo). Il tutto nel quadro di una crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro. Ambedue le tesi sostengono la centralità della contraddizione capitale/lavoro. Le tesi di maggioranza assegnano un ruolo decisivo anche ad altri soggetti sociali, tra i quali privilegiano le donne, considerando la contraddizione di genere come centrale e dotata di una propria autonomia. Le tesi di minoranza, pur riconoscendo la specificità dell'oppressione di genere, la inseriscono nel quadro della più generale oppressione di classe.


La nostra posizione

Le tesi di maggioranza contengono prese di posizione coraggiose e abbastanza inusuali nella tradizione comunista. Pur dedicando ampio spazio al protagonismo della classe lavoratrice disegnano il quadro di una alleanza strategica tra questa e gli altri soggetti sociali oppressi (donne, giovani, omosessuali, immigrati). Questo punto di vista ci è piuttosto vicino (vedi Le cinque oppressioni). Segnaliamo comunque due limiti. Il primo è che le tesi non giungono ancora alle estreme conseguenze di questa impostazione sul piano teorico; il secondo è che, anche qui, non si applica all'interno del partito e nei suoi rapporti con l'esterno quel che si scrive, per cui, come le stesse tesi riconoscono, il nostro partito è ampiamente maschile e "biancocentrico".

Le tesi di minoranza difendono il vecchio punto di vista del vecchio movimento comunista, con qualche sbavatura qua e là: ad esempio in cosa consiste (cioè dove risiede la sua origine) la "specificità" dell'oppressione di genere, se le tesi la riconducono comunque a quella di classe? Per difendere questa impostazione si cerca di dimostrare l'impossibile, e cioè che i movimenti delle donne sarebbero direttamente legati ai periodi di ascesa del movimento operaio. In realtà il movimento delle donne in Italia si è sviluppato quando l'ascesa del '69 operaio si andava esaurendo, ed è durato ben oltre l'inizio del riflusso sindacale; negli USA, del resto, un forte e radicato movimento femminista è nato e cresciuto nell'assenza di una vera radicalizzazione operaia.


Stralci dalle
Tesi di maggioranza

"Dal punto di vista sociale il nostro agire si rivolge in primo luogo a tutti i soggetti sociali vittime di uno stato di sfruttamento e di alienazione. Come abbiamo visto la rivoluzione capitalistica restauratrice intervenuta in questi anni ha provocato uno sconvolgimento nella morfologia delle classi subalterne e in particolare un processo di ampliamento e di frantumazione del lavoro a diverso titolo subordinato."

"Il problema principale è oggi ricomporre l'insieme dei soggetti vittime dello sfruttamento e dell'alienazione che sono divisi e contrapposti dalla ristrutturazione capitalistica, in un nuovo movimento operaio. Le recenti esperienze di lotta che vedono assieme i metalmeccanici con il nuovo movimento no-global, anche grazie ad un comune tratto generazionale, indicano che questo obiettivo è non solo necessario ma possibile."

"Ci riferiamo all'imperativo di porre l'individuo concreto, cioè sociale e sessuato, e i suoi diritti lungo l'intero arco della sua vita, al centro di un processo di trasformazione. Significa portare a fondo la critica a organizzazioni sociali fondate sul patriarcato e sul familismo, qualsiasi siano le loro diversità e origini specifiche, per introdurre e praticare la democrazia di genere in ogni aspetto regolativo della vita sociale."

"Centrale è il conflitto tra capitale e lavoro: non ci potrà essere alcun superamento del capitalismo, cioè della logica del mercato e dell'impresa, sè non ci sarà l'abolizione del lavoro salariato e la liberazione del lavoro. In questo senso, la nostra identità comunista resta imprescindibilmente connessa alla contraddizione di classe. Ma non è vero, di per se, che liberando se stessi gli operai liberano l'intera umanità. Il nuovo mondo che vogliamo costruire è un mondo dal quale sono bandite tutte le forme di discriminazione e di oppressione che il capitalismo globale eredita, aggrava e riproduce: quelle che vengono praticate in base al genere, all'origine geografica ed "etnica", alla generazione, all'orientamento sessuale, così come lo sfruttamento illimitato delle risorse e della natura. Dunque, senza un nuovo movimento operaio che unifichi dialetticamente le diverse soggettività antagoniste che il capitale determina oggi, non c'è liberazione umana."

"Non c'è liberazione umana che possa prescindere dalla contraddizione di genere. Il femminismo ha prodotto in Italia, a partire dalla fine degli anni '60 una vera rivoluzione sociale, culturale e politica, costringendo uomini e donne a misurarsi con la questione di genere. Rifondazione comunista è chiamata a conoscere, ri-conoscere, approfondire e fare suo il pensiero femminista come parte ineludibile della rifondazione."

"Rispetto al secolo che ci è alle spalle, i nuovi comunisti assumono una continuità, e una eredità, peculiari: quella lotta rivoluzionaria per la modernità, per l'emancipazione e liberazione umana, che oggi è soggetta ad un blocco ed, anzi, ad una vera e propria involuzione. Al centro di questa lotta, vi sono stati il movimento operaio e le sue organizzazioni, la lotta per il riscatto delle classi subalterne, con i suoi tentativi di "scalata al cielo" e la sua straordinaria sequenza di battaglie sociali, politiche e rivendicative. Ma essenziale è stata la lotta contro il patriarcato: la rivoluzione femminile ha prospettato non semplicemente una nuova soggettività o nuovi diritti, ma la trasformazione delle relazioni tra i generi, che mette in causa la famiglia come costruzione storico-sociale destinata a riprodurre la divisione sessuale dei ruoli."

"In questo quadro deve essere potenziata e valorizzata la possibilità per i soggetti sociali - giovani, donne, lavoratori - di organizzarsi direttamente nel partito per esprimere la propria soggettività. A partire dalla positiva esperienza dei giovani comunisti, che deve essere allargata e rafforzata, va favorita la costruzione sul territorio dei Forum delle donne, delle Consulte dei lavoratori e dei Forum dei migranti, allargando la funzione del partito rivolta alla costruzione di spazi utili all'autorganizzazione diretta dei soggetti sociali."

Vedi: TESI 6/TESI 38/TESI 41/TESI 50/TESI 52/TESI 62


Stralci dalle
Tesi di minoranza

"La contraddizione tra capitale e lavoro permea come non mai tutti gli ambiti della società capitalistica contemporanea."

"La lotta di classe, entro la contraddizione tra capitale e lavoro, resta più che mai l'asse centrale di formazione, scomposizione, ricomposizione dei blocchi sociali e dei rapporti di forza in ogni paese capitalistico e su scala internazionale."

"Il movimento operaio internazionale potrà configurarsi come leva centrale di un'alternativa rivoluzionaria alla condizione di non limitarsi ad una pura azione sindacale o di fabbrica: ma ricomponendo su un terreno anticapitalistico e di classe l'insieme delle domande di emancipazione e liberazione, l'insieme dei soggetti portatori di tale domande su scala mondiale. Sotto questo profilo le cosiddette teorie del "policentrismo" (abbracciate dallo stesso PRC), che assimilano la contraddizione tra capitale e lavoro all'insieme indistinto delle altre contraddizioni (ambientali, di pace, di genere...), capovolgono il nodo strategico reale. Non si tratta di accostare alla "cultura di classe" la "cultura ambientale", la "cultura di genere", la "cultura di pace" spesso assunte nella loro espressione ideologica neoriformistica. Si tratta, all'opposto, di sviluppare l'egemonia anticapitalistica e di classe sul terreno dell'ambiente, della pace, della liberazione della donna, entro un processo di ricomposizione unificante per l'alternativa di sistema."

"Contro ogni sua riduzione economicistica, la rifondazione deve riconoscere apertamente la specificità dell'oppressione femminile, che per le donne proletarie si somma allo sfruttamento di classe. Un'oppressione che, attraverso la schiavitù domestica, è organicamente funzionale alla riproduzione capitalistica."

"La ripresa di un forte movimento di liberazione della donna su scala internazionale, che intrecci rivendicazioni democratiche e di genere e lotta all'oppressione sociale, è una componente decisiva del rilancio di una prospettiva socialista. Al tempo stesso solo una prospettiva socialista, che spezzi il dominio del capitale nel mondo, può creare le condizioni necessarie, non sufficienti, per un'effettiva liberazione delle donne dalla loro specifica oppressione. Per questo liberazione della donna e lotta di classe sono inscindibili nell'ottica della prospettiva rivoluzionaria."

"Duplice è allora il compito della Rifondazione: sviluppare nel movimento operaio la coscienza dell'essenzialità della liberazione della donna contrastando ogni forma di pregiudizio; sviluppare nel movimento delle donne la consapevolezza della centralità della lotta di classe e del movimento operaio come riferimento strategico per la propria liberazione: promuovendo in questa prospettiva il massimo impegno nella lotta quotidiana delle donne per la difesa e l'ampliamento dei propri diritti sociali e di genere."

"Negli anni Settanta l'ascesa della classe operaia italiana aprì un varco importante allo sviluppo del movimento delle donne." "Con gli anni Ottanta l'arretramento del movimento operaio trascinò con sé un'involuzione più generale della sensibilità democratica e della coscienza di massa e, con esse, un arretramento del movimento delle donne.
Ma soprattutto su quello sfondo si svilupparono nel movimento femminile orientamenti culturali di distacco progressivo dai temi sociali e di classe, di rifiuto della contraddizione capitale/lavoro, di ripiegamento intellettualistico-elitario. Le teorie idealistiche oggi presenti in una parte rilevante del pensiero femminista -che riconducono l'oppressione femminile a una radice biologica e a un codice simbolico maschile- nacquero in quel clima sociale e culturale."

"l PRC ha il compito di monitorare tutte le espressioni di lotta delle donne, di radicarsi al loro interno, di lavorare a estenderle e unificarle. Ma costruendo sempre una connessione viva tra obiettivi immediati e prospettiva anticapitalistica, entro la logica transitoria. E quindi riconducendo ogni lotta delle donne al processo più generale di emancipazione della classe lavoratrice, per un'alternativa di società e di potere."

Vedi: Tesi 9/Tesi 13/Tesi 28