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TRAME NERE
I movimenti di destra in Italia dal dopoguerra ad oggi
Autore Giuseppe Scaliati
Pagine 240
Fratelli Frilli Editori http://www.frillieditori.com
Trame nere intende offrire al lettore una vasta ed accurata panoramica, sulla composizione e sulle vicende, dei movimenti della Destra italiana dal dopoguerra ad oggi. Un’attenzione particolare è rivolta alla maggiore organizzazione neofascista, il Movimento Sociale Italiano e alle altre associazioni, più o meno ad esso correlate, che hanno recitato un ruolo da protagonisti nei cosiddetti “anni della tensione. L’indagine si estende fino al passato più recente con la svolta storica di Alleanza Nazionale e il rifiorire dell’estrema destra che, sotto la guida di nuovi e vecchi personaggi, tende ad inserirsi prepotentemente non solo nella politica ufficiale con appoggi ed alleanze strategiche, ma anche e soprattutto nei movimenti giovanili.
Recensione di Saverio Ferrari – Redazione Osservatorio Democratico -
Il libro di Giuseppe Scaliati, “Trame nere”. I movimenti di destra in Italia dal dopoguerra ad oggi” (Fratelli Frilli Editori, 16,50 euro, 240 pagine), fa la sua comparsa nelle librerie a ridosso delle celebrazioni per il 60° della Liberazione.
A suo modo costituisce un contributo di analisi e documentazione sugli anni dal 1945 ai giorni nostri, attraverso la storia delle organizzazioni neofasciste. Un campo di indagine, a differenza di quanto si potrebbe credere, tutt’altro che secondario o marginale, nel quale è possibile riannodare alcuni dei fili conduttori la storia dei decenni passati.
Nel nostro paese, è bene ricordarlo, fin dalla fine del secondo conflitto mondiale, si costituì un forte movimento neofascista, frutto non solo delle eredità del passato, ma anche, nell’ambito della guerra fredda, della volontà politica a favorirne la crescita da parte di un ampio schieramento anticomunista, dal Vaticano alla Democrazia Cristiana, ai fautori dell’Alleanza Atlantica.
“Trame nere” inevitabilmente parte da qui, ripercorrendo la storia dei FAR (i Fasci di Azione Rivoluzionaria), i primi nuclei terroristici clandestini, che si resero responsabili, tra la fine del 1945 ed il 1951, di una lunga catena di attentati, non solo simbolici, con morti e feriti, contro le sedi dei partiti di sinistra, delle associazioni partigiane e dei sindacati.
E’ questa una pagina misconosciuta, nella quale affondano le origini sia del Movimento Sociale Italiano, che di formazioni successive come Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, attive nella stagione delle stragi, tra la fine degli anni ’60 e la metà dei ’70. I FAR, una delle tappe nel progetto di ricostruzione in Italia di un partito politico fascista, furono infatti organizzati, quasi contestualmente alla fondazione del MSI, dalle stesse identiche persone, Giorgio Almirante, Pino Romualdi e Roberto Mieville, che in questo modo operarono su due piani, uno legale ed uno armato e clandestino. Una tattica che non si esaurì rapidamente. Figure come Pino Rauti, Clemente Graziani, Fausto Gianfranceschi ed Enzo Erra, seguaci di Julius Evola, nonché futuro nucleo costituente Ordine Nuovo, fecero vivere ancora a lungo i FAR, fino al momento, nel maggio del 1951, del loro arresto, dopo diversi attentati dinamitardi, tra l’altro, a sedi dell’ANPI, al Ministero degli Esteri e soprattutto alla casa di Mario Scelba, dove depositarono un chilo e mezzo di tritolo che per puro caso non esplose, evitando una strage.
In questa storia della destra neofascista, particolare attenzione viene dedicata ai rapporti tra il MSI e la galassia delle organizzazioni extraparlamentari nel quadro degli anni della “strategia della tensione”. Erroneamente si è infatti soliti considerare i diversi progetti eversivi segnati dalle stragi, da Piazza Fontana all’Italicus, unicamente sulla base del protagonismo di alcune formazioni terroristiche, glissando sull’internità dello stesso MSI al cosiddetto “partito del golpe”, a partire dalla “ospitalità” data agli aderenti di Ordine Nuovo, che in gran parte confluirono nel partito di Almirante alla ricerca di un ombrello protettivo, proprio poche settimane prima le bombe del 12 dicembre 1969. Ma la storia della “strategia della tensione” è stata anche la storia dei rapporti fra il neofascismo e gli apparati militari e di sicurezza italiani e degli Stati Uniti, a fondamento di una corretta interpretazione storica di quegli avvenimenti come “sovversivismo delle classi dirigenti”. Molte le pagine, nel lavoro di Scaliati, giovane ricercatore salernitano, dedicate a questo capitolo fondamentale nella storia della Repubblica italiana, ancora oggi insufficientemente indagato ed approfondito.
Le vicende di quegli anni riguardano infatti anche il salto di qualità, attraverso ingenti finanziamenti e protezioni, delle formazioni neofasciste, che vennero letteralmente reclutate all’interno di progetti eversivi, ispirati dalla destra politica ed economica del nostro paese, con appoggi nell’Alleanza Atlantica.
“Trame nere” arriva fino ad oggi, con un ultima parte dedicata ai movimenti attualmente presenti sulla scena politica: Forza Nuova, il Fronte Sociale Nazionale ed il MSI-Fiamma Tricolore, per giungere al recentissimo cartello elettorale di Alternativa Sociale costituitosi attorno Alessandra Mussolini.
Molte le informazioni, spesso mai apparse sulla stampa quotidiana. Un buon lavoro, in conclusione, di cucitura, in questo universo di sigle e movimenti, tra vicende del passato ed il presente, ma soprattutto utile a riportare attenzione verso una realtà in continua pericolosa evoluzione.
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