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From
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Vittorio Bertola <vb@bertola.eu.org>
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Date
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Fri, 13 Feb 2004 12:43:53 +0100
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Subject
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Re: [hackmeeting] information age? (was Re: richiesta)
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pasky@ecn.org ha scritto:
> Per non parlare che non avendo la necessita' di lavorare per
> poter vivere ognuno potrebbe scegliersi liberamente il lavoro
> che gli piace fare e questo si che sarebbe un enorme vantaggio,
> nel mondo del lavoro, vittorio, che conosci troppo poco, la
> maggior parte dei "proletari" fa un lavoro che non gli piace
> ad un livello di inquadramento da fame, ma come si dice deve
> farlo per vivere e magari non hanno neanche il potere contrattuale
> per poter chiedere un aumento di stipendio per poter far quadrare
> il pranzo con la cena e tutto questo nel fantastico mondo
> dell'ICT non in fabbrica.
il potere contrattuale non è qualcosa che "hai", è qualcosa che ti crei in
funzione delle tue competenze e delle tue conoscenze. in una società
basata sull'informazione (anzichè sul puro capitale) il tuo potere
contrattuale dipende dal tuo possesso di conoscenza, e non [solo] da
quanti soldi hai: in altre parole, anche un tizio in un garage può
costruire qualcosa che ha successo e gli fa risalire la scala sociale,
mentre anche il più ricco figlio di papà può mandare a puttane tutto molto
in fretta (vogliamo parlare delle aziende "gestite" dai figli di Tanzi?).
again, più libertà e più possibilità di emergere, ma meno protezione.
questo però lascia aperto un problema fondamentale: cioè cosa fanno tutti
quelli che non emergono? l'incremento di flessibilità è figlio di questo
problema irrisolto, ossia del fatto che, non sapendo la società come
garantire una condizione di vita accettabile a chi non ha la possibilità
di crearsi il proprio potere contrattuale, queste persone nel frattempo
vengono sempre più impoverite.
insomma, sul fatto che il problema esista la penso come te; poi, tu pensi
(a quanto ho capito) di poterlo risolvere con misure intermedie come il
reddito di cittadinanza o come il ripristino di protezioni sociali
"pesanti" per i lavoratori, mentre io penso che questo non funzionerebbe
per via della competizione globale e del fatto che i soldi non crescono
più sugli alberi (ossia nella zecca di stato); quindi l'unica vera
alternativa è probabilmente una società comunista, che però presenta il
non piccolo problema di non piacere alla maggioranza della gente (e altri
problemucci che sono emersi nei fu paesi comunisti...).
perchè il dramma è anche che molti di quelli che sono sfruttati, solo
potendolo, diventerebbero sfruttatori, e il loro vero obiettivo è
partecipare al grande fratello o comprarsi il fuoristrada nuovo; se gli
proponessi una società in cui lo stato gli garantisce la trabant, ma in
cambio gli toglie il sogno di diventare straricchi e strafamosi, temo ti
manderebbero subito a fare in culo.
l'altra alternativa è una società capitalista ma di gente "intelligente" e
quindi "empowered", non fregabile e non berlusconizzabile... ma forse è
ancora meno realizzabile della precedente :)
> A me sembra che sei molto miope e non vedi quello che non
> vuoi vedere, imprenditore di te stesso sei libero di farlo
> e libero di sceglierti il livello di precarieta' che vuoi,
> ma un conto e' sceglierselo un altro e' subirlo,
mettiamola così: invece di lamentarsi soltanto, preferisco provare a
migliorare la mia condizione, e di riflesso quella degli altri. sarebbe
bello cambiare la società di botto, ma non posso - però posso provare a
mettere una goccia in più contro il mare del declino economico nazionale :)
tanto alla fine quello che interessa alla massa è avere i soldi per
vivere, mangiare e trombare (e non c'è niente di male!!). scusa per il
cinismo, ma se la società è ricca sono tutti contenti, le rivoluzioni
nascono quando le società sono povere e ancor di più quando sono più
povere di quello che ritengono di dover essere. in questo senso, entro
dieci anni in Italia ci saranno delle opportunità rivoluzionarie mai viste
dal 1940 ad oggi... (per voi che volete la rivoluzione, eh, io sono
pacifista) sotto le bandiere di "pane e figa per tutti, con la forza!"
raccoglierai milioni di persone. poi, come produrre pane e figa, è un
altro discorso.
ma cosi'
> stai legittimando il neoliberismo figlio del capitalismo
> piu' becero che ha lo scopo di abbattere lo stato sociale,
non legittimo, prendo atto della situazione. per cambiare uno stato di
fatto che non ti piace devi prima di tutto accettarlo e comprenderlo.
> la riforma delle pensioni e la legge 30 (job sharing,
> lavori a progetto, etc) la dicono molto lunga, vogliono
> renderci sempre piu' precari e flessibili con la libera
> concorrenza, non pensi neanche un attimo che se aumentano
> "gli imprenditori" l'unica cosa che vale e' la legge
> darwiniana e tu potresti cominciare a fare la fame quella
> vera.....
1) "vogliono" chi?
2) qual è la proposta alternativa?
> Con il tuo ragionamento stai legittimando a tutto campo
> quiesta pratica dimenticandoci anni di lotte e di conquiste
> dello stato sociale e lavorativo della classe operaia.
nel 1969, la fiat aveva l'opzione di andare a produrre le cinquecento in
polonia o in cina?
o peggio, la fiat era sotto il controllo di una multinazionale americana
per cui italia o india fa l'istes, basta che costi poco? (nota: la fiat
non lo è ancora del tutto, quasi tutto il resto delle aziende italiane sì)
le lotte si vincono col potere contrattuale in mano. adesso, gli opulenti
e ben abituati ragazzi della giovine italia (ma anche i cinquantenni di
Terni) hanno potere contrattuale sottozero. è ora di capirlo... se vuoi
ottenere qualcosa devi prima porti il problema di come conquistare un
potere contrattuale, con una delle varie strade possibili (da "a te serve
una debian, io so installare una debian e tu no" a "ti spacco la faccia se
non mi dai dei soldi", secondo le tue credenze e il tuo stile).
oppure comincia a fare una battaglia politica a favore del
neoprotezionismo antiterzomondo... (ma ti sembra un ideale possibile?)
--
.oOo.oOo.oOo.oOo vb.
Vittorio Bertola - vb [a] bertola.eu.org
http://bertola.eu.org/ <-- Vecchio sito, nuovo toblog!
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