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Nel mirino della Digos il Partito nazionalsocialista dei Lavoratori
“Propagandavano discriminazione razziale, etnica e religiosa”
Varese, blitz contro i neonazisti
47 perquisizioni in tutta Italia
Varese, blitz contro i neonazisti
47 perquisizioni in tutta Italia
Blitz della Digos contro i movimenti neonazisti
VARESE – Blitz contro i movimenti neonazisti: 47 perquisizioni a Varese e in altre città d’Italia. Nel mirino della Digos il Partito nazionalsocialista dei lavoratori, di ispirazione hitleriana. “Reclutava persone – spiega Fabio Mondora, funzionario della Digos di Varese – che propagandassero la discriminazione razziale, etnica e religiosa”.
I movimenti neonazisti fondatori del PNSL avevano presentato proprie liste di candidati in occasione delle consultazioni elettorali del 2006 e 2007 in alcuni comuni delle province di Varese, Como, Lecco e Milano.
Fondato nel 2002 da Pier Luigi Pagliuchi, 45 anni, un albergatore di Castano Primo, nel Milanese, nel 2006 il movimento nazionalsocialista portò un proprio rappresentante nel consiglio del piccolo comune di Belgirate: Osvaldo Carmellino, anch’egli ristoratore, fu eletto con soli 23 voti e l’improvvisa e inaspettata defezione di una lista civica. “Cinque anni fa – disse allora il neoconsigliere – eravamo in quindici; oggi siamo 200”.
Al sito Varese news, il coordinatore del movimento, Pierluigi Pagliuchi, un anno fa dichiarò: “Siamo una formazione politica indipendente, ispirata al partito nazionalsocialista: prendiamo spunti dagli ideali dei partiti che, in diversi Stati, hanno accolto le istanze nazionaliste e socialiste portate alla massima espressione dalla Germania di Hitler”.
Nelle perquisizioni di quest’oggi in Lombardia e nelle altre regioni, sono impiegati uomini della Questura di Varese, coadiuvata dalla Digos di Milano, Roma, Rieti, Novara, Vercelli e Piacenza, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia. In tutto oltre 150 agenti.
(17 settembre 2007)
repubblica on line
Varese – Raccolte fondi emergono dalle pagine del’inchiesta della procura di Varese. Indagati tutti i candidati alle elezioni di Inarzo e Duno
I nazisti raccoglievano soldi per gli stragisti neri
Volevano organizzare un partito nazista, fare proseliti, partecipare alle elezioni con liste locali, dare vita a una riedizione del partito del terzo reich. Partendo da Varese e da Milano, Como, Lecco. Lo scorso anno avevano presentato una lista a Duno, senza successo, e a Inarzo, dove era stata rigettata per un vizio di forma. Nessun consigliere eletto. A Nosate, Milano, avevano invece eletto un consigliere. Il partito nazista, Movimento dei lavoratori nazionalista e socialista, aveva un nome inequivocabile. La Questura aveva subito segnalato l’episodio alla procura. E questa mattina, 17 settembre, la Digos ha perquisito 47 persone, una ventina solo in provincia di Varese. Tutti indagati, in base all’articolo 3 della legge del 1975 che vieta attività discriminatorie e razziste e la costituzione di organizzazioni votate a questi fini. I promotori rischiano una pena che può arrivare fino a 6 anni di carcere. Gli agenti hanno cercato materiale propagandistico in case private e in un centro di aggregazione a Busto Arsizio, Comunità Giovanile. Tra il materiale sequestrato, un po’ in tutta Italia, volantini di propaganda, quadri con Adolf Hitler, bandiere naziste, manifesti del periodo hitleriano, un pugnale, felpe con simboli. «Materiale interessante» commenta il procuratore capo Maurizio Grigo. Nessuna attività violenta o episodi di squadrismo. Sotto inchiesta è un movimento che nasce per fini ideologici: tra gli indagati ci sarebbero gli aspiranti conglieri comunali presenti nelle liste di Duno e Inarzo. Non si tratta di semplici naziskin, hanno chiarito gli inquirenti, ma di persone gravitanti in un circuito potenzialmente eversivo, sia italiano che europeo. Tra gli episodi oggetto di indagine, spunta una raccolta fondi per esponenti dell’eversione nera, in carcere per stragi e terrorismo, e un’inquietante festa di compleanno di Aldof Hitler, celebrata a Buguggiate, il 23 aprile di quest’anno (la data precisa è in realtà il 20 aprile). Con una cinquantina di militanti giunti da diverse regioni d’Italia, mentre su palco si esibivano gruppi nazisti.
Il ‘Movimento dei Lavoratori nazionalista e Socialista’ è stato dal novarese Pierluigi Pagliughi. Nato nel 2002 , l’obiettivo dichiarato era quello di correre nei piccoli comuni della cosiddetta ‘provincia etnica dell’Insubria’. Ha partecipato a circa 20 elezioni locali, può contare su circa 200 iscritti.
Le perquisizioni sono state effettuate dalla Polizia di Stato della Questura di Varese, diretta da Matteo Turillo, coadiuvata dalle pattuglie della Digos di Milano, Roma, Rieti, Novara, Vercelli e Piacenza, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia, con l’impiego di oltre 150 agenti.
L’operazione è stata condotta dalla Digos di Varese diretta da Fabio Mondora, su decreti di perquisizione chiesti dal Pm Luca Petrucci.
Milano – Il consigliere regionale cheiderà al Consiglio regionale di prendere posizione contro i tanti rigurgiti violenti e antidemocratici in Lombardia
Agostinelli: “L’operazione contro i nazi è un bel segnale”
«L’operazione di polizia contro il gruppo neonazista “Movimento dei lavoratori nazionalista e socialista”, sulla base di un’inchiesta della Procura di Varese è sicuramente una notizia positiva. Purtroppo, le molte segnalazioni circa il proliferare di gruppi militanti di estrema destra in Lombardia hanno finora trovato poca o nulla attenzione pubblica. Nemmeno il moltiplicarsi di atti violenti e di aggressioni è riuscito a conquistarsi gli onori della cronaca o l’interessamento deciso delle istituzioni. Insomma, vi è la netta sensazione che ci sia una grave sottovalutazione, rispetto a quanto sta accadendo nella nostra società. Sottovalutazione che se dovesse protrarsi si tradurrebbe in un’inaccettabile tolleranza verso la rinascita dell’estremismo neofascista».
Così Mario Agostinelli (foto), presidente del gruppo consiliare regionale Prc-Sinistra europea, commenta l’operazione di polizia contro gli esponeneti neonazisti della provincia. Agostinelli ricorda quanto avvenuto pochi giorni fa a Pieve Porto Morone, nel pavese: «In quell’occasione i militanti dell’organizzazione neofascista Forza Nuova hanno assediato un gruppo di rom, protetto dalle forze dell’ordine, con tanto di grida “Sieg Heil” mandate in onda dai Tg di mezza Italia».
«Nel ribadire l’importanza dell’iniziativa messa in atto a Varese, occorre davvero che si ponga fine alla tolleranza di episodi del genere. Come presidente del gruppo consiliare regionale Prc-Sinistra europea ho intenzione di chiedere al Consiglio di prendere una posizione netta contro questi fenomeni, inaccettabili per chiunque abbia a cuore le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza. Ciò riguarda tutti: non solo il Ministero degli Interni o la magistratura, ma altresì la politica, poiché spesso i neofascisti trovano comprensione o complicità anche in settori della destra, ancorché istituzionale».
Lunedi 17 Settembre 2007
redazione@varesenews.it
Varese – Plauso alle forze dell’ordine da parte del segretario comunale dei diesse e invito agli avversari politici
Mirabelli: “Il centrodestra deve fare chiarezza su certe alleanze”
La rinascita del neonazismo è un fenomeno europeo, non solo italiano. Ricordo che nel 2004 in Sassonia l’Npd si è presentato alle elezioni ottenendo il 9, 2 per cento dei voti e , nel consiglio del land, ben nove deputati. Fino ad ora il fenomeno è stato affrontato tra indifferenza e sottovalutazione, quindi a maggior ragione va un plauso alle forse dell’ordine per questa operazione. Era un problema che andava affrontato con grande responsabilità e attenzione in applicazione della legge Mancino, ma anche un problema di coscienza civile perché questo sentimento non democratico era presente nella società. Quindi va combattuto anche sul fronte culturale con l’affermazione di principi e diritti civili. Noi come politici dobbiamo affermare un principio di civiltà che condanni certe posizioni, indipendentemente dalle politiche che professiamo. Da questo punto di vista sarebbe auspicabile che il centrodestra facesse chiarezza sui rapporti e alleanze con certe forze e certi candidati come è accaduto alle ultime elezioni politiche.
Lunedi 17 Settembre 2007
redazione@varesenews.it
Busto Arsizio – I consiglieri del partito minimizzano e parlano di timore di strumentalizzazioni o violenze da parte di estremisti
Lattuada: “Non mi dimetto”. Solidarietà di An
Francesco Lattuada (foto), per tutti Checco, non sembra scomporsi eccessivamente per la tempesta abbattutasi oggi su di lui, coinvolto nell’inchiesta della Procura di varese e della Digos sui movimenti neonazisti nel Varesotto. Di certo, e lo ammette, è seccato che il suo nome sia uscito così alla svelta sui telegiornali – sia pure in modo indiretto.
La situazione è seria, per quanto l’incontro con la stampa convocato da Lattuada, presente il collega consigliere di AN ed ex deputato dell’MSI Ninetto Pellegatta, quarant’anni e passa.di esperienza politica, si sia svolto in un clima quantomai sereno, se non di generalizzata minimizzazione. Nel merito delle contestazioni, praticamente nulla: la difesa punta semmai sull’opportunità politica dell’azione di magistratura e Digos. «A casa mia sono arrivati per la perquisizione poco dopo le sette del mattino, poi con gli agenti siamo andati a Comunità Giovanile» racconta Lattuada. «A me hanno sequestrato un cd, qualche libro, qualche manifesto, poca roba. In casa mia del resto puoi trovare opere di ogni genere, dal Mein Kampf, che pure hanno molte altre persone di tutt’altro orientamento politico, come pure io ho in casa Das Kapital di Carlo Marx e vari libri di case editrici di sinistrissima, come Mala Tempora o Nuovi Mondi Media». Più che come politico di estrema destra, Lattuada cerca insomma di accreditarsi come elemento antisistema: è la strategia di gran parte della destra radicale odierna, una parte cui il consigliere comunale non ha mai negato di appartenere. «Certo, io ho sempre mostrato massima disponibilità anche verso diversi gruppi, vuoi Fiamma Tricolore, o Forza Nuova, quando mi hanno invitato a qualche festa o iniziativa. Del resto, contatti a destra come ne ho nel Varesotto non li ha nessuno» afferma sicuro. «Ed è sempre meglio essere accusati di legami con un partito proscritto piuttosto che di reati come tangenti, violenza, eccetera».
Quasi altrettanto aperto alla polica bipartisan prova ad apparire Pellegatta: «In casa mia avrebbero trovato un ritratto di Mussolini autografato da sua moglie Rachele, la storia della guerra civile di Pisanò, i più recenti libri di Pansa , ma anche qualche cimelio ex-sovietico rimediato a Mosca…» e decorato, ipse dixit, della scritta “La fine del comunismo”. Pellegatta riferisce poi un gustoso episodio dovuto a un equivoco: un conoscente gli ha telefonato («ma non eri in galera?») pensando che nei guai ci fosse finito lui, ex capogruppo “storico” di Msi prima e An poi, visto che al telegiornale si parlava del capogruppo di An a Busto, ossia Lattuada.
Facezie a parte, quest’ultimo si preoccupa, temendo non tanto conseguenze giudiziarie, quanto strumentalizzazioni politiche e atti di violenza contro se stesso e contro Comunità Giovanile. «Con questi fatti si rinfocola un clima di odio politico» lamenta. «Io credo che qualche mio avversario in consiglio avrà l’onestà intellettuale di riconoscere la mia innocenza. Certo che vedermi già come Führer del Varesotto, be’, è grossa». Lattuada, che ha ricevuto telefonate di solidarietà da vari esponenti di AN, teme che ora possano scatenarsi azioni di estremisti di sinistra, specie peraltro rara da queste parti. «Potrei diventare vittima di qualche esaltato, o potrebbe diventarlo Comunità Giovanile, il cui gruppo dirigente non c’entra assolutamente con questa storia: è questo che temo ora, perchè qui si soffia sul fuoco» confessa. «Spero ora che in città si continui a confrontarsi su cose serie, aprendo un dialogo ad alto livello dopo le polemiche per la Fondazione Blini…» Dimissioni, di fronte al putiferio che si scatenerà? «No, assolutamente». E Pellegatta chiosa per i duri di orecchio: «Boia chi molla!»
Lunedi 17 Settembre 2007
redazione@varesenews.it
VARESE, TORNA L’EVERSIONE NERA
Mercoledì, 19 Settembre 2007 – 00:08 – di Dante Brioni
Il quadro della riorganizzazione dell’eversione nera nel nostro Paese appare piuttosto inquietante, dopo il recente blitz nel nord Italia partito dalla procura di Varese. L’indagine è nata circa un anno fa, negli uffici varesini, quando sulle scrivanie degli inquirenti era arrivato il programma del “Partito nazional socialista dei lavoratori”. Non tutto è ancora chiaro, tant’è vero che lo stesso capo della procura di Varese, Maurizio Grigo, non esita a dichiarare: “Abbiamo fatto le perquisizioni per capire meglio, il materiale trovato è cospicuo e interessante”. Il blitz ha portato la polizia di Stato nelle abitazioni di 47 tra aderenti e simpatizzanti del Pnsl in diverse città del nord e del centro. Secondo l’accusa, gli aderenti alla formazione neonazista avrebbero anche raccolto fondi in solidarietà con persone in carcere perché legate allo stragismo e all’eversione nera, come Pierluigi Concutelli. Alle perquisizioni hanno partecipato oltre 150 agenti. L’accusa principale è la violazione dell’articolo 3 della legge 75, con un programma contenente discriminazioni di razza e di religione.
Avrebbero raccolto soldi soprattutto per organizzare un partito di stampo nazista e partecipare, come avevano già fatto dal 2002 in poi, alle competizioni elettorali, a cominciare da quelle dei piccoli paesi. La figura di spicco, il leader indiscusso dell’organizzazione sarebbe, secondo gli inquirenti, l’albergatore Pierluigi Pagliuchi, 45 anni, che si dice “nazista da almeno 20 anni”.
Ma Pagliuchi non è un attivista extraparlamentare, è consigliere comunale a Nosate. Avrebbe iniziato a lavorare alla costruzione del Pnsl a partire dal 1999. Poi, la nascita ufficiale nel 2002. L’obiettivo dichiarato era di presentarsi alle elezioni comunali nei piccoli centri di quella che indicano come la “provincia etnica dell’Insubria”. In cinque anni il partito ha preso parte a una ventina di consultazioni elettorali e si preparava anche per i prossimi appuntamenti.
Oltre questo, gli inquirenti stanno ricostruendo con grande attenzione le modalità di una festa di compleanno in onore di Hitler organizzata il 23 aprile scorso al Biergarten Centro del Lago di Buguggiate. Secondo la procura di Varese, durante la festa si cantava “Heil Hitler” e “Brucia l’ebreo”. Il gestore del locale è Francesco Lattuada che spiega: “Non abbiamo mai organizzato una festa del genere, noi concediamo il luogo per qualsiasi tipo di celebrazione, sia quelle di compleanno, sia di partiti e associazioni, anche di sinistra. L’orientamento ideologico di chi affitta il locale non mi riguarda”. La festa hitleriana viene considerata dall’accusa una conferma dell’attività di propaganda nazista degli indagati.
Ci sono accertamenti in corso anche su un incendio doloso verificatosi nel locale di Buguggiate il 28 luglio scorso: in quella occasione bruciò un sottotetto con danni abbastanza ingenti. Oltre questo, si sta anche valutando una fitta rete di rapporti del Pnsl con i centri sociali “neri”, una rete di circoli dell’estrema destra che sarebbe cosa diversa dal mondo skinheads, ritenuto dal Pnsl troppo rozzo e soprattutto in grado di suscitare le attenzioni di polizia e magistrati.
Ma c’è dell’altro, altrettanto inquietante: Francesco Lattuada è anche un politico: è il capogruppo in consiglio comunale a Busto Arsizio di Alleanza Nazionale. Lattuada ammette di aver conosciuto alcuni esponenti del movimento, ma sostiene di aver avuto con loro solo “rapporti commerciali” in occasione dell’affitto del Biergarten Centro. Lattuada afferma anche che “la loro sigla era chiaramente folcloristica e debbo dire di aver incontrato persone tranquille. Sicuramente un movimento ben diverso da come viene dipinto”. Ma la sua spiegazione non convince affatto la procura, anche la sua casa di Cairate ha ricevuto una perquisizione, al termine della quale è stato emesso un avviso di garanzia nei suoi confronti. Alleanza Nazionale non si è ancora pronunciata in merito alla vicenda. Del resto, non è facile.
Intanto il movimento, “recluta persone”, spiega Fabio Mondora, funzionario della Digos di Varese, “per propagandare la discriminazione razziale, etnica e religiosa”. Dall’analisi del programma e dello statuto, la Digos ha potuto constatare che i principi ispiratori erano gli stessi del partito nazista hitleriano. Il programma, rinvenuto presso il comune di Duno (Varese) e depositato anche presso l’Ufficio Persone Giuridiche della Prefettura di Milano era una traduzione rielaborata e adattata al “NSDAP”, del partito Nazional socialista tedesco.
Sebbene attentamente moderato in alcuni punti, il programma utilizzava concetti che non appartengono ad uno stato democratico; in particolare nel libricino della cellula si nota un ripetuto utilizzo dei termini “razza” ed “etnia”. Tra gli obiettivi del movimento c’era la preparazione delle basi per il riconoscimento della Repubblica Sociale Italiana e del testamento politico di Adolf Hitler. Quel che si teme, è che la cellula varesina sia solo una punta d’iceberg, e che dietro si celi un mondo di microorganizzazioni neonaziste sparse per la penisola. Magari al riparo della nuova destra dai vestiti blu.
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