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L’episodio a monterotondo
Ordigno contro un negozio romeno
L’esplosione nella notte ha rotto i vetri e annerito la parete. Nessun ferito
ROMA – Un ordigno esplosivo rudimentale è esploso nella notte tra domenica e lunedì, a Monterotondo, in provincia di Roma, davanti alla saracinesca di un negozio di prodotti tipici romeni, gestito da una 29enne di nazionalità romena. La deflagrazione ha rotto i vetri e annerito la parete frontale della rivendita, nella quale con una bomboletta di spray nero è stata scritta una frase in dialetto romanesco “ve bucamo la testa”. Sul muro è stata disegnata anche una croce celtica. Nessuna persona è rimasta coinvolta.
TANICA – I carabinieri della compagnia di Monterotondo hanno anche trovato sul posto una tanica di plastica contenente liquido infiammabile, che avrebbe dovuto esplodere insieme all’ordigno rudimentale, confezionato con un cilindro in cartone.
Da Repubblica
CRONACA
A Monterotondo ordigno davanti ad una bottega di specialità alimentari
Disegnata una croce celtica con la vernice. I carabinieri: “Gesto di emulazione”
Bomba contro un negozio di romeni
Scritta sul muro: “Ve bucamo la testa”
Il sindaco esprime ferma condanna per “l’ignobile atto intimidatorio”
“Scongiurare il rischio di assurda criminalizzazione di un intera comunità”
Daniel Oana, gestore del negozio di generi alimentari romeni di Monterotondo danneggiato da una bomba
ROMA – Attentato contro un negozio gestito da romeni. Un rudimentale ordigno è stato fatto esplodere la scorsa notte davanti ad una bottega di specialità alimentari romene a Monterotondo, alle porte della capitale. La bomba ha provocato solo danni alla saracinesca del negozio e mandato in frantumi tutti i vetri.
Accanto alla serranda danneggiata i carabinieri, che hanno avviato le indagini, hanno trovato una scritta, tracciata con una bomboletta di vernice nera, con scritto “Ve bucamo la testa”, accanto una croce celtica.
L’ordigno era stato confezionato con un cilindro di cartone del diametro di 3 centimetri e lungo 20, e sistemato davanti all’entrata del negozio di via Gramsci.
Secondo gli investigatori dell’Arma l’attentato non ha “una matrice politica” ma potrebbe inquadrarsi come un gesto di “emulazione, fomentato da un clima di intolleranza”. Le prime indagini si sono quindi orientate verso gli ambienti ‘locali’ di giovani che simpatizzano con l’estrema destra. La titolare del negozio, per pura coincidenza, ha lo stesso cognome del presunto assassino di Giovanni Reggiani: Diana Steluta Mailat ha però detto di non avere nulla a che fare con il connazionale che avrebbe seviziato e ucciso la donna a Tor di Quinto.
L’ordigno, hanno appurato gli investigatori dei carabinieri, era stato fatto usando un razzo di segnalazione marino. Rilievi della sezione scientifica dell’arma sono in corso, così come alcune perquisizioni ed interrogatori.
In una nota il sindaco di Monterotondo, Antonino Lupi, esprime la ferma condanna per l’ignobile atto intimidatorio compiuto ai danni di un esercizio commerciale gestito da cittadini romeni”, e avverte: “Il rischio che i gravi fatti accaduti negli ultimi giorni, la barbara uccisione di Giovanna Reggiani da parte di un rom e il linciaggio di cittadini romeni ad opera di una squadraccia razzista, possano degenerare in un clima di assurda criminalizzazione di un intera comunità, come l’episodio accaduto a Monterotondo sembra dimostrare, deve essere scongiurato nella maniera più netta”.
Contro il clima di razzismo, a suo parere fomentato anche dall’intolleranza della destra, si è espresso anche il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero.
(5 novembre 2007)
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