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Da TusciaWeb
Daniele Scalet (Ds) in una lettera aperta al sindaco
A Sandro Giulivi
sindaco del Comune
di Tarquinia
Proprio nella Giornata della Memoria, sono state scritte sui muri del palazzo dell’Università Agraria frasi inneggianti all’ideologia nazista e disegnate numerose svastiche e altri simboli che la storia ha già condannato.
E’ questo forse l’ultimo segnale, in ordine di tempo, che i giovani ci inviano per far sì che la società riprenda in mano le redini del nostro futuro.
Atti di vandalismo contro cose e persone, atti di bullismo e di prevaricazione, atteggiamenti provocatori verso chiunque tenti di ostacolarli sono diventati ormai quotidiani anche nella nostra bella città di Tarquinia.
Pur se compiuti da una piccola minoranza, questi episodi di delinquenza giovanile trovano terreno fertile nell’indifferenza e nella paura della gente e dei loro coetanei, ma soprattutto nell’incapacità degli adulti di offrire risposte efficaci. Occorre la repressione e la vigilanza nelle strade, a scuola, all’interno delle famiglie, ma non basta; c’è necessità soprattutto di prevenire.
E’ troppo semplice dare la colpa alla famiglia, alla scuola, alla televisione, quando sappiamo bene che un ragazzo si forma da un insieme di stimoli differenti e che in qualche modo sono tutti in relazione. Nella nostra società consumista i giovani sono purtroppo considerati come utenti finali di un prodotto, mai come attori protagonisti della propria crescita.
Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, circa due mesi fa, proposi di dedicare del tempo per conoscere meglio le problematiche presenti nei giovani e progettare misure adeguate. Mi rispose il vice sindaco dicendo che nella scorsa primavera erano stati presentati i risultati di una ricerca effettuata dal distretto sulla dispersione scolastica. Solo questo e la mia proposta, chiaramente, non venne accettata.
Oggi, credo che sia sotto gli occhi di tutti la necessità di riprovare ad aprire una discussione sui giovani che vada ben al di là delle promesse elettorali e che impegni tutti i soggetti coinvolti in azioni coerenti.
Faccio due esempi: se riteniamo che l’attività sportiva permette tra l’altro anche di sviluppare lo spirito di collaborazione o la capacità di accettare una sconfitta senza abbattersi, allora la nostra società dovrebbe agevolare la pratica sportiva, costruire impianti adeguati, collaborare fattivamente con le associazioni.
Se di fronte alle scritte razziste e che inneggiano al nazi-fascismo pensiamo che sia educativo per i nostri ragazzi portarli a vedere un campo di sterminio, allora potremmo evitare spese superflue o rinunciare a qualche luminaria natalizia e collaborare con le scuole per contribuire a pagare le spese del viaggio.
L’idea che propongo, quindi, è quella di dedicare almeno un’intera giornata ai giovani per ragionare, capire e trovare una strada comune.
Occorrerebbe dare un segno forte, tangibile, come quello di fermare la città, per testimoniare l’interesse che abbiamo nei confronti dei giovani.
A questo incontro dovrebbero partecipare tutti gli enti, le istituzioni, i partiti, le parrocchie, le associazioni (culturali, sportive, ambientaliste…) che hanno un ruolo nell’educazione dei giovani.
Daniele Scalet
Consigliere comunale Gruppo DS di Tarquinia