pubblicato il 7.07.24
Il musicista Pietro Morello aggredito da cinque persone: “È perché ho detto ‘fascisti’? Lo ridico a testa alta” ·
La denuncia sui social: “Sono pieno di lividi, urlavano il mio nome”. La solidarietà di Appendino: “
"Ho lividi dappertutto. Occhi, labbro, schiena, braccia. Mi hanno pestato in cinque, vigliacchi". A denunciare l'aggressione è il venticinquenne Pietro Morello, musicista, attivista e content creator torinese. Lo fa dai suoi profili Instagram e TikTok, attraverso i quali racconta ogni giorno a milioni di follower il suo mondo fatto di musica e parole.Ma anche di diritti e di impegno sociale, dalla lotta contro l'omofobia alle cause umanitarie, sempre all'insegna di una formula che si ripete come un mantra: "La felicità è una scelta".
Ieri sera, Morello era al festival di musica elettronica Kappa FuturFestival in corso al parco Dora di Torino. Una volta uscito, è avvenuta l'aggressione da parte di cinque sconosciuti. "Che gridavano però il mio nome e cognome e sapevano benissimo chi fossi", racconta nel video. Sul posto non sono intervenute forze dell'ordine né è stato necessario allertare i soccorsi. E l'intento del video di denuncia, spiega Morello contattato da Repubblica, "è solo quello di lanciare un messaggio positivo: che le parole sono più importanti delle botte". Nulla da aggiungere.
"Quello che non ho capito - spiega l'artista nel reel - è perché. Perché ho detto fascisti in un video? Lo ridico, a testa alta. O perché ho detto che l'omofobia è una malattia? Mi confermate solo una delle cose in cui credo di più in assoluto: che le parole e la cultura possono fare molta più paura delle botte".
A un anonimo utente che gli scriveva "con questi atteggiamenti di frociaggine hai rotto", Morello aveva risposto per le rime, con temi ricorrenti nella sua attività social: "Sei uno dei tanti votanti motivi per cui abbiamo l'Italia distrutta, Meloni al potere, i fascisti a seguire". E ancora: "Non hai capito che la vera malattia non è l'omosessualità, ma è l'omofobia".
Messaggi che hanno contribuito a fare di Morello, già conduttore del pre show social di X-Factor, un punto di riferimento per tanti giovani utenti - 3,7 i milioni di follower su TikTok e oltre 500 mila su Instagram - che oggi gli manifestano la loro solidarietà, aiutandolo ad affrontare la violenza subita "a testa alta", come recita il copy del suo post.
Il riferimento è a una serie di video precedenti e, in generale, a tutto l'attivismo portato avanti dal creator che prova a cambiare il mondo "un sorriso alla volta", dal degrado abitativo in Kenya alla discarica di Dandora, dalla causa palestinese alle corsie dell'ospedale pediatrico torinese Regina Margherita, dove Morello cura uno spazio settimanale per portare la musica ai bambini del reparto oncologico e ai loro genitori. Un'attività che lo ha portato ad essere insignito del titolo di "Ambasciatore di Torino nel mondo" e del premio per la pace e i diritti umani "La Pira" 2021. Proprio Chiara Appendino, che durante il suo mandato da sindaca aveva conferito al giovane il titolo di ambasciatore, ha condiviso sui social un messaggio di solidarietà: “Che qualcuno lo abbia picchiato per le sue idee è indecente e vergognoso. Forza Pietro, ti sono vicina”.
https://torino.repubblica.it/cronaca/2024/07/06/news/pietro_morello_aggredito_fascisti_video-423370007/?ref=RHLF-BG-P11-S2-T1
Pietro Morello denuncia: “Picchiato da 5 persone perché ho detto ‘fascisti’ in un video. Ho lividi dappertutto, urlavano il mio nome”
Il musicista e content creator torinese Pietro Morello è stato vittima di un’aggressione brutale per strada. A denunciare l’accaduto è lo stesso Morello attraverso un video postato sul suo profilo Instagram, dove appare visibilmente segnato dalle botte: zigomi neri, labbra ferite, lividi su occhi, labbro, schiena e braccia. Morello racconta dettagliatamente ciò che è successo, esprimendo il suo sconcerto e la sua determinazione a non farsi intimidire. “Ho lividi dappertutto: occhi, labbro, schiena, braccia. Mi hanno pestato. In cinque, vigliacchi”, esordisce Morello nel video.
Quindi spiega che i suoi aggressori urlavano il suo nome e il suo cognome, dimostrando di sapere perfettamente chi fosse: “Urlavano il mio nome e il mio cognome e quindi sapevano benissimo chi fossi. Ma questo non conta. Quello che non ho capito è perché. Perché ho detto ‘fascisti’ in un video? Lo ripeto a testa alta: fascisti“. Morello non si ferma qui. Continuando il suo sfogo, aggiunge: “O perché ho detto che l’omofobia è una malattia? Bravi. Bravi, così riconfermate solo una delle cose in cui credo di più in assoluto. Ovvero che le parole e la cultura se usate bene possono fare molta più paura delle botte. Stronzi”.
A commento del suo stesso post, l’artista scrive “A testa alta”, ribadendo che non deve essere lui a vergognarsi, ma coloro che lo hanno aggredito. I numerosi “mi piace” che il suo post sta raccogliendo testimoniano l’affetto delle persone che lo seguono e rappresentano una condanna collettiva all’attacco vile subito per strada. Morello, popolare non solo per la sua musica ma anche per il suo impegno sociale, ha sempre utilizzato la sua piattaforma per diffondere messaggi di inclusività e rispetto.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/06/pietro-morello-denuncia-picchiato-da-5-persone-perche-ho-detto-fascisti-in-un-video-ho-lividi-dappertutto-urlavano-il-mio-nome/7614123/
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