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RENATO SUONA IL POPOLO BALLA
Renato Biagetti ucciso a 26 anni da mano intollerante la notte di sabato 27 agosto mentre usciva da una dance hall reggae a Focene, nei pressi di Ostia.
Un’aggressione a freddo, non una rissa come alcune ricostruzioni hanno voluto far credere in un primo momento, ma 8 coltellate quasi tutte dirette a punti vitali, l’addome e il petto.
Questa notizia ci ha riportato prepotentemente nella memoria la notte del 16 marzo 2003 a Milano quando Davide Cesare, Dax, veniva assassinato in una dinamica molto analoga.
Come per i fatti di Focene anche a Milano gli aggressori non erano propriamente dei militanti politici di formazione dell’estrema destra e tra loro c’era un minorenne di appena 17 anni.
Non elementi organici a gruppi organizzati, ma singoli impregnati di fascismo e xenofobia. Chi con una celtica tatuata sul corpo e chi con gli “altarini” dedicati al ventennio e al duce in casa, in entrambi i casi gli accoltellatori sono stati arrestati e consegnati alla “giustizia” dello Stato, ma non ci interessa fermarci a questo.
E’ importante capire a fondo quello che è successo a Focene, è importante continuare a ricordare Renato.
A Milano come a Roma la prima battaglia che si è dovuta sostenere è stata per la ricostruzione della verità, contro i numerosi tentativi di ridurre il fatto a uno dei tanti episodi di cronaca nera che affollano i giornali.
Una morte che non deve scuotere le coscienze, che deve essere dimenticata per tornare in fretta ad una presunta normalità. Una “rissa” o “lite degenerate”, tra “spostati” o “balordi”, insomma, in qualche modo, tra gente che se la và a cercare.
Dax era un militante antifascista ed, insieme ad altri compagni, è stato riconosciuto come tale e quindi colpito. Al contrario Renato non era un attivista politico, solo si è trovato “nel luogo sbagliato” (il “Buena Onda” locale gestito da persone di Rifondazione Comunista e frequentato da gente definita “di sinistra”).
Al posto suo ci poteva essere chiunque dei partecipanti a quella festa. Gli assassini di Renato hanno colpito in un ipotetico mucchio, identificato come “diverso” o “zecca”, quindi nemico. La morte di Renato è il prodotto dell’escalation di violenza squadrista che la destra nazifascista ha saputo alimentare attraverso incendi, accoltellamenti e aggressioni contro compagni, migranti, comunità omosessuale, centri sociali e sedi politiche, in genere contro chiunque sia “altro” o “di sinistra” magari soltanto perché, ad esempio, porta sotto braccio “il manifesto”. Un dato che s’inserisce nella trasformazione complessiva del clima politico e culturale che attraversa gran parte della società, sempre più basato sulla paura, il controllo, il razzismo e l’intolleranza.
Esistono delle responsabilità e dei processi che alimentano questa tendenza, vanno individuati e contrastati con il monitoraggio e la presenza nei territori.
Se Roma risulta essere uno dei laboratori più avanzati delle nuove destre, e lì troviamo le Occupazioni non Conformi, a Milano abbiamo assistito più volte al ritorno di vecchi leader dell’eversione nera, candidati in liste elettorali, fondatori di pseudo-circoli culturali o giovanili foraggiati dalla destra istituzionale. Da tempo si registra un tentativo di gruppi di studenti facenti riferimento a diversi partiti della destra estrema, fare lavoro di propaganda nelle scuole medie superiori e nelle università della nostra città.
Vogliamo dedicare a Renato una festa, perché quello è stato il contesto nel quale è stato vigliaccamente colpito.
Vogliamo far incontrare Renato a tutta quella gente che parteciperà, attraverso distribuzione di materiale, allestimenti e proiezioni.
Vogliamo ricordare a noi stessi e a tutti quanti che la militanza antifascista non la si può e non la si deve delegare a nessuno.
Mercoledì 6 dicembre ore 9.00 assemblea preparatoria presso il circolo Malfattori di via Torricelli
Con Dax e Renato nel cuore
Assemblea per Renato
da infoantifa@ecn.org
manifestazioni antifa