pubblicato il 6.05.22
Bologna Intimidazioni dei nazifascisti contro chi si oppone alla guerra. ·
Il Primo Maggio dei lavoratori e delle lavoratrici non si tocca: denunciamo le minacce e le intimidazioni dei nazifascisti contro chi si oppone alla guerra. Conferenza stampa.
Ieri l’Unione Sindacale di Base ha dato vita a una piazza per la giornata dei lavoratori e delle lavoratrici, un Primo Maggio che quest’anno non poteva non tenere conto della guerra in Ucraina e del rischio di una escalation che porta alla terza guerra mondiale, con l’aumento delle spese militari e con una economia di guerra che va a peggiorare il carovita, colpendo soprattutto le fasce popolari.
Per questo abbiamo chiamato la nostra piazza “Abbassare le armi, alzare i salari”, parole semplici che stiamo portando in giro in tutta Italia, per la pace e per i diritti di tutti.
Sappiamo che la posizione contro la guerra dà fastidio a chi invece dalla guerra ci guadagna qualcosa, economicamente e politicamente.
Dentro la piazza, la giornata è stata ricca di attività, nei tre momenti di discussione, contro la guerra, contro il lavoro povero, e nel ricordo del compagno Valerio Evangelisti, e con momenti di socialità, culturali e artistici.
Fuori dalla piazza, si sono aggirate tutto il giorno persone evidentemente poco contente delle nostre posizioni pacifiste, alcuni dei quali già visti in azioni di provocazione in occasione della festa di strada “Oltre il Ponte” organizzata dal circolo Granma, che anche ieri ci ha aiutato nell’organizzazione, il 23 aprile a pochi passi in via Ferrarese.
In quell’occasione, un nutrito gruppo di persone ucraine avevano provocato minacciando il banchetto del Comitato Ucraina Antifascista. Nell’occasione erano venute fuori le posizioni esplicitamente naziste di una parte consistente del gruppo: dal rivendicarsi la figura di Stepan Bandera, all’ostentazione di simboli e cori nazionalisti ucraini, arrivando addirittura a presentare la strage di ebrei ucraini come fatto giusto e rivendicandola come atto necessario alla costituzione della patria. Durante quell’occasione i compagni che hanno contenuto con ferma determinazione la provocazione erano stati minacciati esplicitamente, e nei giorni successivi minacce altrettanto pesanti erano state lanciate sui canali social.
A fine serata abbiamo trovato due “regali” sgraditi. Un tentativo di rompere una porta del Barnaut, anche questo attivo insieme a noi nella giornata di ieri, e una macchina di compagni con due ruote squarciate evidentemente con un coltello.
La guerra in Ucraina sta avendo degli effetti diretti anche in Italia e a Bologna, con un clima sempre più guerrafondaio in cui il sindaco si dichiara a favore dell’invio di armi, e in cui inoltre al 1° Maggio concede una piazza ai neofascisti che si proclamano “Patrioti”. È evidente che queste condizioni legittimano le posizioni violente dell’estrema destra.
Non possiamo inoltre dimenticare che oggi, 2 maggio, è l’ottavo anniversario della strage della Casa dei sindacati di Odessa, in cui 42 sindacalisti e militanti vennero bruciati vivi o linciati dalle milizie naziste che sostenevano il golpe di Euromaidan. Una delle più pesanti stragi di matrice nazi-fascista dalla Seconda guerra mondiale, ci ricorda oggi più che mai le tragiche conseguenze della legittimazione e della concessione di agibilità delle forze neo-naziste.
Dopo le provocazioni del 23 aprile, questi segnali sono preoccupanti. Per questo invitiamo tutte le realtà antifasciste e contro la guerra a restare vigili contro questo clima di tensione.
Su questo tema convochiamo una conferenza stampa per domani martedì 3 maggio presso la sede dell’USB in via Saffi 69 alle ore 11.00.
https://www.facebook.com/bolognausb/posts/1908686996185605
Provocazioni naziste a Bologna: il sindaco dov'è?
Oggi con Marta Collot abbiamo partecipato alla conferenza stampa che si è tenuta nella sede di USB Bologna dopo le provocazioni da parte di ambienti filo nazisti ucraini alla festa Oltre Il Ponte del Circolo Granma e all'iniziativa del Primo Maggio di USB, entrambe occasioni in cui siamo intervenuti come Potere al Popolo.
Oltre alla cronaca dei fatti (le provocazioni il 23 Aprile, la porta del Barnaut sfondata e le gomme di una macchina tagliate con una lama nella notte tra l'1 e il 2 Maggio) dalla conferenza stampa emerge il collegamento tra il clima politico generale e i fatti locali. La propaganda martellante a favore dell'escalation esalta chi nel nostro paese pensa di poter agire contro gli antifascisti, pensa di poter riabilitare il collaborazionismo coi nazisti, come ci è stato detto apertamente il 23 Aprile che considerano Stepan Bandera un eroe, infangato dai sovietici che avrebbero ucciso gli ebrei per far ricadere la colpa sui nazionalisti ucraini (!), mentre qualche voce ancora più terrificante ha semplicemente detto che lo sterminio ebraico andava bene.
Rivalutare Stepan Bandera è come rivalutare Renato Tartarotti, è come rivalutare "il camerata Kesserling" che viene rievocato ogni 25 Aprile. Eppure pare che sia possibile farlo a Bologna senza che dall'amministrazione di questa città emerga qualunque segno di preoccupazione. D'altronde, per il secondo anno di fila si è svolta il primo maggio anche la manifestazione delle "rete dei patrioti", gruppuscolo neofascista fuoriuscito da Forza Nuova, con regolare permesso dell'amministrazione.
Ci chiediamo dove sia il sindaco e la sua giunta. Ci chiediamo cosa si aspetti a fare una discussione pubblica, con un consiglio comunale in cui possano intervenire gli antifascisti e le antifasciste, in particolare i soggetti che sono stati oggetti delle provocazioni di questi giorni.
Siamo a fianco dell'USB, del Circolo Granma, del Barnaut . Siamo a fianco di chi non cala l'elmetto.
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