pubblicato il 21.09.08
2008/09/25 26 Roma Voci dalla città aperta ·
Voci dalla città aperta
Due giornate per raccontare un’altra Roma
25 e 26 settembre 2008 ore 16.30 - 20.00
Sala Renato Biagetti, Città dell’altra economia
Largo Dino Frisullo
Roma
Giovedì 25 settembre
autorecupero della città :
i centri sociali luoghi di sperimentazione
Voci di:
Germana Villetti (Madri per Roma Città Aperta), Roberto Morea (Transform), esponenti delle occupazioni di Acrobax Project - L.O.A. del Precariato Metropolitano Ex-Cinodromo, L38 Squat/Laurentinokkupato - 6° ponte Laurentino, La Torre - Casal de' Pazzi, Forte Prenestino - Centocelle, Horus Occupato - Monte Sacro, Esc - San Lorenzo, Factory - Riva Ostiense - Ponte di ferro, Ex - Snia Viscosa - Pigneto, La Strada - Garbatella, Gruppo del rap romano “Gli apostoli di strada”, L'una e le altre - Spinaceto
Verranno proiettati documentari prodotti da centri sociali
Venerdì 26 Settembre
le occupazioni abitative :
sperimentazione di un nuovo modo di abitare
Proiezione del documentario:
“ Non Tacere” (2007) di Fabio Grimaldi “produzione Blue film”
Voci di : Don Roberto Sardelli (autore del libro degli anni '70 su Borghetto Prenestino a confronto con i movimenti per la casa)
Silvia Macchi (Docente Università "la Sapienza" di Roma)
Donne Comunità Rom di via delle Cave di Pietralata e di:
occupanti di Casalbertone, via Lucio Sestio, via Volonté, via Casal de Merode
Comitato Madri per Roma Città aperta
madrixromacittaperta@libero.it http://madrixromacittaperta.noblogs.org/
Voci dalla città aperta
Due giornate per raccontare un’altra Roma
25 e 26 settembre
Sala Renato Biagetti - Città dell’Altraeconomia
Largo Dino Frisullo
Ore 16,30-20,00
A luglio avevamo pensato a due giornate per raccontare l'altra Roma, quella che si muove nel territorio e cerca di far pesare una visione critica e non convenzionale della società in cui viviamo.
Purtroppo siamo state di nuovo, violentemente, costrette a fare i conti con agguati e ferimenti ancora più insopportabili perché seguiti all'iniziativa bella e pacifica per ricordare Renato.
Allora queste due giornate assumono - e non può essere diversamente - un sapore diverso.
Non basta denunciare un clima ormai quotidiano di aggressioni, non basta dare il nome che meritano, fasciste, non basta invocare provvedimenti che arrivano, se arrivano, sempre in ritardo.
E' necessario che queste due giornate, nella sala Renato Biagetti, diventino un momento di riflessione e consapevolezza che una città che si poggia sull' esclusione,sull' emarginazione e
l' intolleranza è una città che ritorna al passato.
I giovani fascisti degli anni sessanta non furono fermati: forze di polizia, magistrati e giornali correvano dietro alla favola degli opposti estremismi.
Noi Madri oggi con la nostra iniziativa abbiamo un semplice obiettivo: fermare i violenti, rompendo il muro di indifferenza di molti e alzando la nostra voce contro l'ipocrisia di chi non vuole vedere.
Il Piano di sicurezza di Alemanno, i piani di sicurezza offerti dai supersindaci non fanno altro che creare il senso di insicurezza dei cittadini, rafforzando il sentimento dell’intolleranza per il diverso. Alle città si offrono muri, fatti di soldati, vigili armati, forze dell'ordine, televigilanza, dietro i quali sentirsi sicuri e alimentare l’odio per il diverso e la complicità nelle aggressioni.
Noi pensiamo che le città debbano aprirsi costruendo la loro sicurezza sull’allargamento dei percorsi democratici, del dialogo e del confronto.
Noi vogliamo che la nostra città ritorni ad essere aperta, vigilando e denunciando ogni forma di aggressione e di intolleranza che riduce gli spazi democratici, riportando la città e il paese indietro verso quell’unico periodo della nostra storia dove vennero perse le forme democratiche e sorsero razzismi, intolleranze , intimidazioni , omicidi di regime.
Con questa iniziativa noi vogliamo dare voce al territorio con una consapevolezza accresciuta della complessità della metropoli e della forza creatrice e propositiva dei suoi problemi e dei sui “conflitti”, certe che solo in questo incontrarsi sia il presupposto di una vera politica della sicurezza.
Giovedì 25 settembre
AUTORECUPERO DELLA CITTA’ : I CENTRI SOCIALI LUOGHI DI SPERIMENTAZIONE
I centri sociali sono realtà che ormai da decine di anni producono attività di diverso interesse sociale e politico in ogni angolo del pianeta. Veri e propri laboratori di democrazia, luoghi di sperimentazione di un’altra città, dentro la città, sono popolati da studenti, precari, migranti, operai, e da tutti gli individui che hanno deciso di non restare ingabbiati nella “legalità delle istituzioni” .
La prima caratteristica dei centri sociali è proprio quella capacità di costruire uno spazio che va oltre i muri dell’edificio occupato, un protagonismo sociale che si diffonde in città e diventa di interesse pubblico. La seconda è il desiderio di autonomia come valore fondativo dell’esperienza autorganizzata, capace di articolarsi in ogni direzione: da quella produttiva a quella più specificamente politica. Anche questa autonomia travalica lo spazio fisico e assume un valore vivo e riproducibile.
La presenza dei Centri Sociali in ogni territorio è ancora considerata dalle istituzioni un’anomalia da reprimere e normalizzare e non quello che sono in realtà per chi li vive quotidianamente: spazi di libertà e democrazia, luoghi di produzione politica, sociale e culturale.
Venerdì 26 Settembre
LE OCCUPAZIONI ABITATIVE : SPERIMENTAZIONE DI UN NUOVO MODO DI ABITARE
La città vive una situazione di emergenza abitativa che colpisce in maniera particolarmente grave i percettori di reddito saltuario, intermittente, attività legate ad un’economia di sussistenza, ma il territorio metropolitano conta un numero crescente di soggetti che pur avendo potenzialmente diritto all’assegnazione di unità abitative a prezzi calmierati sfuggono o non possono essere intercettati dalle graduatorie attuali. Questa moltitudine di persone è costituita da studenti fuori sede, lavoratori precari e interinali, famiglie monoparentali, lavoratori migranti, una popolazione coinvolta da quei processi di trasformazione del mercato del lavoro caratterizzati da discontinuità/flessibilità. La possibilità per queste categorie di persone di trovare un’abitazione dignitosa e a prezzi accessibili nel mercato degli affitti o di rientrare nelle graduatorie dell’edilizia residenziale pubblica, proprio a causa delle caratteristiche del loro reddito, sono nulle o remote.
Questa città è frutto del capitalismo estremo della rendita immobiliare, è il risultato di politiche volte all’esclusione ed emarginazione degli abitanti, è il luogo di pratiche di autoritari controlli, ma anche di conflitti e resistenze.
Da tutto questo nascono le occupazioni a scopo abitativo, che rappresentano , non solo la soluzione di un tetto sotto il quale dormire, ma anche un vero e proprio progetto di rigenerazione edilizia e di costruzione di nuove forme dell’abitare. Il recupero di un diffuso patrimonio edilizio inutilizzato, architettonicamente degradato, collocato in aree urbane spesso prive di servizi alla popolazione, dove le comunità costruiscono il proprio spazio vitale e si riconoscono. Possiamo dire che rappresentano laboratori di progettazione e costruzione di un nuovo modo di abitare.
Proiezione del film “Non tacere” di Fulvio Grimaldi
Interverranno le realtà delle occupazioni abitative romane
manifestazioni antifa
r_lazio
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