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di seguito alcuni comunicati
prima pero’ due note nostre
Forza Nuova:
“Il giovane fermato si muove in ambienti vicini a Forza Nuova, ma l’associazione di estrema destra nega qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e minaccia di querelare chiunque la associ all’episodio. “Nessuno si permetta di associare Forza Nuova a tale vicenda” ha detto il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis. “I nostri militanti non compirebbero mai un atto di così grave stupidità e cattiveria; se poi il ragazzo frequenta ambienti ultras o piazze dove si ritrovano neofascisti, questo è un altro discorso, non collegabile a Forza Nuova”. Come movimento politico, aggiunge Caratossidis, “prendiamo completamente le distanze da tale indegno e vergognoso atto. Forza Nuova è contraria a ogni forza di violenza, tanto più se insensata, illogica e incivile come quella compiuta da quella banda di pazzi irresponsabili”. ”
peccato che a smentire Caratossidis ci sia la figura di Roberto Bussinello che ha immediatamente assunto la difesa dell’aggressore: “Si è presentato col suo legale, Roberto Bussinello, candidato sindaco per Forza Nuova alle scorse elezioni. ” nonche’ rappresentante legale nazionale di FN
Il Sindaco Tosi (*):
che in un primo momento ha richiesto “pene esemplari”, per poi invece minimizzare quando e’ risultata inconfutabile l’apparteneza politica degli aggressori.
sindaco: quei criminali sono la tua gente, quelli con i quali hai manifestato nella piazza di verona il 15 dicembre, quelli che hai nella tua giunta, come gli elementi del gruppo neonazi Gesta Bellica.
sindaco, tu e la tua gente siete il cancro in questa citta’
(*) il sindaco Tosi fu a suo tempo condannato in 2° grado, assieme ad altri suoi amici, ad alcuni mesi di reclusione e al pagamento di 50.000 € nei confronti di alcuni Rom di un campo del veronese per aver violato la legge Mancino contro il razzismo e per aver espresso «un’innegabile idea di superiorità e sentimenti di odio», come da motivazione del tribunale.
comunicato antifascisti veronesi
Nella notte tra il 30 aprile e 1 maggio a Verona, in pieno centro, un gruppo di fascisti di Forza Nuova ha pestato brutalmente un ragazzo di 29 anni di nome Nicola riducendolo in fin di vita e in coma irreversibile. L’unica “colpa” del ragazzo è stata quella di rifiutare una sigaretta e non accettare l’atto arrogante e intimidatorio dei 5 neofascisti, un pretesto già usato in altre aggressioni per dare il via al pestaggio. Queste squadracce di nazi fascisti è oltre 3 anni che scorrazzano impunemente per il centro di Verona aggredendo, picchiando, derubando e accoltellando chiunque sia “diverso” : l’immigrato, il comunista, l’anarchico, quello con i capelli lunghi o con l’orecchino…. l’importante è fare “pulizia” nella “loro” città. La loro ferocia è rivolta a chiunque non entri nei loro canoni estetici o non sia immediatamente pronto ad abbassare lo sguardo e cambiare velocemente marciapiede al loro passaggio. Ricordiamo che da anni sono avvenuti pestaggi a danno di compagni/e, accoltellamenti a militanti antifascisti e una miriade di aggressioni e furti a ragazzi e ragazze solo perché avevano un Kebab in mano o perché semplicemente non gli piacevano ed erano nel “loro” territorio. La polizia, e in primis i carabinieri di Verona con la complicità della stampa e della televisione asservita e obbediente, per tre giorni hanno tentato in tutti i modi di coprire la matrice politica di estrema destra e hanno materialmente dato la possibilità ai fascisti assassini di poter scappare all’estero e nascondersi.
Questa continua copertura a Forza Nuova, a Fiamma Tricolore, Veneto Front, altri infami nazi fascisti e beceri razzisti, a Verona, è possibile grazie ad una serie di coperture date dal fatto che una buona parte di questi lerci individui appartengono a quella che viene definita verona bene, l’elite della verona che sfrutta e produce. Con l’avvento del sindaco Tosi i paladini della verona pura hanno trovato piena legittimità vedendo lo stesso aprire i loro cortei segnati da slogan neonazisti e a selve di braccia tese. Gli slogan lanciati dallo stesso sindaco Tosi e la sua cricca fascista che lo appoggia e lo sostiene anche in consiglio comunale con Andrea Miglioranzi e vari fascisti ripuliti di Alleanza Nazionale, non sono altro che l’appoggio a queste infami squadracce, che hanno il compito di ripulire dove polizia e i vari sgherri al soldo dello stato e del comune non possono arrivare. Questo delirio sicuritario delle ronde e delle squadracce è figlio della mentalità Leghista e dell’estrema destra che ha sempre sostenuto attivamente il sindaco Tosi. Queste aggressioni e l’assassinio di Nicola rispondono alla mentalità leghista e fascista che ormai da anni ha sviluppato la maggior parte dei “bravi” e “onesti” cittadini veronesi, che con sbirri, prefetti, e istituzioni locali, hanno dato carta bianca a questi gruppi di nazisti balordi, in nome della sicurezza e della “pulizia cittadina” e dell’eliminazione di ciò che non è uniforme.
Le istituzioni e le sinistre revisioniste riformiste hanno creato questi mostri che si sentono investiti del potere di stabilire le regole nelle città, dove la parola sicurezza significa persecuzione del diverso, mentre nello stesso territorio quella che manca è la sicurezza sul posto di lavoro, che porta a continue tragiche morti, per il profitto della classe padronale dalla quale provengono gli stessi assassini fascisti di Nicola.
Morire ancora per mano fascista ad oltre sessant’anni dalla liberazione non deve essere tollerato! Ci appelliamo a tutte le realtà antifasciste ad autorganizzarsi per stroncare queste formazioni fasciste che tutt’oggi aggrediscono ed uccidono.
Seguiranno informazioni.
ANTIFASCISTI/E VERONESI.
05/05/08
COMUNICATO STAMPA FGCI VENETO
Aggressione Verona: alla destra violenta è stato permesso di radicarsi. Basta lassismo e tutti si prendano le proprie responsabilità.
Ed infine è successo: hanno cercato il morto in tutte le maniere e ci sono andati vicini. Sono stati liberi di agire, di fare agguati, pestaggi, intimidazioni. Grazie all’inerzia delle istituzioni e al lassismo di alcune forze democratiche che non hanno svolto il loro ruolo di sorveglianza e prevenzione.
Il clima di impunità e di legittimazione politica a Verona ha instillato nell’estrema destra una boria e una sfacciataggine sempre maggiori, aggravando ogni giorno di più una cancrena sociale che non poteva che portarci fino a questo punto.
Questi delinquenti andavano fermati prima che agissero, doveva essere impedito loro di agire, soprattutto il loro ambiente politico non andava spalleggiato.
Ci dispiace aver avuto ragione, da mesi avevamo chiesto quasi inascoltati alle forze democratiche della nostra città di organizzare una grande manifestazione antifascista per creare un argine pratico e culturale ai gruppi neofascisti.
Questi a dicembre avevano trovato il sostegno del sindaco Tosi e di alcuni consiglieri della giunta che avevano partecipato a una manifestazione i cui slogan erano a dir poco profetici “non risponderemo di schegge impazzite”.
Le schegge impazzite sono arrivate e hanno quasi ucciso un ragazzo!
L’ambiente in cui questa violenza prolifera è ben noto alle forze dell’ordine. Come ci annunciano ora, troppo tardi, erano noti anche gli aggressori.
Allora perché sono stati liberi di agire? Perché questi ricettacoli di violenza che si chiamano Veneto Fronte Skinhead, Forza Nuova, Fiamma Tricolore non sono stati perseguiti e resi illegali – nel rispetto della giusta interpretazione della legge Mancino e della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione – come da anni ormai stiamo chiedendo?
Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità: Tosi per quella manifestazione nefasta ha legittimato la destra violenta; la questura, che è stata pressoché inerte alle nostre continue denunce permettendo alle squadracce nere di radicarsi; quelle organizzazioni che si sono opposte all’organizzazione della manifestazione nazionale antifascista perchè non era “necessaria” e ora chiosano contro il fascismo.
Una cosa ci sentiamo di affermare, se c’è qualcuno che ancora crede che ci si possa ritirare sull’Avventino sappia che la FGCI combatterà a viso aperto ogni rigurgito fascista, razzista, autoritario per difendere la libertà e la democrazia. Sempre disponibili a collaborare con tutti gli antifascisti veronesi.
le nostre speranze e i nostri pensieri sono rivolte a Nicola, non ti conosciamo ma speriamo con tutto il cuore che ti possa riprendere.
Oggi (lunedì 5 maggio) saremo in piazza anche noi al sit in antifascista in via Leoni alle ore 20, invitiamo tutti a partecipare.
per la Federazione Giovanile Comunisti Italiani del Veneto e di Verona
Alessandro Squizzato, coordinatore regionale FGCI
Nicolò GIacopuzzi, coordinatore FGCI Verona
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Troppo tardi, cari “democratici”
Neonazisti dietro aggressione a Verona
Da qualche giorno i tg parlano del ragazzo accoltellato a Verona da un gruppo di giovani perché non aveva dato loro una sigaretta.
Il “dettaglio”, chiamiamolo così, che tutti da queste parti già sospettavano è che Il gruppo degli aggressori fa parte dell’estrema destra cittadina. Nello specifico, pare, del Vento Fronte Skinhead che – stranamente – nega.
Ora Nicola Tomasoli, 29 anni, è in coma e da oggi comincia per lui il periodo di osservazione per l’eventuale dichiarazione di morte cerebrale.
Uno dei tre aggressori si è costituito, gli altri due sono fuggiti all’estero.
I solerti tutori dell’ordine fanno i magnifici e parlano di “azioni di accerchiamento”.
Sull’Unità leggo gli stralci di dichiarazioni ufficiali delle forze dell’ordine in merito al lavoro della DIGOS «che già lo scorso anno si era occupata proficuamente del fenomeno delle aggressioni nel centro storico veronese»
Già.
Davvero, la mancanza del senso del ridicolo non ha confini. “Occupata proficuamente”.
Eccolo il profitto: la destra violenta più boriosa e sfrenata che mai, le “schegge impazzite” a cui inneggiava l’ultima manifestazione neonazista di pochi mesi fa, con alla testa il sindaco Flavio Tosi ed esponenti della Giunta, che accoltellano quasi a morte un ragazzo.
Finiamola davvero, non se ne può più. Non è più sopportabile l’ipocrisia delle forze dell’ordine, questura e DIGOS, che sproloquiano sulla loro geniale azione di sicurezza pubblica. Non è vero, sono lassisti e incompetenti, non hanno VOLUTO affrontare il problema che in Veneto e a Verona in particolare sta assumento il carattere della cancrena sociale.
Leggo che Veltroni ritiene il fatto “inquietante”.
Fa bene ad “inquietarsi” Veltroni, si inquieti della schifosa ambiguità con cui il PD sta annacquando il valore dell’antifascismo e in città non ha detto assolutamente NULLA – con la muta compagnia di buona parte del sindacato – in nessuna delle moltissime e gravi occasioni in cui i fatti del primo maggio erano stati preannunciati.
Ancora dovremo sentirci propinare la stupida e vigliacca argomentazione che l’antifascismo non deve essere politicizzato? Ancora le litanie marce sulla Resistenza che deve unire e non dividere?
Da tempo lo diciamo, continueremo a dirlo. Soprattutto a quelli che in questi mesi a Verona ci hanno lasciati soli e hanno fatto crollare l’organizzazione di una manifestazione nazionale antifascista che potesse dare l’avvio ad un lavoro di controllo e prevenzione democratica contro il proliferare del neofascismo.
Non era utile, non serviva, dicevano.
Il problema va preso in esame in modo freddo e razionale.
Come al solito per far alzare qualche voce, per far mettere dentro un delinquente, è dovuta accadere la tragedia.
Oltre la rabbia, oltre il senso triste e ormai troppo noto di schifo, che riempie me e come me credo molti compagni e compagne, ora c’è da proseguire con fermezza e serietà nel lavoro di comprensione, contenimento, resistenza, aggressione della cancrena di fascismo e violenza che sta avvelenando i nostri centri cittadini.
Quelli a cui serve la tragedia per muovere di qualche centimetro il culo spero siano un po’ più presenti, un po’ più consapevoli, un po’ più in buona fede. DIco che lo spero ma lo dico e basta ovviamente, perchè certe malattie sono croniche.
VERONA: UN’ALTRA VITTIMA PER MANO FASCISTA
Tragicamente, per quanti conoscono il clima politico e culturale che si respira a Verona, era del tutto prevedibile la matrice della mortale aggressione avvenuta la notte del primo maggio nel centro cittadino, a due passi dal romantico balcone di Giulietta, una zona dove sono avvenute tante altre aggressioni e intimidazioni contro soggetti ritenuti diversi o non conformi, anche solo per il vestire, e comunque non tollerati dai nazifascisti locali.
Un clima di normale intolleranza che individua e persegue come nemici tutte le esistenze che, per colore della pelle, estrazione sociale, collocazione politica o presunte deviazioni sessuali, sono ritenute estranee alla comunità.
Le prime notizie parlavano di un gruppo di cinque giovani veronesi, vestiti col bomber e due con testa rasata, che con un pretesto avevano intercettato tre ragazzi della provincia usciti da un locale, di cui uno con i capelli lunghi raccolti a coda. L’aggressione è velocissima, nello stile tipico di quelle che avvengono fuori dagli stadi, ma con esiti fatali: Nicola Tommasoli, caduto a terra, ha la testa devastata dai calci, probabilmente resi ancora più letali da calzature pesanti tipo “anfibi”; gli altri due amici rimangono feriti e sotto shock.
I giornalisti, invece, fanno di tutto per minimizzare e depistare, parlando genericamente di bulli, teppisti, balordi ed escludendo ragioni politiche, eppure i precedenti non mancavano, tra cui le gravissime ferite causate da ultrà neonazisti dell’Hellas, armati di coltelli e catene, contro due attivisti del centro sociale La Chimica.
Stavolta la gravità del fatto, tanto più ai danni di un ragazzo veronese, di buona famiglia e non etichettabile come un estremista, ha imposto indagini serie che il magistrato ha affidato subito alla Digos, sospettando con facilità appartenenza e provenienza dei picchiatori.
Sapendo di essere stato individuati dalle telecamere presenti nella zona, uno dei responsabili si costituisce alla polizia, un altro viene arrestato successivamente, mentre uno risulta irreperibile e altri due sarebbero in fuga all’estero.
Il profilo del reo confesso non lascia margini al dubbio: rampollo della Verona-bene, noto ultrà dell’Hellas Verona e aderente all’estrema destra scaligera, già denunciato per attività razziste e neofasciste.
Il sindaco leghista Tosi, lo stesso che in passato non ha avuto problemi a partecipare alle adunate anti-immigrazione dei nazifascisti venendo da questi appoggiato durante la campagna elettorale, adesso deve spiegare perché la sua politica dell’immigrazione, all’insegna della tolleranza zero, non aveva previsto che la sicurezza fosse messa in pericolo proprio dai suoi sostenitori. Tra l’altro, appena pochi giorni prima, Tosi aveva confermato la sua solidarietà alle tifoserie dell’Hellas ancora una volta sotto accusa per comportamenti di stampo razzista ed aveva ribadito che Verona “razzista non è, non è mai stata né mai lo sarà”.
Come volevasi dimostrare…
PER DOMANI SERA E’ STATO INDETTO UN PRESIDIO SUL LUOGO DELL’AGGRESSIONE (CON COLLEGAMENTO CON LA TRASMISSIONE SU RAITRE “CHI L’HA VISTO?”)
PER IL PROSSIMO SABATO SI PREVEDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE
5 May 2008
Partito Comunista dei Lavoratori (sezione lodigiano-sudmilano)
pcl-lodi@tiscali.it